12 luglio 2024

L’ex direttore del British Museum alla guida di un nuovo museo in Arabia Saudita

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Hartwig Fischer è stato chiamato alla guida di un super museo che aprirà a Riyadh, in Arabia Saudita, nel 2026: ex direttore del British Museum, si era dimesso lo scorso anno a seguito dello scandalo dei furti

Già direttore del British Museum di Londra, Hartwig Fischer è stato nominato alla guida di un nuovo super museo dedicato alle arti e alle culture mondiali che aprirà a Riyadh, in Arabia Saudita, nel 2026. La sede del museo, attualmente in costruzione, sarà situata nel Royal Arts Complex, l’avveniristico complesso culturale da oltre 500mila metri quadrati, progettato dal compianto architetto spagnolo Ricardo Bofill. Qui, oltre al Museum of World Cultures, troveranno spazio anche un National Theater e un Royal Institute of Traditional Arts, oltre a tre accademie – l’Accademia delle arti visive tradizionali, l’Accademia del patrimonio culturale e del restauro e l’Accademia delle arti teatrali – circondate da un parco urbano, il King Salman Park, che, con una superficie di oltre 16 chilometri quadrati, diventerà il più grande al mondo.

La Commissione saudita dei musei ha annunciato la nomina di Fischer definendo l’apertura del museo come «Un momento cruciale nella rinascita culturale dell’Arabia Saudita», nell’ambito di un ambizioso piano strategico culturale. Lo scorso anno la RCU – Royal Commission for AlUla annunciava la nascita altri due nuovi musei nell’area di interesse artistico-naturalistico di AlUla: occuparsi della progettazione del museo d’Arte Contemporanea sarà l’architetta franco-libanese Lina Ghotmeh, mentre il britannico Asif Khan realizzerà il museo della Via dell’incenso. È già attivo dal 2018 invece il King Abdulaziz Center for World Culture, conosciuto come Ithra, disegnato dallo studio norvegese di architettura Snøhetta, e che ogni anno ospita Tanween, una piattaforma dedicata alla creatività e alla sostenibilità.

Oltre allo sviluppo del King Abdullah Financial District da 10 miliardi di dollari nel centro di Riyadh, le iniziative culturali saudite includono anche il famoso festival d’arte cittadino Noor Riyadh e la Biennale Diriyah, la cui ultima edizione ha aperto a febbraio. La città è stata anche scelta per ospitare l’Expo 2030 e la Coppa del Mondo di calcio nel 2034.

Fischer si è dimesso dall’incarico di direttore del British Museum lo scorso agosto, a seguito di indagini relative al furto di migliaia di oggetti della collezione del museo londinese. Tra i pezzi trafugati, circa 1500, anche gioielli in oro e gemme semipreziose, alcuni dei quali venduti in asta su eBay. Secondo quanto emerso, Fisher avrebbe saputo dei furti fin dal 2021 e, anche se non è stato direttamente coinvolto, ha preferito dimettersi, affermando di non essere riuscito a impedire i furti, dalla sua posizione di responsabilità.

Nato ad Amburgo, in Germania, il 14 dicembre 1962, Hartwig Fischer iniziò la sua carriera al Kunstmuseum Basel, in Svizzera, dove è stato curatore di arte moderna e del XIX secolo. È stato poi direttore del Museum Folkwang di Essen, quindi delle collezioni d’arte statali di Dresda. A Londra ha diretto il Victoria & Albert Museum, prima di assumere l’incarico come direttore del British Museum, dal settembre 2015. Nel suo incarico, Fischer ha sempre sostenuto la proprietà britannica dei Marmi del Partenone, definendo la rimozione dei pezzi da parte di Lord Elgin, nel periodo compreso tra il 1799 e il 1810, come un «Atto creativo».

«Sotto la sua guida, il museo fungerà da hub dinamico per lo scambio culturale, offrendo una programmazione innovativa, iniziative educative e partnership collaborative per ispirare curiosità, apprezzamento e ammirazione per le diverse tradizioni culturali del mondo», si legge in un comunicato diffuso dalla Commissione Musei saudita. «Con il suo sorprendente edificio alto 110 metri progettato dall’architetto spagnolo Ricardo Bofill, il museo offrirà ai visitatori un’opportunità unica di esplorare le culture del mondo attraverso temi rilevanti per tutta l’umanità, mettendo in relazione il patrimonio saudita e della penisola arabica ed evidenziando le culture che dall’Africa si sono diffuse attraverso l’Asia, l’Europa, l’Oceania e le Americhe».

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