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Mantova in collettiva 2024 / 3
Con l’esposizione di artisti diversi tra loro per generazioni (dagli inizi del ’900 ad oggi), per tipologie espressive e tematiche e anche per le tecniche esecutive, con la volontà di rivitalizzare la curiosità e l’interesse del pubblico ponendo accenti nuovi verso il mondo dell’arte mantovana.
Comunicato stampa
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La Galleria Arianna Sartori di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, il prossimo Sabato 7 settembre alle ore 17.30, inaugura la terza esposizione collettiva di un ciclo di mostre che vogliono esplorare il mondo artistico mantovano moderno e contemporaneo. Arianna Sartori è la curatrice della mostra “Mantova in collettiva 2024/3”, che con l’esposizione di artisti diversi tra loro per generazioni (nati tra il 1890 al 1960), per tipologie espressive e tematiche e anche per le tecniche esecutive che tanto li caratterizzano, si muove ormai da decenni, con la volontà di rivitalizzare la curiosità e l’interesse del pubblico ponendo accenti nuovi verso il mondo dell’arte mantovana che merita di essere costantemente rivitalizzato.
In mostra le opere degli Artisti (in ordine cronologico): Mario Polpatelli (Quistello, 1890 - Brescia, 1950), Rodolfo Stranieri (Mantova, 1915 - Mantova, 1988), Carlo Bertolini (Roverbella, 1922 - Mantova, 2019), Panfilo Di Giacomo (Padova, 1925 - Mantova, 2022), Carlo Polpatelli (Gazzuolo, 1934 - vive a Ozzano dell’Emilia BO), Franca Ascari (Mantova, 1952 - vive a Mantova), Sandro Gozzi (Quistello, 1954 - Quistello, 2022), Leandro Mambrini (Borgoforte, 1957 - vive a Borgo Virgilio), Cosimo Felline (Parabita LE, 1960 - vive a Mantova).
L’esposizione “Mantova in collettiva 2024/3”, che resterà aperta al pubblico fino al 26 settembre 2024, vede esposti ventiquattro dipinti e otto incisioni alle pareti e quattro sculture al centro della sala.
Orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica 8 settembre 15.30-19.00.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti ed elenco opere in mostra:
Mario Polpatelli nasce il 21 settembre 1890 a Quistello (MN). Nel novembre 1900, la famiglia si trasferisce a Mantova. Nei mesi di dicembre 1915/gennaio 1916 espone nove acqueforti, tre oli, un acquarello e due sculture, alla Mostra Artistica Mantovana di Palazzo Ducale. Nell’autunno 1919, prende parte all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino con gli oli Nel Ricovero e II mortino, opere divenute in seguito famose. Partecipa alla XII Biennale di Venezia nel 1920. Espone in maggio alla II Mostra Artistica Mantovana del 1921. Nel gennaio 1922, inaugura una personale con 30 opere al Circolo Cittadino di Mantova. In febbraio è premiato alla Mostra del Cartellone Turistico: la giuria è composta da Ojetti, Arata, De Carolis. In marzo espone a Suzzara con Giorgi, Monfardini, Belluzzi. Partecipa alla XIII Biennale di Venezia. Nell’aprile-maggio 1923 interviene alla III Mostra Artistica Mantovana. Nel gennaio 1924 apre una mostra personale di grafica nelle sale del Casino. In maggio espone una serie di acqueforti alla Mostra Nazionale d’Arte di Cremona. Nel 1925, esegue le decorazioni nella villa Martignoni di Suzzara; nel 1926 partecipa come incisore alla XV Biennale di Venezia. Nella primavera 1927 intervene alla IV Mostra Artistica Mantovana. Nel 1928 presenta due acquarelli alla XVI Biennale di Venezia. Partecipa in aprile-maggio alla Fiera d’Arte Mantovana. Nel luglio-agosto 1929, figura con due oli e sei acquarelli alla Mostra Artistica di Cattolica. Nel settembre è invitato come incisore alla Mostra d’Arte Mondiale di Los Angeles. Partecipa in settembre-ottobre 1931, alla I Mostra Provinciale d’Arte nel Ridotto del Teatro Sociale di Mantova, con sette oli e un affresco. Decora il salone di Villa Gobio in Parenza Alta. Viene nominato membro della giunta del Sindacato Belle Arti, sezione di Mantova. Partecipa alla I Quadriennale di Roma. Nel 1932 si sposa con Rosaria Evangelisti, farmacista, dalla quale avrà cinque figli. Nell’aprile-maggio 1933, si presenta con cinque oli alla Mostra provinciale d’Arte del Sindacato Belle Arti di Mantova. Partecipa alla Mostra dei pittori quistellesi del 1934. È menzionato dal Comanducci in “I pittori italiani dell’800”, Milano nel 1934. Presenta cinque dipinti e tre acqueforti alla Mostra Provinciale d’Arte in Palazzo Aldegatti. Viene eletto fiduciario provinciale del Sindacato Belle Arti della Lombardia. Nel 1935 si trasferisce a Gazzuolo. È presente, in marzo, alla mostra “Arte Nuova” con un dipinto ed un’incisione. In agosto espone quattro quadri e alcune acqueforti alla Mostra d’arte dei pittori e scultori quistellesi. In settembre-ottobre espone sei dipinti e due incisioni alla IV Mostra Provinciale d’Arte di Mantova. Nel 1936, prende parte alla V Mostra Provinciale d’Arte con sei oli. Nel 1941 si trasferisce a Mairano (BS). Nel dicembre 1941/gennaio 1942, insieme a E. Baldassari, G. Resmi e V. Tiranti, ordina una personale a tre con otto dipinti alla “Casa d’artisti”. Il 30 agosto 1950, Mario Polpatelli muore all’Ospedale Civile di Brescia; viene sepolto a Mairano (BS). Nel 1961, cinque oli e quattro acqueforti di Polpatelli vengono esposti nella “Rassegna delle Arti Figurative Mantovane dall’800 ai giorni nostri”, alla Casa del Mantegna di Mantova. Nel 1968, alla “Mostra degli Artisti quistellesi”, aperta in agosto a Quistello, figurano tre oli di Polpatelli. Nel 1984, le dieci opere esposte in maggio alla mostra virgiliana “Incisori mantovani negli anni Trenta” dimostrano il primato di Polpatelli come incisore grafico. Nel 1985, a Praga, si apre la mostra “Itaiské umènì 20 stoletì z Mantovy” alla Stredocenska Galerie. Nel 1987 gli viene dedicata una “Mostra Antologica” alla Casa del Mantegna di Mantova. Nel 2014 è presente alla mostra Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario. Nel 2015 è presente alla mostra MantovainArte2015 alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario. Nel 2023 è presente alla mostra La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario.
Opere in mostra di Mario Polpatelli:
Cavalli da tiro sul Ponte di San Giorgio, acquaforte, mm 505x465
Barconi al Ponte di San Giorgio di Mantova, acquaforte, mm 530x610
Gondole davanti alla Salute, acquaforte, mm 400x465
San Marco, acquaforte, mm 495x370
Rodolfo Stranieri nasce il 13 giugno 1915 a Mantova dove muore il 14 aprile 1988. È stato un medico, pittore e fotografo italiano. Conseguì la laurea in Medicina all'Università di Bologna, specializzandosi in radiologia nel 1941. Iniziò a condividere la passione per la pittura e la fotografia con Giulio Perina, Giuseppe Facciotto e Aldo Bergonzoni. Nel 1939 vinse il primo premio al “Concorso nazionale di cinematografia per studenti” ai Littoriali di Trieste; lo stesso anno, nell’ambito di un concorso fotografico, alcune sue fotografie sono pubblicate sulla rivista fotografica dell’Agfa e, una sua imagine viene inserita nel volume “Fotografia” per le edizioni Domus, che annovera i migliori fotografi italiani del momento. Nel 1941 viene arruolato alla II Guerra Mondiale in qualità di Ufficiale Medico degli Alpini in Piemonte. Nel 1944 viene fatto prigioniero. Al rientro dalla prigionia viene nominato Presidente della Famiglia Artistica Mantovana e, con Perina e Bergonzoni, apre la Galleria Alle Concole in via Arrivabene. Nel 1946 trova uno studio con l’amico Giulio Perina nel Palazzo d’Arco di Mantova. Nel 1954 ottenne il primo Premio per la Cinematografia a Torino. Nel 1960 fonda il Fotocineclub di Mantova, attivo per molti anni. Dal 1962 al 1966, con l’amico pittore e ingegnere Mario Pavesi, dirige la nuova Galleria La Saletta a Mantova. Nel 1969 apre un nuovo spazio: la Galleria S. Domenico.
Principali mostre e rassegne: 1937 - Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani, Palazzo Ducale, Mantova. 1939 - III Mostra d'Arte del Guf, Palazzo Ducale, Mantova. 1942 - IX Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani, Ridotto del Teatro Sociale, Mantova. 1944 - X Mostra Sindacale d'Arte, sede dell’Unione professionisti e artisti, Mantova. 1945 - Mostra collettiva dei pittori mantovani, Galleria Alle Concole, Mantova. 1947 - Mostra del Gruppo Artistico Mantovano, Palazzo della Ragione, Mantova. 1948 - Collettiva, Palazzo della Ragione, Mantova. 1950 - Collettiva, Foresteria di Palazzo Ducale, Mantova. 1953 - Premio Mantegna, Casa del Mentegna, Mantova. 1956 - Mostra Interprovinciale di Arti Plastiche e Figurative, Casa del Mantegna, Mantova. 1957 - Mostra personale, Galleria d’Arte S. Stefano, Venezia (inaugurata da Giorgio De Chirico insieme a Virgilio Guidi). 1959 - Mostra collettiva d'arte, Ostiglia (MN). 1960 - Mostra personale di fotografie in bianco e nero, Circolo Cittadino, Mantova. 1961 - Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi, Casa del Mantegna, Mantova. 1965 - I Mostra Regionale Lombarda, Galleria Maurizio, Mantova. 1967 - Prima Rassegna delle Arti Figurative Mantovane, Palazzo della Ragione, Mantova. 1967 - Arte Scambio, Artisti Mantovani e Spezzini, Casa del Mantegna, Mantova - Sala Dante, La Spezia. 1970 - Fotografie colorprints, mostra personale, Circolo La Rovere, Mantova. 1973 - Fotografie, mostra personale, Circolo La Rovere, Mantova. 1975 - Mostra personale, Galleria-libreria Cangrande, Verona. 1976 - Rassegna Arts Plastiques Villes Jumelées, Maison de la Culture, Nevers. 1976 - Pittori Mantovani a Nevers, Casa del Mantegna, Mantova. 197 - Mostra Antologica, Casa del Mantegna, Mantova. 1979 - I Biennale di pittura e scultura. Quando l’arte si fa religiosa, Salone Mantegnesco di S. Francesco, Mantova. 1979 - Personale fotografica, Circolo La Rovere, Mantova. 1980 - Mostra Antologica, Circolo La Rovere, Mantova. 1981 - II Biennale. Quando l’arte si fa religiosa, Museo Diocesano, Mantova. 1983 - Personale fotografica, Circolo La Rovere, Mantova. 1986 - Fotografie 1986, Studio Grotti, Mantova. 1990 - Collezionismo mantovano: dall’800 sino ad oggi, Circolo La Rovere, Mantova. 1997 - Rodolfo Straniero fotografie 1938-1986, Casa di Rigoletto, Mantova. 1997/1998 - Il disegno mantovano, Galleria Arianna Sartori, Mantova. 2000 - Arte a Mantova 1950-1999, Museo Diocesano, Mantova. 2000 - Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova, Casa del Mantegna, Mantova. 2003 - Rodolfo Stranieri (1915-1988). Il fotografo, MAM Museo d’Arte Moderna, Gazoldo degli Ippoliti (MN). 2018/2019 - La ricerca e l’incanto. Rodolfo Stanieri fotografo 1937-1988, Casa del Mantegna, Mantova. 2023 - La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
Opere in mostra di Rodolfo Stranieri:
Vaso di fiori, olio su tela, cm 40x30
Composizione, olio su faesite, cm 40x50
Figure, 1983, olio su faesite, cm 50x40
Donne, 1986, olio su tavola, cm 66x37
Carlo Bertolini nasce il 22 settembre 1922 a Roverbella (MN). Sin da giovane si accorse di avere una mano artistica felice. Disegni, caricature, schizzetti da regalare agli amici o da dimenticare anonimamente su qualche tavolo. Amante dei colori e delle cose dell’arte, comincia nei primi anni ’50 ad avvicinarsi alla pittura, sarà la sua prima esperienza formativa, che lo porterà ad un percorso artistico più lungo e determinante. Col cavalletto del pittore, tele e colori, in bicicletta, con amici, insegue paesaggi, boschi, panorami, nature morte. Compie intanto studi da autodidatta. Capì in breve che non era certo quello l’esercizio artistico che avrebbe dato consistenza alla sua convinzione di voler entrare nel mondo dell’arte. Cerca materiali diversi che possano esprimere forme cariche delle sue emozioni e dei significati che vuole trasmettere. Comincia a lavorare la creta con cui inventare forme durevoli che dessero significato e senso alla sua creatività. Così Carlo sperimenta attraverso la meccanica del movimento delle dita, la sensazione del plasmare, del trasformare il pensiero in una sua precisa realtà. Inizia a frequentare gli ambienti artistici mantovani e nel 1955 partecipa per la prima volta alla “Mostra degli Indipendenti” alla Casa del Mantegna. Conosce lo scultore Aldo Bergonzoni con cui entra in amicizia, frequentando il suo studio. Con lui si rende conto quanto sia difficile trasmettere il proprio spirito nella materia e gli si illumina la strada nel capire un percorso di ricerca di nuove materialità, con la pazienza del fare e disfare: il sistema per approfondire l’immagine sentita in modo che diventi concreta. È così che attraverso questo incessante impegno del modellare, che Carlo comprende la dimensione della sfida con la corporalità della scultura. Partecipa nel giugno del 1958 alla “Mostra d’Arte nel tempo libero” con le opere Danze e Studio, che vincono I° e III° premio per la scultura ed alla mostra Sindacale alla “Gonzaghesca” di Mantova. Il suo temperamento irrequieto e creativo gli farà scoprire anche una ulteriore dimensione: l'incisione, e soprattutto l'acquaforte. Va ad Urbino alla Accademia di Belle Arti dove impara a lavorare con le lastre, con le tecniche di morsura ed il torchio. È questa un'esperienza che lo vedrà legarsi in un comune sodalizio di ricerca con Luigi Pizzamiglio e Giannino Giovannoni. Nasce il sodalizio artistico “La Formica” con tanto di “cartiglio” su ogni stampa che esce dallo studio. Siamo agli inizi degli anni Sessanta e il laboratorio di via Calvi a Mantova, dove egli anche vive, assume la dimensione di una vera stamperia d'arte, un punto di incontro per gli appassionati della grafica. Nascono così le prime stampe: acquaforti, acquetinte, punte secche e la maniera nera. La pratica appassionata di questa tecnica lo porterà verso esiti di grande suggestione. Tutti gli artisti mantovani passeranno attraverso il suo atelier: da Bondioli a Stranieri, da Giorgi a Gorni, da Bonaffini a Mario Pavesi, da Bolognesi a Galusi, da Schirolli a Pedrazzoli, da Margonari a Negri ed a Iori. Si occupa così contemporaneamente di pittura, scultura e grafica. Tutte queste esperienze, vissute sempre con coscienziosa professionalità hanno arricchito, ampliato e approfondito le sue conoscenze, maturandone la personalità. Ma Bertolini rimane soprattutto uno scultore. La sua esperienza principale è la ricerca e lo studio della figura umana nelle diverse articolazioni spaziali. Dalle esperienze figurative degli anni Cinquanta, dalle prime terrecotte, egli arriva attraverso un percorso di sintesi ad esiti dove la forma è pura espressione astratta. Con la fine degli anni Settanta, la materia utilizzata, diventa il gesso. Questo consente alle sue sculture di acquistare una superiore tattilità, sfrutta adeguatamente la purezza del bianco del gesso. È del 1970 la sua personale alla Galleria “l’Inferriata” con una esposizione anche di una grande scultura Deposizione che viene esposta sul sagrato della Rotonda di San Lorenzo, prima ed unica esposizione del suo genere fatta a Mantova. Gli anni intanto rotolano via ed il Carlo ormai non più giovane comincia a percepire la fatica dello scultore. Torna alla pittura. Non più paesaggi, boschi e nature morte, ma figure, immagini oniriche di danze, spettacoli, amori. Oli di grandezza e di grande suggestione, vuoti e pieni di colore da cui traspira sempre l’anima dello scultore. Muore a Mantova serenamente tra i suoi ultimi disegni l’11 febbraio 2019 alla veneranda età di novantasei anni. Nel 2023 è presente alla mostra La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario.
Opere in mostra di Carlo Bertolini:
Deposizione, 1969, bozzetto terracotta e foglia d’oro, cm 45x28
Salomè, 1988, bronzo, h cm 50
Ninfa, 1990, bronzo, cm 40x35
Narciso, 1992, bronzo, cm 70x40
Panfilo Di Giacomo nasce il 15 settembre 1925 a Padova ma cresce a Pisa, dove compie i suoi studi universitari in Giurisprudenza. Giovane trentenne, si stabilisce in pianta stabile a Mantova dove ha vissuto e lavorato come avvocato e artista fino alla sua scomparsa avvenuta il 18 novembre 2022.
Formatosi come artista in Toscana, si afferma a livello nazionale e internazionale a partire dagli inizi degli anni Settanta, conseguendo premi e riconoscimenti in concorsi e rassegne di prestigio.
Con i pittori Luigi Spelta e Carlo Musoni, nel 1971 fonda a Mantova il circolo culturale “il Caminetto”, volto alla valorizzazione delle arti figurative come pura esigenza dello spirito umano.
Sebbene la sua attività pittorica sia stata caratterizzata, agli albori, da ricerche paesaggistiche di marca tardo-impressionista, ha presto virato verso uno stile completamente diverso, “più silenzioso e meditato” (Marzio Dall’Acqua), e per molti tratti visionario, ispirandosi a pittori internazionali del Novecento, in particolare Picasso, Migneco e Guttuso, reinterpretati con raffinata e colta sensibilità.
Cuore pulsante dell’ispirazione dell’artista sono i volti e le figure femminili, i mestieri antichi, i fiori e le città, ed in particolare la “sua” Mantova, “allegra, splendente, larga” (Umberto Bonafini).
Mantova: città eletta da Panfilo per “affettiva intima adesione” (Ferrari), “conquistato dalle antiche pietre e delle sua acque stagnanti e immobili e dal fascino di un passato che ancora suggerisce una smemoratezza al di fuori del tempo” (Marzio Dall’Acqua). Rappresenta Mantova in tutto il suo fascino, riversando un tripudio di emozioni nei suoi quadri, ove il suo castello appare “imprigionato nelle luce e negli orizzonti come all’interno di un cristallo di Boemia” (Lanfranco).
«…ora è il lago di Mantova / che parla parole / di un ciclo finite / racchiuso in un palmo;
parole su un’acqua distesa / che culla un’inutile attesa: / risveglio di torri / di palazzo / di templi…» (A. Prandini, 1970)
Mestieri: “Nelle opere di Panfilo vive tutto un mondo di piccole figure Solitarie (…)”, rappresentate “in un’aura malinconica, fuori dal tempo (…). Non si tratta di recuperare un folclore, ma piuttosto di riproporre una dimensione umana del lavoro, di ritrovare un significato non solo sociale ma anche morale del fare, del costruire. Si tratta di figure appesantite dalla solitaria fatica del proprio lavoro, intente con una serietà appannata e malinconica a gesti abituali, sentiti nella cadenza stessa del loro ineluttabile ripetersi e ripresentarsi”. (Marzio Dall’Acqua)
Donne: “La presenza femminile nelle opere di Panfilo suggerisce toni di maggiore intimità”. La donna è rappresentata (…) con “Immagini emblematiche, allusive ad una vita personale segreta e nascosta che solo traspare nella vacua oscurità dei grandi occhi a foglia (…)”. (Marzio Dall’Acqua)
Natura e fiori: Panfilo spesso dipinge fiori, cogliendone l’essenza e non presentandone un’imitazione della loro apparenza naturale.
Opere in mostra di Panfilo Di Giacomo:
La polenta, 1970, olio su tela, cm 70x50
Sterlizie, 1971, olio su tela, cm 60x50
Anna Sacchi al mare, 1972, olio su tela, cm 50x70
Gelati Sossi, 1973, olio su tela, cm 50x60
Carlo Polpatelli nasce il 9 giugno 1934 a Gazzuolo (MN). Vive a Ozzano dell’Emilia (BO). Diplomato perito industriale meccanico, ma con la passione dell’arte pittorica fin da bambino. Ha frequentato corsi di pittura a Bologna e la sua massima aspirazione è sempre stata l’Impressionismo di fine Ottocento. Le tecniche usate sono: olio a pennello e a spatola, acquerello, sanguigna, carboncino, matita e, ovviamente, l’acquaforte. La passione per l’arte incisoria è nata in seguito al tentativo di copiare una incisione del padre Mario, vista alla mostra retrospettiva tenutasi alla Casa del Mantegna di Mantova nel 1987. Da allora ha inciso un centinaio di lastre, anche di notevole dimensione, utilizzando preferibilmente lastre di zinco. È autonomo nella stampa delle incisioni, possedendo due torchi da lui stesso costruiti; quello più grande ha un passaggio carta di ben 76 cm. Ha partecipato a numerose mostre sia personali che collettive in Italia ed all’estero. Nel 2014 è presente alla mostra Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN). Nel 2015 è presente alla mostra MantovainArte2015 alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN). Nel 2023 è presente alla mostra La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN).
Opere in mostra di Carlo Polpatelli:
Bologna - Piazza di Porta Ravagnana, acquaforte, mm 490x400
Chioggia, acquaforte, mm 390x550
El vecio gondolier, acquaforte, mm 510x365
Parcheggio a Venezia, acquaforte, mm 345x130
Franca Ascari nasce nel 1952 a Mantova dove vive. Fino da bambina ha mostrato una grande predilezione per il disegno ed appena scoperti i colori acrilici si è dedicata alla pittura. Inizialmente autodidatta ha avuto in seguito cura di frequentare vari corsi di perfezionamento seguita particolarmente dal noto artista Nerio Venturini. Possiede la facoltà di immedesimarsi nel soggetto da riprodurre trasmettendone sulla tela il fascino sempre in chiave romantica. Inizialmente affascinata dall’acqua di laghi, fiumi e torrenti è passata poi al paesaggio in generale seguendolo con passione nelle sue metamorfosi stagionali. Successivamente è passata alla natura morta ed al nudo, ma non gli è sconosciuto nessun altro settore della pittura avendo acquisito con la pratica costante una notevole capacità operativa. Arricchendo di sentimento le sue opere riesce costantemente ad ottenere il coinvolgimento degli osservatori. “Fin dalle prime mostre degli anni 70 Franca Ascari ha indirizzato la sua figurazione verso una raffinata e tradizionale esecuzione ideativa. Premonizioni, sensazioni, preveggenze interiori hanno orientato la sua pittura, verso la fine degli anni 90, ad un radicale mutamento di tematiche indirizzando le scelte esecutive verso argomenti di carattere sensitivo e apocalittico. Catastrofi naturali, cambiamenti climatici rappresentano i contenuti delle sue trattazioni pittoriche dai colori forti e cangianti, luminescenti ed infuocati dove il mondo annuncia la sua naturale distruzione e l’immediata evoluzione. Sogni premonitori, mondi arsi dalla siccità, devastati da cataclismi immani come alberi della vita senza più vita rappresentano il linguaggio figurativo dell’artista. Nei dipinti appaiono ardite strutture simili a enormi grattacieli di lontane città che lanciano come dimenticate entità umane il loro grido disperato, s’inerpicano con grande slancio cromatico e formale, annunciando una nuova era di pace e di speranza”. (Gianluigi Guarneri) - Ha tenute nel tempo varie mostre tra le quali: Galleria “Allo Scalone”, Mantova 1991; “Art Gallery”, Mantova 1995, Piazza Broletto, Mantova (esposizione permanente, due mesi 2007). Diversi suoi quadri sono presenti a Ferrara in collezioni pubbliche e private. Nel 2018 è presente alla mostra Artisti per Nuvolari alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario.
Opere in mostra di Franca Ascari:
Il mondo in evoluzione, 2000, olio su tela con installazioni, cm 100x80
Senza titolo, 2015, olio su tela con installazioni, cm 90x70
Il mondo che cambia, 2018, olio su tela con installazioni, cm 120x100
Noi, 2022, olio su tela, cm 100x80
Sandro Gozzi nasce il 31 luglio 1954 a Quistello (MN) dove muore il 5 luglio 2022.
“Ombre nella nebbia” “(…) Già dai primi dipinti di Sandro Gozzi è denso il sentore padano. La vista delle sue immagini attira percezioni di altri sensi. Sembra quasi di odorare la terra limacciosa e l’erba putrida delle lanche. Si percepisce l’umidità, tutto è impregnato e il colore trasuda freddamente la fatica di sopportare la vita, sensazioni che penetrano lentamente. Nelle semplici rappresentazioni, apparentemente ingenue, si concentrano con forte emozione solitudine, isolamento, nostalgia, silenzio, e le forme liquide, cancellate, sembrano un velario, lì per svanire nel ricordo o nel sogno. Gozzi è un pittore autonomo, originale, e i suoi dipinti avanzano timidamente con delicatezza e raccontano a bassa voce favole, leggende rivierasche intensamente magiche. È un pittore fantasticheggiante, specificamente visionario, che nasconde le sue facoltà come un abile scrittore che si fingesse analfabeta, compito assai arduo poiché come disse un filosofo nulla è più difficile della semplicità e, in effetti, la pittura di Sandro Gozzi è assai complessa, sia nelle modalità contenutistiche, sia nei modi sia nei significati. (…) Nel 1968 si iscrive all’Istituto Statale d’Arte di Mantova dove avrà come insegnanti Aldo Bergonzoni, Albano Seguri e Giordano Frabboni. Nel 1972 partecipa al “Premio Lubiam” a Mantova; nel 1973 a una scelta mostra collettiva alla Galleria “Icaro” di Suzzara (Billoni - Gozzi - Poli - Tirelli), e a un’altra nel “Ridotto dell’Antico Caffè Teatro” di Quistello. Nel 1973 ottiene la Maturità Artistica all’Istituto d’Arte e si iscrive alla facoltà universitaria DAMS di Bologna che però abbandonerà dopo un paio d’anni. Nel 1976, un’altra mostra collettiva, (Bellutti - Billoni - Galantini - Gozzi - Tirelli) al “Galleria Gherardi” che riceve, anche se fugace, una visita di Renzo Margonari. Successivamente tiene una mostra personale nel Ridotto dell’Antico Caffè Teatro di Quistello. Sempre nel 1976, a 22 anni, vince il primo premio della quinta edizione del “Concorso Nazionale di Pittura” a San Benedetto Po, con l’opera intitolata Le albe particolari. Infine partecipa al “5° Concorso Nazionale di pittura Città di Parma. Gozzi ha frequentato Giuseppe Gorni e Giuseppe Billoni col quale intratteneva una profonda amicizia. Ebbe anche qualche contatto con Lanfranco. Poi la sua attività espositiva cessa del tutto dagli anni Ottanta, pur continuando a dipingere e disegnare fino alla morte dopo una lunghissima malattia. Ascoltava molta musica e nulla avrebbe potuto staccarlo dai suoi luoghi. I primi dipinti risalgono al 1972. Nel 1973 pur continuando i modi pittorici e soggetti precedenti, integra alcune opere con l’applicazione di tessuti sovrapposti matericamente e pittoricamente al supporto in tela, inoltre la parte data come cielo, si anima di insetti e strutture indefinite. Nel 1974 i modi precedenti sono ricondotti a un maggiore ordine formale con figure scure, anche gli alberi sono ridotti quasi a sagome scure. Questa “maniera” pittorica e inventiva andrà avanti, con variazioni di poco conto, fino agli anni Ottanta o poco oltre. Nel 1974 sperimenta un sincretismo di modi precedenti. Questo suo “modo” procederà, con variazioni di poco conto, fino agli anni Ottanta circa”. (Renzo Margonari, 24/03/2023)
Opere in mostra di Sandro Gozzi:
Metamorfosi, 1974, olio su tela, cm 100x80
Senza titolo, 1974, olio su tela, cm 100x80
Fatti a caso di cielo e di terra, 1975, olio su tela, cm 80x60
Senza titolo, 1975, olio su tela, cm 70x50
Leandro Mambrini nasce a Borgoforte (MN) il 21 aprile 1957. Vive a Borgo Virgilio (MN). Ispirato dai maestri Caravaggio, Canova, Francis Bacon e Futuristi. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze (corsi liberi di nudo e figura), e conseguito la laurea in Architettura a Firenze (corsi di disegno e rilievo). Nel 2007 espone al Forte di Borgoforte (MN) e nel 2008 al Museo Virgiliano di Pietole (Borgo Virgilio - MN). Lavora come Architetto con studio in Borgo Virgilio (MN).
Opere in mostra di Leandro Mambrini:
Pan.dè.mic - Pre, 2019-2020, olio su tela, cm 150x100
Pan.dè.mic - Pre, 2019-2020, olio su tela, cm 150x100
Pan.dè.mic - Post, 2022, olio su tela, cm 150x100
Pan.dè.mic - Post, 2022, olio su tela, cm 150x100
Cosimo Felline nasce il 20 marzo 1960 a Parabita (LE), vive a Mantova. Nonostante la passione per l’arte, segue gli studi tecnici diplomandosi come perito elettronico nel 1979. Frequentando i pittori e gli artisti del luogo, coltiva assiduamente la pittura. Nel 1985 si trasferisce a Mantova per lavoro. Oltre alla pittura si dedica anche ad altre tecniche artistiche come l’affresco, il mosaico, la ceramica e l’incisione. La grafica e l’acquaforte diventano insieme alla pittura, le sue tecniche espressive più congeniali con le quali lavora assiduamente permettendogli di esprimere al meglio le sue tematiche.
Mostre e rassegne: 1978 - Concorso Nazionale Bavota, Parabita (LE). 1979 - Collettiva d’arte “Città di Lecce”, Lecce. 1981 - Premio Nazionale Di Pittura, Livorno. 1984 - Personale, Galleria Comunale, Parabita (LE). 1986 - Personale, Galleria Bortone, Lecce. 1990 - Collettiva, Galleria d’arte Moderna Gazoldo, Gazoldo degli Ippoliti (MN). 1996 - Gran Premio Italia, S. Margherita Ligure (GE). 1997 - Il Segno Inciso, Incisone mantovana del ’900, Pinacoteca Comunale , Quistello (MN). 2000 - Acquisizioni 1997-2000, Pinacoteca Comunale, Quistello (MN). 2000 - Il disegno a Mantova 1950-2000, Pinacoteca Comunale, Quistello (MN). 2002 - Personale, Galleria Accademia, Mantova. 2002 - V Biennale Europea per l’incisione, Acqui Terme (AL). 2003 - Personale di grafica, Galleria Anselmi, Mantova. 2003 - VI Biennale Europea per l’incisione, Acqui Terme (AL). 2005 - Rassegna Arte Contemporanea, Galleria Arianna Sartori, Mantova. 2009 - Collettiva “Colore e Materia”, Galleria Arianna Sartori, Mantova. 2013 - Collettiva “Lezioni di Stile”, Arte Studio 26, Milano. 2014 - Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN). 2023 - La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
Opere in mostra di Cosimo Felline:
Euridice, 2020, olio su tela, cm 100x100
Anfratti, 2024, olio su tela, cm 70x50
I fiori del bene, 2024, olio su tela, cm 70x50
Ritratto n. 1, 2024, olio su tavola, cm 58x55
In mostra le opere degli Artisti (in ordine cronologico): Mario Polpatelli (Quistello, 1890 - Brescia, 1950), Rodolfo Stranieri (Mantova, 1915 - Mantova, 1988), Carlo Bertolini (Roverbella, 1922 - Mantova, 2019), Panfilo Di Giacomo (Padova, 1925 - Mantova, 2022), Carlo Polpatelli (Gazzuolo, 1934 - vive a Ozzano dell’Emilia BO), Franca Ascari (Mantova, 1952 - vive a Mantova), Sandro Gozzi (Quistello, 1954 - Quistello, 2022), Leandro Mambrini (Borgoforte, 1957 - vive a Borgo Virgilio), Cosimo Felline (Parabita LE, 1960 - vive a Mantova).
L’esposizione “Mantova in collettiva 2024/3”, che resterà aperta al pubblico fino al 26 settembre 2024, vede esposti ventiquattro dipinti e otto incisioni alle pareti e quattro sculture al centro della sala.
Orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica 8 settembre 15.30-19.00.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti ed elenco opere in mostra:
Mario Polpatelli nasce il 21 settembre 1890 a Quistello (MN). Nel novembre 1900, la famiglia si trasferisce a Mantova. Nei mesi di dicembre 1915/gennaio 1916 espone nove acqueforti, tre oli, un acquarello e due sculture, alla Mostra Artistica Mantovana di Palazzo Ducale. Nell’autunno 1919, prende parte all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino con gli oli Nel Ricovero e II mortino, opere divenute in seguito famose. Partecipa alla XII Biennale di Venezia nel 1920. Espone in maggio alla II Mostra Artistica Mantovana del 1921. Nel gennaio 1922, inaugura una personale con 30 opere al Circolo Cittadino di Mantova. In febbraio è premiato alla Mostra del Cartellone Turistico: la giuria è composta da Ojetti, Arata, De Carolis. In marzo espone a Suzzara con Giorgi, Monfardini, Belluzzi. Partecipa alla XIII Biennale di Venezia. Nell’aprile-maggio 1923 interviene alla III Mostra Artistica Mantovana. Nel gennaio 1924 apre una mostra personale di grafica nelle sale del Casino. In maggio espone una serie di acqueforti alla Mostra Nazionale d’Arte di Cremona. Nel 1925, esegue le decorazioni nella villa Martignoni di Suzzara; nel 1926 partecipa come incisore alla XV Biennale di Venezia. Nella primavera 1927 intervene alla IV Mostra Artistica Mantovana. Nel 1928 presenta due acquarelli alla XVI Biennale di Venezia. Partecipa in aprile-maggio alla Fiera d’Arte Mantovana. Nel luglio-agosto 1929, figura con due oli e sei acquarelli alla Mostra Artistica di Cattolica. Nel settembre è invitato come incisore alla Mostra d’Arte Mondiale di Los Angeles. Partecipa in settembre-ottobre 1931, alla I Mostra Provinciale d’Arte nel Ridotto del Teatro Sociale di Mantova, con sette oli e un affresco. Decora il salone di Villa Gobio in Parenza Alta. Viene nominato membro della giunta del Sindacato Belle Arti, sezione di Mantova. Partecipa alla I Quadriennale di Roma. Nel 1932 si sposa con Rosaria Evangelisti, farmacista, dalla quale avrà cinque figli. Nell’aprile-maggio 1933, si presenta con cinque oli alla Mostra provinciale d’Arte del Sindacato Belle Arti di Mantova. Partecipa alla Mostra dei pittori quistellesi del 1934. È menzionato dal Comanducci in “I pittori italiani dell’800”, Milano nel 1934. Presenta cinque dipinti e tre acqueforti alla Mostra Provinciale d’Arte in Palazzo Aldegatti. Viene eletto fiduciario provinciale del Sindacato Belle Arti della Lombardia. Nel 1935 si trasferisce a Gazzuolo. È presente, in marzo, alla mostra “Arte Nuova” con un dipinto ed un’incisione. In agosto espone quattro quadri e alcune acqueforti alla Mostra d’arte dei pittori e scultori quistellesi. In settembre-ottobre espone sei dipinti e due incisioni alla IV Mostra Provinciale d’Arte di Mantova. Nel 1936, prende parte alla V Mostra Provinciale d’Arte con sei oli. Nel 1941 si trasferisce a Mairano (BS). Nel dicembre 1941/gennaio 1942, insieme a E. Baldassari, G. Resmi e V. Tiranti, ordina una personale a tre con otto dipinti alla “Casa d’artisti”. Il 30 agosto 1950, Mario Polpatelli muore all’Ospedale Civile di Brescia; viene sepolto a Mairano (BS). Nel 1961, cinque oli e quattro acqueforti di Polpatelli vengono esposti nella “Rassegna delle Arti Figurative Mantovane dall’800 ai giorni nostri”, alla Casa del Mantegna di Mantova. Nel 1968, alla “Mostra degli Artisti quistellesi”, aperta in agosto a Quistello, figurano tre oli di Polpatelli. Nel 1984, le dieci opere esposte in maggio alla mostra virgiliana “Incisori mantovani negli anni Trenta” dimostrano il primato di Polpatelli come incisore grafico. Nel 1985, a Praga, si apre la mostra “Itaiské umènì 20 stoletì z Mantovy” alla Stredocenska Galerie. Nel 1987 gli viene dedicata una “Mostra Antologica” alla Casa del Mantegna di Mantova. Nel 2014 è presente alla mostra Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario. Nel 2015 è presente alla mostra MantovainArte2015 alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario. Nel 2023 è presente alla mostra La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario.
Opere in mostra di Mario Polpatelli:
Cavalli da tiro sul Ponte di San Giorgio, acquaforte, mm 505x465
Barconi al Ponte di San Giorgio di Mantova, acquaforte, mm 530x610
Gondole davanti alla Salute, acquaforte, mm 400x465
San Marco, acquaforte, mm 495x370
Rodolfo Stranieri nasce il 13 giugno 1915 a Mantova dove muore il 14 aprile 1988. È stato un medico, pittore e fotografo italiano. Conseguì la laurea in Medicina all'Università di Bologna, specializzandosi in radiologia nel 1941. Iniziò a condividere la passione per la pittura e la fotografia con Giulio Perina, Giuseppe Facciotto e Aldo Bergonzoni. Nel 1939 vinse il primo premio al “Concorso nazionale di cinematografia per studenti” ai Littoriali di Trieste; lo stesso anno, nell’ambito di un concorso fotografico, alcune sue fotografie sono pubblicate sulla rivista fotografica dell’Agfa e, una sua imagine viene inserita nel volume “Fotografia” per le edizioni Domus, che annovera i migliori fotografi italiani del momento. Nel 1941 viene arruolato alla II Guerra Mondiale in qualità di Ufficiale Medico degli Alpini in Piemonte. Nel 1944 viene fatto prigioniero. Al rientro dalla prigionia viene nominato Presidente della Famiglia Artistica Mantovana e, con Perina e Bergonzoni, apre la Galleria Alle Concole in via Arrivabene. Nel 1946 trova uno studio con l’amico Giulio Perina nel Palazzo d’Arco di Mantova. Nel 1954 ottenne il primo Premio per la Cinematografia a Torino. Nel 1960 fonda il Fotocineclub di Mantova, attivo per molti anni. Dal 1962 al 1966, con l’amico pittore e ingegnere Mario Pavesi, dirige la nuova Galleria La Saletta a Mantova. Nel 1969 apre un nuovo spazio: la Galleria S. Domenico.
Principali mostre e rassegne: 1937 - Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani, Palazzo Ducale, Mantova. 1939 - III Mostra d'Arte del Guf, Palazzo Ducale, Mantova. 1942 - IX Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani, Ridotto del Teatro Sociale, Mantova. 1944 - X Mostra Sindacale d'Arte, sede dell’Unione professionisti e artisti, Mantova. 1945 - Mostra collettiva dei pittori mantovani, Galleria Alle Concole, Mantova. 1947 - Mostra del Gruppo Artistico Mantovano, Palazzo della Ragione, Mantova. 1948 - Collettiva, Palazzo della Ragione, Mantova. 1950 - Collettiva, Foresteria di Palazzo Ducale, Mantova. 1953 - Premio Mantegna, Casa del Mentegna, Mantova. 1956 - Mostra Interprovinciale di Arti Plastiche e Figurative, Casa del Mantegna, Mantova. 1957 - Mostra personale, Galleria d’Arte S. Stefano, Venezia (inaugurata da Giorgio De Chirico insieme a Virgilio Guidi). 1959 - Mostra collettiva d'arte, Ostiglia (MN). 1960 - Mostra personale di fotografie in bianco e nero, Circolo Cittadino, Mantova. 1961 - Rassegna Arti Figurative Mantovane dall’800 ad oggi, Casa del Mantegna, Mantova. 1965 - I Mostra Regionale Lombarda, Galleria Maurizio, Mantova. 1967 - Prima Rassegna delle Arti Figurative Mantovane, Palazzo della Ragione, Mantova. 1967 - Arte Scambio, Artisti Mantovani e Spezzini, Casa del Mantegna, Mantova - Sala Dante, La Spezia. 1970 - Fotografie colorprints, mostra personale, Circolo La Rovere, Mantova. 1973 - Fotografie, mostra personale, Circolo La Rovere, Mantova. 1975 - Mostra personale, Galleria-libreria Cangrande, Verona. 1976 - Rassegna Arts Plastiques Villes Jumelées, Maison de la Culture, Nevers. 1976 - Pittori Mantovani a Nevers, Casa del Mantegna, Mantova. 197 - Mostra Antologica, Casa del Mantegna, Mantova. 1979 - I Biennale di pittura e scultura. Quando l’arte si fa religiosa, Salone Mantegnesco di S. Francesco, Mantova. 1979 - Personale fotografica, Circolo La Rovere, Mantova. 1980 - Mostra Antologica, Circolo La Rovere, Mantova. 1981 - II Biennale. Quando l’arte si fa religiosa, Museo Diocesano, Mantova. 1983 - Personale fotografica, Circolo La Rovere, Mantova. 1986 - Fotografie 1986, Studio Grotti, Mantova. 1990 - Collezionismo mantovano: dall’800 sino ad oggi, Circolo La Rovere, Mantova. 1997 - Rodolfo Straniero fotografie 1938-1986, Casa di Rigoletto, Mantova. 1997/1998 - Il disegno mantovano, Galleria Arianna Sartori, Mantova. 2000 - Arte a Mantova 1950-1999, Museo Diocesano, Mantova. 2000 - Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova, Casa del Mantegna, Mantova. 2003 - Rodolfo Stranieri (1915-1988). Il fotografo, MAM Museo d’Arte Moderna, Gazoldo degli Ippoliti (MN). 2018/2019 - La ricerca e l’incanto. Rodolfo Stanieri fotografo 1937-1988, Casa del Mantegna, Mantova. 2023 - La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
Opere in mostra di Rodolfo Stranieri:
Vaso di fiori, olio su tela, cm 40x30
Composizione, olio su faesite, cm 40x50
Figure, 1983, olio su faesite, cm 50x40
Donne, 1986, olio su tavola, cm 66x37
Carlo Bertolini nasce il 22 settembre 1922 a Roverbella (MN). Sin da giovane si accorse di avere una mano artistica felice. Disegni, caricature, schizzetti da regalare agli amici o da dimenticare anonimamente su qualche tavolo. Amante dei colori e delle cose dell’arte, comincia nei primi anni ’50 ad avvicinarsi alla pittura, sarà la sua prima esperienza formativa, che lo porterà ad un percorso artistico più lungo e determinante. Col cavalletto del pittore, tele e colori, in bicicletta, con amici, insegue paesaggi, boschi, panorami, nature morte. Compie intanto studi da autodidatta. Capì in breve che non era certo quello l’esercizio artistico che avrebbe dato consistenza alla sua convinzione di voler entrare nel mondo dell’arte. Cerca materiali diversi che possano esprimere forme cariche delle sue emozioni e dei significati che vuole trasmettere. Comincia a lavorare la creta con cui inventare forme durevoli che dessero significato e senso alla sua creatività. Così Carlo sperimenta attraverso la meccanica del movimento delle dita, la sensazione del plasmare, del trasformare il pensiero in una sua precisa realtà. Inizia a frequentare gli ambienti artistici mantovani e nel 1955 partecipa per la prima volta alla “Mostra degli Indipendenti” alla Casa del Mantegna. Conosce lo scultore Aldo Bergonzoni con cui entra in amicizia, frequentando il suo studio. Con lui si rende conto quanto sia difficile trasmettere il proprio spirito nella materia e gli si illumina la strada nel capire un percorso di ricerca di nuove materialità, con la pazienza del fare e disfare: il sistema per approfondire l’immagine sentita in modo che diventi concreta. È così che attraverso questo incessante impegno del modellare, che Carlo comprende la dimensione della sfida con la corporalità della scultura. Partecipa nel giugno del 1958 alla “Mostra d’Arte nel tempo libero” con le opere Danze e Studio, che vincono I° e III° premio per la scultura ed alla mostra Sindacale alla “Gonzaghesca” di Mantova. Il suo temperamento irrequieto e creativo gli farà scoprire anche una ulteriore dimensione: l'incisione, e soprattutto l'acquaforte. Va ad Urbino alla Accademia di Belle Arti dove impara a lavorare con le lastre, con le tecniche di morsura ed il torchio. È questa un'esperienza che lo vedrà legarsi in un comune sodalizio di ricerca con Luigi Pizzamiglio e Giannino Giovannoni. Nasce il sodalizio artistico “La Formica” con tanto di “cartiglio” su ogni stampa che esce dallo studio. Siamo agli inizi degli anni Sessanta e il laboratorio di via Calvi a Mantova, dove egli anche vive, assume la dimensione di una vera stamperia d'arte, un punto di incontro per gli appassionati della grafica. Nascono così le prime stampe: acquaforti, acquetinte, punte secche e la maniera nera. La pratica appassionata di questa tecnica lo porterà verso esiti di grande suggestione. Tutti gli artisti mantovani passeranno attraverso il suo atelier: da Bondioli a Stranieri, da Giorgi a Gorni, da Bonaffini a Mario Pavesi, da Bolognesi a Galusi, da Schirolli a Pedrazzoli, da Margonari a Negri ed a Iori. Si occupa così contemporaneamente di pittura, scultura e grafica. Tutte queste esperienze, vissute sempre con coscienziosa professionalità hanno arricchito, ampliato e approfondito le sue conoscenze, maturandone la personalità. Ma Bertolini rimane soprattutto uno scultore. La sua esperienza principale è la ricerca e lo studio della figura umana nelle diverse articolazioni spaziali. Dalle esperienze figurative degli anni Cinquanta, dalle prime terrecotte, egli arriva attraverso un percorso di sintesi ad esiti dove la forma è pura espressione astratta. Con la fine degli anni Settanta, la materia utilizzata, diventa il gesso. Questo consente alle sue sculture di acquistare una superiore tattilità, sfrutta adeguatamente la purezza del bianco del gesso. È del 1970 la sua personale alla Galleria “l’Inferriata” con una esposizione anche di una grande scultura Deposizione che viene esposta sul sagrato della Rotonda di San Lorenzo, prima ed unica esposizione del suo genere fatta a Mantova. Gli anni intanto rotolano via ed il Carlo ormai non più giovane comincia a percepire la fatica dello scultore. Torna alla pittura. Non più paesaggi, boschi e nature morte, ma figure, immagini oniriche di danze, spettacoli, amori. Oli di grandezza e di grande suggestione, vuoti e pieni di colore da cui traspira sempre l’anima dello scultore. Muore a Mantova serenamente tra i suoi ultimi disegni l’11 febbraio 2019 alla veneranda età di novantasei anni. Nel 2023 è presente alla mostra La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario.
Opere in mostra di Carlo Bertolini:
Deposizione, 1969, bozzetto terracotta e foglia d’oro, cm 45x28
Salomè, 1988, bronzo, h cm 50
Ninfa, 1990, bronzo, cm 40x35
Narciso, 1992, bronzo, cm 70x40
Panfilo Di Giacomo nasce il 15 settembre 1925 a Padova ma cresce a Pisa, dove compie i suoi studi universitari in Giurisprudenza. Giovane trentenne, si stabilisce in pianta stabile a Mantova dove ha vissuto e lavorato come avvocato e artista fino alla sua scomparsa avvenuta il 18 novembre 2022.
Formatosi come artista in Toscana, si afferma a livello nazionale e internazionale a partire dagli inizi degli anni Settanta, conseguendo premi e riconoscimenti in concorsi e rassegne di prestigio.
Con i pittori Luigi Spelta e Carlo Musoni, nel 1971 fonda a Mantova il circolo culturale “il Caminetto”, volto alla valorizzazione delle arti figurative come pura esigenza dello spirito umano.
Sebbene la sua attività pittorica sia stata caratterizzata, agli albori, da ricerche paesaggistiche di marca tardo-impressionista, ha presto virato verso uno stile completamente diverso, “più silenzioso e meditato” (Marzio Dall’Acqua), e per molti tratti visionario, ispirandosi a pittori internazionali del Novecento, in particolare Picasso, Migneco e Guttuso, reinterpretati con raffinata e colta sensibilità.
Cuore pulsante dell’ispirazione dell’artista sono i volti e le figure femminili, i mestieri antichi, i fiori e le città, ed in particolare la “sua” Mantova, “allegra, splendente, larga” (Umberto Bonafini).
Mantova: città eletta da Panfilo per “affettiva intima adesione” (Ferrari), “conquistato dalle antiche pietre e delle sua acque stagnanti e immobili e dal fascino di un passato che ancora suggerisce una smemoratezza al di fuori del tempo” (Marzio Dall’Acqua). Rappresenta Mantova in tutto il suo fascino, riversando un tripudio di emozioni nei suoi quadri, ove il suo castello appare “imprigionato nelle luce e negli orizzonti come all’interno di un cristallo di Boemia” (Lanfranco).
«…ora è il lago di Mantova / che parla parole / di un ciclo finite / racchiuso in un palmo;
parole su un’acqua distesa / che culla un’inutile attesa: / risveglio di torri / di palazzo / di templi…» (A. Prandini, 1970)
Mestieri: “Nelle opere di Panfilo vive tutto un mondo di piccole figure Solitarie (…)”, rappresentate “in un’aura malinconica, fuori dal tempo (…). Non si tratta di recuperare un folclore, ma piuttosto di riproporre una dimensione umana del lavoro, di ritrovare un significato non solo sociale ma anche morale del fare, del costruire. Si tratta di figure appesantite dalla solitaria fatica del proprio lavoro, intente con una serietà appannata e malinconica a gesti abituali, sentiti nella cadenza stessa del loro ineluttabile ripetersi e ripresentarsi”. (Marzio Dall’Acqua)
Donne: “La presenza femminile nelle opere di Panfilo suggerisce toni di maggiore intimità”. La donna è rappresentata (…) con “Immagini emblematiche, allusive ad una vita personale segreta e nascosta che solo traspare nella vacua oscurità dei grandi occhi a foglia (…)”. (Marzio Dall’Acqua)
Natura e fiori: Panfilo spesso dipinge fiori, cogliendone l’essenza e non presentandone un’imitazione della loro apparenza naturale.
Opere in mostra di Panfilo Di Giacomo:
La polenta, 1970, olio su tela, cm 70x50
Sterlizie, 1971, olio su tela, cm 60x50
Anna Sacchi al mare, 1972, olio su tela, cm 50x70
Gelati Sossi, 1973, olio su tela, cm 50x60
Carlo Polpatelli nasce il 9 giugno 1934 a Gazzuolo (MN). Vive a Ozzano dell’Emilia (BO). Diplomato perito industriale meccanico, ma con la passione dell’arte pittorica fin da bambino. Ha frequentato corsi di pittura a Bologna e la sua massima aspirazione è sempre stata l’Impressionismo di fine Ottocento. Le tecniche usate sono: olio a pennello e a spatola, acquerello, sanguigna, carboncino, matita e, ovviamente, l’acquaforte. La passione per l’arte incisoria è nata in seguito al tentativo di copiare una incisione del padre Mario, vista alla mostra retrospettiva tenutasi alla Casa del Mantegna di Mantova nel 1987. Da allora ha inciso un centinaio di lastre, anche di notevole dimensione, utilizzando preferibilmente lastre di zinco. È autonomo nella stampa delle incisioni, possedendo due torchi da lui stesso costruiti; quello più grande ha un passaggio carta di ben 76 cm. Ha partecipato a numerose mostre sia personali che collettive in Italia ed all’estero. Nel 2014 è presente alla mostra Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN). Nel 2015 è presente alla mostra MantovainArte2015 alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN). Nel 2023 è presente alla mostra La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN).
Opere in mostra di Carlo Polpatelli:
Bologna - Piazza di Porta Ravagnana, acquaforte, mm 490x400
Chioggia, acquaforte, mm 390x550
El vecio gondolier, acquaforte, mm 510x365
Parcheggio a Venezia, acquaforte, mm 345x130
Franca Ascari nasce nel 1952 a Mantova dove vive. Fino da bambina ha mostrato una grande predilezione per il disegno ed appena scoperti i colori acrilici si è dedicata alla pittura. Inizialmente autodidatta ha avuto in seguito cura di frequentare vari corsi di perfezionamento seguita particolarmente dal noto artista Nerio Venturini. Possiede la facoltà di immedesimarsi nel soggetto da riprodurre trasmettendone sulla tela il fascino sempre in chiave romantica. Inizialmente affascinata dall’acqua di laghi, fiumi e torrenti è passata poi al paesaggio in generale seguendolo con passione nelle sue metamorfosi stagionali. Successivamente è passata alla natura morta ed al nudo, ma non gli è sconosciuto nessun altro settore della pittura avendo acquisito con la pratica costante una notevole capacità operativa. Arricchendo di sentimento le sue opere riesce costantemente ad ottenere il coinvolgimento degli osservatori. “Fin dalle prime mostre degli anni 70 Franca Ascari ha indirizzato la sua figurazione verso una raffinata e tradizionale esecuzione ideativa. Premonizioni, sensazioni, preveggenze interiori hanno orientato la sua pittura, verso la fine degli anni 90, ad un radicale mutamento di tematiche indirizzando le scelte esecutive verso argomenti di carattere sensitivo e apocalittico. Catastrofi naturali, cambiamenti climatici rappresentano i contenuti delle sue trattazioni pittoriche dai colori forti e cangianti, luminescenti ed infuocati dove il mondo annuncia la sua naturale distruzione e l’immediata evoluzione. Sogni premonitori, mondi arsi dalla siccità, devastati da cataclismi immani come alberi della vita senza più vita rappresentano il linguaggio figurativo dell’artista. Nei dipinti appaiono ardite strutture simili a enormi grattacieli di lontane città che lanciano come dimenticate entità umane il loro grido disperato, s’inerpicano con grande slancio cromatico e formale, annunciando una nuova era di pace e di speranza”. (Gianluigi Guarneri) - Ha tenute nel tempo varie mostre tra le quali: Galleria “Allo Scalone”, Mantova 1991; “Art Gallery”, Mantova 1995, Piazza Broletto, Mantova (esposizione permanente, due mesi 2007). Diversi suoi quadri sono presenti a Ferrara in collezioni pubbliche e private. Nel 2018 è presente alla mostra Artisti per Nuvolari alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario.
Opere in mostra di Franca Ascari:
Il mondo in evoluzione, 2000, olio su tela con installazioni, cm 100x80
Senza titolo, 2015, olio su tela con installazioni, cm 90x70
Il mondo che cambia, 2018, olio su tela con installazioni, cm 120x100
Noi, 2022, olio su tela, cm 100x80
Sandro Gozzi nasce il 31 luglio 1954 a Quistello (MN) dove muore il 5 luglio 2022.
“Ombre nella nebbia” “(…) Già dai primi dipinti di Sandro Gozzi è denso il sentore padano. La vista delle sue immagini attira percezioni di altri sensi. Sembra quasi di odorare la terra limacciosa e l’erba putrida delle lanche. Si percepisce l’umidità, tutto è impregnato e il colore trasuda freddamente la fatica di sopportare la vita, sensazioni che penetrano lentamente. Nelle semplici rappresentazioni, apparentemente ingenue, si concentrano con forte emozione solitudine, isolamento, nostalgia, silenzio, e le forme liquide, cancellate, sembrano un velario, lì per svanire nel ricordo o nel sogno. Gozzi è un pittore autonomo, originale, e i suoi dipinti avanzano timidamente con delicatezza e raccontano a bassa voce favole, leggende rivierasche intensamente magiche. È un pittore fantasticheggiante, specificamente visionario, che nasconde le sue facoltà come un abile scrittore che si fingesse analfabeta, compito assai arduo poiché come disse un filosofo nulla è più difficile della semplicità e, in effetti, la pittura di Sandro Gozzi è assai complessa, sia nelle modalità contenutistiche, sia nei modi sia nei significati. (…) Nel 1968 si iscrive all’Istituto Statale d’Arte di Mantova dove avrà come insegnanti Aldo Bergonzoni, Albano Seguri e Giordano Frabboni. Nel 1972 partecipa al “Premio Lubiam” a Mantova; nel 1973 a una scelta mostra collettiva alla Galleria “Icaro” di Suzzara (Billoni - Gozzi - Poli - Tirelli), e a un’altra nel “Ridotto dell’Antico Caffè Teatro” di Quistello. Nel 1973 ottiene la Maturità Artistica all’Istituto d’Arte e si iscrive alla facoltà universitaria DAMS di Bologna che però abbandonerà dopo un paio d’anni. Nel 1976, un’altra mostra collettiva, (Bellutti - Billoni - Galantini - Gozzi - Tirelli) al “Galleria Gherardi” che riceve, anche se fugace, una visita di Renzo Margonari. Successivamente tiene una mostra personale nel Ridotto dell’Antico Caffè Teatro di Quistello. Sempre nel 1976, a 22 anni, vince il primo premio della quinta edizione del “Concorso Nazionale di Pittura” a San Benedetto Po, con l’opera intitolata Le albe particolari. Infine partecipa al “5° Concorso Nazionale di pittura Città di Parma. Gozzi ha frequentato Giuseppe Gorni e Giuseppe Billoni col quale intratteneva una profonda amicizia. Ebbe anche qualche contatto con Lanfranco. Poi la sua attività espositiva cessa del tutto dagli anni Ottanta, pur continuando a dipingere e disegnare fino alla morte dopo una lunghissima malattia. Ascoltava molta musica e nulla avrebbe potuto staccarlo dai suoi luoghi. I primi dipinti risalgono al 1972. Nel 1973 pur continuando i modi pittorici e soggetti precedenti, integra alcune opere con l’applicazione di tessuti sovrapposti matericamente e pittoricamente al supporto in tela, inoltre la parte data come cielo, si anima di insetti e strutture indefinite. Nel 1974 i modi precedenti sono ricondotti a un maggiore ordine formale con figure scure, anche gli alberi sono ridotti quasi a sagome scure. Questa “maniera” pittorica e inventiva andrà avanti, con variazioni di poco conto, fino agli anni Ottanta o poco oltre. Nel 1974 sperimenta un sincretismo di modi precedenti. Questo suo “modo” procederà, con variazioni di poco conto, fino agli anni Ottanta circa”. (Renzo Margonari, 24/03/2023)
Opere in mostra di Sandro Gozzi:
Metamorfosi, 1974, olio su tela, cm 100x80
Senza titolo, 1974, olio su tela, cm 100x80
Fatti a caso di cielo e di terra, 1975, olio su tela, cm 80x60
Senza titolo, 1975, olio su tela, cm 70x50
Leandro Mambrini nasce a Borgoforte (MN) il 21 aprile 1957. Vive a Borgo Virgilio (MN). Ispirato dai maestri Caravaggio, Canova, Francis Bacon e Futuristi. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze (corsi liberi di nudo e figura), e conseguito la laurea in Architettura a Firenze (corsi di disegno e rilievo). Nel 2007 espone al Forte di Borgoforte (MN) e nel 2008 al Museo Virgiliano di Pietole (Borgo Virgilio - MN). Lavora come Architetto con studio in Borgo Virgilio (MN).
Opere in mostra di Leandro Mambrini:
Pan.dè.mic - Pre, 2019-2020, olio su tela, cm 150x100
Pan.dè.mic - Pre, 2019-2020, olio su tela, cm 150x100
Pan.dè.mic - Post, 2022, olio su tela, cm 150x100
Pan.dè.mic - Post, 2022, olio su tela, cm 150x100
Cosimo Felline nasce il 20 marzo 1960 a Parabita (LE), vive a Mantova. Nonostante la passione per l’arte, segue gli studi tecnici diplomandosi come perito elettronico nel 1979. Frequentando i pittori e gli artisti del luogo, coltiva assiduamente la pittura. Nel 1985 si trasferisce a Mantova per lavoro. Oltre alla pittura si dedica anche ad altre tecniche artistiche come l’affresco, il mosaico, la ceramica e l’incisione. La grafica e l’acquaforte diventano insieme alla pittura, le sue tecniche espressive più congeniali con le quali lavora assiduamente permettendogli di esprimere al meglio le sue tematiche.
Mostre e rassegne: 1978 - Concorso Nazionale Bavota, Parabita (LE). 1979 - Collettiva d’arte “Città di Lecce”, Lecce. 1981 - Premio Nazionale Di Pittura, Livorno. 1984 - Personale, Galleria Comunale, Parabita (LE). 1986 - Personale, Galleria Bortone, Lecce. 1990 - Collettiva, Galleria d’arte Moderna Gazoldo, Gazoldo degli Ippoliti (MN). 1996 - Gran Premio Italia, S. Margherita Ligure (GE). 1997 - Il Segno Inciso, Incisone mantovana del ’900, Pinacoteca Comunale , Quistello (MN). 2000 - Acquisizioni 1997-2000, Pinacoteca Comunale, Quistello (MN). 2000 - Il disegno a Mantova 1950-2000, Pinacoteca Comunale, Quistello (MN). 2002 - Personale, Galleria Accademia, Mantova. 2002 - V Biennale Europea per l’incisione, Acqui Terme (AL). 2003 - Personale di grafica, Galleria Anselmi, Mantova. 2003 - VI Biennale Europea per l’incisione, Acqui Terme (AL). 2005 - Rassegna Arte Contemporanea, Galleria Arianna Sartori, Mantova. 2009 - Collettiva “Colore e Materia”, Galleria Arianna Sartori, Mantova. 2013 - Collettiva “Lezioni di Stile”, Arte Studio 26, Milano. 2014 - Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN). 2023 - La stampa d’arte a Mantova dal 1800 ad oggi, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN).
Opere in mostra di Cosimo Felline:
Euridice, 2020, olio su tela, cm 100x100
Anfratti, 2024, olio su tela, cm 70x50
I fiori del bene, 2024, olio su tela, cm 70x50
Ritratto n. 1, 2024, olio su tavola, cm 58x55
07
settembre 2024
Mantova in collettiva 2024 / 3
Dal 07 al 26 settembre 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
da Lunedì a Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica 8 settembre 15.30-19.00.
Vernissage
7 Settembre 2024, 17.30
Autore
Curatore