19 maggio 2024

Trovarsi tra le stelle. La poetica installazione di Antonello Ghezzi a Carrara

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L'installazione relazionale al MudaC di Carrara permette di osservare il mondo da lontano grazie alla presenza di due periscopi, riflettendo sul senso dell'iperconnessione oggi attraverso uno sguardo inedito

Veduta dell'installazione di Antonello Ghezzi. Trovarsi tra le stelle, mudaC Carrara, 2024 Ph. Giuseppe D'Aleo

Si trova al MudaC, il museo delle arti di Carrara che ha sede in uno splendido complesso secentesco, l’installazione site specific Trovarsi fra le stelle degli Antonello Ghezzi, duo di artisti bolognesi composto da Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980), che lavorano insieme dal 2009. Visitabile fino al 2 giugno 2024, promossa dal Comune di Carrara e curata dalla direttrice Cinzia Compalati, l’opera vede tornare questi artisti per la terza volta a lavorare in una città creativa UNESCO, dopo Braga in Portogallo e Hamamatsu in Giappone.
L’intervento di Antonello Ghezzi nasce da una riflessione sul presente e, in particolare, sull’essere sempre connessi e in relazione con gli altri, pur essendo, oggi, sempre più spesso scollegati dalla propria interiorità e dal senso più profondo della vita.

Veduta dell’installazione di Antonello Ghezzi. Trovarsi tra le stelle, mudaC Carrara, 2024 Ph. Giuseppe D’Aleo

«Siamo un tutt’uno con l’Universo – raccontano a exibart – non siamo qui per comprare cose e incamerare inconsapevolmente contenuti, ma per impegnarci ad essere migliori, per noi e per la comunità, perché tutto ha a che fare con noi, anche le questioni più lontane».
Trovarsi fra le stelle è un lavoro poetico nel senso profondo e antico del significato di ποιεω, creare, che rimanda alla sensazione di individuale, personalissima connessione con il mondo, con il nostro quotidiano sperimentare la connessione con “l’altro” .
Ma esiste questa connessione? Ne siamo consapevoli o tutto il rumore in cui siamo immersi ci distoglie dalla verità delle cose falsandoci ogni percezione? E’ sulla consapevolezza del nostro essere qui e ora, sulla riflessione di quale sia il posto che occupiamo nel mondo che fa immergere Trovarsi fra le stelle. Uno spazio in cui ascoltarci e muoverci nel silenzio di una stanza il cui pavimento di scaglie di marmo muta e risuona sotto i nostri passi fino a raggiungere due solitari periscopi blu. Uno che scende dall’alto e l’altro che arriva dalla terra. Osservando cosa accade per poi guardare fuori, sperimentando una esperienza di connessione che alterna interno ed esterno.

Veduta dell’installazione di Antonello Ghezzi. Trovarsi tra le stelle, mudaC Carrara, 2024 Ph. Giuseppe D’Aleo

Dentro ai due periscopi blu si trovano due immagini provenienti dall’Osservatorio Europeo Australe e dalla NASA che ritraggono la Terra lontanissima, un puntino nell’infinito, e le stelle della Via Lattea. In un gestaltico sentire che riporta alla sensazione primordiale del sentirsi piccolissimi ma vicini e accanto insieme a chi, alzando gli occhi, avvertiamo stia guardando nello stesso istante dall’altra parte del periscopio. Presenza altra di cui intuiamo lo sguardo a pochissima distanza. Non c’è possibilità di mediazione in questo comunicare, nessuna possibile distrazione dato che prima di entrare nell’installazione il visitatore è invitato a lasciare, per richiesta degli artisti, il cellulare all’esterno.

Veduta dell’installazione di Antonello Ghezzi. Trovarsi tra le stelle, mudaC Carrara, 2024 Ph. Giuseppe D’Aleo

Una poetica essenziale quella degli Antonello Ghezzi che ci mette profondamente in contatto con noi stessi. L’installazione è immersa nel silenzio rotto solamente dal rumore dei nostri passi che muovono la superficie su cui camminiamo segnandola come i primi esploratori sulla Luna, nell’incontro con la nostra finitezza, con il sentire del respiro dell’Altro accanto a noi che vive la stessa esperienza e di cui possiamo cogliere la profondità dello sguardo, in quell’esatto momento. Scriveva Paul Watzlawick che «si è sempre attribuito ai bambini, ai folli e agli animali una intuizione particolare per quanto riguarda la sincerità o l’insincerità delle attitudini alla umana comunicazione perché è facile dichiarare qualcosa verbalmente, ma è difficile sostenere una bugia nel regno dell’analogico». È esattamente in questo regno della verità, dell’esperienza e del tornare ad ascoltarci e ad ascoltare il valore della poetica del lavoro esposto al MudaC di Carrara. Riuscendo a farci tornare per un momento bambini e allo stupore, struggente, di sentirci, anche se per un attimo, veri e presenti.

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