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Forme Pure. Murano 1921-40
Una mostra curata sull’epoca d’oro dell’arte del vetro muranese del Novecento. Una selezione di opere, perlopiù realizzate da Venini e disegnate dai maggiori artisti e designer del vetro: Vittorio Zecchin, Napoleone Martinuzzi, Carlo Scarpa e Tomaso Buzzi
Comunicato stampa
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"Quando dunque il demiurgo
tiene lo sguardo sempre fisso su ciò che è identico a se stesso,
servendosi di esso come di un modello,
e ne riproduce la forma e le proprietà nell’oggetto che produce,
tutto ciò che produce in questo modo è bello per necessità"
- Platone, Timeo 28a-28b -
Il processo di creazione di un oggetto in vetro è un’opera alchemica. Nella fondita della notte gli elementi si sciolgono, si mescolano e infine si purificano per effetto del fuoco. All’alba il vetro fuso viene tolto dal crogiolo, soffiato e plasmato dalle mani del maestro. Quando il sole è alto i manufatti sono già nella muffola a temperare.
Nel procedimento l’opera viene sempre realizzata in base a un modello, ossia una forma paradigmatica immaginata, disegnata e rappresentata: tramite il lavoro, diventa reale. Il maestro vetraio e il progettista sono i due volti – l’uno
attivo, l’altro ideativo – di un’unica attività demiurgica.
Dei vetri muranesi del passato più remoto rimane traccia nei musei o in collezioni private.
Quegli oggetti ci raccontano la storia di una comunità vivente e pulsante di cui ricordiamo a malapena o per nulla i protagonisti. Ma la loro eredità fa ormai parte della nostra tradizione: sono i vetri classici!
Questa medesima attività, organica e collettiva, ha dato vita alle maggiori fabbriche muranesi dei primi del ‘900. I loro modelli, di cui abbiamo riscoperto l’autorialità grazie agli studi delle ultime decadi, si distinguono per la ricerca condotta dagli artisti sulla purezza delle forme - intesa soprattutto come abbandono dell’ornamento.
In attesa che gli oggetti esposti diventino anch’essi classici, testimoniamo con questa mostra l’opera delle maggiori personalità e manifatture di quella rivoluzione nel vetro soffiato muranese che ha poi caratterizzato l’estetica del Novecento.
La delicata anima secessionista-rinascimentale di Vittorio Zecchin, l’estetica rigorosa e monumentale di Napoleone Martinuzzi, la sperimentazione materica e formale di Carlo Scarpa – i primi tre direttori artistici della Venini.
A questi, si affiancano un lavoro di Ercole Barovier per la Barovier & Toso e uno dei Fratelli Toso.
La mostra è inoltre un’appendice alle più recenti ricerche presentate in quest’ambito, una traccia di memoria di oggetti che non possono essere omessi o dimenticati dagli studi accademici o istituzionali, ma che esistono e viaggiano grazie alle regole del mercato.
tiene lo sguardo sempre fisso su ciò che è identico a se stesso,
servendosi di esso come di un modello,
e ne riproduce la forma e le proprietà nell’oggetto che produce,
tutto ciò che produce in questo modo è bello per necessità"
- Platone, Timeo 28a-28b -
Il processo di creazione di un oggetto in vetro è un’opera alchemica. Nella fondita della notte gli elementi si sciolgono, si mescolano e infine si purificano per effetto del fuoco. All’alba il vetro fuso viene tolto dal crogiolo, soffiato e plasmato dalle mani del maestro. Quando il sole è alto i manufatti sono già nella muffola a temperare.
Nel procedimento l’opera viene sempre realizzata in base a un modello, ossia una forma paradigmatica immaginata, disegnata e rappresentata: tramite il lavoro, diventa reale. Il maestro vetraio e il progettista sono i due volti – l’uno
attivo, l’altro ideativo – di un’unica attività demiurgica.
Dei vetri muranesi del passato più remoto rimane traccia nei musei o in collezioni private.
Quegli oggetti ci raccontano la storia di una comunità vivente e pulsante di cui ricordiamo a malapena o per nulla i protagonisti. Ma la loro eredità fa ormai parte della nostra tradizione: sono i vetri classici!
Questa medesima attività, organica e collettiva, ha dato vita alle maggiori fabbriche muranesi dei primi del ‘900. I loro modelli, di cui abbiamo riscoperto l’autorialità grazie agli studi delle ultime decadi, si distinguono per la ricerca condotta dagli artisti sulla purezza delle forme - intesa soprattutto come abbandono dell’ornamento.
In attesa che gli oggetti esposti diventino anch’essi classici, testimoniamo con questa mostra l’opera delle maggiori personalità e manifatture di quella rivoluzione nel vetro soffiato muranese che ha poi caratterizzato l’estetica del Novecento.
La delicata anima secessionista-rinascimentale di Vittorio Zecchin, l’estetica rigorosa e monumentale di Napoleone Martinuzzi, la sperimentazione materica e formale di Carlo Scarpa – i primi tre direttori artistici della Venini.
A questi, si affiancano un lavoro di Ercole Barovier per la Barovier & Toso e uno dei Fratelli Toso.
La mostra è inoltre un’appendice alle più recenti ricerche presentate in quest’ambito, una traccia di memoria di oggetti che non possono essere omessi o dimenticati dagli studi accademici o istituzionali, ma che esistono e viaggiano grazie alle regole del mercato.
20
settembre 2024
Forme Pure. Murano 1921-40
Dal 20 settembre al 19 ottobre 2024
design
Location
Galleria Abscondita
Roma, Via della Scrofa, 114, (RM)
Roma, Via della Scrofa, 114, (RM)
Orario di apertura
11-19
Vernissage
20 Settembre 2024, 18.00 - 20.00
Sito web
Autore
Autore testo critico
Progetto grafico