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Una volta oltrepassata la soglia del Museo Correr, un’installazione lignea collega le opere degli artisti contemporanei ai beni archivistici della collezione, creando un parallelo tra la Via della Scrittura e una ipotetica Via dell’arte. Attraversandola, gli osservatori possono immergersi nel percorso storico-evolutivo della calligrafia, arrivando a comprendere sempre più la stratificazione di significati nel corso dei secoli.
Gli autori in mostra Gayane Yerkanyan e Sarko Meené, Golnaz Fathi, Hassan Massoudy, Mingjun Luo, Monica Dengo, di differente provenienza geografica, presentano, in modi differenti, le loro identità culturali tramite il loro gesto pittorico, strettamente legato alla loro personale determinante grafica. Il tratto artistico diventa per loro dunque un vero e proprio alfabeto visivo, un linguaggio simbolico.
Questo concetto è evidente nell’opera di Monica Dengo, curatrice dell’esposizione e artista, Meravigliarsi è andare oltre i confini, 2024. Qui le pennellate, apparentemente casuali, in realtà vanno a comporre una parola quando osservate da lontano. Per cogliere ciò è però necessario fare un passo indietro, così come è necessario allontanarsi per analizzare il legame che insiste tra arte e scrittura, entrambi determinati di uno stesso sistema linguistico.
Gli artisti nelle loro opere, riflettono attorno al significato dei soli grafemi che compongono una parola, per farlo essi arrivano ad isolare le singole lettere dal contesto. Cogliendole dunque per il loro mero contenuto formale, esse divengono veloci pennellate che animano la tela. Attraverso questa focalizzazione posta ai singoli grafemi, comprendiamo che, in fondo, questo apparato grafico non sia effettivamente di sola ispirazione al sistema pittorico, ma di come ne sia ad esso determinato.
La scelta curatoriale di porre tale installazione come introduttiva al percorso espositivo della collezione permanente, fornisce all’osservatore un filo rosso in grado di permettergli di analizzare le opere successive, di epoche più tarde, con un occhio rivolto al presente. La Via della Scrittura non vuole dunque solamente esplorare l’arte calligrafica, ma vuole anche fungere da ponte tra presente e passato, sottolineando come l’ “oggi” sia una sua continua rielaborazione.
Gayane Yerkanyan (Yerevan, Armenia, 1989), nelle sue opere, rivoluziona la calligrafia armena, trasformando i simboli tradizionali in espressioni visive e simboliche innovative. Anche Sarko Meené (Yerevan, Armenia, 1984) esplora la memoria e il valore delle lettere armene, ma lo fa attraverso i manoscritti del nonno, creando opere che collegano passato e presente. Golnaz Fathi (Teheran, Iran, 1972) unisce la calligrafia tradizionale con l’arte contemporanea, invitando gli osservatori a interpretare emotivamente le sue opere. Hassan Massoudy (Najaf, Iraq, 1944) unisce tradizioni orientali a quelle occidentali, creando un ponte culturale attraverso l’arte della scrittura. Mingjun Luo (Nanchong, Cina, 1963) esplora la tensione tra tradizione e innovazione, fondendo influenze cinesi e svizzere in un linguaggio ibrido, ed infine Monica Dengo (Camposampiero, Padova, Italia, 1966) sfuma i confini delle lettere, invitando gli osservatori a meravigliarsi davanti al potere della forma e del significato intrinseco della scrittura.