23 settembre 2024

726 volti trans per il Fourth Plinth: l’opera di Teresa Margolles a Londra

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Svelata a Londra la nuova opera di Teresa Margolles per la prestigiosa commissione di arte pubblica del Fourth Plinth: l’artista messicana ha presentato un lavoro dedicato alle storie di genere non conforme

Teresa Margolles, "Mil Veces un Instante (A Thousand Times in an Instant)" (2024), 726 plaster face casts affixed to wired grids, ~206 x 380 1/2 x 176 feet (~62.8 x 116 x 53.6 m) (all photos by James O. Jenkins, courtesy James Cohan Gallery New York)

È stata presentata a Londra la nuova opera di Teresa Margolles appositamente ideata per il Fourth Plinth di Trafalgar Square, una delle commissioni di arte pubblica contemporanea più prestigiose e intriganti al mondo. Oltre che tipicamente british. Infatti, il quarto plinto, posizionato a nord-est dell’iconica piazza londinese, doveva originariamente ospitare una statua equestre di Guglielmo IV ma l’opera non venne mai realizzata e la base rimase vuota per 150 anni. Fino al 1998, quando la Royal Society of Arts propose di valorizzare proprio la sua peculiarità di “non finito” e usarla come spunto per commissionare installazioni temporanee che, spesso, si sono rivelate controverse, criptiche o ironiche, come la super ciliegia con drone di Heather Phillipson o la nave dell’ammiraglio Nelson in bottiglie, di Yinka Shonibare. British humour, appunto.

Dal 1999, con l’istituzione del bando presieduto dalla Fourth Plinth Commission, si sono succeduti artisti del calibro di Mark Wallinger, Katharina Fritsch, Rachel Witheread, Marc Quinn, Antony Gormley, Elmgren e Dragset, Hans Haacke e Michael Rakowitz. Tutti chiamati alla complessa e suggestiva prova di istituire un dialogo con un luogo non solo frequentatissimo ma anche stratificato di rimandi alla storia ufficiale del Regno Unito. Tanto che, nel 2022, all’indomani dei solenni funerali di Stato per la Regina Elisabetta, i ministri e i funzionari reali diedero vita a un acceso dibattito, per stabilire se usare proprio il leggendario Fourth Plinth per ospitare un memoriale permanente in onore della monarca più longeva della corona britannica. Alla fine non se ne fece più nulla e il Plinto è rimasto consacrato all’arte contemporanea.

Teresa Margolles, “Mil Veces un Instante (A Thousand Times in an Instant)” (2024)

Mil Veces un Instante, Mille volte un Istante, è il titolo dell’opera presentata da Teresa Margolles, un parallelepipedo composto da calchi in gesso dei volti di 726 persone trans, non binarie e di genere non conforme, che rimanda alla struttura tradizionale dello tzompantli, documentata in diverse culture mesoamericane e usata per l’esposizione pubblica di teschi umani, solitamente quelli di prigionieri di guerra o di vittime sacrificali.

I calchi sono stati realizzati a Città del Messico, Ciudad Juárez e a Londra, lavorando a stretto contatto con gruppi e collettivi impegnati nella lotta per i diritti LGBTQIA, in Messico e nel Regno Unito, tra cui Micro Rainbow e QUEERCIRCLE. I calchi sono stati creati applicando il gesso direttamente sui volti dei partecipanti, andando dunque a comprendere nel gesso anche le cellule di capelli, ciglia, sopracciglia e pelle, oltre che i segni del trucco, in una fusione tra materiali organici che è tipica della pratica dell’artista nata a Culiacán, classe 1963, che, nella sua carriera, ha rappresentato il Messico alla 53ma Biennale di Venezia nel 2009 e ha esposto presso musei e istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Museion di Bolzano e il PAC di Milano.

Teresa Margolles, "Mil Veces un Instante (A Thousand Times in an Instant)" (2024), 726 plaster face casts affixed to wired grids, ~206 x 380 1/2 x 176 feet (~62.8 x 116 x 53.6 m) (all photos by James O. Jenkins, courtesy James Cohan Gallery New York)
Teresa Margolles, “Mil Veces un Instante (A Thousand Times in an Instant)” (2024), 726 plaster face casts affixed to wired grids, ~206 x 380 1/2 x 176 feet (~62.8 x 116 x 53.6 m) (all photos by James O. Jenkins, courtesy James Cohan Gallery New York)

Margolles ha realizzato ogni calco da sola, con il supporto di un assistente, arrivando a oltre 1000 ore di lavoro. Ogni sessione è durata tra 60 e 90 minuti, per dare modo all’artista e al soggetto di avviare una conversazione sulle proprie esperienze di vita. Come le voci di questo dialogo sono ormai scomparse ma anche “incastonate” nel gesso, così l’opera andrà a deteriorarsi con il tempo e gli agenti atmosferici, anche se non si distruggerà completamente.

Dopo l’opera di Teresa Margolles, presentata a settembre 2024, la commissione del Fourth Plinth, composta da un gruppo indipendente di artisti, giornalisti e curatori, ha incaricato Tschabalala Self e Andra Ursuţa, rispettivamente per il 2026 e il 2028. Ad approvare la proposta, è lo stesso sindaco di Londra, attualmente Sadiq Khan.

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