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Trieste, crocevia culturale e porto cosmopolita, è stata un fertile terreno per la letteratura del Novecento, un laboratorio di sperimentazione linguistica e filosofica. Con il suo spirito mitteleuropeo, anche grazie al rapporto con Vienna e l’impero Austroungarico, la città ha incarnato il confine tra mondi, luogo di conflitti identitari e influenze culturali, dove la complessità storica e politica si è rispecchiata in una nuova scrittura modernista e introspettiva. Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce sono gli autori più noti ad aver rappresentato questo rapporto e da oggi, a raccontare la storia di questo rapporti e di molti altri, intessuti tra le pagine di poesie, racconti e romanzi, è il LETS – Letteratura Trieste, nuovo museo che ha trovato spazio nell’antico Palazzo Biserini, già sede della Biblioteca Civica a lungo frequentata da Italo Svevo.
Promosso dal Comune di Trieste e realizzato con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il contributo di Trieste Trasporti, LETS nasce dall’unione di due musei. Da una parte, il Museo Sveviano, centro di documentazione e di studio sulla vita e le opere dello scrittore triestino Italo Svevo, nato grazie all’intuizione della figlia Letizia Svevo Fonda Savio che, alla morte del padre, donò al Comune di Trieste il fondo familiare. Questa preziosa collezione comprende libri, documenti, arredi e oggetti scampati al bombardamento di Villa Veneziani, offrendo un affascinante sguardo sulla vita dello scrittore triestino e sulla sua eredità culturale. Dall’altra, il Museo Joyce, che aprì nel 2004 e che porta la testimonianza del profondo rapporto tra l’autore irlandese e la città italiana, dove Joyce arrivò per la prima volta nell’ottobre del 1904 e dove scrisse e pubblicò le sue prime opere, tra cui Dubliners e Portrait of the Artist as a Young Man.
Negli spazi di LETS sono confluite le collezioni dei due musei completamente riallestite, insieme alla raccolta del nuovo Museo Saba, dedicato al grande poeta e scrittore, autore di Il Canzoniere, in cui il legame con la città diventa il simbolo delle sue emozioni più profonde, dalle inquietudini personali alla ricerca delle proprie radici, in bilico tra l’aspra bellezza del porto e la dolcezza malinconica delle sue vie. Oltre a questa triade dell’Olimpo della scrittura, il LETS ospiterà documenti e libri incentrati sui tanti altri autori che hanno vissuto e attraversato Trieste, tra cui Scipio Slataper, Claudio Magris, Susanna Tamaro, Boris Pahor, Mauro Covacich, Giani Stuparich, Pier Antonio Quarantotti Gambini, Fulvio Tomizza, Giorgio Pressburger, Paolo Rumiz, Pino Roveredo, Anita Pittoni, Virgilio Giotti, Bobi Bazlen, Giorgio Voghera, Carolus Cergoly, Richard Francis Burton, Rainer Maria Rilke, Stelio Mattioni.
Spazi espositivi, installazioni multimediali e cimeli, come la copia de I misteri della Jungla nera di Salgari nell’edizione Vallecchi del 1938, primo libro letto da Claudio Magris e donato dallo stesso scrittore. Nello spazio dedicato a Fulvio Tomizza si trova una antica carta geografica dell’Istria del 1635, donata dalla vedova Laura Levi Tomizza, a segnare la prima parte della vita dell’autore Premio Strega nel 1977 e che nacque proprio nella regione istriana, nel 1935. Nel Cinematografo delle Storie saranno proiettati dei book trailer, per raccontare sinteticamente le vicende dei libri custoditi nella Libreria degli Scrittori, la sala principale del LETS, dove, tra scaffali, totem girevoli, spazi per le nuove uscite, cassetti espositivi per i documenti e postazioni multimediali, si potrà approfondire la storia delle autrici e degli autori che a Trieste sono nati o hanno vissuto.
Chiude l’allestimento lo spazio polifunzionale in cui troveranno posto le mostre temporanee, le conferenze e le presentazioni, le letture e le drammatizzazioni e tutte le altre iniziative che un museo contemporaneo come LETS intende promuovere e produrre.
Con la curatela scientifica affidata a Riccardo Cepach, Cristina Fenu, Laura Pelaschiar e Susan Petri, e con il coordinamento della direttrice del Servizio Biblioteche Manuela Salvadei, il LETS è diretto da Lorenzo Greppi, che ha progettato anche l’allestimento. Il museo sarà aperto al pubblico ogni giorno dalle 10 alle 17, la domenica dalle 10 alle 13, con ingresso libero. Chiusura settimanale il martedì.