30 agosto 2024

In Giappone, il destino del Kawamura Museum è appeso a un filo

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Il Kawamura Museum di Sakura è un gioiello culturale giapponese, con opere di Rothko, Picasso e Rembrandt, ma potrebbe chiudere a causa delle difficoltà economiche della società che ne detiene la proprietà

Il concetto di mono no aware, che sostanzialmente punta a una completa consapevolezza dell’effimero, potrebbe applicarsi al destino incerto del Kawamura Memorial DIC Museum of Art, in Giappone. Infatti, la DIC Corporation, gigante chimico giapponese specializzato in inchiostri, pigmenti e materie plastiche, sta navigando in acque agitate a causa di perdite finanziarie e debiti crescenti e ha messo sotto esame il futuro del museo, un gioiello di sua proprietà. In una riunione del 27 agosto, il consiglio di amministrazione della DIC ha affrontato una questione spinosa: come gestire la sede museale che, sebbene preziosa, potrebbe non essere più allineata con le esigenze di efficienza aziendale.

Situato a Sakura, nella prefettura di Chiba, e inaugurato nel 1990, il museo è circondato da un parco di 30 ettari con oltre 200 specie di alberi, 500 specie di piante e abitato da molti uccelli selvatici. Al suo interno ospita una collezione d’arte di tutto rispetto, con circa 1000 opere, di cui 384 di proprietà della DIC. Tra i capolavori spiccano sette degli iconici Seagram Murals di Mark Rothko, oltre a lavori di maestri come Cy Twombly, Pablo Picasso, Renoir, Rembrandt, Claude Monet, Jackson Pollock, Andy Warhol e Robert Ryman.

Un patrimonio inestimabile per gli amanti dell’arte e che per gli investitori si attesta su cifre di tutto rispetto. «Al 30 giugno 2024, il valore complessivo delle opere di proprietà della Società, valutato al costo storico, ammontava a circa 11,2 miliardi di yen (circa 69 milioni di euro, ndr)», ha dichiarato la DIC. Ma questo tesoro potrebbe nascondere un valore ben più grande. Secondo il Financial Times, la DIC ha evitato di rivelare la portata esatta della sua collezione ma il valore reale potrebbe superare il miliardo di dollari.

La gestione di questo patrimonio è ora al centro di un acceso dibattito. Il consiglio di amministrazione ha riconosciuto che, se visto puramente come un asset, il museo non sta sfruttando al meglio il suo potenziale economico. «È giunto il momento di riconsiderare il posizionamento delle attività del museo in termini di valore sia sociale che economico», ha dichiarato l’azienda.

Tre scenari sono sul tavolo: mantenere lo status quo, ridurre le dimensioni e trasferire il museo, possibilmente a Tokyo, oppure chiudere definitivamente le operazioni. Il Corporate Value Improvement Committee, un comitato esterno appositamente istituito dalla DIC per fornire consulenza sulla gestione futura del museo, ha già espresso la sua opinione: «La continuazione delle operazioni del museo secondo l’attuale accordo non è considerata praticabile».

Il fondo Oasis Management, uno dei principali azionisti della DIC, spinge per un cambiamento deciso. Il suo fondatore, Seth Fischer, ha affermato che «I gestori patrimoniali giapponesi stanno diventando sempre più critici nei confronti della cattiva governance aziendale». Questo clima di crescente pressione per migliorare la gestione del capitale e la governance potrebbe segnare un punto di svolta per il museo.

Con una chiusura temporanea già programmata a partire da febbraio 2025, il destino del Kawamura Memorial DIC Museum of Art sarà deciso in una riunione del consiglio a dicembre. La conclusione definitiva è ancora incerta ma, per il momento, il futuro del museo è appeso a un filo.

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