21 settembre 2024

La piramide di fiori ha trovato casa al Cleveland Museum of Art

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Era in vendita al Tefaf, nello stand di Aronson Delftware Antiquairs. Ora il vaso olandese entra ufficialmente nella collezione del museo americano

TEFAF Maastricht 2024 Fair Photo: Loraine Bodewes. Courtesy of TEFAF

Dalla fiera delle meraviglie al Cleveland Museum of Art (CMA). Così il museo dell’Ohio ha acquisito un vaso piramidale blu e bianco attribuito ad Adrianus Kocx, della rinomata De Grieksche A Factory. Un esemplare risalente al 1690 circa e caratteristico della cultura olandese, che ebbe il suo massimo splendore durante il regno di Guglielmo III e Maria II. Lo abbiamo visto esposto da Aronson Delftware Antiquairs durante l’ultima edizione di Tefaf, lo scorso marzo, e ora la fiera ne annuncia l’ingresso nella collezione del museo americano.

Per dare un contesto: fu proprio Maria II a contribuire alla diffusione internazionale della moda per la ceramica di Delft, commissionava esemplari unici alla De Grieksche A, la più prestigiosa delle 34 officine e ceramiche attive nella città olandese alla fine del XVII secolo, sorta nel lontano 1658. Le forme più complesse e lussuose? Certamente le piramidi di fiori: una cascata di livelli geometrici, sovrapposti, da cui sgorgano fiori.

Flower Pyramid, ca. 1690, Adrianus Kocx (Dutch, active 1686–1701), De Grieksche A (The Greek A) Factory (Dutch, active 1658–1811)

Ed ecco il vaso acquistato dal museo. È contrassegnato da Adrianus Kocx, il proprietario della De Grieksche A Factory, e fu probabilmente prodotto per il mercato inglese. Alto ben 95 cm, questo capolavoro esagonale presenta figure allegoriche di Fede, Speranza e Amore, oltre a intricati motivi di pavoni e teste di animali fantasy a bocca aperta che danno vita agli inserti per i fiori.

«Siamo orgogliosi», ha dichiarato Aronson Delftware Antiquairs, «di aver facilitato l’acquisizione di questa importante opera e di continuare la nostra tradizione di offrire la migliore ceramica di Delft a prestigiose istituzioni in tutto il mondo». E ancora: «Siamo stati entusiasti di collaborare con il curatore del museo e l’intero team del Cleveland Museum of Art. La loro dedizione e competenza hanno contribuito notevolmente al processo di acquisizione e all’esplorazione della provenienza del vaso».

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