01 luglio 2024

Un’opera di Esther Stocker trasforma una fermata della Metro A di Roma

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Il MAXXI e ATAC insieme per portare l’arte contemporanea nella Stazione Vittorio Emanuele della Metro A di Roma: l'installazione monumentale di Esther Stocker trasforma lo spazio e dialoga con i passeggeri

Esther Stocker, veduta dell'installazione, Stazione Vittorio Emanuele, Metro A, Roma, 2024
Esther Stocker, veduta dell'installazione, Stazione Vittorio Emanuele, Metro A, Roma, 2024

8mila metri di nastro adesivo nero su sfondo bianco, a ricoprire pareti e soffitto, pilastri e dispositivi di accesso della Stazione Vittorio Emanuele della Metro A di Roma. E poi, in alto e in basso lungo le navate laterali di questa “cattedrale metropolitana”, una serie di elementi geometrici per intercettare lo sguardo dei passanti. Si tratta di Prospettiva comune, opera site specific dell’artista altoatesina Esther Stocker che, dall’1 luglio, ha completamente trasformato il grande atrio della metropolitana.

L’iniziativa è il frutto della collaborazione tra il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e ATAC, l’azienda per la mobilità del Comune di Roma, in occasione della riapertura della stazione, al termine della revisione speciale anticipata degli impianti di traslazione. La presentazione dell’opera rientra nell’ambito della grande mostra Ambienti 1956 – 2010. Environments by women artists II, a cura di Andrea Lissoni, Marina Pugliese, Francesco Stocchi, in programma al MAXXI fino al 20 ottobre 2024. La mostra fa il punto sul contributo delle donne alla storia dell’arte contemporanea, con riferimento specifico all’arte ambientale, con opere di artiste quali Micol Assaël, Monica Bonvicini, Judy Chicago, Lygia Clark, Laura Grisi, Zaha Hadid, Aleksandra Kasuba, Kimsooja, Christina Kubisch, Léa Lublin, Nalini Malani, Marta Minujín, Tania Mouraud, Pipilotti Rist, Martha Rosler, Nanda Vigo e Tsuruko Yamazaki, oltre alla stessa Esther Stocker. Al confine tra arte, architettura e design, le opere in mostra affrontano temi come il rapporto con lo spazio pubblico, l’introduzione di nuove tecnologie e il coinvolgimento attivo degli spettatori.

Ed è proprio da questi presupposti che si è sviluppata la sinergia tra MAXXI e ATAC, per portare un ambiente artistico anche fuori dal Museo. «Ambienti è una mostra a cui teniamo particolarmente, perché rappresenta un manifesto di come immaginiamo il MAXXI del futuro, per l’indiscussa qualità della ricerca artistica da cui si muove», ha dichiarato Alessandro Giuli, Presidente Fondazione MAXXI, che ha ricordato anche come la mostra sia stata visitata da oltre 50mila spettatori in due mesi di apertura.

Nata nel 1974 a Silandro Stocker è riconosciuta per le sue pitture, sculture e grandi installazioni caratterizzate da uno stile astratto e geometrico e per l’uso di una palette limitata al nero, bianco e grigio. Per il suo rigore formale ma anche per l’approccio sociale, la sua ricerca, legata alla psicologia della percezione, è spesso accostata all’eredità del Costruttivismo e dell’Op Art.

Alberto Zorzan, Direttore generale ATAC, ha ringraziato la Fondazione MAXXI «Per l’importante supporto che ci ha consentito di usare questi giorni di chiusura della stazione, necessari per svolgere interventi indispensabili ed indifferibili, per preparare uno spettacolo d’arte che rende più attrattiva la stazione della Metropolitana. Questa collaborazione prosegue il cammino che abbiamo intrapreso per fare dei luoghi del trasporto pubblico dei collettori di stimoli positivi, usando il linguaggio dell’alta cultura. Portare l’arte nel mondo del trasporto pubblico è un modo intelligente, infatti, per arricchire, ampliandola, l’esperienza del viaggio».

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