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F**king Change, così giusto, così sbagliato
“F**king Change, così giusto, così sbagliato” è una mostra dal titolo apparentemente provocatorio e irriverente che si caratterizza per una lettura trasversale e problematica del tema del cambiamento nel confronto col dato di realtà, nelle fluidità individuali e nelle comunità metamorfiche odierne.
Comunicato stampa
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F**KING CHANGE
così giusto, così sbagliato
Verrà inaugurata venerdì 5 luglio presso gli spazi del Foro Boario di Oristano la mostra d'arte contemporanea F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu all’interno della ventiseiesima edizione del festival Dromos che, quest’anno, è dedicato al tema del cambiamento, profondo e necessario per una rivoluzione virtuosa e consapevole della società e del singolo individuo- Con esso si confronta anche la mostra d’arte contemporanea F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato che, come ogni anno, affianca e completa l'offerta della programmazione musicale e culturale del festival. Taglio del nastro alle 19.30 con oltre settanta opere in mostra di trentadue artisti di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale, come l'inglese Damien Hirst, gli americani John Baldessari, Doze Green e Nan Goldin, l'austriaco Hermann Nitsch, il russo Peter Belyi, la serba Marina Abramoviç, il cinese Weng Fen, gli italiani Matteo Basilè, Roberto Pugliese, Dario Ghibaudo e i sardi Pastorello, Giuliano Sale, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Silvia Argiolas, Josephine Sassu, Tonino Mattu, Roberto Chessa, Mattia Enna e Riccardo Camboni, tra gli altri.
*
L’evento espositivo, dal titolo apparentemente provocatorio e irriverente, si caratterizza, viceversa, per una lettura trasversale e problematica del tema attraverso lo sguardo critico e sfuggente dell’arte contemporanea capace, nel confronto col dato di realtà, di far emergere fluidità individuali e comunità metamorfiche per le quali e nelle quali il concetto stesso di “cambiamento” è polisemico, cangiante e ambiguo, talvolta inquietante, con una variabile non di poco conto: che uno lo voglia o no, è inarrestabile.
L’arte stessa è cambiamento e gli artisti divengono sempre più “agenti e catalizzatori di cambiamento”, si fanno portavoce di nuove istanze, sfidano pregiudizi e pongono alla berlina stereotipi e luoghi comuni. Cassandre inascoltate di una contemporaneità in continua ridefinizione, conducono un’azione di disturbo e di interferenza, raccontando e facendo emergere il non detto e, talvolta, l’indicibile di quel cambiamento non necessariamente positivo, ma sfida individuale in cui, i concetti di bene e male risiedono, per usare un termine più onnicomprensivo, nei principi etici di ognuno di noi.
Un destabilizzante F**king change in cui la parola fucking, alla stessa stregua di cambiamento, può assumere vari significati a seconda di ciò che si vuole implicare o censurare: vocabolo sconcio che impone asterischi, intercalare che gli americani usano come rafforzativo o, semplicemente, espletivo con la mera funzione di dare ritmo e forza allocutoria all'enunciato.
Un cambiamento che nell'arte si manifesta, di volta in volta, nelle sue mutevoli sembianze, ora come riflesso di infinito e di armonia, ora come riverbero di labirinti inquieti e cupi, ma sempre in forma di moto perpetuo, così giusto e, allo stesso tempo, così sbagliato, ineluttabile e inarrestabile appunto, che possiamo ostacolare o percepire come alleato, assecondandone la sua straordinaria forza propulsiva.
Agli artisti in mostra, figure di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale, il compito, dunque, di rapportarsi alla realtà del quotidiano senza perdere di vista la specificità che separa l’arte dalla vita e senza trasformare la prima in sociologia spicciola o in semplice documentazione dell’esistente. Non una mera mimesi dei fatti, ma la narrazione di quelle zone d’ombra presenti sia nella quotidianità sia nello stesso prodotto artistico, per sua stessa natura mai appagato, mai omologato e mai pacificato.
La mostra, che rimarrà aperta fino a tutto settembre, presenta oltre settanta opere pittoriche, plastiche, multimediali, fotografiche, performative e installative con ben trentadue artisti di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale: Marina Abramović, Silvia Argiolas, John Baldessari, Matteo Basilé, Peter Belyi, Yannis Bournias, Riccardo Camboni, Roberto Chessa, Mattia Enna, Weng Fen, Franko B, Doze Green, Ximena Garrido-Lecca, Dario Ghibaudo, Robert Gligorov, Nan Goldin, Damien Hirst, Roberto Sebastián Matta, Tonino Mattu, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Hermann Nitsch, Erwin Olaf, Orlan, Martin Parr, Pastorello, Giuliano Plorutti, Roberto Pugliese, Giuliano Sale, Josephine Sassu, Sandy Skoglund, The Blue Noses.
Una mostra dal respiro internazionale, dunque, resa possibile grazie alla lungimiranza e alla generosità della Collezione Ogham – Antonio Manca, che già in passato ha collaborato col festival Dromos e con la Pinacoteca Comunale "Carlo Contini" di Oristano e alla disponibilità e alla sensibilità del collezionista Giuseppe Demara.
F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato resterà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (con biglietto d'ingresso a 5 euro) negli spazi ampi e luminosi del Foro Boario, situato nell'antica Piazza della Fiera del bestiame di Oristano e destinato, con questa mostra e grazie alla determinazione dell'assessore alla Cultura del Comune Luca Faedda, a divenire il luogo deputato all'arte contemporanea della città di Eleonora ma anche un punto di riferimento vitale e centrale per tutta la Sardegna. «Con questa mostra restituiamo definitivamente alla città uno spazio culturale destinato alle mostre temporanee e contemporanee» dice l'assessore Faedda: «Rimasto a lungo chiuso per la presenza del cantiere per la riqualificazione dell'intera area, il Foro Boario si candida a diventare uno dei punti di riferimento della cultura oristanese e un'antenna rivolta verso le nuove tendenze della cultura locale, nazionale e internazionale. Per questa nuova apertura rivolgiamo un ringraziamento particolare ai curatori Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu che ci propongono una riflessione artistica di grande impatto e interesse».
mostra: F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato, a cura di Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu
città: Oristano
artisti: Marina Abramović, Silvia Argiolas, John Baldessari, Matteo Basilé, Peter Belyi, Yannis Bournias, Riccardo Camboni, Roberto Chessa, Mattia Enna, Weng Fen, Franko B, Doze Green, Ximena Garrido-Lecca, Dario Ghibaudo, Robert Gligorov, Nan Goldin, Damien Hirst, Roberto Sebastián Matta, Tonino Mattu, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Hermann Nitsch, Erwin Olaf, Orlan, Martin Parr, Pastorello, Giuliano Plorutti, Roberto Pugliese, Giuliano Sale, Josephine Sassu, Sandy Skoglund, The Blue Noses.
sede: Foro Boario, piazza Giorgio Luigi Pintus – Oristano
date: 5 luglio 2024 – 30 settembre 2024, inaugurazione venerdì 5 luglio ore 19.30
orari: tutti i giorni 10.00 - 13.00 | 16.00 - 19.00 (ingresso 5 €)
Per informazioni, si può contattare la segreteria del festival al numero di telefono 0783310490, al numero whatsapp 3348022237 e all'indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it. Notizie e aggiornamenti sul sito www.dromosfestival.it, sul canale Telegram e nelle pagine Facebook e Instagram di Dromos.
* * *
DROMOS - via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO
tel.: 0783 31 04 90 • 334 80 22 237
E-mail: info@dromosfestival.it
Website: www.dromosfestival.it
Telegram: t.me/dromosfestival
www.facebook.com/dromosfestivalsardegna
https://www.instagram.com/dromosfestival
così giusto, così sbagliato
Verrà inaugurata venerdì 5 luglio presso gli spazi del Foro Boario di Oristano la mostra d'arte contemporanea F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu all’interno della ventiseiesima edizione del festival Dromos che, quest’anno, è dedicato al tema del cambiamento, profondo e necessario per una rivoluzione virtuosa e consapevole della società e del singolo individuo- Con esso si confronta anche la mostra d’arte contemporanea F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato che, come ogni anno, affianca e completa l'offerta della programmazione musicale e culturale del festival. Taglio del nastro alle 19.30 con oltre settanta opere in mostra di trentadue artisti di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale, come l'inglese Damien Hirst, gli americani John Baldessari, Doze Green e Nan Goldin, l'austriaco Hermann Nitsch, il russo Peter Belyi, la serba Marina Abramoviç, il cinese Weng Fen, gli italiani Matteo Basilè, Roberto Pugliese, Dario Ghibaudo e i sardi Pastorello, Giuliano Sale, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Silvia Argiolas, Josephine Sassu, Tonino Mattu, Roberto Chessa, Mattia Enna e Riccardo Camboni, tra gli altri.
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L’evento espositivo, dal titolo apparentemente provocatorio e irriverente, si caratterizza, viceversa, per una lettura trasversale e problematica del tema attraverso lo sguardo critico e sfuggente dell’arte contemporanea capace, nel confronto col dato di realtà, di far emergere fluidità individuali e comunità metamorfiche per le quali e nelle quali il concetto stesso di “cambiamento” è polisemico, cangiante e ambiguo, talvolta inquietante, con una variabile non di poco conto: che uno lo voglia o no, è inarrestabile.
L’arte stessa è cambiamento e gli artisti divengono sempre più “agenti e catalizzatori di cambiamento”, si fanno portavoce di nuove istanze, sfidano pregiudizi e pongono alla berlina stereotipi e luoghi comuni. Cassandre inascoltate di una contemporaneità in continua ridefinizione, conducono un’azione di disturbo e di interferenza, raccontando e facendo emergere il non detto e, talvolta, l’indicibile di quel cambiamento non necessariamente positivo, ma sfida individuale in cui, i concetti di bene e male risiedono, per usare un termine più onnicomprensivo, nei principi etici di ognuno di noi.
Un destabilizzante F**king change in cui la parola fucking, alla stessa stregua di cambiamento, può assumere vari significati a seconda di ciò che si vuole implicare o censurare: vocabolo sconcio che impone asterischi, intercalare che gli americani usano come rafforzativo o, semplicemente, espletivo con la mera funzione di dare ritmo e forza allocutoria all'enunciato.
Un cambiamento che nell'arte si manifesta, di volta in volta, nelle sue mutevoli sembianze, ora come riflesso di infinito e di armonia, ora come riverbero di labirinti inquieti e cupi, ma sempre in forma di moto perpetuo, così giusto e, allo stesso tempo, così sbagliato, ineluttabile e inarrestabile appunto, che possiamo ostacolare o percepire come alleato, assecondandone la sua straordinaria forza propulsiva.
Agli artisti in mostra, figure di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale, il compito, dunque, di rapportarsi alla realtà del quotidiano senza perdere di vista la specificità che separa l’arte dalla vita e senza trasformare la prima in sociologia spicciola o in semplice documentazione dell’esistente. Non una mera mimesi dei fatti, ma la narrazione di quelle zone d’ombra presenti sia nella quotidianità sia nello stesso prodotto artistico, per sua stessa natura mai appagato, mai omologato e mai pacificato.
La mostra, che rimarrà aperta fino a tutto settembre, presenta oltre settanta opere pittoriche, plastiche, multimediali, fotografiche, performative e installative con ben trentadue artisti di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale: Marina Abramović, Silvia Argiolas, John Baldessari, Matteo Basilé, Peter Belyi, Yannis Bournias, Riccardo Camboni, Roberto Chessa, Mattia Enna, Weng Fen, Franko B, Doze Green, Ximena Garrido-Lecca, Dario Ghibaudo, Robert Gligorov, Nan Goldin, Damien Hirst, Roberto Sebastián Matta, Tonino Mattu, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Hermann Nitsch, Erwin Olaf, Orlan, Martin Parr, Pastorello, Giuliano Plorutti, Roberto Pugliese, Giuliano Sale, Josephine Sassu, Sandy Skoglund, The Blue Noses.
Una mostra dal respiro internazionale, dunque, resa possibile grazie alla lungimiranza e alla generosità della Collezione Ogham – Antonio Manca, che già in passato ha collaborato col festival Dromos e con la Pinacoteca Comunale "Carlo Contini" di Oristano e alla disponibilità e alla sensibilità del collezionista Giuseppe Demara.
F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato resterà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (con biglietto d'ingresso a 5 euro) negli spazi ampi e luminosi del Foro Boario, situato nell'antica Piazza della Fiera del bestiame di Oristano e destinato, con questa mostra e grazie alla determinazione dell'assessore alla Cultura del Comune Luca Faedda, a divenire il luogo deputato all'arte contemporanea della città di Eleonora ma anche un punto di riferimento vitale e centrale per tutta la Sardegna. «Con questa mostra restituiamo definitivamente alla città uno spazio culturale destinato alle mostre temporanee e contemporanee» dice l'assessore Faedda: «Rimasto a lungo chiuso per la presenza del cantiere per la riqualificazione dell'intera area, il Foro Boario si candida a diventare uno dei punti di riferimento della cultura oristanese e un'antenna rivolta verso le nuove tendenze della cultura locale, nazionale e internazionale. Per questa nuova apertura rivolgiamo un ringraziamento particolare ai curatori Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu che ci propongono una riflessione artistica di grande impatto e interesse».
mostra: F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato, a cura di Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu
città: Oristano
artisti: Marina Abramović, Silvia Argiolas, John Baldessari, Matteo Basilé, Peter Belyi, Yannis Bournias, Riccardo Camboni, Roberto Chessa, Mattia Enna, Weng Fen, Franko B, Doze Green, Ximena Garrido-Lecca, Dario Ghibaudo, Robert Gligorov, Nan Goldin, Damien Hirst, Roberto Sebastián Matta, Tonino Mattu, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Hermann Nitsch, Erwin Olaf, Orlan, Martin Parr, Pastorello, Giuliano Plorutti, Roberto Pugliese, Giuliano Sale, Josephine Sassu, Sandy Skoglund, The Blue Noses.
sede: Foro Boario, piazza Giorgio Luigi Pintus – Oristano
date: 5 luglio 2024 – 30 settembre 2024, inaugurazione venerdì 5 luglio ore 19.30
orari: tutti i giorni 10.00 - 13.00 | 16.00 - 19.00 (ingresso 5 €)
Per informazioni, si può contattare la segreteria del festival al numero di telefono 0783310490, al numero whatsapp 3348022237 e all'indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it. Notizie e aggiornamenti sul sito www.dromosfestival.it, sul canale Telegram e nelle pagine Facebook e Instagram di Dromos.
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DROMOS - via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO
tel.: 0783 31 04 90 • 334 80 22 237
E-mail: info@dromosfestival.it
Website: www.dromosfestival.it
Telegram: t.me/dromosfestival
www.facebook.com/dromosfestivalsardegna
https://www.instagram.com/dromosfestival
05
luglio 2024
F**king Change, così giusto, così sbagliato
Dal 05 luglio al 30 settembre 2024
arte contemporanea
Location
Foro Boario Oristano
Oristano, Piazza Giorgio Luigi Pintus, (OR)
Oristano, Piazza Giorgio Luigi Pintus, (OR)
Biglietti
Intero: € 5
Orario di apertura
tutti i giorni ore 10-13 e 16-19
Vernissage
5 Luglio 2024, 19.30
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Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Patrocini