05 agosto 2024

Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024

di

In occasione dei cinquant’anni del Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, la mostra offre fino al 6 ottobre la possibilità di vedere una selezione di oltre 200 opere della collezione originaria, che include importanti artisti del '900 come de Pisis, de Chirico, Morandi, Vedova, Guttuso, Depero, Musič, Kokoschka

Il Museo Mario Rimoldi: una favola d'Ampezzo. 1974-2024, installation view. Courtesy Archivio Museo Rimoldi

Si sviluppa sui tre piani del museo la mostra Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024, e mette in luce buona parte del lascito originario, successivamente arricchitosi con nuove donazioni, del collezionista Mario Rimoldi (1900-1972), che aveva espresso l’intenzione di far rimanere le opere raccolte tra le sue amate montagne. Nel mentre dell’esposizione abbiamo parlato con Gianfrancesco Demenego, delegato del museo, di Rimoldi, della collezione, della mostra e di futuro. 

La mostra arriva durante il cinquantesimo anniversario del museo ed è un’occasione per far conoscere la figura di Mario Rimoldi. Chi era Mario Rimoldi?

Nato a Cortina d’Ampezzo nel 1900 da una famiglia di albergatori, studente presso la Scuola Alberghiera di Roma all’inizio degli anni Venti, cominciò a interessarsi all’arte e ad acquistare le prime opere concentrandosi dapprima sull’Ottocento, per poi farsi coinvolgere dai contemporanei, anche quelli non ancora considerati dalla critica. Tornato a Cortina, sensibilità e passione lo spronarono a cercare sempre nuove opere di cui circondarsi; grazie alle frequentazioni nel mondo dell’arte, ai viaggi e all’amicizia con Filippo de Pisis, la collezione crebbe a dismisura tanto da riempire l’albergo di famiglia, l’Hotel Corona, l’abitazione privata, la sua agenzia di viaggi e la locale Scuola d’Arte, di cui fu presidente e dove si studiava circondati da opere e da artisti al lavoro in un’aula trasformata in atelier. Il desiderio di condividere con gli altri quanto raccoglieva fu, infatti, una delle caratteristiche del generoso collezionista, che invitava tutti a fruire del frutto della sua ricerca.

Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024, installation view. Courtesy Archivio Museo Rimoldi

Come emerge la figura di Rimoldi attraverso le opere esposte?

Ammirando le oltre 200 opere esposte in questa mostra, tra cui alcuni capolavori assoluti del ‘900, emerge la figura di un uomo dalla spiccata sensibilità, aperto, lungimirante, coraggioso nelle scelte, desideroso di scoprire cose nuove, che amava stare con gli artisti, confrontarsi con loro, ospitarli a casa sua e vederli creare. Un uomo senza pregiudizi, affascinato da ogni forma di espressione umana. Fu per questo che intorno a lui si creò un consesso non solo di artisti, critici, collezionisti, ma anche di scrittori, poeti, musicisti, uomini di scienza. Perché cultura chiama cultura. Non furono certo un caso la prima Mostra delle Collezioni d’Arte Contemporanea realizzata a Cortina nel 1941, la creazione del Circolo Artistico o di premi come Ulisse e Parigi… come pure la medaglia d’argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte consegnatagli dal Presidente della Repubblica. La varietà e il valore delle opere, unite ai documenti d’archivio, ne sono una tangibile conferma.

Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024, installation view. Courtesy Archivio Museo Rimoldi

Come si sviluppa il percorso espositivo?

Il percorso espositivo si sviluppa sui tre piani del Museo e segue tre filoni principali: la nascita della collezione con i primi capolavori, il rapporto di Mario Rimoldi con gli artisti e le ultime fasi con uno sguardo verso il futuro. Al piano terra troviamo quindi le prime opere tardo ottocentesche della collezione, accostate a quelle del modernismo italiano e unite dal tema del paesaggio, oltre a un’anteprima di alcune opere di de Pisis, tra cui la Chiesa di Cortina, amatissima da Rimoldi. Il primo piano, che accoglie i visitatori con una selezione di splendidi fiori di de Pisis, lascia spazio a nuclei più concentrati di opere di artisti di cui Rimoldi è stato grande sostenitore e con i quali ha coltivato delle vere amicizie: Campigli, Sironi, Savinio, Musič… Il terzo, sorprendente, spazio espositivo presenta le ultime fasi del collezionismo di Rimoldi, dov’è evidente la sua capacità di individuare un gruppo di giovani artisti che stavano tentando di aprire una nuova via verso l’astrattismo. 

Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024, installation view. Courtesy Archivio Museo Rimoldi

Rimoldi fu primo cittadino quando Cortina fu protagonista dei VII Giochi Olimpici Invernali, nel 1956. Tra due anni, nel 2026, settant’anni dopo, Cortina tornerà a ospitare i Giochi olimpici. Quali iniziative immagina o ha già in programma il museo per quell’occasione?

La programmazione è già in atto da tempo. Sicuramente il Museo farà la sua parte sposando la visione di Rimoldi, il quale ritenne sempre fondamentale per la crescita di Cortina il connubio tra bellezze naturali, manifestazioni sportive e cultura e si adoperò senza posa in tal senso. Aver raccolto il suo testimone cinquant’anni or sono va al di là del seppur nobilissimo impegno del conservare il patrimonio. Il dovere maggiore per il Museo, preziosa eredità morale di Rimoldi, consiste nell’adoperarsi affiché queste espressioni della visione del mondo e della forza creatrice di tanti artisti, intorno e attraverso le quali Rimoldi sviluppò a Cortina una vivace vita culturale, continuino a “parlare” a cittadini e ospiti, incentivando relazioni e progetti finalizzati al nutrimento della mente e dello spirito e mantenendo vivo quell’atteggiamento aperto alle novità del presente e agli sviluppi nel futuro, che fu una delle caratteristiche più apprezzabili di Mario Rimoldi. 

Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024, installation view. Courtesy Archivio Museo Rimoldi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui