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Naufragi – Approdi, curata da Alessandro Zuccari ed ideata dall’artista César Meneghetti, vuole essere una profonda riflessione sui viaggi dei migranti e sulle tragedie di coloro che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’esposizione è il frutto di un dialogo tra Meneghetti e gruppi di artisti con disabilità della Comunità di Sant’Egidio, che hanno elaborato e condiviso storie, cifre e nomi legati a questa drammatica realtà.
Appena varcato l’atrio dello splendido porticato della galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, sull’intricato mosaico in tessere marmoree, si stagliano ai nostri occhi 3129 barchette di carta. Sopra di esse, la video installazione di Meneghetti, Naufragi, 2023, anima le loro forme, cullando il nostro sguardo in questa visione. 3129 è infatti il numero di bambini e adulti che, nel 2023, hanno perso la vita nel Mediterraneo e lungo la rotta balcanica, fuggendo da guerre, povertà ed emergenze climatiche.
Le piccole barche di carta, realizzate durante laboratori dalle persone con disabilità della Comunità di Sant’Egidio, evocano con la loro esile struttura il precario e disperato viaggio che ha condotto molti alla morte, un viaggio che per loro doveva essere di salvezza, di speranza verso qualcosa di oltre. Meneghetti vuole dare a tutti quei corpi un volto e una propria dignità, promuovendo attraverso la sua arte la conoscenza e l’interesse per temi attuali come l’ineguaglianza tra i popoli e la solidarietà.
L’opera Corridoi Umanitari, 2024, di Roberto Mizzon, vuole proporre una riflessione sul sistema adottato per l’identificazione delle vittime. KR16M0 è la scritta che compare dall’opera, a significare “Crotone, sedicesima vittima recuperata, Maschio, 0 anni”. Eccola qui, di fronte a noi, una piccola identità svuotata, rotta, de-umanizzata, che dialoga con quel mare di barchette bianche e stropicciate. L’opera, tramite questa critica sociale, celebra gli approdi possibili realizzati dai Corridoi Umanitari, da cui prende nome, progetto grazie al quale oltre 7000 profughi sono giunti in Europa in modo sicuro e legale.
A rompere questo drammatico silenzio suscitato da Mizzon, troviamo La zattera, 2024 di Marianna Caprioletti, affetta dalla sindrome di Pendred, che propone una parodia grafica di La zattera della Medusa di Théodore Géricault, richiamando il naufragio del 1816.
Tramite la collaborazione con i Laboratori di Sant’Egidio, Meneghetti vuole spingere l’arte verso una via sempre più inclusiva, al fine di superare quei pregiudizi diffusi anche nel sistema dell’arte. La fragilità di questi artisti diventa una forza comunicativa che contrasta la “cultura dello scarto”, trasformando la vulnerabilità in una risorsa preziosa per la società.
Naufragi – Approdi, presso la galleria Giorgio Franchetti, si propone dunque come un potente richiamo alla memoria e alla solidarietà. Attraverso opere evocative e un approccio inclusivo, si vuole offrire all’osservatore uno spazio di riflessione e speranza, ricordando i tanti che hanno perso la vita cercando un futuro migliore e celebrando la resilienza di chi continua a lottare per un mondo più giusto.