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Bruno Freddi, Uomini d’oro – percorsi emotivi
Nelle tele di Freddi si evidenzia la dedizione per la figura umana; l’opera che dà il titolo all’intera mostra, è dedicata al dramma dei profughi: i suoi “Uomini d’oro” sono uomini che hanno attraversato il Mediterraneo, hanno nei volti la sofferenza del viaggio e sulle spalle “l’oro” delle coperte
Comunicato stampa
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BRUNO FREDDI
UOMINI D’ORO
PERCORSI EMOTIVI
con la partecipazione straordinaria di Anna Turina
Testo critico di Massimo Gianquitto
Sabato 4 maggio 2024, ore 18
La mostra proseguirà fino al 6 luglio 2024
La galleria è aperta da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19 e su appuntamento
Villa Contemporanea è lieta di invitarvi alla personale Uomini d’oro – Percorsi emotivi, del maestro Bruno Freddi, artista poliedrico dalla personalità esplosiva.
E’ la prima volta che la galleria espone un artista di così lunga ed intensa carriera; una scelta motivata
dall’amicizia e dalla stima che, personalmente, nutro nei suoi confronti, dalla fascinazione per le sue opere, oltre che dall’influenza che ha avuto in me la sua arte orafa quando, al termine del percorso liceale, ho intrapreso, per un breve periodo, studi di oreficeria.
La passione per la sperimentazione, che ci accomuna, ha fatto sì che nascesse in me il desiderio di lanciare una sfida a Bruno: realizzare un’opera a quattro mani con un’artista della galleria. Bruno ha accettato con entusiasmo e dalla collaborazione con Anna Turina è nata una nuova scultura.
Bruno Freddi è un artista a tutto tondo; nella sua lunga carriera si è dedicato alla pittura, alla scultura, all’oreficeria, alla poesia e al teatro.
Non potendo realizzare una vera antologica a causa dello spazio limitato della galleria, ho scelto di esporre principalmente le sue opere pittoriche dagli anni ’70 ad oggi, lasciando però spazio, nella seconda sala, alla “sua” Corona Ferrea, un’opera di alta oreficeria, simbolo della storia longobarda di Monza, copia dell’originale conservata nel Museo del Duomo. L’unica scultura presente in mostra è l’opera realizzata insieme ad Anna Turina.
Nelle tele di Freddi si evidenzia la dedizione per la figura umana che viene spesso dipinta accostata a superfici materiche; l’uomo e la donna sono al centro dei suoi interessi, colti nella loro dimensione più lirica, più “vera” e fragile. Non è casuale che la sua opera più grande, che dà il titolo all’intera mostra, sia dedicata al dramma dei profughi: i suoi “Uomini d’oro” sono uomini che hanno attraversato il Mediterraneo, hanno nei volti la sofferenza del viaggio e sulle spalle “l’oro” delle coperte che li riscaldano. E’ una tela del 2015, purtroppo ancora attuale.
Scrive Massimo Gianquitto nel testo che accompagna la mostra “per l’artista questi uomini che hanno attraversato il mare affrontando quella immensità, lottando contro un presente avverso, sono d’oro non solo per il colore delle coperte che li riscaldano, ma per la forza di volontà che esprimono, per quell’attaccamento alla vita, per il coraggio di scommettere su una sola partita, sono esempio di grandezza e di dignità a cui la nostra società non liquida, come sostiene Bauman, ma al declino, dovrebbe lasciarsi ispirare”.
Nella poetica di Freddi ricorre spesso l’idea del muro come punto di partenza per la memoria, su cui annotare le tracce del tempo che scorre, dove è facile scoprire brandelli di manifesti, macchie e crepe che lo definiscono come spazio per l’occhio e la mente e dove si frammenta anche il pensiero. Per l’artista, la materia ed il colore diventano essi stessi mezzi di espressività emotiva; le campiture rosse e brune ci legano alla terra, i blu ci librano verso l’alto. Là dove appaiono, i corpi spesso si abbracciano o sono ritratti nella naturalezza della quotidianità. Freddi, con la sua pittura, celebra l’emozione dell’esistenza; le frasi poetiche, i fogli di giornale, gli stracci inseriti nel colore, sono ricordi sedimentati, così come i volti che fanno capolino.
Freddi ama la gestualità, la libertà dei movimenti che trovano nella danza Butoh la massima espressione. L’artista ritrae i volti intensi e deformati dallo stupore dei suoi personaggi Butoh; lui stesso pratica questa danza che connette l’uomo all’universo.
“Non è l’Eros, l’Amore, lui che sa esprimerlo con garbo e rispetto, ad essere rappresentato, ma la tragedia della fragilità e l’insensatezza dell’agire umano.
La pittura per Bruno Freddi è voce di quell’ansia che lo agita e lo sollecita all’azione, proprio lui che è un artista convinto che l’arte sia o richieda partecipazione, anche lui come Picasso, sostiene: "La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico".”
Testo critico di Massimo Gianquitto.
Bruno Freddi è nato a Mantova nel 1937, terminata la scuola d’Arte del Castello Sforzesco, dal 1958 affianca alla pittura la grafica, la scultura, il design del gioiello, l’attività di regista, autore e scenografo per la realizzazione di spettacoli teatrali con compagnie sperimentali. Lo studio delle filosofie orientali e due viaggi in India, danno una forte impronta alla tematica delle sue opere a partire dal 1988. Praticante di Yoga diventa presto insegnante. Nel 1993 scopre la danza Butoh e le contaminazioni di essa nelle arti figurative; nel 1997 fonda la compagnia Oloart. Il suo studio ad Osnago è diventato un punto di riferimento per amici ed artisti che gli fanno regolarmente visita. Dal 2009 è uno dei fondatori del Festival La voce del corpo di Osnago, a cadenza biennale.
Impossibile segnalare qui le numerosissime mostre a cui ha partecipato nella sua lunga carriera.
Risale al 1985 la sua personale “Bruno Freddi, il muro, le mani” alla Villa Reale di Monza.
Anna Turina (1973), vive e lavora a Lecco.
Ha esposto sia in Italia che all’estero. Lavora prevalentemente con il ferro, senza tralasciare tuttavia altri mezzi espressivi (scultura, installazione, fotografia, pittura, disegno) per creare micromondi che contengono storie in cui proietta le sue riflessioni e i suoi interessi per la filosofia e la psicologia. Ogni mezzo è spesso utilizzato come contenitore di appunti di una ricerca personale strettamente connessa al proprio vissuto, agli incontri e agli accadimenti che la coinvolgono.
Massimo Gianquitto è laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, si dedica allo studio e all’approfondimento di temi legati all’arte, design e architettura. Ha insegnato Arte contemporanea all’Istituto Europeo di Design di Milano. Da professore ha pubblicato il saggio: In Cammino nell’Arte, dal 1750 ad oggi (2013), e ha ideato la collana editoriale Earth, dedicata all’Arte contemporanea con i volumi Land art (2018) e Graffitismo & Street Art (2019). Dal 2019 ha dato avvio a progetti artistici come laboratori creativi tenuti presso le scuole superiori da artisti della Street Art e avviato l’organizzazione di mostre in luoghi non convenzionali come fabbriche e uffici. Collabora con il gruppo editoriale Design Diffusion pubblicando articoli su design e l’arte. Nel 2002 ha preso parte alla costituzione di Level Office Landscape, nuovo marchio nel settore dell’arredamento e del design per ufficio, settore questo in cui ha maturato una competenza internazionale nel ruolo di direttore creativo e managing director. Nel 2022 è uscito il suo primo romanzo Veleno, Klimt tra eros e mistero, Graphofeel editore, seguito nel 2023 da un altro su Klimt, Inferno, l’arte brucia per Argento Vivo Edizioni e da una biografia romanzata nello stesso anno su Adriano Olivetti per Giubilei Regnani.
La Corona Ferrea presente in mostra è una copia dell’originale conservata nella Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza.
Un’altra copia della stessa, realizzata sempre dal maestro Freddi, è conservata nel Museo e Tesoro del Duomo di Monza.
La Fondazione Gaiani riconoscerà ai visitatori della mostra in galleria un ingresso ridotto (€ 12 anziché € 14) sul biglietto cumulativo d’ingresso al Museo del Duomo di Monza, previo ticket da esibire, rilasciato dalla galleria stessa. In questo modo sarà possibile completare “idealmente” il percorso di visita iniziato a Villa Contemporanea, visionando sia la Corona Ferrea originale, che l’altra copia conservata nel Museo.
UOMINI D’ORO
PERCORSI EMOTIVI
con la partecipazione straordinaria di Anna Turina
Testo critico di Massimo Gianquitto
Sabato 4 maggio 2024, ore 18
La mostra proseguirà fino al 6 luglio 2024
La galleria è aperta da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19 e su appuntamento
Villa Contemporanea è lieta di invitarvi alla personale Uomini d’oro – Percorsi emotivi, del maestro Bruno Freddi, artista poliedrico dalla personalità esplosiva.
E’ la prima volta che la galleria espone un artista di così lunga ed intensa carriera; una scelta motivata
dall’amicizia e dalla stima che, personalmente, nutro nei suoi confronti, dalla fascinazione per le sue opere, oltre che dall’influenza che ha avuto in me la sua arte orafa quando, al termine del percorso liceale, ho intrapreso, per un breve periodo, studi di oreficeria.
La passione per la sperimentazione, che ci accomuna, ha fatto sì che nascesse in me il desiderio di lanciare una sfida a Bruno: realizzare un’opera a quattro mani con un’artista della galleria. Bruno ha accettato con entusiasmo e dalla collaborazione con Anna Turina è nata una nuova scultura.
Bruno Freddi è un artista a tutto tondo; nella sua lunga carriera si è dedicato alla pittura, alla scultura, all’oreficeria, alla poesia e al teatro.
Non potendo realizzare una vera antologica a causa dello spazio limitato della galleria, ho scelto di esporre principalmente le sue opere pittoriche dagli anni ’70 ad oggi, lasciando però spazio, nella seconda sala, alla “sua” Corona Ferrea, un’opera di alta oreficeria, simbolo della storia longobarda di Monza, copia dell’originale conservata nel Museo del Duomo. L’unica scultura presente in mostra è l’opera realizzata insieme ad Anna Turina.
Nelle tele di Freddi si evidenzia la dedizione per la figura umana che viene spesso dipinta accostata a superfici materiche; l’uomo e la donna sono al centro dei suoi interessi, colti nella loro dimensione più lirica, più “vera” e fragile. Non è casuale che la sua opera più grande, che dà il titolo all’intera mostra, sia dedicata al dramma dei profughi: i suoi “Uomini d’oro” sono uomini che hanno attraversato il Mediterraneo, hanno nei volti la sofferenza del viaggio e sulle spalle “l’oro” delle coperte che li riscaldano. E’ una tela del 2015, purtroppo ancora attuale.
Scrive Massimo Gianquitto nel testo che accompagna la mostra “per l’artista questi uomini che hanno attraversato il mare affrontando quella immensità, lottando contro un presente avverso, sono d’oro non solo per il colore delle coperte che li riscaldano, ma per la forza di volontà che esprimono, per quell’attaccamento alla vita, per il coraggio di scommettere su una sola partita, sono esempio di grandezza e di dignità a cui la nostra società non liquida, come sostiene Bauman, ma al declino, dovrebbe lasciarsi ispirare”.
Nella poetica di Freddi ricorre spesso l’idea del muro come punto di partenza per la memoria, su cui annotare le tracce del tempo che scorre, dove è facile scoprire brandelli di manifesti, macchie e crepe che lo definiscono come spazio per l’occhio e la mente e dove si frammenta anche il pensiero. Per l’artista, la materia ed il colore diventano essi stessi mezzi di espressività emotiva; le campiture rosse e brune ci legano alla terra, i blu ci librano verso l’alto. Là dove appaiono, i corpi spesso si abbracciano o sono ritratti nella naturalezza della quotidianità. Freddi, con la sua pittura, celebra l’emozione dell’esistenza; le frasi poetiche, i fogli di giornale, gli stracci inseriti nel colore, sono ricordi sedimentati, così come i volti che fanno capolino.
Freddi ama la gestualità, la libertà dei movimenti che trovano nella danza Butoh la massima espressione. L’artista ritrae i volti intensi e deformati dallo stupore dei suoi personaggi Butoh; lui stesso pratica questa danza che connette l’uomo all’universo.
“Non è l’Eros, l’Amore, lui che sa esprimerlo con garbo e rispetto, ad essere rappresentato, ma la tragedia della fragilità e l’insensatezza dell’agire umano.
La pittura per Bruno Freddi è voce di quell’ansia che lo agita e lo sollecita all’azione, proprio lui che è un artista convinto che l’arte sia o richieda partecipazione, anche lui come Picasso, sostiene: "La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico".”
Testo critico di Massimo Gianquitto.
Bruno Freddi è nato a Mantova nel 1937, terminata la scuola d’Arte del Castello Sforzesco, dal 1958 affianca alla pittura la grafica, la scultura, il design del gioiello, l’attività di regista, autore e scenografo per la realizzazione di spettacoli teatrali con compagnie sperimentali. Lo studio delle filosofie orientali e due viaggi in India, danno una forte impronta alla tematica delle sue opere a partire dal 1988. Praticante di Yoga diventa presto insegnante. Nel 1993 scopre la danza Butoh e le contaminazioni di essa nelle arti figurative; nel 1997 fonda la compagnia Oloart. Il suo studio ad Osnago è diventato un punto di riferimento per amici ed artisti che gli fanno regolarmente visita. Dal 2009 è uno dei fondatori del Festival La voce del corpo di Osnago, a cadenza biennale.
Impossibile segnalare qui le numerosissime mostre a cui ha partecipato nella sua lunga carriera.
Risale al 1985 la sua personale “Bruno Freddi, il muro, le mani” alla Villa Reale di Monza.
Anna Turina (1973), vive e lavora a Lecco.
Ha esposto sia in Italia che all’estero. Lavora prevalentemente con il ferro, senza tralasciare tuttavia altri mezzi espressivi (scultura, installazione, fotografia, pittura, disegno) per creare micromondi che contengono storie in cui proietta le sue riflessioni e i suoi interessi per la filosofia e la psicologia. Ogni mezzo è spesso utilizzato come contenitore di appunti di una ricerca personale strettamente connessa al proprio vissuto, agli incontri e agli accadimenti che la coinvolgono.
Massimo Gianquitto è laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, si dedica allo studio e all’approfondimento di temi legati all’arte, design e architettura. Ha insegnato Arte contemporanea all’Istituto Europeo di Design di Milano. Da professore ha pubblicato il saggio: In Cammino nell’Arte, dal 1750 ad oggi (2013), e ha ideato la collana editoriale Earth, dedicata all’Arte contemporanea con i volumi Land art (2018) e Graffitismo & Street Art (2019). Dal 2019 ha dato avvio a progetti artistici come laboratori creativi tenuti presso le scuole superiori da artisti della Street Art e avviato l’organizzazione di mostre in luoghi non convenzionali come fabbriche e uffici. Collabora con il gruppo editoriale Design Diffusion pubblicando articoli su design e l’arte. Nel 2002 ha preso parte alla costituzione di Level Office Landscape, nuovo marchio nel settore dell’arredamento e del design per ufficio, settore questo in cui ha maturato una competenza internazionale nel ruolo di direttore creativo e managing director. Nel 2022 è uscito il suo primo romanzo Veleno, Klimt tra eros e mistero, Graphofeel editore, seguito nel 2023 da un altro su Klimt, Inferno, l’arte brucia per Argento Vivo Edizioni e da una biografia romanzata nello stesso anno su Adriano Olivetti per Giubilei Regnani.
La Corona Ferrea presente in mostra è una copia dell’originale conservata nella Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza.
Un’altra copia della stessa, realizzata sempre dal maestro Freddi, è conservata nel Museo e Tesoro del Duomo di Monza.
La Fondazione Gaiani riconoscerà ai visitatori della mostra in galleria un ingresso ridotto (€ 12 anziché € 14) sul biglietto cumulativo d’ingresso al Museo del Duomo di Monza, previo ticket da esibire, rilasciato dalla galleria stessa. In questo modo sarà possibile completare “idealmente” il percorso di visita iniziato a Villa Contemporanea, visionando sia la Corona Ferrea originale, che l’altra copia conservata nel Museo.
04
maggio 2024
Bruno Freddi, Uomini d’oro – percorsi emotivi
Dal 04 maggio al 06 luglio 2024
arte contemporanea
Location
VILLA CONTEMPORANEA
Monza, Via Bergamo, 20, (Monza E Brianza)
Monza, Via Bergamo, 20, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19 e su appuntamento
Vernissage
4 Maggio 2024, dalle ore 18
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