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Electric Supermoon
La mostra includerà installazioni e testi che esploreranno i temi centrali delle indicazioni culturali nelle iconografie urbane, del linguaggio di uso comune e dei simboli equivoci con approccio punk che costituisce la firma di Cho, artista emergente che vanta già esposizioni internazionali.
Comunicato stampa
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Blue Gallery è onorata di presentare una mostra personale di opere nuove e recenti dell'artista coreana Hyun Cho (nata nel 1982 a Seoul, KR). Intitolata Electric Supermoon, la mostra sarà presentata da Quadro Zero alla Blue Gallery dal 9 giugno al 7 luglio 2024.
La prima mostra personale di Hyun Cho a Venezia segna un ritorno in Italia, per l'artista, che ha esposto per la prima volta in Italia allo Spazio Display (Parma, Italia) nel 2018, prima ancora della sua residenza a Palazzo Monti (Brescia, Italia) nello stesso anno.
Electric Supermoon includerà installazioni, sculture, pannelli LED e testi. Le opere in mostra esploreranno i temi centrali delle indicazioni culturali nelle iconografie urbane, del linguaggio di uso comune e dei simboli equivoci. I nuovi lavori di Cho sono incentrati sulle iconografie urbane che diventano effimere e ambigue. È come se ci venisse data un'esperienza di qualcosa di reale che in realtà non è presente, e allo stesso tempo di qualcosa di reale che potrebbe non essere possibile. La mostra approfondirà anche l'approccio punk che costituisce la firma di Cho. Il punk è oggi un esempio archetipico del modo in cui una sottocultura può essere mercificata, neutralizzata e incorporata nel mainstream: il punk ispira ancora un'arte ribelle e intrinsecamente politica, sollevando domande sulla centralità dell'estetica quando si tratta di definire un movimento culturale che la trascende.
Hyun Cho ha dichiarato: "Con le parole, mi propongo di creare un nuovo genere d'arte. Mescolo lo stile lirico della musica punk con la sensibilità pop per creare frasi che esprimano la mia esperienza e che servano agli spettatori per allegare la propria. Adotto una caratteristica stilistica dei testi punk rock: brevi, ripetibili e orecchiabili. Sono accattivanti e talvolta perversi per catturare l'attenzione del pubblico, riflettendo sulla messaggistica che incontriamo ogni giorno nel nostro mondo complesso".
La mostra comprende una serie di tre opere recenti realizzate dall'artista a Seoul, pensate come pezzi con un chiaro riferimento alle lapidi o ai monoliti dell'auto-memoria. Si tratta di “RIP #Blue”, “RIP #Orange” e “Hitchhicker”, tutte collegate da una tonalità fredda e metallica con display a LED e luci che alludono a dichiarazioni illogiche ma definite, creando un'atmosfera giocosa per contemplare l’agentività – il nucleo della capacità umana di esercitare un controllo cosciente sul proprio comportamento. Le luci LED costituiscono una fonte di energia che pulsa come una superluna.
La contestualizzazione delle opere di Cho all'interno della Blue Gallery di Venezia riguarda, nella prospettiva di Quadro Zero, l'interazione che nasce dall'incontro tra contenitore e contenuto nel perimetro di una città così definita dalla propria estetica.
L'approccio ironico e concettuale di Cho strizza l'occhio all'opera di Marcel Duchamp e al movimento Fluxus, alla Pop Art e agli Young British Artists, pur attingendo al suo personale linguaggio artistico e culturale.
La mostra è curata da Quadro Zero per Blue Gallery, in stretta collaborazione con l'artista, ed è accompagnata da un testo critico di Ilaria Sponda, curatrice indipendente.
Hyun Cho (nata nel 1982 a Seoul, KR) ha studiato Pittura all'Università di Sydney (2009) e ha conseguito un master alla Parsons School of Design di New York (2012) in quanto vincitrice di una borsa di studio.
La sua pratica interdisciplinare utilizza frasi auto-scritte tratte dalla cultura pop americana per mettere in discussione gli indicatori culturali e l'identità personale nel contesto della globalizzazione. Attraverso l'esame di oggetti trovati nell'ambiente costruito, dei beni di massa e della costruzione dell’agentività le sue opere commentano in modo sorprendente l'intricata interrelazione tra gli aspetti sociopolitici del Nord-Est asiatico e dell'Occidente.
Nel 2008 è stata nominata per lo Zelda Stedman Grant e nel 2018 è stata invitata come artista in residenza presso la rinomata residenza di Palazzo Monti, a Brescia (Italia). Da allora si è spostata tra l'Italia e la Corea del Sud, tornando per la residenza Viafarini-In-Residence nel 2020 e nel 2023.
Le opere di Cho sono state esposte in mostre personali presso la Galleria Ramo (Como, 2019 e 2023); Edicola Radetzky (Milano, 2022); Spazio Display (Parma, 2018); Open Space Baltimore (Baltimora, 2016); Conduits Art (Melbourne, 2013); Fowler Project Space (Brooklyn, 2013).
La prima mostra personale di Hyun Cho a Venezia segna un ritorno in Italia, per l'artista, che ha esposto per la prima volta in Italia allo Spazio Display (Parma, Italia) nel 2018, prima ancora della sua residenza a Palazzo Monti (Brescia, Italia) nello stesso anno.
Electric Supermoon includerà installazioni, sculture, pannelli LED e testi. Le opere in mostra esploreranno i temi centrali delle indicazioni culturali nelle iconografie urbane, del linguaggio di uso comune e dei simboli equivoci. I nuovi lavori di Cho sono incentrati sulle iconografie urbane che diventano effimere e ambigue. È come se ci venisse data un'esperienza di qualcosa di reale che in realtà non è presente, e allo stesso tempo di qualcosa di reale che potrebbe non essere possibile. La mostra approfondirà anche l'approccio punk che costituisce la firma di Cho. Il punk è oggi un esempio archetipico del modo in cui una sottocultura può essere mercificata, neutralizzata e incorporata nel mainstream: il punk ispira ancora un'arte ribelle e intrinsecamente politica, sollevando domande sulla centralità dell'estetica quando si tratta di definire un movimento culturale che la trascende.
Hyun Cho ha dichiarato: "Con le parole, mi propongo di creare un nuovo genere d'arte. Mescolo lo stile lirico della musica punk con la sensibilità pop per creare frasi che esprimano la mia esperienza e che servano agli spettatori per allegare la propria. Adotto una caratteristica stilistica dei testi punk rock: brevi, ripetibili e orecchiabili. Sono accattivanti e talvolta perversi per catturare l'attenzione del pubblico, riflettendo sulla messaggistica che incontriamo ogni giorno nel nostro mondo complesso".
La mostra comprende una serie di tre opere recenti realizzate dall'artista a Seoul, pensate come pezzi con un chiaro riferimento alle lapidi o ai monoliti dell'auto-memoria. Si tratta di “RIP #Blue”, “RIP #Orange” e “Hitchhicker”, tutte collegate da una tonalità fredda e metallica con display a LED e luci che alludono a dichiarazioni illogiche ma definite, creando un'atmosfera giocosa per contemplare l’agentività – il nucleo della capacità umana di esercitare un controllo cosciente sul proprio comportamento. Le luci LED costituiscono una fonte di energia che pulsa come una superluna.
La contestualizzazione delle opere di Cho all'interno della Blue Gallery di Venezia riguarda, nella prospettiva di Quadro Zero, l'interazione che nasce dall'incontro tra contenitore e contenuto nel perimetro di una città così definita dalla propria estetica.
L'approccio ironico e concettuale di Cho strizza l'occhio all'opera di Marcel Duchamp e al movimento Fluxus, alla Pop Art e agli Young British Artists, pur attingendo al suo personale linguaggio artistico e culturale.
La mostra è curata da Quadro Zero per Blue Gallery, in stretta collaborazione con l'artista, ed è accompagnata da un testo critico di Ilaria Sponda, curatrice indipendente.
Hyun Cho (nata nel 1982 a Seoul, KR) ha studiato Pittura all'Università di Sydney (2009) e ha conseguito un master alla Parsons School of Design di New York (2012) in quanto vincitrice di una borsa di studio.
La sua pratica interdisciplinare utilizza frasi auto-scritte tratte dalla cultura pop americana per mettere in discussione gli indicatori culturali e l'identità personale nel contesto della globalizzazione. Attraverso l'esame di oggetti trovati nell'ambiente costruito, dei beni di massa e della costruzione dell’agentività le sue opere commentano in modo sorprendente l'intricata interrelazione tra gli aspetti sociopolitici del Nord-Est asiatico e dell'Occidente.
Nel 2008 è stata nominata per lo Zelda Stedman Grant e nel 2018 è stata invitata come artista in residenza presso la rinomata residenza di Palazzo Monti, a Brescia (Italia). Da allora si è spostata tra l'Italia e la Corea del Sud, tornando per la residenza Viafarini-In-Residence nel 2020 e nel 2023.
Le opere di Cho sono state esposte in mostre personali presso la Galleria Ramo (Como, 2019 e 2023); Edicola Radetzky (Milano, 2022); Spazio Display (Parma, 2018); Open Space Baltimore (Baltimora, 2016); Conduits Art (Melbourne, 2013); Fowler Project Space (Brooklyn, 2013).
09
giugno 2024
Electric Supermoon
Dal 09 giugno al 07 luglio 2024
arte contemporanea
Location
Blue Gallery
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 3061, (VE)
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 3061, (VE)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-13 e 15-19
Vernissage
9 Giugno 2024, h.18
Ufficio stampa
Cristina Gatti - Press & P.R. - Venezia
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico