14 agosto 2024

Addio a Peggy Moffit, modella simbolo dello stile anticonformista anni Sessanta

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Protagonista dello scatto di William Claxton con indosso il monokini, è stata una sostenitrice della libertà del corpo e della moda unisex

Peggy Moffitt
All’età di 87 anni a Beverly Hills in California si spegne Peggy Moffitt, modella emblema dello stile anticonformista degli anni ’60, che ha combattuto a lungo contro una malattia. Non solo una modella, ma una vera musa per il marito e fotografo William Claxton e il designer Rudi Gernreich, che l’ha resa famosa facendole indossare il monokini. Già nel lontano 1998 Carla Sozzani aveva organizzato una pionieristica mostra e pubblicazione con le foto di Claxton (fotografo importante per le sue immagini di artisti del jazz), lo stilista Gernreich e la stessa Moffitt che, pur essendo un’attrice di danza e mimo, si
era rivelata modella d’eccezione nell’interpretare lo stile all’avanguardia di Gernreich. Il risultato è stato straordinaria produzione di immagini grafico-fotografiche che sommano lo stile del genio della moda con la stretta empatia tra l’artista e la sua musa. Commenta sui social la stessa Carla Sozzani: “Peggy Moffit è stata un vero simbolo di liberta ed emancipazione femminile, oltre ad essere una musa e costante ispirazione sia per il marito William Claxton, sia per il designer Rudy Gernreich. Il suo stile, taglio di capelli e
make up sono emblematici di un’era”. Ricordata in tutto il mondo per il suo scatto in topless del 1964 con il costume da bagno monokini che lasciava scoperto il seno, tanto rivoluzionario quanto discusso per l’epoca, la sua personalità e la sua estetica hanno influenzato in modo profondo la scena fashion degli anni Sessanta. Questo scatto ha fatto il giro del mondo, realizzato dal fotografo e marito della modella, William Claxton, ha destato scalpore in un’epoca in cui le donne si battevano per una maggiore libertà sociale e politica.  Anche il suo stesso stile e taglio di capelli soprannominato Five point cut realizzato per lei all’inizio degli anni 60 dal celebre hair stylist Vidal Sassoon, era ispirato al movimento della Bauhaus e voleva riflettere il suo spirito anticonformista, diventando di tendenza tanto da essere poi adottato anche da un’altra icona di quegli anni, la stilista Mary Quant. Stessa sperimentazione per i suoi make-up grafici ispirati al teatro kabuki che, includendo ciglia finte e uno spesso eyeliner sugli occhi, completarono il suo look e si inserirono nelle tendenze geometriche del decennio.
Peggy Moffitt, caftano collezione gernreich. Foto di William Claxton

La carriera di Peggy Moffitt e l’amicizia con Rudi Gernreich

Originaria di Los Angeles, Moffitt, prima di iniziare la sua carriera nel fashion a Parigi a fine anni ’50, aveva studiato inizialmente recitazione, esperienza che la portò a ottenere ruoli in film come Blow-up di Michelangelo Antonioni e altri minori. Ha poi approfondito lo studio della danza, che ne ha influenzato il suo gusto nell’abbigliamento e il suo stile specie nel posing, divenuto riconoscibile per i suoi movimenti particolarmente fluidi. La sua storia si
intreccia con quella del designer austriaco di nascita Rudy Gernreich (1922, Austria – 1985 Stati Uniti) che per sfuggire al nazismo, all’età di 16 anni emigra negli Stati Uniti. È stato uno dei più originali e anticonformisti designer dagli anni Cinquanta ai Settanta. È l’inventore del topless e il primo ad utilizzare il vinile e le materie plastiche per gli abiti. Nel 1972 inventa il ‘No- Bra’, un reggiseno senza ganci che si indossa facendolo scivolare dalla testa come un pullover. E proprio Peggy Moffitt diventa la sua modella preferita e musa ispiratrice, con cui ha realizzato campagne e foto divenute iconiche e ancora oggi di grande ispirazione. Gernreich è stato forse il primo a parlare di moda unisex mettendo in discussione il concetto di genere come diceva lo stesso designer: “Vedo unisex come una dichiarazione totale sull’uguaglianza di uomini e donne. Le loro diverse nature sessuali non hanno più bisogno del supporto sociale delle differenze di abbigliamento. Unisex rivela la natura, la nostra comune umanità. Non lo nasconde o lo confonde” (1970). La storia di
Gernreich e Moffitt ha ancora oggi molto da insegnare sulla solidarietà umana
e creativa, un bell’esempio di libertà e sperimentazione in un periodo in cui non era così scontato essere fuori da certi schemi.

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