I lavori della Dragosavac presentano una sorta di decollage, interventi artistici su foto e stampe di manifesti strappati, cartelloni pubblicitari e annunci sui giornali, con i quali l'artista vuole esprimere la complessità della percezione della realtà e la necessità di chiarimenti. I frammenti e i motivi raccolti sono la prova della consapevolezza del tempo in cui viviamo, di uno stato di incertezza, insicurezza e preoccupazione. Questi assemblaggi di collage, non importa quanto documentari, sono allo stesso tempo note intime. Usando i principi del (de)collage, l'artista crea connessioni e cicli insoliti tra il manuale e il digitale, il reale e l'astratto, il personale e l'universale.

In altri lavori esposti l'artista utilizza una foto scelta per il suo "finto" ottimismo, sulla quale interviene graffiando, dipingendo, imbiancando, con interventi spesso innaturali e violenti, in modo da aumentare il senso di ansia. Successivamente i modelli modificati vengono scansionati ad alta risoluzione e ristampati come opere completamente nuove di dimensioni maggiori rispetto agli originali. In questo modo, paradossalmente, le immagini ingrandite, le macchie scansionate, i residui di colla e le superfici verniciate diventano più credibili. Il cambiamento del mezzo, dalla fotografia alla stampa digitale, accresce l'impatto dell'intervento sulla struttura formale e allontana lo spettatore dal contenuto intrinseco della fotografia per portarlo ad una dimensione più profonda ed universale.