Nato a Lugano nel 1998, Federico Hurth è cresciuto tra i paesaggi sereni di Lugano e il ritmo pulsante di Milano. Da adolescente ha trovato conforto e ispirazione nel variegato arazzo della vita quotidiana, abbracciando il caos e la bellezza che coesistevano nel paesaggio urbano. Questa profonda connessione con le vie della città ha creato le basi per il suo stile fotografico distintivo. Le sue serie includono le strade di Los Angeles e Tokyo, Rio de Janeiro e Scampia. Viaggiando per il mondo, dà una voce potente alle storie silenziose attraverso il suo obiettivo, trasformando l'ordinario in straordinario.

Questa volta ci porta a Seoul, la capitale della Corea del Sud, simbolo di autonomia globale, autosufficienza, prosperità, disciplina, pulizia, istruzione e alta qualità della vita. Questo vale per il 90% della città, ma una piccola parte rimane quasi isolata da tutta questa perfezione. Nel suo viaggio fotografico, Federico Hurth si concentra su queste parti della città, mostrando la vita segreta di Seoul, nascosta agli occhi del pubblico. Pescatori, mercanti, anziani che per pochi WON inventano mestieri e stili di vita che sembrano quasi arcaici.


Il viaggio termina nel Moon Village, il quartiere più povero e degradato della metropoli. Questo agglomerato di case rudimentali, circondate da edifici di edilizia popolare è chiamato “Moon Village" perché sembra alieno e distaccato da una realtà completamente diversa da quella della città di Seoul. Da qui provengono e qui vivono la maggior parte dei mendicanti, dei senzatetto, delle persone umili, che ogni mattina si dirigono nel cuore della giungla urbana per affrontare la giornata e la vita. Le strade diventano una tela per il fotografo, e il suo obiettivo è un condotto per le storie dei marginalizzati e degli trascurati. Ha documentato le lotte e i trionfi della vita, illuminando la resilienza di coloro che spesso vengono dimenticati dalla società.

Federico lavora con la pellicola analogica, le cui imperfezioni e imprevedibilità diventano elementi integranti del suo linguaggio visivo, trasformando le sue fotografie in scorci grezzi e non filtrati nell'anima dei suoi soggetti. Questa è la seconda mostra del fotografo a Lugano, nel 2023 ha presentato il suo progetto “Wasted Youth” alla Doppia V Gallery.