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Di Vento e di Sole
Atmosfere labirintiche si intersecano nei segmenti del quotidiano metropolitano nell’ammaliante ricerca del femminile.
Comunicato stampa
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La Galleria Purificat.Zero presenta la mostra personale di Brahim Achir, dal titolo "Di vento e di Sole"
Brahim Achir mostra che l’equivalente intimo del labirinto, con la costruzione tutta esteriore delle linee spezzate e intricate, è la proiezione della postura sfingea della bellezza, con l’apparenza del contorno sinuoso e fluido. Secondo una terminologia sponsale, la città è imparentata con la figura amata, la costruzione è come una fidanzata preparata per il suo sposo.
La metropoli è allegoricamente la favorita. Se il buon pittore deve dipingere due cose principali, cioè la figura umana e il concetto della sua mente, e se il primo è facile e il secondo difficile, Achir dipinge come concetto estremo della mente sempre un labirinto, così che sappiamo cosa hanno in mente le sue belle creature assorte e pensierose.
Dal momento che la pittura non implica un discorso mentale diretto, in Achir la mente dipinta si trasmuta nel dedalo delle costruzioni edili o nell’intrico delle ramificazioni vegetali: la conformità della pittura di figura e di paesaggio instaura questo legame tra l’immagine di una persona e la rappresentazione dello spazio naturale circostante in cui il ritratto è posto, mentre la gemmazione fantastica di una megalopoli è lo squadernarsi caleidoscopico di un mistero del sottosuolo che in Achir è un segreto esclusivamente matriarcale.
Così si disegna l'enorme discontinuità tra immagine e immaginazione che interessa l'imperturbabilità apparente della fisionomia umana nel rapporto con la propria intimità originaria. Le costruzioni esterne e indipendenti sono uno speculum mentis e in quanto specchio della mente riflettono in modo essenziale e megalomane l’interno groviglio di ancestrali e moderne sfingi, all’apparenza innocue e amabili.
Gianni Garrera
Brahim Achir mostra che l’equivalente intimo del labirinto, con la costruzione tutta esteriore delle linee spezzate e intricate, è la proiezione della postura sfingea della bellezza, con l’apparenza del contorno sinuoso e fluido. Secondo una terminologia sponsale, la città è imparentata con la figura amata, la costruzione è come una fidanzata preparata per il suo sposo.
La metropoli è allegoricamente la favorita. Se il buon pittore deve dipingere due cose principali, cioè la figura umana e il concetto della sua mente, e se il primo è facile e il secondo difficile, Achir dipinge come concetto estremo della mente sempre un labirinto, così che sappiamo cosa hanno in mente le sue belle creature assorte e pensierose.
Dal momento che la pittura non implica un discorso mentale diretto, in Achir la mente dipinta si trasmuta nel dedalo delle costruzioni edili o nell’intrico delle ramificazioni vegetali: la conformità della pittura di figura e di paesaggio instaura questo legame tra l’immagine di una persona e la rappresentazione dello spazio naturale circostante in cui il ritratto è posto, mentre la gemmazione fantastica di una megalopoli è lo squadernarsi caleidoscopico di un mistero del sottosuolo che in Achir è un segreto esclusivamente matriarcale.
Così si disegna l'enorme discontinuità tra immagine e immaginazione che interessa l'imperturbabilità apparente della fisionomia umana nel rapporto con la propria intimità originaria. Le costruzioni esterne e indipendenti sono uno speculum mentis e in quanto specchio della mente riflettono in modo essenziale e megalomane l’interno groviglio di ancestrali e moderne sfingi, all’apparenza innocue e amabili.
Gianni Garrera
16
maggio 2024
Di Vento e di Sole
Dal 16 al 30 maggio 2024
personale
Location
GALLERIA D’ARTE PURIFICATO.ZERO
Roma, Via Bisagno, 11, (RM)
Roma, Via Bisagno, 11, (RM)
Orario di apertura
da lunedi al sabato ore 11 - 13 e 16 - 19. Domenica chiuso
Vernissage
16 Maggio 2024, ore 17:30
Ufficio stampa
Galleria d'arte Purificato.Zero
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
PinoPurificato
Progetto grafico