05 settembre 2024

Anelli Olimpici permanenti sulla Tour Eiffel? La Francia si divide

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Gli anelli olimpici rimarranno esposti sulla Tour Eiffel anche dopo la fine delle Olimpiadi ma non tutti sono d'accordo: è polemica sulla decisione della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo

Nessuno tocchi la Tour Eiffel: si sa quanto i parigini siano legati al loro monumento più iconico e fotografato, simbolo della dimensione tanto universale quanto squisitamente francese della capitale (il caso dei contestatissimi Tulips di Jeff Koons ha fatto scuola). La scelta di addobbarla con i cinque anelli colorati – che rappresentano l’unione dei cinque continenti – durante i Giochi Olimpici è stata accettata di buon grado ma la decisione della sindaca Anne Hidalgo di rendere l’installazione permanente ha mandato su tutte le furie gli stessi discendenti di Gustave Eiffel, l’audace – qualcuno direbbe spregiudicato – ingegnere che progettò la visionaria e controversa struttura, originariamente pensata come temporanea, in occasione dell’Esposizione universale del 1889. E dire che il simbolo di fratellanza e condivisione delle Olimpiadi fu ideato da un altro grande francese, Pierre de Coubertin. Insomma, si tratta di un derby in famiglia.

«Non ci sembra appropriato che la Torre Eiffel, simbolo storico di Parigi e della Francia, debba essere associata in modo permanente a un’organizzazione esterna, per quanto prestigiosa possa essere», si legge in una nota pubblicata dalla AGDE, l’associazione che rappresenta circa 70 parenti della famiglia Eiffel. «I Giochi Olimpici cambiano Paese ogni quattro anni. Non vi è alcun motivo per cui la Torre Eiffel continui a indossare gli anelli dopo i Giochi di Parigi», continuano, citando esempi di altre cause da abbracciare e mettere in risalto attraverso la sua facciata, come accaduto «Con i colori dell’Europa per la presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea o anche con quelli dell’Ucraina per affermare il sostegno della nazione a questo Paese, un anno dopo l’inizio dell’invasione russa».

Su Change.org è stata pubblicata anche una petizione contro l’installazione permanente dei cerchi olimpici sulla Tour Eiffel, che ha raccolto poco meno di 40mila firme in una settimana. «I Giochi Olimpici di Parigi sono stati una celebrazione e un modello di organizzazione che ha sorpreso noi francesi», scrivono gli estensori della petizione, che ringraziano il Comitato Organizzatore delle Olimpiadi e tutti i volontari. «Il luogo degli anelli olimpici durante questi Giochi era sulla Torre Eiffel, ma una volta trascorso il momento della celebrazione, il nostro monumento emblematico deve tornare al suo stato naturale».

La sindaca di Parigi invece auspica esattamente il contrario e ha fatto sapere di voler mantenere a tutti i costi i cerchi, situati a circa 60 metri di altezza, anche alla chiusura dei Giochi paralimpici, dopo l’8 settembre. «Come sindaco di Parigi, la decisione spetta a me e ho l’accordo del CIO (il Comitato Olimpico, ndr). Quindi sì, resteranno sulla Torre Eiffel», ha dichiarato Hidalgo al giornale Ouest-France. La città di Parigi è infatti proprietaria del monumento, così come la Société d’Exploitation de la Tour Eiffel, la società che la gestisce.

Insomma, «Voglio che questo spirito festivo rimanga», ha rincarato la dose Hidalgo, specificando che quella delle Olimpiadi non è stata una parentesi ma una parte di un processo di trasformazione della città. «Questi Giochi sono un acceleratore, Parigi non sarà più la stessa: nella mente dei francesi, nella mente dei parigini, nella mente del mondo. Come le Esposizioni universali o i Giochi del 1900 o del 1924, abbiamo preso collettivamente coscienza di aver costruito e poi vissuto e condiviso un momento storico», ha proseguito la sindaca, non lesinando sulla grandeur ma rimanendo con i piedi per terra (anzi, tra il primo e secondo piano della torre). Infatti, Hidalgo ha in programma di far realizzare alla società ArcelorMittal, il colosso multinazionale dell’acciaio che ha costruito i cerchi, una versione più leggera, visto che il peso attuale di 33 tonnellate è troppo elevato per un’esposizione a lungo termine.

Peraltro, non è la prima volta che la Torre Eiffel presta i suoi spazi a messaggi di vario genere. Clamoroso è il caso della scritta Citroen composta da 200mila lampadine, che rimasero accese dal 1925 al 1934 per pubblicizzare la casa automobilistica (il progetto di questa enorme insegna luminosa era dell’italiano Fernando Jacopozzi). Ma Rachida Dati, ministra della Cultura francese, sconfitta da Hidalgo alle elezioni a sindaco del 2020, ritiene che lo status storico della struttura potrebbe impedire l’installazione permanente degli anelli. «La Torre Eiffel è un monumento protetto», ha scritto su X. «Prima che vengano prese decisioni o annunci in merito, è importante che tutte le procedure e le consultazioni volte a proteggere il patrimonio siano rispettate».

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