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Sarà presentata venerdì, 10 maggio, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, la mostra di opere dei dieci artisti finalisti della seconda edizione del Mellone Art Prize: Ludovico Bomben, Angelo Brugnera, Paolo Cavinato, Giulia Dal Monte, Francesco Fossati, Vincenzo Frattini, Siyang Jiang, Vincenzo Merola, Giovanna Strada e Federica Zianni. La mostra sarà visitabile fino al 13 maggio, quando sarà annunciato il vincitore. Curato da un comitato scientifico composto da Patrizia Campetti, Andrea Ciresola, Dario D’Auria, Giovanni Gardini, Lorenzo Madaro, Ilenia e Bruno Paneghini, Valerio Villoresi e Manuel Zoia, il Premio è promosso e organizzato da Fondazione Dario Mellone e Fondazione Villoresi Poggi e sarà il primo di una serie di eventi che vedrà protagonista Dario Mellone, disegnatore e illustratore del Corriere della Sera per più di 30 anni.
Dario Mellone, illustratore geniale
Nato a Bologna nel 1929 e scomparso a Milano nel 2000, Mellone è stato un artista a tutto tondo, pittore e scultore, precursore schivo e geniale dei movimenti di Avanguardia artistica del secondo Novecento. Amatissime le sue illustrazioni che, grazie a una incredibile capacità di sintesi, raccontavano visivamente qualsiasi notizia di cronaca, in maniera tanto suggestiva quando fedele. Prossimamente, sempre al Museo della scienza e della tecnica di Milano, sarà allestita una mostra delle sue opere.
«Ricordo che un giorno mi parlò a lungo di Jasper Johns, dell’espressionismo americano, e di come alcuni temi lui li avesse anticipati. E del conseguente timore di passare che uno dei tanti seguaci dell’artista statunitense», scriveva Ferruccio De Bortoli, nel suo ricordo tratto dal libro Dario Mellone. Da Milano alla luna, curato da Andrea Ciresola, Saverio Paffumi e Valerio Villoresi, edito da Skira. «Non ho competenza per giudicare l’opera artistica di Mellone, anche perché l’affetto e la riconoscenza sono infiniti, ma devo dire che il segno contemporaneo del suo tratto era visibile e oggi assume anche un aspetto profetico. Il rapporto uomo e tecnologia, la solitudine della connessione. All’epoca la rivoluzione digitale non faceva parte nemmeno delle intuizioni degli scrittori di fantascienza. Ma gli artisti sono capaci di cogliere i semi nascosti della vita che germoglieranno in futuro. I segni del tempo che verrà. Nelle sue illustrazioni per il “Corriere”, nelle sue cartine, tutte a mano con la china che gli sporcava perennemente le mani, c’erano invece i segni della quotidianità. I luoghi e i fatti di cronaca ma anche la descrizione di una città che saliva, espressione alla Boccioni, che saliva anche grazie al tocco artistico e artigianale di un milanese schivo e appartato».
La Fondazione Dario Mellone fu istituita nel 2002 dalla volontà di un gruppo di collezionisti di comune accordo con Antonietta Consonni, vedova dell’artista. La prima iniziativa della Fondazione, nel 2003, è stata la pubblicazione di un volume dal titolo Dario Mellone sul poliedrico lavoro dell’artista, curato da Paolo Biscottini (già direttore dei Musei di Palazzo Reale e Museo diocesano a Milano nonché dei Musei Civici e della Villa Reale di Monza) ed edito da Skira. Numerose le mostre antologiche organizzate, presso sedi come Palazzo delle Stelline di Milano, Museo Civico d’Arte Moderna Palazzo Collicola di Spoleto, al Museo de Belles Arts – Centre del Carmen di Valencia, curate da Martina Corgnati. Il 21 settembre 2013 è stata inaugurata la sede museale della Fondazione Dario Mellone nelle sale dello Spazio Seicento / Villa Rescalli Villoresi, a Busto Garolfo, in provincia di Milano.
Dal 7 al 27 marzo 2021, nella sede della Villa Rescalli Villoresi, la Fondazione ha organizzato la prima edizione del Mellone Art Prize, dedicato al ricordo di Mellone artista, pittore e sperimentatore. Il Premio era intitolato War Drama, in omaggio al capitano Renato Villoresi, medaglia d’oro al valor militare e martire delle Fosse Ardeatine.
Dario Mellone, testa n° 12
La cerimonia di premiazione
Per la seconda edizione del Premio, il percorso espositivo al Museo da Vinci di Milano, a cura di Manuel Zoia e Martina Buttiglieri, riunisce le opere dei dieci artisti finalisti, differenti per formazione, percorsi e pratiche espressive e riuniti dal tema della seconda edizione del premio, Atomic Art, che verte sull’unità dei temi scientifici visti e concretizzati dal punto di vista dell’arte contemporanea. L’esposizione si terrà nella Sala del Cenacolo, l’antico refettorio del complesso monumentale del monastero Olivetano di San Vittore, in cui ha sede a Milano dal 1953 il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. La cerimonia di premiazione si terrà il 13 maggio, alle 18:30. Il concorso prevede l’assegnazione di tre premi acquisto, con l’opera che entrerà a far parte della collezione della Fondazione: al primo premio 5mila euro, al secondo 3mila e al terzo 2mila