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Un viaggio attraverso le opere più affascinanti dell’arte moderna e contemporanea, ma anche gioielli, antiquariato e design. Un percorso tracciato da 89 gallerie da 15 Paesi, inserito e immerso nel fitto calendario di maggio, tra gli appuntamenti di New York. Apre le porte al pubblico Tefaf, edizione 2024, dal 10 al 14 maggio. «Qui converge la comunità artistica internazionale, l’energia vibrante della città è palpabile e non ha eguali in nessun altro luogo al mondo», spiega Hidde van Seggelen, Presidente del Comitato Esecutivo di Tefaf. «Tornare al Park Avenue Armory e far parte della scena artistica di New York è un vero privilegio. Lavorare al fianco di espositori così stimati per presentare opere di qualità museale è un’esperienza entusiasmante. La nostra missione è quella di continuare l’eredità di Tefaf condividendo opere importanti con gli amanti dell’arte di tutto il mondo».
Tefaf New York ha aperto ufficialmente oggi, venerdì 10 maggio, dopo la preview dedicata ai collezionisti VIP e agli addetti ai lavori (su invito, il 9 maggio). Diverse le gallerie italiane, incluse Galleria Continua, Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., Tornabuoni Arte, MASSIMODECARLO. Presenti anche i grandi nomi internazionali, da Almine Rech a David Zwirner, quest’ultimo mette in mostra un’iconica Natura morta di Giorgio Morandi del 1942, con le brocche e gli oggetti ricorrenti nella sua pittura. Mentre Thaddaeus Ropac, allo stand 345, punta unicamente sul lavoro di Joan Snyder, bella la selezione di opere su carta che fonde l’autobiografia dell’artista con l’astrazione, il contenuto con la forma, fino ad affermare il luogo dei sentimenti al centro della sua pratica creativa.
Diamo uno sguardo ad alcuni degli highlights degli stand: sicuramente una splendida Kòre in marmo (I secolo a.C – I secolo d.C. ) al booth di Galerie Chenel. Impiegate in genere come oggetti votivi, nei santuari o in corrispondenza delle tombe, queste giovani erano sempre rappresentate in piedi, con le gambe unite e con un peplo a nascondere il corpo, donando così un aspetto stilizzato. Tesori simili sono custoditi nei più importanti musei di archeologia del mondo, a Los Angeles è conservato un bellissimo esemplare del V secolo a.C.
Anche Galleria Continua è tra i protagonisti italiani (e internazionali) a New York, mette in mostra un recentissimo Random Triangle Mirror di Kapoor del 2023, con quelle superfici specchiate a mosaico che rifiutano ogni parvenza di riflesso tradizionale. Sembrano assorbire lo spettatore nel loro spazio, ponendolo davanti a una visione slittata e frammentata di sé, alcuni punti eliminano del tutto il riflesso.
Donna Galleries propone tra gli altri L’Orpailleuse (The Sifterof Gold), una tradizionale evocazione del paesaggio di Yves Tanguy; mentre i suoi primi dipinti sono pieni di creature marine e piante alla deriva, il trasferimento negli Stati Uniti da Parigi nel 1939 sembra riorientare il suo lavoro in modo più diretto sull’infanzia trascorsa in Bretagna, dove le frequenti vedute di coste rocciose e monoliti neolitici incombevano. Questo esposto a New York è uno dei tanti risultati, ovviamente influenzato dai sogni e dall’inconscio.
In Italia, a Firenze, Anselm Kiefer conquista il pubblico con la grande mostra in corso fino al 21 luglio a Palazzo Strozzi; al Tefaf di New York, da Edward Tyler Nahem, un colossale Die Sieben Himmelspaläste del 2002, in toni cupi, rimanda al tema dell’aldilà e cattura il senso di lirismo esoterico che caratterizza l’artista, la sua comprensione decisamente poetica della composizione e del ritmo.
Tra le chicche offerte nell’edizione 2024, anche un piccolo e rarissimo pastello di Manet ancora in mani private da David Tunick, una collana di Alexander Calder da Didier e una lampada di Alberto Giacometti da Galerie Marcilhac, che personifica la passione dell’artista per l’arte dei Faraoni. Salta all’occhio anche una riconoscibile Valle di Salvo da Mazzoleni, del 2006, perfettamente in linea con il gusto dei collezionisti internazionali.
Incontriamo l’ultima edizione disponibile sul mercato di Body Armour (Kate) esposta nello stand di Galleria D’Arte Maggiore G.A.M. «Il corpo in fibra di vetro con scaglie di metallo è stato realizzato nel 1974 per un film che volevo girare, si trattava della storia di una ragazza che desiderava diventare modella, ma aveva un problema: ogni volta che si metteva sotto i riflettori si trasformava in un uomo. Il suo ragazzo, un artista, le aveva allora realizzato una sorta di armatura per custodire e proteggere la sua identità di donna. Il film non è mai stato realizzato e questo corpo di vetro è rimasto nel mio studio. […] Nel 2013 mi hanno invitato a creare un’opera per Kate Moss, da esporre in una mostra di Christie’s a Londra a lei dedicata. […]. Mi sono ricordata dell’armatura, e il risultato è stata un’edizione molto limitata di questa stampa».