13 ottobre 2024

Olhares: sguardi e identità in un dialogo emotivo senza tempo ad Arzignano

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Fino al 25 gennaio 2025, Atipografia ad Arzignano ospita “Olhares”, la prima mostra personale in Europa dell’artista brasiliano Tarcisio Veloso, a cura di Elena Dal Molin e Alessandra Maria Venditti

Tarcisio Veloso, Olhares. Installation view, Atipografia, Arzignano. Ph. Alberto Sinigaglia

La mostra Olhares presso Atipografia è un invito a rallentare, a immergersi in una dimensione intima e avvolgente dove il tempo sembra dilatarsi. Un elogio alla lentezza permea lo spazio espositivo, offrendo un’esperienza che distoglie dalla frenesia quotidiana per promuovere una connessione più profonda con le opere dell’artista brasiliano Tarcisio Veloso (Correntina, Bahia, 1991). Attraverso un linguaggio simbolico, intriso di storie personali e collettive, e una pittura lenta e riflessiva, Veloso genera un’atmosfera conviviale e preziosa in cui lo scambio umano diventa tangibile e percepibile in tutta la sua intensità.

Tarcisio Veloso, Olhares. Installation view, Atipografia, Arzignano. Ph. Alberto Sinigaglia

Le curatrici Elena Dal Molin, fondatrice di Atipografia, e Alessandra Maria Venditti hanno sapientemente allestito uno spazio evocativo in cui ogni dipinto racconta una storia, proiettando lo spettatore in una passeggiata emotiva tra sguardi che tessono una trama sottile e magica. L’architettura industriale della galleria, con le sue superfici grezze e le ampie aperture, esalta il dialogo tra l’intimità dei soggetti ritratti da Veloso e l’ambiente circostante, accentuando il senso di isolamento e introspezione che scaturisce dalle opere, diventando parte integrante della narrazione visiva dell’artista. I drappi che sorreggono le tele contribuiscono a estendere l’opera stessa nello spazio, creando un continuum tra il dipinto e l’osservatore, intrecciando l’anima dell’opera d’arte al vissuto personale di chi la contempla.

Sospeso in un mondo onirico, lo sguardo puro e disarmante di una bambina introduce il percorso espositivo, che si snoda attraverso un gioco di dualità complesse, come quella tra bene e male e tra innocenza ed enigma. L’armoniosa fusione di elementi classici e contemporanei produce un campo di tensione emotiva e concettuale che culmina nell’opera O Agora e o Depois, dove il tema del doppio si manifesta come simbolo dell’incontro-scontro tra forze opposte ma complementari che danno vita all’opera d’arte, riecheggiando la filosofia nietzschiana della creazione.

Tarcisio Veloso, Olhares. Installation view, Atipografia, Arzignano. Ph. Alberto Sinigaglia

Veloso esplora temi profondi come identità, genere e appartenenza culturale, suggerendo di considerare una realtà in cui l’apparenza viene decostruita a favore di una dimensione più intima e personale. In questo “mondo altro”, richiamando il concetto foucaultiano di eterotopia, realtà e immaginazione coesistono, ampliando un varco entro cui soffermarsi a riflettere sul sé e sulla stratificazione dell’identità. Ogni dettaglio nei dipinti sussurra frammenti di storie celate, mentre gli animali presenti incarnano istanze psichiche universali, tracciando un percorso di crescita interiore: la civetta, emblema della coscienza e della saggezza, e il gatto, che rappresenta l’istinto. L’artista brasiliano invita a meditare sulla consapevolezza e su come l’essere umano edifichi le proprie difese mentre esplora le profondità del proprio essere.

L’orizzonte umano si erge così a protagonista nella ricerca artistica di Veloso, che si nutre di esperienze quotidiane, incontri casuali o ispirazioni fugaci. Per mezzo di delicate velature, queste fonti si traducono in ritratti e figure mitologiche immerse in un realismo magico. La sua scelta di interpretare il figurativo trascende il piano superficiale della mera rappresentazione realistica, seguendo un andamento rizomatico in cui sentimenti ed emozioni affiorano attraverso pose intime e sguardi penetranti, densi di significato, che inducono a indagare le fragilità e le forze che abitano ogni individuo.

Tarcisio Veloso, Olhares. Installation view, Atipografia, Arzignano. Ph. Alberto Sinigaglia

La mostra si conclude circolarmente al piano superiore, nel cuore del vecchio magazzino della carta della tipografia, dove sono esposte le opere realizzate durante la residenza dell’artista ad Arzignano. Qui si respira una rinnovata energia: un senso di liberazione che si sprigiona nel gesto pittorico, come se l’artista stesso desiderasse volare e liberarsi dai vincoli dell’isolamento. La solitudine, tema ricorrente nelle sue opere, è legata all’idea che l’essere umano, per essere eccezionale, debba affrontare l’isolamento e l’accettazione (o non accettazione) di sé.

Olhares non è solo una mostra, ma un viaggio emotivo che conduce a un incontro tra l’esperienza personale dell’artista e quella dello spettatore, innescando una riflessione sulle dualità e fragilità della condizione umana. La curatela valorizza il forte carattere emotivo dell’arte di Tarcisio Veloso, abbracciando narrazioni orizzontali che si radicano in profondità. In un’epoca in cui la rapidità sembra dominare l’esperienza visiva, Olhares trasforma la lentezza in un atto di resistenza, invitando lo spettatore a rallentare e oltrepassare la superficie per accogliere e concedersi un momento di pausa e umanità. 

In questo contesto, Atipografia, coniugando progetti culturali site-specific con la dimensione di galleria commerciale, si confronta finalmente con il figurativo dopo una lunga ricerca, esplorando nuove prospettive espositive che amplificano la capacità di instaurare dialoghi intimi e riflessivi tra le opere e il pubblico.

Tarcisio Veloso, Aquele que se esconde no subconsciente, 2024. Olio su tela, cm 50 x 40

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