Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Das ästhetische Feld
video integrali dal simposio Das ästhetische Feld, in prima in italia ed alcuni in prima assoluta. Christian Meyer, Peter Weibel, Jeff Koons Peter Fend, Colin de Land, Jessica Stockholder, Gerwald Rockenschaub, John Miller, Raymond Pettibon
Christian P. Muller, Renee Green, Andrea Fraser
Comunicato stampa
Segnala l'evento
con il Patrocionio di / with the patronage of
Comune di Siena Forum Austriaco di Cultura
Assessorato alla Cultura Roma
Nell'ambito di / A part of Open Zona Toselli
arte nei luoghi di produzione della / art in the places of production of the:
Zona Artigianale di Viale Toselli in Siena
Grazie alla collaborazione con / Through collaboration with:
Gallery Meyer*Kainer, Vienna
in contemporanea con / in contemporary with:
10° Chigiana International Festival & Summer Academy-Siena
è lieta di presentare / is pleased to present
Das ästhetische Feld
Christian Meyer, Peter Weibel, Jeff Koons
Peter Fend, Colin de Land, Jessica Stockholder
Gerwald Rockenschaub, John Miller, Raymond Pettibon
Christian P. Muller, Renee Green, Andrea Fraser
video
quando/when: opening 15.07.2024 h. 6.12 pm
dove / where: inner room©: fusi&fusi, Via Guccio di Mannaia, 15 I53100 Siena
durata/duration: dal/from 16.07 — al/to 16.09 2024
orario/time: lun/mon-ven/fri: h 10.00 am-1.00 pm / 3.30 — 7.30 pm
sab: su appuntamento / on demand
engl: below
Secondo appuntamento del ciclo -look ahead- dedicato ad una rilettura etimologicamente politica dell'arte degli anni '90 presenta in esclusiva gli atti video integrali dal simposio Das ästhetische Feld, in prima in italia ed alcuni in prima assoluta.
Il contesto è incentrato su un importante testimonianza di storia dell'arte contemporanea, costituito dagli audiovisivi inediti dallo storico simposio Das ästhetische Feld, che inner room propone, grazie alla collaborazione con la Galleria Meyer Kainer di Vienna, quale depositaria dei video.
Il simposio Das ästhetische Feld venne ideato da Christian Meyer e Ulf Wuggenig, mentre la sua organizzazione venne curata da Renate Kainer.
L'evento si tenne durante il semestre estivo del 1992 presso Universität für angewandte Kunst di Vienna, (A) il cui rettore dell'epoca, Oswald Oberhuber, era interessato a promuovere l'istituzionalizzazione di nuove forme innovative di discorso.
Il simposio si svolse nel contesto più ampio di "curated by", una serie di mostre che si sarebbero poi tenute nel Heiligenkreuzer Hof nel 1993.
Il simposio servì come forum per le conferenze di undici artisti incaricati di presentare la propria posizione nel campo estetico. Le presentazioni seguirono una specifica struttura drammaturgica:
Peter Weibel, Jeff Koons, Peter Fend e Colin de Land il primo giorno;
Jessica Stockholder, Gerwald Rockenschaub, John Miller e Raymond Pettibon il secondo; Christian Philipp Müller, Renée Green e Andrea Fraser il terzo e ultimo giorno.
Questi artisti appartengono alla generazione che inizia ad operare nella seconda metà degli ‘80, qualcuno addirittura prima, e attraversano gli anni ‘90 in una posizione di protagonisti o almeno ascendente, ognuno a vario livello nel sistema dell’arte internazionale. Quindi ascoltare i loro interventi oggi diventa ancor più interessante perché carichi di una allora attuale freschezza.
Veniamo al contesto: gli anni ‘90. Per l’arte contemporanea, sono il periodo forse più controverso e dimenticato del novecento. Un periodo che ad oggi, in Italia sicuramente, non è stato ancora analizzato in termini storico critici nelle sue varie e ricche sfaccettature sia a livello internazionale che locale. Si lascia solo emergere alcune figure individuali di artisti che risultano impotenti di fronte al blocco storico critico prodotto dalle generazioni precedenti.
Se da un lato questo tempo ha visto la fine del gruppo/sistema e gettare le basi per la dimensione decontestualizzata e individualista dell’artista su cui dai 2000 si appoggerà in ambito internazionale la logica dell’investimento in arte con la propria visione idolatrica focalizzata sui protagonisti della storia. Dall’altro, in termini di contenuto, il decennio dei ‘90 è caratterizzato da un conflitto (apparente? )tra un cinismo/opportunismo propagine del rampantismo anni ‘80 travestito da disillusione e un atteggiamento, nostalgico dei ’70, di presa di coscienza critica verso i poteri e l’establishment anch’esso però cinico nei modi e di sicura matrice borghese. Atteggiamenti entrambi innescati dalla fine della pur confortevole logica dei blocchi consecutiva al secondo conflitto mondiale avvenuta con il crollo del Muro di Berlino.
Tuttavia, oggi a posteriori, si percepisce proprio nelle parole di quel simposio emergere in modo imbarazzante la deficienza ed il limite di quelle posizioni di cinismo allora assunte o rilevate, mentre nel contempo vi si palesa, certamente da parte di quegli artisti, l’esigenza di una pienezza di scopo ulteriore, che vada oltre la disperazione del momento ma anche oltre gli schemi resi convenzionali e oltre la conoscenza dei sistemi acquisita a fini meramente difensivi. Un’esigenza forse ancora attuale in alcuni artisti oggi…
Storicamente molte sono state le occasioni di analisi, confronti ed approfondimenti interni all’arte nei ‘90 ed i simposia sono stati ricorrenti in tutto il decennio.
Questo di cui si condividono gli atti è cronologicamente il primo, forse a parità con quelli tenuti durante la coeva Documenta IX, e vi si percepisce sia la crisi sopra descritta sia il delinearsi di un nuovi assi estetico-attitudinali che si affermeranno in tendenza e contro tendenza, a livello di main stream ed altre categorie perfino antagoniste ad esso, nei decenni successivi compreso quello presente.
Una mostra che è occasione di studio e di approfondimento unica ed inedita, su un documento d’epoca che parla di attitudini artistiche lontane quanto vicine e che forse si può riassumere sia nelle parole analitiche di Ulf Wuggenig, organizzatore insieme a Christian Meyer:
I vincoli che la realtà oggettiva del campo di produzione esercita sui singoli produttori, così come le opportunità di ottenere una certa distanza e libertà da questi vincoli attraverso la conoscenza di essi, sono stati il metatema del simposio intitolato "Il campo estetico".
Che in quelle profetiche di Andrea Fraser, una delle protagoniste del simposio, a commento dell’intervento di Colin de Land,:
……...Improvvisamente, dall'apparente caos, è emerso un confronto profondamente preciso e toccante tra cinismo e perdita, e un promemoria di ciò che si perde con il cinismo.
/
The second appointment of the cycle - look ahead - dedicated to an etymologically political rereading of the art of the 90s presents exclusively the complete video proceedings from the Das ästhetische Feld symposium, the first in Italy and some in the world.
The context focuses on an important testimony of contemporary art history, made up of the unpublished audiovisual material from the Das ästhetische Feld symposium that inner room, thanks to the collaboration with the Meyer Kainer Gallery in Vienna, offers.
The symposium Das ästhetische Feld was conceived by Christian Meyer and Ulf Wuggenig, while its organization was handled by Renate Kainer.
The event was held during the summer semester of 1992 at the Universität für angewandte Kunst in Vienna, (A) whose rector at the time, Oswald Oberhuber, was interested in promoting the institutionalization of innovative new forms of discourse.
The symposium took place in the broader context of "curated by", a series of exhibitions which would later be held in the Heiligenkreuzer Hof in 1993.
The symposium served as a forum for lectures by eleven artists tasked with presenting their position in the aesthetic field. The presentations followed a specific dramatic structure:
Peter Weibel, Jeff Koons, Peter Fend and Colin de Land on the first day;
Jessica Stockholder, Gerwald Rockenschaub, John Miller and Raymond Pettibon the second; Christian Philipp Müller, Renée Green and Andrea Fraser on the third and final day.
These artists belong to the generation that began to operate in the second half of the 1980s, some even earlier, and went through the 1990s in a leading or at least ascendant position, each at various levels in the international art system. So listening to their interventions today becomes even more interesting because they are full of a then current freshness.
Let's get to the context: the 90s. For contemporary art, they are perhaps the most controversial and forgotten period of the twentieth century. A period which to date, in Italy, has certainly not yet been analyzed in historical-critical terms in its various and rich facets both at an international and local level. Only a few individual figures of artists are allowed to emerge who are powerless in the face of the critical historical block produced by previous generations.
While on the one hand this time saw the end of the group/system and lay the foundations for the decontextualized and individualistic dimension of the artist on which since the 2000s the logic of investment in art with its own idolatrous vision focused on the protagonists of history will rest internationally. On the other hand, in terms of content, the decade of the 90s is characterized by a conflict (apparent? )between a cynicism/opportunism propagine of the rampantism of the 80s disguised as disillusionment and an attitude, nostalgic of the 70s, of critical awareness towards the powers and the establishment also however cynical in manners and of a sure bourgeois matrix. Attitudes both triggered by the end of the albeit comfortable logic of the blocs consecutive to World War II that occurred with the collapse of the Berlin Wall.
However, today in hindsight, it is precisely in the words of that symposium that one perceives the embarrassing emergence of the deficiency and limit of those positions of cynicism assumed or revealed at the time, while at the same time there is revealed, certainly on the part of those artists, the need of a further fullness of purpose, which goes beyond the desperation of the moment but also beyond the patterns made conventional and beyond the knowledge of the systems acquired for merely defensive purposes. A need perhaps still current in some artists today...
Historically, there were many opportunities for analysis, comparisons and in-depth analysis within art in the 1990s and the symposia were recurrent throughout the decade.
The one whose proceedings we share is chronologically the first, perhaps on par with those held during the contemporary Documenta IX, and we perceive both the crisis described above and the emergence of a new aesthetic-attitudinal axes that will assert themselves in trend and against trend, at the main stream level and other categories even antagonistic to it, in the following decades including the present one.
An exhibition that is a unique and unprecedented opportunity for study and in-depth analysis, on a period document that speaks of artistic attitudes that are both distant and close and which can perhaps be summed up in the analytical words of Ulf Wuggenig, organizer together with Christian Meyer:
The constraints that the objective reality of the production field exerts on individual producers, as well as the opportunities to gain some distance and freedom from these constraints through knowledge of them, were the metatheme of the symposium entitled "The Aesthetic Field".
Which in the prophetic ones of Andrea Fraser, one of the protagonists of the symposium, commenting on Colin de Land's speech:
……...Suddenly, out of the apparent chaos, emerged a deeply precise and poignant comparison between cynicism and loss, and a reminder of what is lost with cynicism.
---------------------------------------------------------------------
Notizia / Notice
inner room© .
“Nasce in continuazione e in discontinuità con la vicenda artistica italiana: l’aspetto continuativo si riferisce soprattutto al carattere performativo dell’iniziativa; tutti i dettagli sono caratterizzanti un atteggiamento artistico compartecipativo degli autori.
L’aspetto discontinuativo è rappresentato dal fatto che gli autori non sono sotto la tutela di colui che li presenta e rappresenta: non più artisti che delegano.
In questo senso si rivaluta la tradizione da quella performativa a quella riflessiva ed eremitica. Siamo ovviamente lontani da ogni intendimento di vuota celebrazione rituale: l’umano e il trascendente ritrovano un equilibrio antico.”
Etichetta di produzione artistica fondata in Siena nel 2010.
Inner room organizza ciclicamente in sede e in differenti luoghi mostre ed incontri coinvolgendo i talenti dell’arte contemporanea nelle molteplici realtà di ricerca e produzione dell’azienda stessa, il tutto per la crescita spirituale, sociale ed economica delle persone che sono e che passano da Siena.
Per la sua natura si adatta anche al dialogo con realtà operative e produttive di vario indirizzo, apparentemente lontane all’arte contemporanea, riuscendo secondo il suo scopo a individuare il potenziale dello spazio, favorire la nascita e sviluppare il dialogo opera/uomo coniugando il linguaggio dell’arte con la valorizzazione di senso della realtà che lo ospita.
inner room presenta per ogni mostra un gioiello d’artista.
/
inner room©
“It arises in continuation and discontinuity with the Italian artistic story: the continuous aspect refers above all to the performative character of the initiative; all the details characterize a shared artistic attitude of the authors.
The discontinuous aspect is represented by the fact that the authors are not under the protection of the one who presents and represents them: no longer artists who delegate.
In this sense, the tradition is reevaluated from the performative to the reflective and hermitic one. We are obviously far from any intention of empty ritual celebration: the human and the transcendent rediscover an ancient balance."
Artistic production label founded in Siena in 2010.
Inner room organizes exhibitions and meetings cyclically at its headquarters and in different places, involving the talents of contemporary art in the multiple research and production realities of the company itself, all for the spiritual, social and economic growth of the people who are and who pass through Siena.
Due to its nature it also adapts to dialogue with operational and productive realities of various directions, apparently distant from contemporary art, managing according to its purpose to identify the potential of space, favor the birth and develop the work/man dialogue by combining the language of art with the valorization of the meaning of the reality that hosts it.
inner room presents an artist's jewel for each exhibition.
Comune di Siena Forum Austriaco di Cultura
Assessorato alla Cultura Roma
Nell'ambito di / A part of Open Zona Toselli
arte nei luoghi di produzione della / art in the places of production of the:
Zona Artigianale di Viale Toselli in Siena
Grazie alla collaborazione con / Through collaboration with:
Gallery Meyer*Kainer, Vienna
in contemporanea con / in contemporary with:
10° Chigiana International Festival & Summer Academy-Siena
è lieta di presentare / is pleased to present
Das ästhetische Feld
Christian Meyer, Peter Weibel, Jeff Koons
Peter Fend, Colin de Land, Jessica Stockholder
Gerwald Rockenschaub, John Miller, Raymond Pettibon
Christian P. Muller, Renee Green, Andrea Fraser
video
quando/when: opening 15.07.2024 h. 6.12 pm
dove / where: inner room©: fusi&fusi, Via Guccio di Mannaia, 15 I53100 Siena
durata/duration: dal/from 16.07 — al/to 16.09 2024
orario/time: lun/mon-ven/fri: h 10.00 am-1.00 pm / 3.30 — 7.30 pm
sab: su appuntamento / on demand
engl: below
Secondo appuntamento del ciclo -look ahead- dedicato ad una rilettura etimologicamente politica dell'arte degli anni '90 presenta in esclusiva gli atti video integrali dal simposio Das ästhetische Feld, in prima in italia ed alcuni in prima assoluta.
Il contesto è incentrato su un importante testimonianza di storia dell'arte contemporanea, costituito dagli audiovisivi inediti dallo storico simposio Das ästhetische Feld, che inner room propone, grazie alla collaborazione con la Galleria Meyer Kainer di Vienna, quale depositaria dei video.
Il simposio Das ästhetische Feld venne ideato da Christian Meyer e Ulf Wuggenig, mentre la sua organizzazione venne curata da Renate Kainer.
L'evento si tenne durante il semestre estivo del 1992 presso Universität für angewandte Kunst di Vienna, (A) il cui rettore dell'epoca, Oswald Oberhuber, era interessato a promuovere l'istituzionalizzazione di nuove forme innovative di discorso.
Il simposio si svolse nel contesto più ampio di "curated by", una serie di mostre che si sarebbero poi tenute nel Heiligenkreuzer Hof nel 1993.
Il simposio servì come forum per le conferenze di undici artisti incaricati di presentare la propria posizione nel campo estetico. Le presentazioni seguirono una specifica struttura drammaturgica:
Peter Weibel, Jeff Koons, Peter Fend e Colin de Land il primo giorno;
Jessica Stockholder, Gerwald Rockenschaub, John Miller e Raymond Pettibon il secondo; Christian Philipp Müller, Renée Green e Andrea Fraser il terzo e ultimo giorno.
Questi artisti appartengono alla generazione che inizia ad operare nella seconda metà degli ‘80, qualcuno addirittura prima, e attraversano gli anni ‘90 in una posizione di protagonisti o almeno ascendente, ognuno a vario livello nel sistema dell’arte internazionale. Quindi ascoltare i loro interventi oggi diventa ancor più interessante perché carichi di una allora attuale freschezza.
Veniamo al contesto: gli anni ‘90. Per l’arte contemporanea, sono il periodo forse più controverso e dimenticato del novecento. Un periodo che ad oggi, in Italia sicuramente, non è stato ancora analizzato in termini storico critici nelle sue varie e ricche sfaccettature sia a livello internazionale che locale. Si lascia solo emergere alcune figure individuali di artisti che risultano impotenti di fronte al blocco storico critico prodotto dalle generazioni precedenti.
Se da un lato questo tempo ha visto la fine del gruppo/sistema e gettare le basi per la dimensione decontestualizzata e individualista dell’artista su cui dai 2000 si appoggerà in ambito internazionale la logica dell’investimento in arte con la propria visione idolatrica focalizzata sui protagonisti della storia. Dall’altro, in termini di contenuto, il decennio dei ‘90 è caratterizzato da un conflitto (apparente? )tra un cinismo/opportunismo propagine del rampantismo anni ‘80 travestito da disillusione e un atteggiamento, nostalgico dei ’70, di presa di coscienza critica verso i poteri e l’establishment anch’esso però cinico nei modi e di sicura matrice borghese. Atteggiamenti entrambi innescati dalla fine della pur confortevole logica dei blocchi consecutiva al secondo conflitto mondiale avvenuta con il crollo del Muro di Berlino.
Tuttavia, oggi a posteriori, si percepisce proprio nelle parole di quel simposio emergere in modo imbarazzante la deficienza ed il limite di quelle posizioni di cinismo allora assunte o rilevate, mentre nel contempo vi si palesa, certamente da parte di quegli artisti, l’esigenza di una pienezza di scopo ulteriore, che vada oltre la disperazione del momento ma anche oltre gli schemi resi convenzionali e oltre la conoscenza dei sistemi acquisita a fini meramente difensivi. Un’esigenza forse ancora attuale in alcuni artisti oggi…
Storicamente molte sono state le occasioni di analisi, confronti ed approfondimenti interni all’arte nei ‘90 ed i simposia sono stati ricorrenti in tutto il decennio.
Questo di cui si condividono gli atti è cronologicamente il primo, forse a parità con quelli tenuti durante la coeva Documenta IX, e vi si percepisce sia la crisi sopra descritta sia il delinearsi di un nuovi assi estetico-attitudinali che si affermeranno in tendenza e contro tendenza, a livello di main stream ed altre categorie perfino antagoniste ad esso, nei decenni successivi compreso quello presente.
Una mostra che è occasione di studio e di approfondimento unica ed inedita, su un documento d’epoca che parla di attitudini artistiche lontane quanto vicine e che forse si può riassumere sia nelle parole analitiche di Ulf Wuggenig, organizzatore insieme a Christian Meyer:
I vincoli che la realtà oggettiva del campo di produzione esercita sui singoli produttori, così come le opportunità di ottenere una certa distanza e libertà da questi vincoli attraverso la conoscenza di essi, sono stati il metatema del simposio intitolato "Il campo estetico".
Che in quelle profetiche di Andrea Fraser, una delle protagoniste del simposio, a commento dell’intervento di Colin de Land,:
……...Improvvisamente, dall'apparente caos, è emerso un confronto profondamente preciso e toccante tra cinismo e perdita, e un promemoria di ciò che si perde con il cinismo.
/
The second appointment of the cycle - look ahead - dedicated to an etymologically political rereading of the art of the 90s presents exclusively the complete video proceedings from the Das ästhetische Feld symposium, the first in Italy and some in the world.
The context focuses on an important testimony of contemporary art history, made up of the unpublished audiovisual material from the Das ästhetische Feld symposium that inner room, thanks to the collaboration with the Meyer Kainer Gallery in Vienna, offers.
The symposium Das ästhetische Feld was conceived by Christian Meyer and Ulf Wuggenig, while its organization was handled by Renate Kainer.
The event was held during the summer semester of 1992 at the Universität für angewandte Kunst in Vienna, (A) whose rector at the time, Oswald Oberhuber, was interested in promoting the institutionalization of innovative new forms of discourse.
The symposium took place in the broader context of "curated by", a series of exhibitions which would later be held in the Heiligenkreuzer Hof in 1993.
The symposium served as a forum for lectures by eleven artists tasked with presenting their position in the aesthetic field. The presentations followed a specific dramatic structure:
Peter Weibel, Jeff Koons, Peter Fend and Colin de Land on the first day;
Jessica Stockholder, Gerwald Rockenschaub, John Miller and Raymond Pettibon the second; Christian Philipp Müller, Renée Green and Andrea Fraser on the third and final day.
These artists belong to the generation that began to operate in the second half of the 1980s, some even earlier, and went through the 1990s in a leading or at least ascendant position, each at various levels in the international art system. So listening to their interventions today becomes even more interesting because they are full of a then current freshness.
Let's get to the context: the 90s. For contemporary art, they are perhaps the most controversial and forgotten period of the twentieth century. A period which to date, in Italy, has certainly not yet been analyzed in historical-critical terms in its various and rich facets both at an international and local level. Only a few individual figures of artists are allowed to emerge who are powerless in the face of the critical historical block produced by previous generations.
While on the one hand this time saw the end of the group/system and lay the foundations for the decontextualized and individualistic dimension of the artist on which since the 2000s the logic of investment in art with its own idolatrous vision focused on the protagonists of history will rest internationally. On the other hand, in terms of content, the decade of the 90s is characterized by a conflict (apparent? )between a cynicism/opportunism propagine of the rampantism of the 80s disguised as disillusionment and an attitude, nostalgic of the 70s, of critical awareness towards the powers and the establishment also however cynical in manners and of a sure bourgeois matrix. Attitudes both triggered by the end of the albeit comfortable logic of the blocs consecutive to World War II that occurred with the collapse of the Berlin Wall.
However, today in hindsight, it is precisely in the words of that symposium that one perceives the embarrassing emergence of the deficiency and limit of those positions of cynicism assumed or revealed at the time, while at the same time there is revealed, certainly on the part of those artists, the need of a further fullness of purpose, which goes beyond the desperation of the moment but also beyond the patterns made conventional and beyond the knowledge of the systems acquired for merely defensive purposes. A need perhaps still current in some artists today...
Historically, there were many opportunities for analysis, comparisons and in-depth analysis within art in the 1990s and the symposia were recurrent throughout the decade.
The one whose proceedings we share is chronologically the first, perhaps on par with those held during the contemporary Documenta IX, and we perceive both the crisis described above and the emergence of a new aesthetic-attitudinal axes that will assert themselves in trend and against trend, at the main stream level and other categories even antagonistic to it, in the following decades including the present one.
An exhibition that is a unique and unprecedented opportunity for study and in-depth analysis, on a period document that speaks of artistic attitudes that are both distant and close and which can perhaps be summed up in the analytical words of Ulf Wuggenig, organizer together with Christian Meyer:
The constraints that the objective reality of the production field exerts on individual producers, as well as the opportunities to gain some distance and freedom from these constraints through knowledge of them, were the metatheme of the symposium entitled "The Aesthetic Field".
Which in the prophetic ones of Andrea Fraser, one of the protagonists of the symposium, commenting on Colin de Land's speech:
……...Suddenly, out of the apparent chaos, emerged a deeply precise and poignant comparison between cynicism and loss, and a reminder of what is lost with cynicism.
---------------------------------------------------------------------
Notizia / Notice
inner room© .
“Nasce in continuazione e in discontinuità con la vicenda artistica italiana: l’aspetto continuativo si riferisce soprattutto al carattere performativo dell’iniziativa; tutti i dettagli sono caratterizzanti un atteggiamento artistico compartecipativo degli autori.
L’aspetto discontinuativo è rappresentato dal fatto che gli autori non sono sotto la tutela di colui che li presenta e rappresenta: non più artisti che delegano.
In questo senso si rivaluta la tradizione da quella performativa a quella riflessiva ed eremitica. Siamo ovviamente lontani da ogni intendimento di vuota celebrazione rituale: l’umano e il trascendente ritrovano un equilibrio antico.”
Etichetta di produzione artistica fondata in Siena nel 2010.
Inner room organizza ciclicamente in sede e in differenti luoghi mostre ed incontri coinvolgendo i talenti dell’arte contemporanea nelle molteplici realtà di ricerca e produzione dell’azienda stessa, il tutto per la crescita spirituale, sociale ed economica delle persone che sono e che passano da Siena.
Per la sua natura si adatta anche al dialogo con realtà operative e produttive di vario indirizzo, apparentemente lontane all’arte contemporanea, riuscendo secondo il suo scopo a individuare il potenziale dello spazio, favorire la nascita e sviluppare il dialogo opera/uomo coniugando il linguaggio dell’arte con la valorizzazione di senso della realtà che lo ospita.
inner room presenta per ogni mostra un gioiello d’artista.
/
inner room©
“It arises in continuation and discontinuity with the Italian artistic story: the continuous aspect refers above all to the performative character of the initiative; all the details characterize a shared artistic attitude of the authors.
The discontinuous aspect is represented by the fact that the authors are not under the protection of the one who presents and represents them: no longer artists who delegate.
In this sense, the tradition is reevaluated from the performative to the reflective and hermitic one. We are obviously far from any intention of empty ritual celebration: the human and the transcendent rediscover an ancient balance."
Artistic production label founded in Siena in 2010.
Inner room organizes exhibitions and meetings cyclically at its headquarters and in different places, involving the talents of contemporary art in the multiple research and production realities of the company itself, all for the spiritual, social and economic growth of the people who are and who pass through Siena.
Due to its nature it also adapts to dialogue with operational and productive realities of various directions, apparently distant from contemporary art, managing according to its purpose to identify the potential of space, favor the birth and develop the work/man dialogue by combining the language of art with the valorization of the meaning of the reality that hosts it.
inner room presents an artist's jewel for each exhibition.
15
luglio 2024
Das ästhetische Feld
Dal 15 luglio al 16 settembre 2024
arte contemporanea
Location
INNER ROOM – FUSI&FUSI
Siena, via guccio di mannaia, 15, (Siena)
Siena, via guccio di mannaia, 15, (Siena)
Orario di apertura
lun/mon-ven/fri: h 10.00 am-1.00 pm / 3.30 — 7.30 pm
Vernissage
15 Luglio 2024, 18.12
Autore
Curatore
Allestimento
Patrocini