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Autotelia
Autotelia indica un fare come necessità intrinseca. Ttradotto con «che è finalizzato a se stesso», cioè che possiede in sé la finalità ultima o contingente del proprio essere o del proprio accadere. Autotelia è un incontro con la propria interiorità. Fare arte è trovare se stessi.
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
Mostra di arte contemporanea
Inaugurazione il 19 Ottobre 2024, alle ore 15:30.
Dal 20 Ottobre al 3 Novembre su appuntamento al numero: 348 704 4213.
Luogo: Bricherasio (TO), via Vittorio Emanuele II n° 5.
AUTOTELIA, una mostra di arte contemporanea che si terrà nello spazio già laboratorio di disegno, pittura e grafica di Giorgio Badriotto e Bernadetta Ghigo.
Artisti in mostra:
ANDREA CHIDICHIMO
BERNADETTA GHIGO
EDOARDO VAIRA
GIORGIO BADRIOTTO
LAURA PALLADINO
LUCA STORERO
MARCELLO TOMA
MARCO LAMPIS
La scelta del termine Autotelia è determinata dal fatto che la mostra è curata dagli artisti stessi, ma ha valore anche in riferimento al lavoro individuale.
Derivata dal greco autotelēs, formato da autos, (se stesso) e telos (scopo, fine) indica un fare come necessità intrinseca. Potrebbe essere tradotto letteralmente con «che è finalizzato a se stesso», cioè che contiene e trova il proprio significato o scopo in se stesso; che possiede in sé la finalità ultima o contingente del proprio essere o del proprio accadere. Autotelia è un incontro con la propria interiorità. Fare arte è trovare se stessi.
Altro elemento importante per definire un qualunque evento come autotelico, è che sia parte essenziale di quello stato di ben-essere e di quella esperienza ottimale che sono, allo stesso tempo, fondate e fondanti una consapevolezza superiore di chi le esperisce, permettendo un rapporto fluido e quasi inesplicabile con un’autocoscienza in continuo divenire, slegata dalle nozioni limitanti che utilizziamo per rappresentare a noi stessi la nostra identità e ruolo nel mondo.
ANDREA CHIDICHIMO
La pittura di Andrea Chidichimo è pittura senza soggetto e aniconica o laddove vi sia una soggettualità essa è intesa solo come pretesto di indirizzo e spinta per andare oltre la figurazione stessa nello spazio della meta-figurazione. L’attenzione e la ricerca sono posti sulla chimica del colore per ciò che è relativo al profilo tecnico e alla Gnosi per ciò che è relativo alla filosofia generale di tutta la sua produzione. L’esplorazione degli stati di coscienza possibili, sia durante il fare artistico, che durante la fruizione delle sue figurazioni sono, al tempo stesso, fine ed esperienza del suo lavoro.
BERNADETTA GHIGO
Bernadetta Ghigo, il cui lavoro ruota attorno ai temi del mutamento, il divenire e l’identità, anche nel modo di operare, sondando le potenzialità del medium e del supporto di volta in volta utilizzati, attraverso la struttura in serie, propone dei “viaggi”. Viaggi dove i protagonisti, siano essi alberi, fiori, montagne, volti o figure, sono sottoposti a svariate sperimentazioni stilistiche e tecniche; delle micro storie talvolta lineari, altre circolari, dove inizio e fine coincidono annullandosi all’infinito e dove il molteplice è tutt’uno.
EDOARDO VAIRA
La tavolozza di Edoardo regge materiali pesanti come il bitume e gli smalti che vengono alternati in una serie ben precisa di combinazioni, lasciando trasparire parziali campiture di colore che fuoriescono dal nero bituminoso tramite lavaggi al solvente e vetrificando il tutto, come a far loro dono di vita eterna. Il processo artistico riflette minuziosamente l’elaborazione mentale di un pensiero o di un sentimento che nasce libero e spontaneo ( la stesura iniziale dei colori) per essere successivamente rielaborato con il condizionamento dell’autocritica ( copertura con il bitume) e finalmente sottoposto alla società con i dovuti filtri ( lavaggio parziale o quasi totale del bitume).
GIORGIO BADRIOTTO
Sono storie minime di mondi possibili, quelle che Badriotto racconta. Di-verte e si diverte, consapevole, peraltro, di come l’arte rimanga unico luogo dell’eterno presente. Designando simbolicamente il campo di intervento scelto (quadro-tela-telaio-ambiente, che definisce “Trappola” ) come luogo deputato dell’arte per eccellenza, lo trasforma in supporto adatto a ricevere in modo sintonico manifestazioni spontanee di frequenze di natura sottile, altrimenti non visibili. Il ruolo dell’artista è quello del medium (il mezzo, ma anche il “legante” della pittura) il cui compito è intercettare flussi di energie sotto forma di frequenze planetarie, secondo un approccio che coniuga le ragioni dello spirito con quelle della fisica quantistica.
LAURA PALLADINO
Laura Palladino si è avvicinata alla fotografia mossa dall’impulso di immortalare immagini insolite. La sua attenzione viene catturata da riflessi, ombre, muri scrostati, cose abbandonate ma anche piante e fiori poco appariscenti. Ciò che ritrae nelle sue fotografie è un mondo abitato da immagini che rievocano figure o volti che a volte fanno sorridere o inquietano, ma che ci spingono sempre a riflettere sul modo in cui vediamo, o più spesso non vediamo, ciò che ci circonda. La sua è una vera e propria attitudine a recepire il richiamo del paradossale, dell’incongruo; ed è come se queste immagini la cercassero. Non c’è alcun intervento in ciò che viene inquadrato, non è lei a disporre/predisporre le cose; il suo occhio avverte una sorta di richiamo che si trasforma subito nell’ urgenza di fissare in fotografia questo mondo nel mondo, che passa davanti ai nostri occhi senza lasciare traccia, confuso nella miriade di stimoli visivi a cui siamo continuamente sottoposti.
LUCA OFF STORERO
OFF sta per One For Four (nel suo personale universo riveste più ruoli, illustratore, pittore, musicista, videomaker). OFF fa anche riferimento alla macchina spenta, al cervello dormiente che nel sonno della ragione partorisce simpatici mostri. Animali totemici, creature misteriose e bestie inventate si susseguono con sorprendente vitalità, emergendo dalla tela per (ri)portarci in connessione con una dimensione naturale che abbiamo dimenticato. Occhi, tanti occhi che ci guardano interessati e meritano da noi uno sguardo altrettanto curioso e aperto. Per AUTOTELIA è stata selezionata una serie di autoritratti, accomunati dal gusto per il grottesco, il surreale e il mondo animale.
MARCELLO TOMA
Il tentativo messo in opera da Marcello Toma, è quello di trasportarci da un’altra parte, di spostare il punto di fuga verso cui corrono le linee delle nostre vite. Che siano meccanismi, composizioni di oggetti, figure inserite in paesaggi più o meno realistici, si tratta sempre di visioni intese come dei memento: ci ricordano la marginalità della nostra esistenza come individui e la complessità del tutto di cui facciamo parte. Affrontando i temi fondamentali della nostra epoca, come la distruzione dell’ambiente, le guerre, la necessità di un risveglio delle coscienze, e annodandone insieme i fili per mostrare come siano collegati fra loro, si creano le condizioni per una poetica del dubbio come unica strada percorribile. L’uso di una tecnica pittorica tradizionale, legata al realismo, rende il risultato apparentemente verosimile e, per questo, comprensibile a tutti; pur preservando la possibilità di letture a livelli di complessità differenti.
MARCO LAMPIS
La sua attenzione è rivolta all’essere umano come mezzo di esplorazione e conoscenza della realtà dentro e fuori di sé, in un esercizio di contemplazione e meditazione.
Attraverso le sue immagini rappresenta i rapporti umani quotidiani, portando alla luce le contraddizioni e i contrasti della società contemporanea. Nelle sue opere prendono vita rappresentazioni inconsce, trasportando l’osservatore in un altrove immaginifico fatto di luoghi afoni e atmosfere velate. Una realtà alternativa, quasi aliena, fatta di scenari dalla calma apparente in cui nulla si muove eppure tutto accade. Rappresentare quest’energia vitale e questa forza invisibile che regola le relazioni sociali è la sfida più grande di Lampis: una ricerca artistica che è dunque un atto sociale di chi è dentro il proprio tempo e cerca di capirne i fenomeni e le sue complessità.
Mostra di arte contemporanea
Inaugurazione il 19 Ottobre 2024, alle ore 15:30.
Dal 20 Ottobre al 3 Novembre su appuntamento al numero: 348 704 4213.
Luogo: Bricherasio (TO), via Vittorio Emanuele II n° 5.
AUTOTELIA, una mostra di arte contemporanea che si terrà nello spazio già laboratorio di disegno, pittura e grafica di Giorgio Badriotto e Bernadetta Ghigo.
Artisti in mostra:
ANDREA CHIDICHIMO
BERNADETTA GHIGO
EDOARDO VAIRA
GIORGIO BADRIOTTO
LAURA PALLADINO
LUCA STORERO
MARCELLO TOMA
MARCO LAMPIS
La scelta del termine Autotelia è determinata dal fatto che la mostra è curata dagli artisti stessi, ma ha valore anche in riferimento al lavoro individuale.
Derivata dal greco autotelēs, formato da autos, (se stesso) e telos (scopo, fine) indica un fare come necessità intrinseca. Potrebbe essere tradotto letteralmente con «che è finalizzato a se stesso», cioè che contiene e trova il proprio significato o scopo in se stesso; che possiede in sé la finalità ultima o contingente del proprio essere o del proprio accadere. Autotelia è un incontro con la propria interiorità. Fare arte è trovare se stessi.
Altro elemento importante per definire un qualunque evento come autotelico, è che sia parte essenziale di quello stato di ben-essere e di quella esperienza ottimale che sono, allo stesso tempo, fondate e fondanti una consapevolezza superiore di chi le esperisce, permettendo un rapporto fluido e quasi inesplicabile con un’autocoscienza in continuo divenire, slegata dalle nozioni limitanti che utilizziamo per rappresentare a noi stessi la nostra identità e ruolo nel mondo.
ANDREA CHIDICHIMO
La pittura di Andrea Chidichimo è pittura senza soggetto e aniconica o laddove vi sia una soggettualità essa è intesa solo come pretesto di indirizzo e spinta per andare oltre la figurazione stessa nello spazio della meta-figurazione. L’attenzione e la ricerca sono posti sulla chimica del colore per ciò che è relativo al profilo tecnico e alla Gnosi per ciò che è relativo alla filosofia generale di tutta la sua produzione. L’esplorazione degli stati di coscienza possibili, sia durante il fare artistico, che durante la fruizione delle sue figurazioni sono, al tempo stesso, fine ed esperienza del suo lavoro.
BERNADETTA GHIGO
Bernadetta Ghigo, il cui lavoro ruota attorno ai temi del mutamento, il divenire e l’identità, anche nel modo di operare, sondando le potenzialità del medium e del supporto di volta in volta utilizzati, attraverso la struttura in serie, propone dei “viaggi”. Viaggi dove i protagonisti, siano essi alberi, fiori, montagne, volti o figure, sono sottoposti a svariate sperimentazioni stilistiche e tecniche; delle micro storie talvolta lineari, altre circolari, dove inizio e fine coincidono annullandosi all’infinito e dove il molteplice è tutt’uno.
EDOARDO VAIRA
La tavolozza di Edoardo regge materiali pesanti come il bitume e gli smalti che vengono alternati in una serie ben precisa di combinazioni, lasciando trasparire parziali campiture di colore che fuoriescono dal nero bituminoso tramite lavaggi al solvente e vetrificando il tutto, come a far loro dono di vita eterna. Il processo artistico riflette minuziosamente l’elaborazione mentale di un pensiero o di un sentimento che nasce libero e spontaneo ( la stesura iniziale dei colori) per essere successivamente rielaborato con il condizionamento dell’autocritica ( copertura con il bitume) e finalmente sottoposto alla società con i dovuti filtri ( lavaggio parziale o quasi totale del bitume).
GIORGIO BADRIOTTO
Sono storie minime di mondi possibili, quelle che Badriotto racconta. Di-verte e si diverte, consapevole, peraltro, di come l’arte rimanga unico luogo dell’eterno presente. Designando simbolicamente il campo di intervento scelto (quadro-tela-telaio-ambiente, che definisce “Trappola” ) come luogo deputato dell’arte per eccellenza, lo trasforma in supporto adatto a ricevere in modo sintonico manifestazioni spontanee di frequenze di natura sottile, altrimenti non visibili. Il ruolo dell’artista è quello del medium (il mezzo, ma anche il “legante” della pittura) il cui compito è intercettare flussi di energie sotto forma di frequenze planetarie, secondo un approccio che coniuga le ragioni dello spirito con quelle della fisica quantistica.
LAURA PALLADINO
Laura Palladino si è avvicinata alla fotografia mossa dall’impulso di immortalare immagini insolite. La sua attenzione viene catturata da riflessi, ombre, muri scrostati, cose abbandonate ma anche piante e fiori poco appariscenti. Ciò che ritrae nelle sue fotografie è un mondo abitato da immagini che rievocano figure o volti che a volte fanno sorridere o inquietano, ma che ci spingono sempre a riflettere sul modo in cui vediamo, o più spesso non vediamo, ciò che ci circonda. La sua è una vera e propria attitudine a recepire il richiamo del paradossale, dell’incongruo; ed è come se queste immagini la cercassero. Non c’è alcun intervento in ciò che viene inquadrato, non è lei a disporre/predisporre le cose; il suo occhio avverte una sorta di richiamo che si trasforma subito nell’ urgenza di fissare in fotografia questo mondo nel mondo, che passa davanti ai nostri occhi senza lasciare traccia, confuso nella miriade di stimoli visivi a cui siamo continuamente sottoposti.
LUCA OFF STORERO
OFF sta per One For Four (nel suo personale universo riveste più ruoli, illustratore, pittore, musicista, videomaker). OFF fa anche riferimento alla macchina spenta, al cervello dormiente che nel sonno della ragione partorisce simpatici mostri. Animali totemici, creature misteriose e bestie inventate si susseguono con sorprendente vitalità, emergendo dalla tela per (ri)portarci in connessione con una dimensione naturale che abbiamo dimenticato. Occhi, tanti occhi che ci guardano interessati e meritano da noi uno sguardo altrettanto curioso e aperto. Per AUTOTELIA è stata selezionata una serie di autoritratti, accomunati dal gusto per il grottesco, il surreale e il mondo animale.
MARCELLO TOMA
Il tentativo messo in opera da Marcello Toma, è quello di trasportarci da un’altra parte, di spostare il punto di fuga verso cui corrono le linee delle nostre vite. Che siano meccanismi, composizioni di oggetti, figure inserite in paesaggi più o meno realistici, si tratta sempre di visioni intese come dei memento: ci ricordano la marginalità della nostra esistenza come individui e la complessità del tutto di cui facciamo parte. Affrontando i temi fondamentali della nostra epoca, come la distruzione dell’ambiente, le guerre, la necessità di un risveglio delle coscienze, e annodandone insieme i fili per mostrare come siano collegati fra loro, si creano le condizioni per una poetica del dubbio come unica strada percorribile. L’uso di una tecnica pittorica tradizionale, legata al realismo, rende il risultato apparentemente verosimile e, per questo, comprensibile a tutti; pur preservando la possibilità di letture a livelli di complessità differenti.
MARCO LAMPIS
La sua attenzione è rivolta all’essere umano come mezzo di esplorazione e conoscenza della realtà dentro e fuori di sé, in un esercizio di contemplazione e meditazione.
Attraverso le sue immagini rappresenta i rapporti umani quotidiani, portando alla luce le contraddizioni e i contrasti della società contemporanea. Nelle sue opere prendono vita rappresentazioni inconsce, trasportando l’osservatore in un altrove immaginifico fatto di luoghi afoni e atmosfere velate. Una realtà alternativa, quasi aliena, fatta di scenari dalla calma apparente in cui nulla si muove eppure tutto accade. Rappresentare quest’energia vitale e questa forza invisibile che regola le relazioni sociali è la sfida più grande di Lampis: una ricerca artistica che è dunque un atto sociale di chi è dentro il proprio tempo e cerca di capirne i fenomeni e le sue complessità.
19
ottobre 2024
Autotelia
Dal 19 ottobre al 03 novembre 2024
collettiva
Location
Art BricherHaus
Bricherasio, Via Vittorio Emanuele II, 5, (TO)
Bricherasio, Via Vittorio Emanuele II, 5, (TO)
Orario di apertura
dalle 15:30 alle 18:30
Vernissage
19 Ottobre 2024, dalle 15:30 alle 18:30
Autore