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Carlo Benvenuti – Oltre la siepe, da una ricerca sull’Io e la sua realtà
Faucault vede il Panopticon come il paradigma della moderna società capitalistica: Web e social hanno realizzato la forma perfetta di sorveglianza, pervasiva e la cui responsabilità non è facilmente identificabile, da cui nessuno vuole fuggire o evadere, per le connesse ricompense psicologiche
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Cappello 17, il prossimo sabato 9 novembre alle ore 17.00, inaugura la mostra dell’ Artista Carlo Benvenuti intitolata «“Oltre la siepe” da una ricerca sull’Io e sulla realtà».
L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 21 novembre 2024, con orario: dal lunedì al sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso domenica e festivi.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Metanoia: la dinamica e l’esito
“Siamo sicuramente lontani da un’idea di arte confinata in una cornice che la esclude da qualsiasi discorso sul vero e sul buono (come riteneva Croce). Siamo invece in un’idea di arte come esperienza di verità, che, attraverso un coinvolgimento emotivo e cognitivo, amplia la comprensione di sé e del mondo da parte del soggetto (Gadamer).
In particolare, nel solco delle neoavanguardie, il signifié dell’opera d’arte non è più estetico, ma sociale, politico e psicologico. La vera essenza dell’opera non è nel fatto plastico, ma è nell’idea che la precede, nel discorso, nella riflessione filosofica e nell’impegno morale dell’autore.
I contenuti conoscitivi e concettuali veicolati dall’artista tramite la sua opera sono ‘fonte d’informazione’ e di persuasione sociale (Concettualismo- Gillo Dorfles).
L’attenzione dell’artista si concentra, piuttosto che sull’opera come risultato finito, sul senso interno della stessa, sul processo creativo, sulla fase progettuale, con schizzi, disegni e anche riflessioni teoriche scritte, mentre la manifattura viene delegata prevalentemente ad altri.
L’opera d’arte vuole essere una reazione progressista verso l’eccessiva oggettualizzazione mercificatrice che caratterizza la situazione estetico-sociale dell’establishment.
La parola, presente nel titolo dell’opera o nell’opera stessa, serve a disambiguare e ad arricchire di senso l’opera e fa parte integrante dell’invenzione.
L’opera Metanoia (la dinamica e l’esito), considerata dall’autore per prima, potrebbe rappresentare esplicitamente la poetica di tutta una produzione: l’opera d’arte deve essere concepita come urto, sollecitazione a un cambiamento di prospettiva, a un nuovo modo di relazionarsi con il mondo, così come in psicologia o nel mondo naturale gli eventi che producono la rottura di un equilibrio ne possono produrre uno nuovo, inaspettato e espansivo”.
Beatrice Geroldi
La trasparenza nel Panottico digitale
Per quanto riguarda l’altra area culturale di cui si è occupato l’artista, quella dei ‘Mezzi di comunicazione di massa’, l’interesse specifico è rappresentato da quel Medium universale che è la Rete, non tanto intesa come sistema di macchine ormai indispensabili nei processi produttivi, quanto strumento comunicativo di capillare diffusione, acceleratore di stili di vita, relazioni personali e sociali. Sulla scia del filosofo coreano Byng-Chul Han, l’artista non considera la Rete una tecnologia della liberazione, ma vuole metterne in evidenza il lato oscuro e ambivalente. In particolare l’artista si concentra sul tema dell’imperativo dell’Uguale, che prolifera nella comunità di simili alle quali si partecipa nei social network. L’artista ha preso chiaramente posizione in questo caso, con l’opera “Non omologabile”, solido platonico che pretende di contenere e anche di ridurre tutte le ‘versioni’ dell’artista stesso, come in un pacco qualunque che trasporta merce fatta in serie, da consumare. Altro tema, quello della cancellazione dell’’Altro, non idealizzato e nemmeno identificato con il diverso, che è una categoria restrittiva dell’Altro. ‘Altro’, quindi, inteso come alterità e negatività. La falsa coscienza dell’autenticità le rifugge perché la mettono provocatoriamente in crisi, quando invece consentono di definire una propria individualità in modo non banale. Il filosofo coreano e l’artista auspicano un cambiamento dell’interiorità, quindi una società a venire che potrebbe chiamarsi una società dell’ascolto e dell’attenzione, contro il brusio e la distrazione narcisistica. Emblematica, a questo proposito, l’opera manifesto “Selfie”, della mostra personale ‘L’espulsione dell’’altro’, alla quale vengono contrapposti gli Altri dimenticati, in tutte le loro più varie declinazioni. Si potrebbe intravvedere, da parte dell’artista, la proposta di una nuova vita in comune, in cui l’unicità della vita autentica di ciascuno, rapportandosi all’’Altro, potrebbe fronteggiare la corrosione dello spazio politico, traducendo in ‘Vita activa’’ il proprio sguardo interrogativo e critico. (Hannah Arendt) Rimanendo sempre in quest’area di interesse dei mezzi di comunicazione di massa, un altro lato oscuro e preoccupante, a cui è sensibile l’artista, è quello della Trasparenza. Infatti l’opera principe della mostra personale ‘L’espulsione dell’altro’ è denominata: “La trasparenza nel Panottico digitale”. Il Panopticon è un carcere ideale progettato nel 1791 da J. Bentham per rispondere, secondo i principi dell’Utilitarismo, alle nuove esigenze di controllo sociale, durante la prima Rivoluzione Industriale. I carcerati, in questo massiccio e articolato edificio, sono sorvegliati da una specie di Argo Panoptes della mitologia greca, senza che possano capire in quale momento il famigerato guardiano li osserva e per questo auto-docilizzati. Il filosofo Faucault vede il Panopticon come il paradigma della moderna società capitalistica: Web e social hanno realizzato la forma perfetta di sorveglianza, pervasiva e la cui responsabilità non è facilmente identificabile, da cui nessuno, per di più, vuole fuggire o evadere, per le connesse ricompense psicologiche. L’opera realizzata, oltre a materializzare questa trasparenza a cui si è soggetti, nell’immagine tridimensionale dell’artista stesso, mette in evidenza, attraverso l’’esibizione del simbolo dell’intimità, un altro aspetto patologico che è andato sviluppandosi in relazione ad essa: il depauperamento della privacy. Come rileva infatti il filosofo Galimberti, nel suo libro ‘L’ospite inquietante’, in una società consumistica, dove le merci per essere prese in considerazione devono essere pubblicizzate, il costume, soprattutto dei giovani, viene contagiato e amplificato dalla disponibilità capillare della rete di comunicazione. L’identità viene scambiata con la pubblicità dell’immagine e l’esserci con l’apparire, al punto che per uscire dall’anonimato viene messa in mostra anche l’interiorità, scambiando per sincerità e quindi per virtù quella che invece è spudoratezza. Il fenomeno produce conformismo e omologazione totale della società, oltre altri aspetti degenerativi per l’equilibrio delle menti dei più giovani e indifesi. L’artista, provocando con la sua opera un senso di intrusività e di conseguente insopportabilità, vuole rendere gli osservatori avvertiti dei pericoli nascosti nell’abuso di tecnologie tanto diffuse quanto avvincenti per i loro aspetti di indiscutibile utilità. Il veloce excursus fin qui condotto aspira a configurarsi come un’esperienza di verità, come si diceva all’inizio. Cioè come un tentativo di comprensione, originato consapevolmente da un proprio orizzonte di senso, che si sporge verso l’Altro alla ricerca del suo Essere, pur nel parziale e perdurante Nascondimento che lo contraddistingue (Heidegger - Gadamer). L’artista si è offerto gentilmente a questo tentativo di comprensione. Lo ringrazio anche per l’arricchimento personale che ne è conseguito.
Beatrice Geroldi
Carlo Benvenuti
Nato a Parma nel 1953, ha sempre avuto un interesse e predisposizione per il disegno sin da bambino, interesse che ha continuato a coltivare nel tempo. Dopo un percorso di studi classici, si è laureato in Medicina e specializzato in Neuropsichiatria dell’età evolutiva. Durante il suo più che trentennale lavoro di Medico e Responsabile di un servizio ospedaliero di Neuropsichiatria Infantile, non ha avuto molte occasioni per disegnare.
Nel 2016 si è ritirato in pensione ed ha ripreso a coltivare la sua antica passione: è così che ha iniziato a frequentare i corsi di pittura e disegno e tecnica delle arti visive dell’Accademia di Belle Arti S. Giulia di Brescia, per tre a.a., dal 2017 al 2020, anno in cui, a causa della pandemia da Covid-19, ha dovuto sospendere la frequenza in Accademia, proseguendo altresì il suo lavoro, come artista, sotto la supervisione dei suoi Insegnanti e Maestri di pittura, Prof.ssa Cinzia Bevilacqua e di disegno e arti visive Prof. Adriano Rossoni.
Ha realizzato anche diverse installazioni, con la collaborazione del giovane Architetto Francesco Imberti.
Partecipazioni ed eventi
Ha partecipato al Premio d’Arte di Sarezzo 2019, con la tela dal titolo: “Idee nuove in vecchi contenitori”; nel 2020, con l’installazione dal titolo: “Metanoia: la dinamica e l’esito”, opera segnalata dalla Giuria.
Nel 2022, con l’installazione dal titolo: “Enantiodromia”, opera segnalata dalla Giuria.
Ha partecipato al premio d’Arte on line Arte Laguna Prize negli anni 2020-’21, 2021-’22, 2022-’23, 2023-’24, con 5 opere per anno.
Ha partecipato all’iniziativa Ricognizione 2022, dell’’Associazione Artisti Bresciani, con la tela dal titolo “Le mani delle vittime non mentono” e Ricognizione 2023, con due tele, dal titolo “Mother” e “La risposta è nelle foglie e nel vento”.
Ha effettuato un primo progetto espositivo personale nel mese di aprile 2023 dal titolo: “Il filo che ci unisce” (come esseri umani), presso Palazzo Avogadro a Sarezzo, con il patrocinio del Comune di Sarezzo.
Ha partecipato alla Mostra collettiva “Fuori Misura”, a Tolentino (MC), nel settembre 2023, con il patrocinio del Comune di Tolentino.
Ha realizzato, a Gussago (BS), col patrocinio del Comune, un progetto espositivo dal titolo: “L’espulsione dell’altro”, novembre-dicembre 2023, con la partecipazione degli artisti C. Crispolti e E. Mini.
Ha partecipato alla mostra collettiva “Medicina e arte a Brescia” organizzato presso l’Ordine dei Medici di Brescia, dicembre 2023, in occasione di Brescia capitale italiana della cultura 2023 (con Bergamo).
Ha partecipato alla mostra collettiva “Miit-Factory” presso il Miit di Torino, aprile 2024.
Ha partecipato alla mostra collettiva “Connection 2.0” presso la MZ Gallery di Milano, maggio 2024.
È iscritto all’Associazione Artisti Bresciani (AAB).
È nell’Annuario AAB 2022, 2023.
L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 21 novembre 2024, con orario: dal lunedì al sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso domenica e festivi.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Metanoia: la dinamica e l’esito
“Siamo sicuramente lontani da un’idea di arte confinata in una cornice che la esclude da qualsiasi discorso sul vero e sul buono (come riteneva Croce). Siamo invece in un’idea di arte come esperienza di verità, che, attraverso un coinvolgimento emotivo e cognitivo, amplia la comprensione di sé e del mondo da parte del soggetto (Gadamer).
In particolare, nel solco delle neoavanguardie, il signifié dell’opera d’arte non è più estetico, ma sociale, politico e psicologico. La vera essenza dell’opera non è nel fatto plastico, ma è nell’idea che la precede, nel discorso, nella riflessione filosofica e nell’impegno morale dell’autore.
I contenuti conoscitivi e concettuali veicolati dall’artista tramite la sua opera sono ‘fonte d’informazione’ e di persuasione sociale (Concettualismo- Gillo Dorfles).
L’attenzione dell’artista si concentra, piuttosto che sull’opera come risultato finito, sul senso interno della stessa, sul processo creativo, sulla fase progettuale, con schizzi, disegni e anche riflessioni teoriche scritte, mentre la manifattura viene delegata prevalentemente ad altri.
L’opera d’arte vuole essere una reazione progressista verso l’eccessiva oggettualizzazione mercificatrice che caratterizza la situazione estetico-sociale dell’establishment.
La parola, presente nel titolo dell’opera o nell’opera stessa, serve a disambiguare e ad arricchire di senso l’opera e fa parte integrante dell’invenzione.
L’opera Metanoia (la dinamica e l’esito), considerata dall’autore per prima, potrebbe rappresentare esplicitamente la poetica di tutta una produzione: l’opera d’arte deve essere concepita come urto, sollecitazione a un cambiamento di prospettiva, a un nuovo modo di relazionarsi con il mondo, così come in psicologia o nel mondo naturale gli eventi che producono la rottura di un equilibrio ne possono produrre uno nuovo, inaspettato e espansivo”.
Beatrice Geroldi
La trasparenza nel Panottico digitale
Per quanto riguarda l’altra area culturale di cui si è occupato l’artista, quella dei ‘Mezzi di comunicazione di massa’, l’interesse specifico è rappresentato da quel Medium universale che è la Rete, non tanto intesa come sistema di macchine ormai indispensabili nei processi produttivi, quanto strumento comunicativo di capillare diffusione, acceleratore di stili di vita, relazioni personali e sociali. Sulla scia del filosofo coreano Byng-Chul Han, l’artista non considera la Rete una tecnologia della liberazione, ma vuole metterne in evidenza il lato oscuro e ambivalente. In particolare l’artista si concentra sul tema dell’imperativo dell’Uguale, che prolifera nella comunità di simili alle quali si partecipa nei social network. L’artista ha preso chiaramente posizione in questo caso, con l’opera “Non omologabile”, solido platonico che pretende di contenere e anche di ridurre tutte le ‘versioni’ dell’artista stesso, come in un pacco qualunque che trasporta merce fatta in serie, da consumare. Altro tema, quello della cancellazione dell’’Altro, non idealizzato e nemmeno identificato con il diverso, che è una categoria restrittiva dell’Altro. ‘Altro’, quindi, inteso come alterità e negatività. La falsa coscienza dell’autenticità le rifugge perché la mettono provocatoriamente in crisi, quando invece consentono di definire una propria individualità in modo non banale. Il filosofo coreano e l’artista auspicano un cambiamento dell’interiorità, quindi una società a venire che potrebbe chiamarsi una società dell’ascolto e dell’attenzione, contro il brusio e la distrazione narcisistica. Emblematica, a questo proposito, l’opera manifesto “Selfie”, della mostra personale ‘L’espulsione dell’’altro’, alla quale vengono contrapposti gli Altri dimenticati, in tutte le loro più varie declinazioni. Si potrebbe intravvedere, da parte dell’artista, la proposta di una nuova vita in comune, in cui l’unicità della vita autentica di ciascuno, rapportandosi all’’Altro, potrebbe fronteggiare la corrosione dello spazio politico, traducendo in ‘Vita activa’’ il proprio sguardo interrogativo e critico. (Hannah Arendt) Rimanendo sempre in quest’area di interesse dei mezzi di comunicazione di massa, un altro lato oscuro e preoccupante, a cui è sensibile l’artista, è quello della Trasparenza. Infatti l’opera principe della mostra personale ‘L’espulsione dell’altro’ è denominata: “La trasparenza nel Panottico digitale”. Il Panopticon è un carcere ideale progettato nel 1791 da J. Bentham per rispondere, secondo i principi dell’Utilitarismo, alle nuove esigenze di controllo sociale, durante la prima Rivoluzione Industriale. I carcerati, in questo massiccio e articolato edificio, sono sorvegliati da una specie di Argo Panoptes della mitologia greca, senza che possano capire in quale momento il famigerato guardiano li osserva e per questo auto-docilizzati. Il filosofo Faucault vede il Panopticon come il paradigma della moderna società capitalistica: Web e social hanno realizzato la forma perfetta di sorveglianza, pervasiva e la cui responsabilità non è facilmente identificabile, da cui nessuno, per di più, vuole fuggire o evadere, per le connesse ricompense psicologiche. L’opera realizzata, oltre a materializzare questa trasparenza a cui si è soggetti, nell’immagine tridimensionale dell’artista stesso, mette in evidenza, attraverso l’’esibizione del simbolo dell’intimità, un altro aspetto patologico che è andato sviluppandosi in relazione ad essa: il depauperamento della privacy. Come rileva infatti il filosofo Galimberti, nel suo libro ‘L’ospite inquietante’, in una società consumistica, dove le merci per essere prese in considerazione devono essere pubblicizzate, il costume, soprattutto dei giovani, viene contagiato e amplificato dalla disponibilità capillare della rete di comunicazione. L’identità viene scambiata con la pubblicità dell’immagine e l’esserci con l’apparire, al punto che per uscire dall’anonimato viene messa in mostra anche l’interiorità, scambiando per sincerità e quindi per virtù quella che invece è spudoratezza. Il fenomeno produce conformismo e omologazione totale della società, oltre altri aspetti degenerativi per l’equilibrio delle menti dei più giovani e indifesi. L’artista, provocando con la sua opera un senso di intrusività e di conseguente insopportabilità, vuole rendere gli osservatori avvertiti dei pericoli nascosti nell’abuso di tecnologie tanto diffuse quanto avvincenti per i loro aspetti di indiscutibile utilità. Il veloce excursus fin qui condotto aspira a configurarsi come un’esperienza di verità, come si diceva all’inizio. Cioè come un tentativo di comprensione, originato consapevolmente da un proprio orizzonte di senso, che si sporge verso l’Altro alla ricerca del suo Essere, pur nel parziale e perdurante Nascondimento che lo contraddistingue (Heidegger - Gadamer). L’artista si è offerto gentilmente a questo tentativo di comprensione. Lo ringrazio anche per l’arricchimento personale che ne è conseguito.
Beatrice Geroldi
Carlo Benvenuti
Nato a Parma nel 1953, ha sempre avuto un interesse e predisposizione per il disegno sin da bambino, interesse che ha continuato a coltivare nel tempo. Dopo un percorso di studi classici, si è laureato in Medicina e specializzato in Neuropsichiatria dell’età evolutiva. Durante il suo più che trentennale lavoro di Medico e Responsabile di un servizio ospedaliero di Neuropsichiatria Infantile, non ha avuto molte occasioni per disegnare.
Nel 2016 si è ritirato in pensione ed ha ripreso a coltivare la sua antica passione: è così che ha iniziato a frequentare i corsi di pittura e disegno e tecnica delle arti visive dell’Accademia di Belle Arti S. Giulia di Brescia, per tre a.a., dal 2017 al 2020, anno in cui, a causa della pandemia da Covid-19, ha dovuto sospendere la frequenza in Accademia, proseguendo altresì il suo lavoro, come artista, sotto la supervisione dei suoi Insegnanti e Maestri di pittura, Prof.ssa Cinzia Bevilacqua e di disegno e arti visive Prof. Adriano Rossoni.
Ha realizzato anche diverse installazioni, con la collaborazione del giovane Architetto Francesco Imberti.
Partecipazioni ed eventi
Ha partecipato al Premio d’Arte di Sarezzo 2019, con la tela dal titolo: “Idee nuove in vecchi contenitori”; nel 2020, con l’installazione dal titolo: “Metanoia: la dinamica e l’esito”, opera segnalata dalla Giuria.
Nel 2022, con l’installazione dal titolo: “Enantiodromia”, opera segnalata dalla Giuria.
Ha partecipato al premio d’Arte on line Arte Laguna Prize negli anni 2020-’21, 2021-’22, 2022-’23, 2023-’24, con 5 opere per anno.
Ha partecipato all’iniziativa Ricognizione 2022, dell’’Associazione Artisti Bresciani, con la tela dal titolo “Le mani delle vittime non mentono” e Ricognizione 2023, con due tele, dal titolo “Mother” e “La risposta è nelle foglie e nel vento”.
Ha effettuato un primo progetto espositivo personale nel mese di aprile 2023 dal titolo: “Il filo che ci unisce” (come esseri umani), presso Palazzo Avogadro a Sarezzo, con il patrocinio del Comune di Sarezzo.
Ha partecipato alla Mostra collettiva “Fuori Misura”, a Tolentino (MC), nel settembre 2023, con il patrocinio del Comune di Tolentino.
Ha realizzato, a Gussago (BS), col patrocinio del Comune, un progetto espositivo dal titolo: “L’espulsione dell’altro”, novembre-dicembre 2023, con la partecipazione degli artisti C. Crispolti e E. Mini.
Ha partecipato alla mostra collettiva “Medicina e arte a Brescia” organizzato presso l’Ordine dei Medici di Brescia, dicembre 2023, in occasione di Brescia capitale italiana della cultura 2023 (con Bergamo).
Ha partecipato alla mostra collettiva “Miit-Factory” presso il Miit di Torino, aprile 2024.
Ha partecipato alla mostra collettiva “Connection 2.0” presso la MZ Gallery di Milano, maggio 2024.
È iscritto all’Associazione Artisti Bresciani (AAB).
È nell’Annuario AAB 2022, 2023.
09
novembre 2024
Carlo Benvenuti – Oltre la siepe, da una ricerca sull’Io e la sua realtà
Dal 09 al 21 novembre 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso Domenica e Festivi
Vernissage
9 Novembre 2024, 17.00
Autore
Curatore
Autore testo critico