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Loredana Longo – CROSSING THE LINE
Tra gli spazi della storica villa Rospigliosi di Prato ChorAsis accoglie l’azione distruttrice della ricerca creativa dell’artista, violenza e sconfitta nel dialogo con la parola Vittoria, la necessità del varcare il limite o un confine, la forza del restare e reagire
Comunicato stampa
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ChorAsis - lo spazio della visione presenta il nuovo progetto espositivo realizzato tra gli ambienti interni ed esterni della storica villa Rospigliosi di Prato.
CROSSING THE LINE, la mostra personale di Loredana Longo a cura di Irene Biolchini.
Nel corso dell’ultimo anno l’artista ha costruito un progetto che rielabora e sviluppa alcuni dei temi portanti della propria ricerca: la distruzione come risorsa creativa; la sconfitta e la vittoria come volti inseparabili della stessa violenza; la necessità di superare il limite, di varcare un confine (fisico o mentale).
Negli spazi di Villa Rospigliosi l’artista costruisce un percorso attraverso una molteplicità di materiali e linguaggi, dal video alla performance, dalla scultura all’installazione. L’azione distruttrice rimane come testimonianza nei materiali che l’artista adotta: colli di bottiglia, scarpe chiodate, piastrelle di cemento sconnesse. La violenza suggerita da ciascuno di questi elementi viene messa in dialogo con la parola Vittoria, da anni al centro delle sue ricerche. «Victory è una parola che ho utilizzato dal 2016, quando vidi un’immagine in televisione che mi toccò molto. Un jiahdista era in piedi su un pezzo di colonna di un tempio a Palmira, distrutto dalle bombe, felicemente sfoggiava un sorriso, il braccio alzato e le dita in segno di vittoria. Il marmo è stato il primo materiale con il quale ho realizzato il mio primo Victory, poi negli anni declinato in diversi progetti. Purtroppo, la storia non ha mai contraddetto questa mia banale provocazione». La rovina e la distruzione sono il punto di partenza per la creazione, per rielaborare ciò che la violenza e lo scontro lasciano: un paesaggio devastato e precario. Non interessano più i martiri, né gli eroi ma i testimoni, coloro che rimangono, chiamati a reagire, a immaginare nuove forme dai resti di ciò che era.
Ecco allora che i protagonisti del video VICTORY, un gruppo di giovani ragazzi chiamati allo scontro, diventano il controcanto dell’azione performativa dell’artista: la vittoria è calpestata della violenza del confronto. In anni di polarizzazione progressiva del dibattito, in cui anche concetti e posizioni complesse vengono spesso ricondotte a due fronti, l’artista mette in scena la battaglia, spostando l’attenzione non sulla forza dello scontro, ma sull’effetto distruttivo dello stesso. Lo spettatore si trova così obbligato a confrontarsi con i temi della vittoria e della sconfitta o, meglio, all’impossibilità di ignorare i vinti e le macerie che sempre accompagnano ogni vittoria.
In occasione dell’opening si terrà anche la performance “How to make my victory”
Loredana Longo (1967). Ha conseguito il diploma in Lingue straniere e il Diploma di Laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania. Artista poliedrica, utilizza svariate tecniche e materiali per realizzare le sue opere, che sono principalmente costituite da installazioni site specific, sculture, performance, documentazioni fotografiche e video. La sua ricerca si può sintetizzare in quella che l’artista definisce “estetica della distruzione”, un insieme di visioni, spesso provocatorie, in cui distrugge e ricostruisce i suoi soggetti. All’inizio del suo percorso artistico si è fatta notare per una serie di lavori chiamati EXPLOSION, in cui costruiva dei veri e propri set teatrali che poi distruggeva tramite un’esplosione per poi ricostruire tutto, lasciando parti incomplete che testimoniassero l’avvenuto, l’intero processo è inoltre documentato da un video proiettato accanto alla scena dell’esplosione. Nella serie FLOOR, costruisce enormi pavimenti in cemento, lavorando sul tema del cemento impoverito, ogni mattonella è costituita da calcestruzzo in cui emergono materiali che testimoniano metaforicamente il soggetto al quale l’artista si sta dedicando. Nel suo primo FLOOR ha affogato abiti di lavoratori di tre colori, verde, bianco e rosso, creando un pavimento / bandiera sul quale il pubblico era costretto a camminare. Il suo soggetto preferito rimane il fuoco con il quale lavora ogni materia, che sia esplosione, come nelle ultime ceramiche o bruciature come nei suoi VICTORY, tessuti in velluto in cui l’artista brucia con un saldatore elettrico immagini che ruba da internet. La scritta VICTORY diventa una provocazione, le immagini rappresentano spesso situazioni drammatiche o di interesse sociale e politico. Nei suoi CARPET preziosi tappeti orientali, brucia sul manto scritte di politici occidentali, creando una sorta di collezione di preziosi aforismi. La capacità con la quale utilizza molteplici materiali e tecniche, costituisce sicuramente la prerogativa fondamentale di quest’artista, che ama lavorare sulle grandi dimensioni, non tralasciando mai i particolari.
Numerose le mostre in Italia e all’estero tra cui ricordiamo:
2024/ Interaction, Madeincloister, Napoli / 2023 / La vita è Wow, 15 anni di Dynamo Art Factory, Triennale di Milano / Mirroring, Galleria Anna Marra, Roma / 2022/ CRASH#1 / 2, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo e Milano / BREAK, Montoro12 Gallery, Bruxelles 2021 / La Vie Materielle, Centrale pour l’Art Contemporaine, Bruxelles /2020 / Quello che rimane, Monte di Pietà di Palazzo Branciforte, Palermo / 2019 / Creative Executions, Officine Saffi, Milano / Second Life, Sahrai flagship store, London La vita materiale, Palazzo da Mosto, Reggio Emilia/ Ardente, Fondazione Sicilia, Palermo/ 2018 She Devil remix, Museo Pecci, Prato/ Piedediporco Francesco Pantaleone, Milano/ Same same but different, Kunst Merano Arte, Merano / 2017/ Victory, La Mattanza, Consolato Generale d’Italia a New York/ Due South, Delaware Contemporary Museum, Wilmington, USA Victory, Francesco Pantaleone arte Contemporanea, Palermo, 2016/The Mdina Cathedral Contemporary Art Biennale, Malta / 2015/ Nel mezzo del mezzo, Palazzo Riso, Palermo, 2015/ My own war, GAM, Palermo, 2014/ Un été sicilien, Chateau de Nyon, Svizzera, 2013/ Violence- XV Biennale Donna- PAC- Ferrara, 2012/ Secret Gardens, Tent, Rotterdam/ WUunsch und Ordnung, Ausstelungsraum Klingental, Basel, Svizzera, 2011/ Festarte Videoart Festival, MACRO Testaccio, Roma, 2010/ Inmotion 2009, Biennal Internacional de Performance i Arts Visuals Aplicades, CCCB, Spagna, 2009/ AIM, International Biennale, Marrakech, Marocco, 2009/ Tina B., The Prague Contemporary Art Festival, Praga, Repubblica Ceca, 2008/ Abracadabra, Italian Institute of Culture, Madrid, Spagna, 2008/ Gemine Muse International, Benaki Museum, Atene
ChorAsis. Lo spazio della visione
Associazione culturale di sostegno agli artisti, sperimentazione, produzione e promozione di progetti di arte contemporanea presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato (già villa Aldobrandini). Il progetto di ricerca ChorAsis intende riflettere sul significato della persistenza del passato nel presente, mettendo a disposizione degli artisti alcuni ambienti storici della villa e il suo parco-giardino. Gli artisti sono invitati a leggere liberamente il contemporaneo in un confronto tra natura storia architettura mediante creazione di opere e interventi site specific. Punto fondamentale per ChorAsis ristabilire il rapporto creativo fra opera, spazio e lo sguardo di chi osserva, evidenziando il processo creativo nelle sue diverse fasi, dalla genesi all’opera finita, agli incontri con il pubblico.
DATI
Titolo CROSSING THE LINE
Artista Loredana Longo
Curatrice Irene Biolchini
Direzione Artistica ChorAsis - Lo spazio della Visione
Opening 15 settembre, ore 18:30
Periodo espositivo 15 settembre – 10 novembre 2024
Sede Villa Rospigliosi, via Firenze 83, Prato
Visitabile tutti i giorni gratuitamente su prenotazione
Contatti e-mail: chorasis.spaziovisione@gmail.com ph. 348.7814430 – 339.2740656
Comunicazione Carla Carbone
Courtesy FPAC, Francesco Pantaleone Arte Contemporanea
CROSSING THE LINE, la mostra personale di Loredana Longo a cura di Irene Biolchini.
Nel corso dell’ultimo anno l’artista ha costruito un progetto che rielabora e sviluppa alcuni dei temi portanti della propria ricerca: la distruzione come risorsa creativa; la sconfitta e la vittoria come volti inseparabili della stessa violenza; la necessità di superare il limite, di varcare un confine (fisico o mentale).
Negli spazi di Villa Rospigliosi l’artista costruisce un percorso attraverso una molteplicità di materiali e linguaggi, dal video alla performance, dalla scultura all’installazione. L’azione distruttrice rimane come testimonianza nei materiali che l’artista adotta: colli di bottiglia, scarpe chiodate, piastrelle di cemento sconnesse. La violenza suggerita da ciascuno di questi elementi viene messa in dialogo con la parola Vittoria, da anni al centro delle sue ricerche. «Victory è una parola che ho utilizzato dal 2016, quando vidi un’immagine in televisione che mi toccò molto. Un jiahdista era in piedi su un pezzo di colonna di un tempio a Palmira, distrutto dalle bombe, felicemente sfoggiava un sorriso, il braccio alzato e le dita in segno di vittoria. Il marmo è stato il primo materiale con il quale ho realizzato il mio primo Victory, poi negli anni declinato in diversi progetti. Purtroppo, la storia non ha mai contraddetto questa mia banale provocazione». La rovina e la distruzione sono il punto di partenza per la creazione, per rielaborare ciò che la violenza e lo scontro lasciano: un paesaggio devastato e precario. Non interessano più i martiri, né gli eroi ma i testimoni, coloro che rimangono, chiamati a reagire, a immaginare nuove forme dai resti di ciò che era.
Ecco allora che i protagonisti del video VICTORY, un gruppo di giovani ragazzi chiamati allo scontro, diventano il controcanto dell’azione performativa dell’artista: la vittoria è calpestata della violenza del confronto. In anni di polarizzazione progressiva del dibattito, in cui anche concetti e posizioni complesse vengono spesso ricondotte a due fronti, l’artista mette in scena la battaglia, spostando l’attenzione non sulla forza dello scontro, ma sull’effetto distruttivo dello stesso. Lo spettatore si trova così obbligato a confrontarsi con i temi della vittoria e della sconfitta o, meglio, all’impossibilità di ignorare i vinti e le macerie che sempre accompagnano ogni vittoria.
In occasione dell’opening si terrà anche la performance “How to make my victory”
Loredana Longo (1967). Ha conseguito il diploma in Lingue straniere e il Diploma di Laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania. Artista poliedrica, utilizza svariate tecniche e materiali per realizzare le sue opere, che sono principalmente costituite da installazioni site specific, sculture, performance, documentazioni fotografiche e video. La sua ricerca si può sintetizzare in quella che l’artista definisce “estetica della distruzione”, un insieme di visioni, spesso provocatorie, in cui distrugge e ricostruisce i suoi soggetti. All’inizio del suo percorso artistico si è fatta notare per una serie di lavori chiamati EXPLOSION, in cui costruiva dei veri e propri set teatrali che poi distruggeva tramite un’esplosione per poi ricostruire tutto, lasciando parti incomplete che testimoniassero l’avvenuto, l’intero processo è inoltre documentato da un video proiettato accanto alla scena dell’esplosione. Nella serie FLOOR, costruisce enormi pavimenti in cemento, lavorando sul tema del cemento impoverito, ogni mattonella è costituita da calcestruzzo in cui emergono materiali che testimoniano metaforicamente il soggetto al quale l’artista si sta dedicando. Nel suo primo FLOOR ha affogato abiti di lavoratori di tre colori, verde, bianco e rosso, creando un pavimento / bandiera sul quale il pubblico era costretto a camminare. Il suo soggetto preferito rimane il fuoco con il quale lavora ogni materia, che sia esplosione, come nelle ultime ceramiche o bruciature come nei suoi VICTORY, tessuti in velluto in cui l’artista brucia con un saldatore elettrico immagini che ruba da internet. La scritta VICTORY diventa una provocazione, le immagini rappresentano spesso situazioni drammatiche o di interesse sociale e politico. Nei suoi CARPET preziosi tappeti orientali, brucia sul manto scritte di politici occidentali, creando una sorta di collezione di preziosi aforismi. La capacità con la quale utilizza molteplici materiali e tecniche, costituisce sicuramente la prerogativa fondamentale di quest’artista, che ama lavorare sulle grandi dimensioni, non tralasciando mai i particolari.
Numerose le mostre in Italia e all’estero tra cui ricordiamo:
2024/ Interaction, Madeincloister, Napoli / 2023 / La vita è Wow, 15 anni di Dynamo Art Factory, Triennale di Milano / Mirroring, Galleria Anna Marra, Roma / 2022/ CRASH#1 / 2, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo e Milano / BREAK, Montoro12 Gallery, Bruxelles 2021 / La Vie Materielle, Centrale pour l’Art Contemporaine, Bruxelles /2020 / Quello che rimane, Monte di Pietà di Palazzo Branciforte, Palermo / 2019 / Creative Executions, Officine Saffi, Milano / Second Life, Sahrai flagship store, London La vita materiale, Palazzo da Mosto, Reggio Emilia/ Ardente, Fondazione Sicilia, Palermo/ 2018 She Devil remix, Museo Pecci, Prato/ Piedediporco Francesco Pantaleone, Milano/ Same same but different, Kunst Merano Arte, Merano / 2017/ Victory, La Mattanza, Consolato Generale d’Italia a New York/ Due South, Delaware Contemporary Museum, Wilmington, USA Victory, Francesco Pantaleone arte Contemporanea, Palermo, 2016/The Mdina Cathedral Contemporary Art Biennale, Malta / 2015/ Nel mezzo del mezzo, Palazzo Riso, Palermo, 2015/ My own war, GAM, Palermo, 2014/ Un été sicilien, Chateau de Nyon, Svizzera, 2013/ Violence- XV Biennale Donna- PAC- Ferrara, 2012/ Secret Gardens, Tent, Rotterdam/ WUunsch und Ordnung, Ausstelungsraum Klingental, Basel, Svizzera, 2011/ Festarte Videoart Festival, MACRO Testaccio, Roma, 2010/ Inmotion 2009, Biennal Internacional de Performance i Arts Visuals Aplicades, CCCB, Spagna, 2009/ AIM, International Biennale, Marrakech, Marocco, 2009/ Tina B., The Prague Contemporary Art Festival, Praga, Repubblica Ceca, 2008/ Abracadabra, Italian Institute of Culture, Madrid, Spagna, 2008/ Gemine Muse International, Benaki Museum, Atene
ChorAsis. Lo spazio della visione
Associazione culturale di sostegno agli artisti, sperimentazione, produzione e promozione di progetti di arte contemporanea presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato (già villa Aldobrandini). Il progetto di ricerca ChorAsis intende riflettere sul significato della persistenza del passato nel presente, mettendo a disposizione degli artisti alcuni ambienti storici della villa e il suo parco-giardino. Gli artisti sono invitati a leggere liberamente il contemporaneo in un confronto tra natura storia architettura mediante creazione di opere e interventi site specific. Punto fondamentale per ChorAsis ristabilire il rapporto creativo fra opera, spazio e lo sguardo di chi osserva, evidenziando il processo creativo nelle sue diverse fasi, dalla genesi all’opera finita, agli incontri con il pubblico.
DATI
Titolo CROSSING THE LINE
Artista Loredana Longo
Curatrice Irene Biolchini
Direzione Artistica ChorAsis - Lo spazio della Visione
Opening 15 settembre, ore 18:30
Periodo espositivo 15 settembre – 10 novembre 2024
Sede Villa Rospigliosi, via Firenze 83, Prato
Visitabile tutti i giorni gratuitamente su prenotazione
Contatti e-mail: chorasis.spaziovisione@gmail.com ph. 348.7814430 – 339.2740656
Comunicazione Carla Carbone
Courtesy FPAC, Francesco Pantaleone Arte Contemporanea
15
settembre 2024
Loredana Longo – CROSSING THE LINE
Dal 15 settembre al 10 novembre 2024
arte contemporanea
Location
ChorAsis – Villa Rospigliosi
Prato, Via Firenze, (PO)
Prato, Via Firenze, (PO)
Orario di apertura
visite gratuite con prenotazione
Vernissage
15 Settembre 2024, opening e performance 18:30
Ufficio stampa
ChorAsis - carla carbone
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Sponsor