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In città e nei borghi limitrofi, a Piacenza XNL Aperto è sempre più contemporaneo, unito e diffuso
Arte contemporanea
«Contemporaneità è la parola chiave della città piacentina, sempre più aperta al contemporaneo e sempre più attenta alla sua valorizzazione attraverso una rete che può dare a Piacenza una caratura particolare, tanto da permetterle di distinguersi a livello nazionale», afferma l’Assessore alla Cultura Christian Fiazza all’apertura della terza edizione di XNL Aperto, il progetto testimone di un crescente impegno in materia di arte e linguaggi contemporanei, sostenuto da Rete Cultura Piacenza – che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio.
Tra moderno e contemporaneo, tra spazi privati e luoghi pubblici, l’itinerario (qui completo) di XNL Aperto prende le mosse da XNL, che per l’occasione ha inaugurato le nuove mostre in programma fino al prossimo 6 gennaio Sul Guardare – Atto 4°, Valentina Furian Notti Bianche, a cura di Paola Nicolin, e Out of the Grid. Italian zine 1978–2006. Post–movimento pre–internet3.0, progetto che prende corpo da una ricerca dell’artista Dafne Boggeri.
«È una mostra completamente buia, in cui ragiono molto sulla posizione tra luce e oscurità», anticipa Valentina Furian all’ingresso di Notti Bianche. Quando si accede, dopo pochi secondi, ci si comincia a orientare e a vedere meglio, prendendosi ognuno il proprio tempo. «Ho deciso di lavorare con due cavalli, in riferimento alle due statue equestri ubicate in una delle piazze principali della città», spiega Furian in riferimento ai video esposti al centro della stanza. Centauro, realizzato a Buenos Aires con il sostegno della Fundación Proa, si concentra sulla figura mitologica del centauro, e consente la visione da entrambi i lati rendendo chi guarda partecipe di uno stato ibrido tra realtà e finzione; Diventare unica funge invece da spettatore di Centauro e del processo di addomesticamento che mostra. C’è una presenza mitologica femminile, appena si entra, due occhi pietrificati che guardano in direzione dello spettatore senza mai battere le palprebre, come due sentinelle, sempre all’erta (Eclissi – video a due canali con un filtro ottico rosso che mostra dettagli della Testa di Medusa del 1798 in terracotta di Antonio Canova conservata al Museo Gipsoteca di Canoca a Possagno). All’estremo opposto invece La nostra lunga notte, pensato appositamente per lo spazio di XNL, è un grande dittico illuminato – con filtro ottico verde – dallo spettro luminoso dei visori notturni dello spazio, che Furian ha realizzato disegnando a occhi chiusi, immaginando a occhi chiusi i corpi animali con cui ha lavorato per i suoi film.
Si esce dalle Notti Bianche di Furian accompagnati dall’ultima opera visibile, Mi svelano che sei un ibrido, una stampa su tessuto raffigurante un cavallo pietrificato dal terrore – a lui, e non a noi dunque, è rivolto lo sguardo iniziale di Medusa – che funge da varco tra bestialità ed essere addomesticato. Al piano superiore Out of the Grid. Italian zine 1978–2006. Post–movimento pre–internet3.0 si offre come una mappatura che coinvolge la società italiana tra post-movimento ’77 e pre-internet 3.0. Tratto dall’omonima pubblicazione a cura di Dafne Boggeri – in collaborazione con Sara Serighelli e con l’aiuto di Ilenia Arosio, Marta Zanoni, Leonardo Caldana e Maddalena Manera – dedicata alla scena delle autoproduzioni italiane dopo la grande tradizione dell’editoria underground di movimento e prima dell’evoluzione tentacolare dell’algoritmo, questo progetto è mosso dal desiderio di dare visibilità a quei piccoli smottamenti immaginifici e tecnici che su carta fanno tremare ciclostili, fotocopiatrici, macchine offset e che spesso esondano la loro necessità di comunicare su altri medium.
La mappa completa di XNL Aperto
Fenestella / Associazione Amici dell’Arte, a cura di un consorzio di gallerie private composto da Corvi-Mora, ED Gallery, greengrassi, UNA galleria, conferma la propria partecipazione e presenta una collettiva con opere su carta dell’artista californiano Colter Jacobsen, una selezione di vetri dell’australiano Giles Bettison, sculture in terracotta di Alessandro Pessoli, opere di Diana Ejaita, artista e illustratrice italiana di origine nigeriana, e opere in metallo e dipinti dell’artista argentina Micaela Piñero. Alfabeto Bianco, ideato e concepito da Francesca e Ruggero Montrasio come una realtà multidisciplinare, ospita Fausto Melotti e Giacomo Morelli (fino al 20 dicembre), una mostra che esplora la pratica plastica declinata in modo non convenzionale: si riprende il progetto di Fausto Melotti Trappolando, a cura di Sara Fontana, nel quale si evidenzia l’articolato e complesso rapporto dell’artista con il medium ceramico e si indaga nel panorama delle nuove generazioni con la scultura concettuale sviluppata bidimensionalmente di Giacomo Morelli – Untitled (I want to paint my character but my character wants to sculpt me).
UNA galleria presenta Chapter 1: May my vision be your present, mostra personale di Adji Dieye, che ha sviluppato per l’occasione un corpus di nuovi lavori con cui prosegue la sua indagine sul rapporto tra architettura, materiale d’archivio e sfera pubblica nella costruzione dell’identità nazionale postcoloniale. Nelle installazioni in tubolare di ferro e stampe di architetture ma anche di gesti, persone e relazioni su tessuto l’artista, partendo da una reinterpretazione critica del Parallelismo Asimmetrico, un principio architettonico ideato dal primo presidente del Senegal, Léopold Sédar Senghor, esplora i paradossi e le complessità dell’architettura come strumento di riscrittura epistemologica di un Paese. Alle pareti una selezione di tre dittici che combinano l’uso della serigrafia e di elementi pittorici riflettono su come gli edifici e lo spazio pubblico abbiano contribuito, e contribuiscano tuttora, alla formazione di un’identità collettiva e individuale.
Ancora, in città, BIFFI ARTE ha aperto le mostre dell’artista serbo Karanović, Ad spiritum sanctum – con una serie di dipinti che esplorano la fusione tra l’approccio pittorico tradizionale e quello contemporaneo con l’obiettivo di raggiungere una nuova estetica – e di Anna Mazza, Anna nelle città, che si presenta come la mappatura di un viaggio tutto interiore, fra città immaginate e immaginarie, città ferme e salde come scolpite nella roccia, città frananti, dimenticate, sfatte, nel filo sottile di una pittura delicata eppure potente. Spazio BFT dedica invece una retrospettiva a Ugo Locatelli, personaggio unico nel panorama artistico piacentino e non solo, che nell’arco di sessant’anni di attività ha prodotto opere cariche di significazioni concettuali. Lo spazio culturale RATHAUS, last but non least, propone l’installazione Quello che possiedi ti possiede, co-finanziata da Iren, sui temi della globalizzazione e del desiderio.
A livello istituzionale si conferma la collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, che presenta Catwalk, un video dell’artista polacco Cezary Bodzianowski, a cura di Zero… e la Galleria Alberoni con Antico contemporaneo alberoniano: da Antonello da Messina a Omar Galliani. Entrano invece per la prima volta nella rete anche i Musei Civici di Palazzo Farnese che, in occasione della serata inaugurale, hanno ospitato la performance S di Lorenzo Morandini realizzata nell’ambito del dAS Festival, festival multidisciplinare dedicato alle arti della danza e della coreografia.
Appena fuori dal centro cittadino, CONSORTIA – progetto espositivo d’arte contemporanea promosso dall’Associazione Tralaviaemiliaeluest – aderisce per la prima volta a XNL Aperto con Raccogliere cera sciolta, accendere nuove fiamme, mostra a cura di Francesco Fochi e Pierluigi Montani all’interno dell’Ex Consorzio Agrario di Piacenza, che indaga la possibilità di rivendicare e riappropriarsi di materia e parole, gesti e tradizioni, spazi e sguardi attraverso il lavoro di 10 artisti di Tralaviaemiliaeluest e di altrettanti giovani autori invitati e selezionati attraverso una Open Call con lo scopo di ampliare quanto più possibile lo spettro della proposta artistica. A Castelbosco Gragnano Trebbiense The Shit Museum, al culmine di un percorso attraverso i wall drawings di David Tremlett, l’intervento paesaggistico di Anne e Patrick Poirier, le opere di Michael Badura, Gianfranco Baruchello, Bernd & Hilla Becher, Roberto Coda Zabetta, Claudio Costa; Herman de Vries; Claudio Parmiggiani; Daniel Spoerri e Carlo Valsecchi, presenta Atto di pensiero di David Reimondo, a cura di Gaspare Luigi Marcone e particolarmente in sintonia con la visione imprenditoriale, collezionistica e museologica, e quindi biografica, di Gianantonio e Laura Locatelli. L’opera è composta da un cervello in cartapesta in cui sono inseriti dei lunghi aghi, ognuno dei quali porta alla sua estremità un cartoncino su cui è rappresentato un simbolo. Un videoproiettore proietta un video con cui si vuole simulare, metaforicamente, l’azione del pensiero. L’ombra del cervello di cartapesta ricorda un soffione che suggerisce un senso di leggerezza visiva, ma anche simbolica, propria del pensiero.
Sempre più contemporaneo, unito e diffuso, con questo programma XNL Aperto si conferma rete di istituzioni culturali, gallerie private e spazi indipendenti, e, quest’anno nel segno del cavallo – che lo studio Propp ha elaborato dalle due statue equestri in bronzo ubicate nella piazza principale – consolida la visione di una comunità culturale plurale che condivide esperienze e il desiderio di sviluppare una diversa modalità di fruizione della ricchezza dei luoghi attraverso la conoscenza delle arti del nostro tempo.