09 settembre 2024

Esplora l’immaginazione in continua trasformazione. Fallo a Laives, fallo con Identity in Motion

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In provincia di Bolzano proseguirà fino al 14 settembre la nuova edizione di “Identity in motion”, il festival organizzato dall’associazione Lasecondaluna per per riflettere sul significato di comunità, identità e sui confini che delineano spazio pubblico e spazio personale

Identity in Motion, Laives, Bolzano, 2024

Valentina Cavion, Micol Grazioli e Adele Buffa, Rocco Modugno e Andrea Righetto: sono loro gli artefici dei tre progetti che la nuova, terza, edizione di Identity in Motion propone sul tema della partecipazione, della sostenibilità e dell’inaspettato. Ognuno di loro, rispettivamente con Il silenzio della sirena, Casa Pubblica e Blauer Schnipsel, intendono rivestire di nuovi significati i simboli legati all’identità e al territorio, oltre a incoraggiare un impegno attivo mirato a sfumare i contorni tra artefice e osservatore attraverso un processo di collaborazione e di dialogo con i partecipanti. 

Dialogo si, perché dialogo ed espressione sono due parole chiave per il festival che vuole coinvolgere le comunità locali con l’intento di offrire un percorso di condivisione di esperienze volte a sondare la capacità dell’arte di creare collettività, accendere discussioni e plasmare l’essenza stessa dell’interpretazione discorsiva della realtà. Indagando l’intersezione tra arte, relazione e spazio urbano ridefinendo il delicato rapporto tra artista, opera e fruitore, in un processo che vede il cittadino come soggetto ideatore, Identity in Motion propone installazioni, performance collettive, incontri e laboratori creativi che contribuiscono a promuovere un forte senso di appartenenza e coinvolgimento, invitando la comunità di Laives a farsi protagonista, diventando parte integrante dell’opera, in un intreccio che unisce artisti e pubblico in una narrazione collettiva.

Valentina Cavion, Il silenzio della sirena. Identity in Motion, Laives, Bolzano, 2024

Il silenzio della sirena di Valentina Cavion riflette sul significato di abitudine e quotidianità attraverso il suono della sirena del sabato in Alto Adige, dove, a mezzogiorno, 570 sirene risuonano contemporaneamente per 15 secondi: oggi è un simbolo radicato nella vita della popolazione locale, in origine indicava una situazione di emergenza. Cavion esplora questo fenomeno sonoro con un’installazione video che cattura momenti di vita quotidiana scanditi dal suono improvviso, evidenziando come l’abitudine e la routine si mimetizzino nel rumore di fondo delle nostre azioni. Nell’opera la sirena interrompe questo automatismo, risvegliando l’individuo dal sonno quotidiano e richiamando l’attenzione sul presente. Attraverso un dialogo con residenti e passanti, Cavion ha raccolto testimonianze sulla percezione di questo segnale, che giunge a trascendere la sua funzione originaria per assumere nuovi significati simbolici. Tramite la ripetizione e la ritualità, la sirena del mezzogiorno diventa un ponte tra passato e presente, un “luogo acustico della memoria” che mantiene viva la connessione tra epoche ed esperienze individuali e collettive. Il progetto rivela come le pratiche quotidiane possano trasformarsi in elementi fondanti dell’identità comunitaria, svelando al contempo la complessità dell’ordinario. 

Micol Grazioli, Casa Pubblica. Identity in Motion, Laives, Bolzano, 2024

«In quale parte della casa ti senti bene? Perché?» è la domanda che Micol Grazioli ha posto alle residenti e ai residenti, dando vita a una lunga riflessione sul legame tra luogo domestico e benessere. La sua opera, Casa Pubblica, esplora il rapporto tra spazio individuale e spazio pubblico attraverso, appunto, il dialogo, e la fotografia: ogni incontro si concludeva con una fotografia della sezione di pavimento della stanza descritta. Grazioli ha poi raccolto delle testimonianze orali per la fase successiva del progetto che conduce a una dimensione partecipativa: le immagini raccolte, assemblate in un grande mosaico modulabile e installate nello spazio pubblico durante le giornate del festival, compongono un pavimento collettivo e sono proprio le persone a scegliere i luoghi dove posizionare i pezzi del collage fotografico, trasformando i racconti personali in un’esperienza condivisa, ricreando uno spazio casalingo all’interno dello spazio pubblico: ogni tessera rappresenta infatti un frammento di vita quotidiana e contribuisce a un racconto di storie, emozioni e aneddoti che arricchisce il paesaggio urbano e favorisce il senso di appartenenza comunitaria.

Adele Buffa, Rocco Modugno e Andrea Righetto, Blauer Schnipsel. Identity in Motion, Laives, Bolzano, 2024

Adele Buffa, Rocco Modugno e Andrea Righetto invece invitano a ripensare il ciclo di vita dei materiali, ridefinendo il valore di oggetti apparentemente inutilizzabili e promuovendo un modello eco-consapevole. Il loro Blauer Schnipsel nasce dall’incontro tra design, sartoria sociale e upcycling e propone una soluzione creativa per trasformare gli scarti industriali del Blauer Schurz, il grembiule tradizionale dell’Alto Adige, in elementi decorativi dello spazio urbano. Va detto che nel processo di fabbricazione di questo abito da lavoro si producono degli scarti di tessuto a forma di quarti di cerchio che gli artisti Buffa, Modugno e Righetto si propongono di riusare risorsa preziosa grazie al loro impiego come unità modulari per la creazione di pattern geometrici destinati alla decorazione del paesaggio urbano. Organizzato come un workshop, il progetto prevede un laboratorio di cucito aperto a tutta la cittadinanza, durante il quale ogni partecipante contribuisce alla creazione di un unico grande stendardo collettivo da affiggere sulla facciata esterna della Sala Espositiva di via Pietralba. 

Tutti i progetti promuovono dunque l’avvicinamento della cittadinanza all’arte contemporanea, aderendo concretamente all’obiettivo di Lasecondaluna, ovvero la valorizzazione degli artisti residenti nel territorio altoatesino e trentino, con particolare attenzione alle nuove generazioni, cercando di essere un valido supporto nello sviluppo del loro lavoro, anche in ottica professionalizzante. 

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