23 settembre 2024

No Man’s Land: opere pubbliche di artisti internazionali tra i boschi dell’Abruzzo

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La seconda edizione di “Cantiere Aperto”, rassegna di arte contemporanea, musica e poesia sulle colline di Loreto Aprutino in provincia di Pescara, conferma l’idea di un ampio progetto di interventi site specific sul territorio, a cura della Fondazione No Man’s Land, con la presenza di artisti internazionali negli anni e attività in continuo divenire

A destra Leonid Tishkov, My Private Moon 2003, 2022 A sinistra Alvin Curran, Gardening with John 1.1, 2006 2020 Foto di Gino Di Paolo

No Man’s Land

No Man’s Land è un progetto nato dalla sinergia dell’architetto francese Yona Friedman e dell’associazione di Arte Contemporanea di Roma Zerynthia (Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier), che ha luogo in uno splendido spazio naturale incastonato tra le colline abruzzesi, in contrada Rotacesta di Loreto Aprutino (Pe). Terra di nessuno è anche il titolo dell’intervento permanente site specific del 2016 realizzato dallo stesso architetto con Jean- Baptiste Decavèle, che si snoda per più di due ettari, composto da un gigantesco arazzo naturale di sassi bianchi di fiume, un’impalcatura di 1000 canne di bambù e un vocabolario irreale inciso dai volontari su oltre 200 alberi di noce. Friedman presenta un modello di Rifugio per tutti, uno spazio di arte collettiva aperto 24 ore su 24 e ripetibile in qualunque luogo. Nel 2022 tale concetto prende forma attraverso un intervento artistico sociale e creativo La Cité des Refugiés, vale a dire 40 moduli abitativi costruiti con 240 cerchi di ferro, grazie al lavoro degli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Pescara e le Accademie di Belle Arti di Milano, Brera e Roma.

Nata nel 2016, la Fondazione No Man’s Land, propone l’idea di unione tra arte, natura e partecipazione, attraverso interventi site-specific non invasivi sul territorio, inteso come zona di libertà e relazione. Arte, etica e sociale nella natura formano un nodo complesso che riguarda il modo in cui l’umanità interagisce con il mondo naturale e lo rappresenta mediante varie forme artistiche. A prendere parte al progetto nel corso degli anni sono stati artisti di fama internazionale che hanno pienamente compreso il senso delle opere immerse nell’ambiente naturale.

Alberto Garutti Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora 2020 In fondo, Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavèle, Il Rifugio di tutti, 2019 Foto Gino Di Paolo

È il caso di Alberto Garutti che ci accoglie nell’ampio spazio del giardino, a inizio percorso, con le parole Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, incise in una lastra a terra, già proposta in diversi luoghi italiani. Inoltrandosi nel fitto del bosco il visitatore si trova coinvolto in un’esperienza sonora immersiva grazie al lavoro di Donatella Spaziani La voce dei poeti (2006-2020) affidata ai versi di Annelisa Alleva, Daniela Attanasio, Daniele Pieroni, Valentino Zeichen, che svelano mondi segreti ponendoci a contatto con la nostra interiorità. Musica e sonorità ricorrono altresì nel musicista statunitense Alvin Curran e le sue installazioni Gardening with John 1.1 e Pian de Pian Piano, fusione perfetta tra suono e natura. Alzando lo sguardo al cielo tra la fitta trama del fogliame c’è una luna di notevoli dimensioni, My Private Moon, del moscovita Leonid Tishkov, che dal 2003 gira il mondo con la luna privata, a illuminare le notti, a richiamare sogni, fantasie e sensibilità di coloro che la guardano, a offrire allo spettatore una sorta di poema in movimento. Tra poesia, musica e relazioni, ci colpiscono ancora gli interventi nella natura dell’attivista e artista Jimmie Durham, dell’artista visivo francese Fabrice Hyber e di Gülsün Karamustafa. Di notevole impatto e senso sociale due interventi del 2018, uno di Honoré d’O che ha trasformato la sua macchina in un’opera d’arte mettendola a servizio della comunità nel periodo del lockdown divenendo No Man’s Car, la macchina di nessuno e l’altro di Gianfranco Baruchello. La sua lezione Adozione della pecora, ha rappresentato un insegnamento in grado di porre tutti nella condizione di diventare pastori di un gregge esteso nel mondo. Da segnalare, oltretutto, il sodalizio con il Museo Acerbo delle ceramiche di Castelli di Loreto Aprutino che dal 2021 ha aperto due sale a cura della No Man’s Land Foundation dedicate alle ceramiche di artisti contemporanei.

Cantiere Aperto

La seconda edizione della rassegna d’arte, poesia e musica Cantiere Aperto a cura dell’Associazione Zerynthia, in collaborazione con Aware – Bellezza Resistente e Comune, all’interno dell’ampio programma annuale di No Man’s Land, rappresenta l’idea di un processo artistico in continua evoluzione in cui opere, artisti e pubblico dialogano costantemente, in un’interazione che può influenzare il corso dell’opera portando a un processo di co-creazione. Un’intera giornata immersi tra boschi e giardini in cui i diversi linguaggi artistici s’intersecano creando momenti di scambio e crescita personale e comune. Ospiti lo scorso anno musicisti e poeti tra cui Artale Afro Percussion Band, Carlo Crivelli, Gaia Riposati con Massimo di Leo e il violinista Marco Valabrega. Quest’anno ospite speciale l’artista romana Bruna Esposito, vincitrice di premi come il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 1999 Padiglione Italia. Per la poesia ascoltiamo le parole di Jonida Prifti, Filippo Balestra e Anna Spasic, per la musica le proposte di Gennaro Spinelli, Gipsy Rufina, Malix, Linbo e Gaia Mobilij. L’arte contemporanea è di nuovo protagonista arricchendo il bosco della sua presenza con l’opera permanente, tangibile e sonora, Al Vento presentata per l’occasione da Michelangelo Lupone e Licia Galizia, esempio di arte integrata, adattiva, emozionale, tra natura, scultura, tecnologia e musica.

No Man’s Land, Installazione site specific, Loreto Aprutino (Pe)

Gli artisti, che lavorano insieme da un ventennio, individuano tra gli alberi di noceti un tronco inclinato dagli eventi naturali, probabilmente vittima della furia del vento, e lo incastonano, seguendo la sua autentica curvatura, tra due intelaiature cilindriche sulle quali verranno applicate lastre di alluminio corten. Con il solo tocco il visitatore, in dialogo costante con la natura e l’ambiente, potrà far suonare melodie, grazie a una tecnologia incrementata da un pannello solare, a testimonianza di quello che può essere il legame e il rispetto dell’uomo sulla natura. L’arte ha sempre tratto ispirazione dalla natura, cercando di cogliere la sua bellezza, la sua forza ma anche la fragilità. Molte opere di Land Art mettono effettivamente essa al centro, evidenziando non solo l’estetica naturale ma anche la connessione con l’umanità. Centrale per la fondazione No Man’s Land il tema della condivisione, della libertà e dell’inclusione, ma anche quello della responsabilità che l’uomo ha sull’ambiente che va rispettato nei suoi continui cambiamenti.

Michelangelo Lupone con Licia Galizia, Al vento, 2024. Foto di Gino Di Paolo

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