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La Via della Seta oggi: a Venezia gli artisti cinesi omaggiano la storia di Marco Polo
Progetti e iniziative
Marco Polo si trova innanzi al Kublai Khan, Imperatore del Regno dei Tartari, che gli chiede di raccontare il suo viaggio. L’esploratore inizia così a descrivere le 55 città che ha visitato lungo il suo itinerario. È l’incipit de Le città Invisibili di Italo Calvino, che si ispira a Marco Polo per strutturare la raccolta di racconti pubblicata nel 1972. Se torniamo indietro di ben sette secoli, tra il 1271 e il 1295, Marco Polo sta viaggiando per il continente asiatico, in compagnia del padre Niccolò e dello zio Matteo, mercanti veneziani. Il resoconto di questo lungo peregrinare venne dettato da Polo a Rustichello da Pisa, quando entrambi si trovavano nelle carceri di San Giorgio a Genova. Le memorie di Marco Polo sono confluite ne Il Milione che incarna tutt’ora un modello, un punto di riferimento per gli scambi culturali e commerciali tra Cina ed Europa. Gentilezza, inclinazione pacifica e talento nell’arte commerciale sono alcune delle caratteristiche che hanno tenuto vicino Cina e Italia.
Un format tra arte e tecnologia
Sono passati 700 anni dalla morte di questo grand’uomo e il progetto La Mostra Annuale d’Arte del Metaverso, ospitata nella città lagunare dal 2022, per l’edizione del 2024 lo omaggia e prende il titolo di Weaving Through Time and Space, proponendosi, «Alla luce delle infinite possibilità offerte dall’applicazione delle nuove tecnologie alla produzione artistica, di tracciare idealmente una Via della Seta digitale per gli scambi culturali tra Oriente e Occidente».
Weaving Through Time and Space sarà visitabile fino al 6 dicembre 2024 presso Palazzo Bragadin Carabba. La scelta da parte dei curatori Angelo Maggi e Sen Fu di organizzare l’esposizione negli spazi di questo storico edificio non è casuale, rappresenta un omaggio simbolico alla figura di Marco Polo: dal balcone e dalle finestre del Palazzo si può, infatti, ammirare il Teatro Malibran che fu eretto sulle rovine dell’antica dimora della famiglia Polo.
Il format La Mostra Annuale d’Arte del Metaverso nasce nel 2022 su idea di Victoria Lu – la prima donna curatrice nel mondo dell’arte contemporanea cinese e a sua volta artista – in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e IUAV. Proponendo in maniera avanguardista un connubio tra Metaverso e produzione artistica digitale, il format espositivo punta a essere rilanciato annualmente. Così, nel 2023, si è tenuta, sempre a Venezia, la seconda edizione, dal titolo Infinite – Mobius Universe. Quale dovrebbe essere l’arte asiatica del futuro? È la questione intorno alla quale ruota questa serie di esposizioni. Dall’olio su tela dell’arte italiana rinascimentale si potrebbe passare a un’arte concepita tutta digitalmente.
Il 16 aprile scorso, Victoria Lu ha perso il marito, il Dottor Fu Shen, che sarà sepolto a Pingdingshan, Henan. Lì Victoria Lu ha l’intenzione di creare un parco creativo AI incentrato sulla ricerca della vita. Nel frattempo, non si scoraggia e riversa la sua energia contagiosa nell’ideazione di Weaving Through Time and Space.
Weaving Through Time and Space: le opere in mostra
Ma quali sono le principali opere di quest’edizione? Liu Jiaying / CryptoZR invita il pubblico a tuffarsi nella piattaforma Cryptovoxels, opera esposta nel virtuale Crimson Art Museum. Cryptovoxels è un mondo di realtà virtuale (VR) costruito su Ethereum, al suo interno nel 2020 Crypto ZR ha costruito anche un museo di cryptoart, il Chijin Art Museum, dove può esporre e mettere all’asta opere d’arte, vendere terreni, organizzare feste o costruire edifici. Liu Jiaying ha già esposto a Venezia nel 2022, la sua personale si intitolava Cookie Cookie 2.0 e seguiva una precedente esposizione ospitata dal Guardian Art Center nel 2021.
Xue Lei e Zhao Bozuo hanno presentato invece il film Marco Polo, affondo cinematografico nella storia completamente realizzato dall’IA. Il film, senza attori in carne e ossa né immagini riprese dalla realtà, ci restituisce immagini digitali plasmate dalla fantasia collettiva: l’India è, ad esempio, rappresentata da pietre preziose in tagli levigati, lavate dal letto dei fiumi, promontori e terre emerse sospese nel cielo, foreste a perdita d’occhio, velieri e moschee, induisti in preghiera.
Anche Cao Yawei immagina un utopico Pianeta Viola plasmato dall’IA trasfigurando la bellezza naturale in un microcosmo ovattato: una laguna viola con cascatelle, lumache marine e terrestri, polipi volanti, funghi-scivoli e cristalli. Dong Geng, da parte sua, rimarca i legami culturali sino-europei con Marco Polo di Porcellana una serie di vasi e brocche ideate dall’IA con immagini reperite sulla piattaforma del Web, ritratti contemporanei e soprattutto postumi dell’esploratore.
Oltre all’esplorazione della terra l’uomo è sempre stato affascinato dai misteri del cielo, fondando intere mitologie sull’osservazione delle stelle e un filone di studi speciali, dal dato reale (astronomia) agli influssi dei pianeti e delle costellazioni sul carattere e sul temperamento degli essere umani (astrologia). Nel 2023 è stata rinvenuta nel Carso triestino una pietra circolare caratterizzata da 29 incisioni che potrebbe rappresentare la mappa celeste più antica al mondo.
Il giovane artista Li Hao è fortemente ispirato dall’arte spaziale di Xu Bing, il più grande artista concettuale cinese che, proprio a questo riguardo, ha aperto l’esposizione Art Satellite – The First Animated Film Shot in Space all’interno della Chiesa dei Santi Geremia e Lucia. È possibile vedere un cortometraggio d’animazione, realizzato in stop-motion, dal titolo Mr. Black, che l’artista ha proiettato nel suo satellite Ladybug n. 1 mentre orbita intorno alla Terra. Li Hao, a sua volta, fonde astronomia e storia nella serie Mappa Celeste coniugando il segno astratto con delle costellazioni immaginarie e codificando un possibile Universo configurato da eleganze calligrafiche cinesi. È nella sua mente anche A book from the Sky di Xu Bing.
Se poi il Laboratorio Wensli AIGC crea dei foulard in seta le cui fantasie sono frutto dell’AI, Jiang Honglin trasla la tradizione della cultura Miao in uno stile contemporaneo. Jiang crea delle composizioni simmetriche tagliando a mano libera il foglio di metallo. Quando comincia a lavorare non parte mai con un’idea precisa di quello che creerà. Avendo a che fare con una sapienza antica, è come se percepisse la sua mano guidata e parte dell’informazione provenire dagli antenati. Il popolo Miao lavora solitamente la stoffa: la pellicola di supporto del ricamo viene ricoperta di fili di seta e nascosta dal pattern.
I ritagli di carta della cultura Miao di Guizhou sono ricchi di simboli ancestrali e totemici, le immagini sono usate per riflettere lo spazio celeste. Nella cultura Miao la farfalla non è solo un’animale bensì la Madre farfalla, genitrice del popolo Miao, antico più di 5000 anni – nel 221 a.C. Ying Zheng si autoproclamò primo imperatore cinese col nome di Qin Shi Huangdi. Il grembo delle donne ricorda per loro una farfalla e i disegni di Jiang Honglin si animano se inquadrati con il cellulare tramite un’app.