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Un’installazione con quattro sculture luminose in cui attraverso l’alfabeto stellato convivono il pregiato legno di amaranto e l’acciaio, Braillight, e una mostra bipersonale, Ordine: con Fulvio Morella e Arjan Shehaj l’appuntamento estivo in Engadina di Nicoletta Rusconi Art Projects raddoppia.
Il curatore, Sabino Maria Frassà, spiega: «C’è una forte assonanza concettuale tra la vibrante ricerca artistica di Fulvio Morella e Arjan Shehaj, che da anni esplorano l’infinito attraverso il loro caos apparente portatore di nuovi ordini di luce. Il loro lavoro è caratterizzato da quella che potremmo definire una coraggiosa “forma anarchica”. D’altra parte, l’anarchia nell’arte è una dimensione che merita un approfondimento attento: l’arte contemporanea, che da due secoli oscilla tra “forme” e “informe”, dovrebbe essere anarchica e militante per essere davvero tale. Questo significa che dovrebbe essere audace e libera da interessi commerciali e dedicata a esprimere e promuovere un mondo autentico e migliore, dando voce alle sensibilità più acute. Per comprendere come le forme di questi due artisti possano dirsi “anarchiche”, è necessario chiarire gli equivoci che spesso accompagnano il concetto di anarchia. Pierre-Joseph Proudhon, padre dell’anarchismo, scriveva: “La più alta perfezione della società si trova nell’unione dell’ordine e dell’anarchia.” L’anarchia non è lotta all’ordine, ma lotta all’imposizione con la forza di una particolare forma di ordine. I lavori di questi artisti ne sono un esempio, perché danno vita a nuovi ordini formali, lontanissimi dal concetto di caos, comunque di per sé non negativo, forti dell’esigenza di mostrare nuove prospettive sulla nostra esistenza attraverso il loro gesto».
Morella e Shehaj condividono la capacità di impiegare la ripetizione di un modulo, disposto in un ordine non casuale, per comporre chiaramente delle forme riconoscibili. Entrambi sembrano cercare l’infinito attraverso una ripetizione quasi compulsiva.
Prosegue Frassà: «Fulvio Morella ha trasformato l’alfabeto Braille in corpi celesti, trovando enigmatici pensieri di grandi filosofi nel cielo notturno. Le opere presentate nella mostra “Ordine” rappresentano l’inizio e la fine di questa ricerca: in tre anni, l’artista ha progressivamente liberato il singolo tratto, deformando il rigido ordine alfabetico fino a renderlo un caos contenuto in circonferenze ed ellissi. I primi tre lavori (Sipario di Stelle, La vita è una Commedia, Romanitas) mostrano questo passaggio, culminando in una scultura luminosa del ciclo Braillight in cui un ovale racchiude una porzione di cielo con la frase del Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry: “È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi». A proposito di Braillight spiega che «Morella è riuscito così, per la prima volta, a rendere il braille fonte di luce, fondendo elementi di design con lo spirito scultoreo più autentico».
«Allo stesso modo – chiude Frassà – il nuovo ordine di Arjan Shehaj rappresenta la sublimazione del traumatico viaggio, intrapreso appena tredicenne, per arrivare in Italia attraverso le foreste greche. Il suo gesto pittorico è sempre potente e basato su una linea ramo dipinta o disegnata su tela che da vita a fitti rovi. In questa natura selvaggia, fatta di rovi e intricati rami, spiccano sempre nitide delle forme, per lo più circolari: buchi neri o di luce, che ci fanno comprendere come nulla sia casuale. “Ordine” presenta l’evoluzione di questo gesto attraverso due grandi recenti opere (Akumulim e Drutehje) in cui il gesto della singola linea, seppur nella forma ordinata finale, risulta più libero e materico. Analizzando questo singolo “nuovo” tratto, si può intuire l’inizio del gesto pittorico, dove il colore si deposita con maggiore intensità per poi liberarsi in un movimento ondulatorio leggero. Il lavoro di Arjan Shehaj è, infatti, il racconto di una catarsi, la trasformazione del dolore in una nuova forma e significato: in questa selva oscura ci si perde, ma si ritrova anche la via d’uscita».
Braillight e Ordine si affiancheranno, per l’intero corso espositivo, alla sempre visibile vetrina di Bite&Go e alla mostra di fotografie d’arte contemporanea, attentamente selezionate da Nicoletta Rusconi.