22 maggio 2024

Annusare, odorare, intuire, presentire i profumi di Tamara Repetto, a Milano

di

In un perfetto equilibrio tra natura, materia e invisibilità, fino al 18 luglio, il rinnovato spazio meneghino del brand del design Gaggenau ospita “Circuiti di senso", la mostra personale di Tamara Repetto che muove dal senso primordiale dell’olfatto

In un perfetto equilibrio tra natura, materia e invisibilità, fino al 18 luglio, il rinnovato spazio meneghino del brand del design Gaggenau ospita “Circuiti di senso«, la mostra personale di Tamara Repetto che muove dal senso primordiale dell’olfatto

«Non solo la sua ricerca sposa il principio per cui, da Schopenhauer in poi, l’arte e la cultura sono reali strumenti per rappresentare l’essenza della realtà al di là della razionalità: Tamara Repetto trasforma uno dei sensi più ancestrali, l’olfatto, in materia artistica» dichiara il curatore Sabino Maria Frassà che, insieme a Tamara Repetto, ha trasformato lo spazio milanese di Gaggenau in un trionfo di sensi, stimoli e memorie che porta il nome di Circuiti di senso. 

La fruizione non è soltanto visiva ma coinvolge lo spettatore in un percorso sensoriale ed esperienziale tout court nel mentre del quale l’olfatto, il tatto e anche l’udito si attivano favorendo una capacità di stupore e meraviglia lungo tutto il susseguirsi di opere, e di profumi, secondo il ritmo di percorsi narrativi che si alternano e si sovrappongono alla memoria, nella personalissima ricerca estetica sulle contraddizioni umane, dando forma a una quotidianità extra e ordinaria che può – a noi la responsabilità – sempre avere a che fare con la rigenerazione. 

Tamara Repetto, Circuiti di senso. Installation view, Gaggenau Milano, 2024. Ph. Francesca Piovesan

«Noi siamo natura e ritroviamo noi stessi ricongiungendoci ad essa, ovvero abbandonando l’idea che ci siamo costruita di esseri soli e riscoprendo le interconnessioni con tutto ciò che è altro da sé. Non esistono io e gli altri, esistiamo noi nel tutto che chiamiamo Natura» afferma Repetto ponendo questo legame invisibile all’origine della sua ricerca e della sua visione trascendente e panteistica. Ciò che muove il suo gesto artistico è il rapporto, spesso dicotomico, tra il senso prevalente, la vista, e l’olfatto, quello forse oggi più trascurato. Cosa vediamo, dunque, diventa a tutti gli effetti, cosa sentiamo, nella consapevolezza che i profumi possono richiamare alla mente ricordi specifici legati a persone, luoghi o eventi; ciò è dovuto al modo in cui il cervello è associato a odori e sensazioni. 

Il percorso immaginato da Repetto e da Frassà prende le opere da Daimon, due strutture circolari in legno all’interno delle quali ghiere, circolari, in bronzo contengono le cialde – crircolari, ovviamente, profumate. La circolarità, presente anche nel movimento delle due sculture che ruotano su se stesse, simboleggia l’armonia, la perfezione, la compiutezza, l’unione e l’infinito del cielo, quindi l’eternità. Oltre alla geometria, spiega Repetto « ho attinto al potere magico-evocativo del profumo, qui rappresentato da Pan, creazione dalla fragrance designer Caterina Roncati. Pan dio legato alla vegetazione, ai pascoli, alla forza vitale della natura, alla potenza della natura, di cui era custode». 

Tamara Repetto, Circuiti di senso. Installation view, Gaggenau Milano, 2024. Ph. Francesca Piovesan

Se il profumo di Daimon inizia a condurre verso un contatto profondo con la natura, un profumo sciamanico e completamente naturale, poco distante sulla destra sono tre opere – Prigionia di profumo – a ravvivare la necessità di un rigenerante contatto con la natura attivando ulteriormente l’olfatto. Repetto ha realizzato queste opere in uno dei momenti più bui della storia recente, la pandemia, quando persino l’incontro con la natura era impedito. Cortecce, aghi di pino, piume, radici, danno forma a una natura desiderata, che all’interno della cloche danno forma a una visione incantata e sospesa tra saponette e componenti elettronici. Cosa succede alzando la cloche? Si respirano, tre profumi differenti che ripristinano un contatto tattile e olfattivo ponendo fine a qualunque impedimento, fisico o immaginifico che sia. Sulla sinistra di Daimon invece è esposta Meccano, opera site-specific che Repetto ha realizzato appositamente per lo spazio di Gaggenau nella forma di tre cubi, ciascuno dei quali ha un’apertura centrale da cui si diffondono diverse fragranze, trasformando la materia greve in qualcosa di leggero e dinamico. 

Tamara Repetto, Circuiti di senso. Installation view, Gaggenau Milano, 2024. Ph. Francesca Piovesan

«Questi volumi sono concentrati di mistero imperscrutabile – spiega Tamara Repetto, impenetrabili per la loro semplicità inattaccabile, quasi si fondono con lo spazio» così tanto che viene istintivo, avvicinandosi a Tableau Parfumé, protrarsi con il naso per odorarne il profumo. E invece no, le saponette, tutte monouso da albergo, sono state disinnescate olfattivamente. Tutte le saponette, le une tra le altre, accolgono sovente rami, radici e terra, come se ne custodissero la memoria. La poeticità di quest’opera è travolgente e, sorprendendo lo spettatore con un esito affatto scontato, non manca di criticare il comune uso ad abbondare di profumi sintetici allontanandosi dall’essenza, autentica e piena, di una realtà non artefatta. Il monito a viversi l’amore, il dolore, la bellezza o la malattia senza effimeri filtri tocca anche le opere della serie Melancholia, che esorta lo spettatore a riconnettersi alla terra e ricomprenderne l’importanza, la bellezza, il canto e il silenzio e ricordarsi di essere natura. 

Tamara Repetto, Circuiti di senso. Installation view, Gaggenau Milano, 2024. Ph. Francesca Piovesan

Melancholia, che si offra alla vista, e al tatto, come una visione concettuale dell’aratura – un’aratura verticale, quindi impossibile – dove il suolo è il protagonista assoluto, ci accompagna lungo il percorso verso Arboris, che ha le sembianze di un grande nido – e cos’è il nido se non una culla o un ventre protettivo? – contenente al suo interno tante provette, all’interno delle quali Repetto ha cristallizzato radici di alberi, e un’ampolla che racchiude cialde olfattive che, opportunatamente stimolate da alcune ventole, dipanano un delicato profumo di sottobosco, fiori e resine. Arrivati alla fine del percorso è chiaro che raccontare cosa si è visto non basta, perché il cuore pulsante di Circuiti di senso è ciò che si sente, e che si sentirà, fino al suo naturale esaurimento. Ma ciò che si sente dipende dall’esperienza olfattiva di ognuno di noi, e l’infinita diversità che le appartiene, crea un nuovo circuito di senso di fronte al quale, accettata la pervasiva invisibilità che ci accomuna, si cede il passo al respiro, che odore, intuizione, presentimento e memoria. 

Tamara Repetto, Circuiti di senso. Installation view, Gaggenau Milano, 2024. Ph. Francesca Piovesan

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui