26 agosto 2024

Olivo Barbieri, forma e immagine della città: la mostra a Pesaro

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Ai Musei Civici di Palazzo Mosca di Pesaro, una mostra fotografica ripercorre la lunga ricerca di Olivo Barbieri: 20 anni di osservazioni di città dall’alto, tra architettura e archetipo

Olivo Barbieri, Niagara Falls, Canada, USA, 2007

La mostra Spazi a Tempo di Olivo Barbieri (Carpi, 1954), a cura di Alessandro Dandini de Sylva per i Musei Civici di Palazzo Mosca, a Pesaro, offre uno sguardo sul lavoro del fotografo: al primo piano è presente infatti una selezione di video e opere fotografiche dalla serie site specific_. Al piano terra invece sono consultabili 24 pubblicazioni relative ai vari progetti realizzati nel corso degli anni da Barbieri.

La mostra, promossa dal Comune di Pesaro, organizzata dalla Fondazione Pescheria Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei e prodotta da Istmo, è uno dei progetti di Pesaro 2024. L’esposizione inoltre è accompagnata da Timed Spaces, una raccolta edita da Quodlibet, interamente dedicata alla serie site specific_, che ripercorre cronologicamente 20 anni di osservazioni di città dall’alto, mettendo insieme, per la prima volta, lavori realizzati dal 2003 al 2023. La sequenza di 145 immagini è seguita da un testo introduttivo di Marcello Smarrelli, direttore artistico di Pesaro Musei, un saggio di Manuel Orazi, docente presso l’Accademia di architettura di Mendrisio, e una conversazione tra artista e curatore.

Timed Spaces, Olivo Barbieri, Quodlibet, foto Eleonora Cerri Pecorella
Timed Spaces, Olivo Barbieri, Quodlibet, foto Eleonora Cerri Pecorella

Sin dall’inizio dei suoi lavori, che risalgono agli anni ‘70, Barbieri ha cercato di scoprire come mai l’uomo abbia dato tale forma al mondo costruito. L’intento del fotografo è comprendere se vi è un meccanismo psichico sotteso che varia in base alla nazionalità e alla posizione geografica, oppure se si tratta di un processo psichico animale. Con i suoi scatti intende mettere in relazione degli oggetti che scopre lungo il suo viaggio, anche se questi appartengono a zone geograficamente agli antipodi.

Il suo non è lo sguardo del documentarista, ma l’interesse è rivolto verso la comprensione della forma della città e in quale misura i rapporti spaziali tra gli oggetti si modificano. Il suo approccio è scientifico, in quanto si avvale dell’apparecchio fotografico, ma da ciò prova a desumere un concetto universale, per comprendere il significato delle scelte che vengono compiute dall’uomo. Non perseguendo l’intendo di riportare fedelmente la realtà e preferendo creare una narrazione attraverso l’immagine, Barbieri traduce in nuove storie la sua esperienza percettiva del mondo.

Olivo Barbieri, JORDAN

L’immagine, secondo Olivo Barbieri, può essere di due tipologie: a fuoco/sfocata o negativa/positiva. Il negativo e il positivo contengono la stessa quantità di informazioni e questa dicotomia, per il fotografo, assurge anche a giudizio morale: tutto ciò che è negativo non è sempre solo negativo e quello che è positivo non è sempre da considerare interamente tale.

L’autore, con le sue immagini, ci spinge anche a riflettere sulla condizione umana e sulla ormai consolidata visione antropocentrica. Infatti, le foto di Barbieri ci mostrano come l’uomo sia infinitamente piccolo rispetto agli edifici, ai paesaggi e allo spazio in generale in cui è immerso. Oltre alle immagini, che vedono i colori alterati come nella serie dedicata a Capri, Barbieri introduce nelle sue foto anche il rendering: non di rado si può notare la presenza di oggetti o edifici realizzati al computer e inseriti armoniosamente nella dinamica urbana.

La visione di Barbieri è quindi propositiva e aperta a tutte le novità che il futuro può riservare: tale attitudine è espressa, per esempio, dai deserti, che vengono visti dal fotografo non come i “negativi” delle metropoli, bensì come delle ipotesi per nuove vite possibili.

Olivo Barbieri, Primm, NV USA, 2017

Le opere fotografiche e i video presenti in mostra al primo piano dei Musei Civici di Palazzo Mosca appartengono quasi interamente alla serie site specific_, uno studio sulla forma della città contemporanea interlacciato con le attuali modalità percettive, che Barbieri ha iniziato nel 2003. Il fotografo utilizza la stessa cifra stilistica in ogni città che visita da quell’anno: ottiene le sue registrazioni fotografiche e audiovisive da un elicottero.

Olivo Barbieri, Spazi A Tempo, veduta della mostra, Pesaro, 2024, foto Eleonora Cerri Pecorella
Olivo Barbieri, Spazi A Tempo, veduta della mostra, Pesaro, 2024, foto Eleonora Cerri Pecorella

Barbieri ci induce a porre attenzione, tramite il fuoco selettivo, su una determinata porzione della foto. Utilizzando la tecnica del tilt-shift, ci mostra un mondo in miniatura, gli oggetti e le persone sembrano dei modellini, così indifesi in un mondo tanto vasto e crudele. Tra le opere fotografiche site specific_ infatti sono presenti anche gli scatti relativi ai diversi terremoti che hanno colpito la penisola italiana: il terremoto dell’Aquila, di Gibellina, dell’Emilia, delle Marche. Le case squarciate, le chiese distrutte e la desolazione delle foto si pone in contrasto con le foto delle metropoli con folle di persone a Las Vegas, Siviglia o Venezia. Barbieri analizza il territorio e la città in tutte le sue sfaccettature.

Olivo Barbieri, Spazi A Tempo, veduta della mostra, Pesaro, 2024, foto Eleonora Cerri Pecorella
Olivo Barbieri, Spazi A Tempo, veduta della mostra, Pesaro, 2024, foto Eleonora Cerri Pecorella

Oltre alle foto, in mostra sono presenti cinque video, tra cui LA CITTA’ PERFETTA del 2015. Il lavoro è stato commissionato a Barbieri dal museo MAXXI di Roma, che ha chiesto al fotografo di dare la sua visione, tramite gli “scatti in volo”, delle città che affacciano sull’Adriatico, da Rimini a Urbino, dall’entroterra al lungomare.

La mostra, che rappresenta solo una parte di un progetto più prolifico, sarà visitabile presso i Musei Civici di Palazzo Mosca, a Pesaro, fino al 15 settembre 2024.

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