11 ottobre 2024

L’arte e il mare: il progetto diffuso tra i fari costieri della Puglia

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Fari e torri del fuoco segreto: il progetto di arte contemporanea che ha rifunzionalizzato tre fari e tre torri della costa pugliese, attraverso le opere di sei autori

Torre Calderina - Molfetta - ph Marino Colucci

La Puglia, con i suoi 870 km di litorale, è la regione italiana peninsulare con il maggiore patrimonio di coste. Una ricchezza attraverso cui far proliferare produttività e commerci ma anche un potenziale pericolo. Al mare i pugliesi hanno sempre guardato con amore e dedizione ma anche con riverenza e sospetto: da un lato il mare è portatore di prosperità, dall’altro è luogo di insidie. El mar, la mar per Raphael Alberti, il primo, come ha spiegato Hemingway, “rivale, nemico”, la seconda oggetto di passione e amore. La necessità di presidiarla con una lunga serie di fari e torri costiere nasce da questo doppio atteggiamento: stargli vicino ma anche scrutarlo.

Faro di San Cataldo – Bari – ph Marino Colucci

A questo duplice immaginario, parafrasato nel polimorfico linguaggio dell’arte contemporanea, ha guardato il progetto Fari e torri del fuoco segreto, a cura di Christian Caliandro e Nicola Zito, svoltosi nel 2023 e attualmente in mostra, fino al 27 ottobre, alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare. Il progetto, realizzato nell’ambito del progetto CoHeN-Coastal Heritage Network, finanziato dal Programma Interreg Grecia-Italia 2014/2020, attraverso cui la Regione Puglia ha ristrutturato e sta rifunzionalizzando tre fari e tre torri per favorire la creazione di un nuovo itinerario costiero adriatico-ionico, trae il suo nome dall’immaginario tolkeniano, secondo il quale il Fuoco Segreto costituisce l’essenza divina di Eru lluvatar da cui sono animate le creature della terra di Arda. Conservazione e rinascita, dunque, sono i due poli attorno ai quali si struttura l’intero progetto, che ha coinvolto sei artisti, invitati a produrre altrettanti interventi artistici per i tre fari e le tre torri costiere. In attesa che i lavori di risanamento dei luoghi si concludano le opere prodotte sono esposte nel basement della Fondazione Pascali.

Torre-Faro di Carlo V di Torre San Giovanni – Ugento – ph Marino Colucci

I linguaggi utilizzati vanno dalla pittura alla scultura, dall’installazione al video, dalla fotografia alla performance: ogni autore, con il proprio stile e il proprio linguaggio, si è relazionato con gli aspetti geografici, storici e culturali del luogo assegnatogli dandone un’interpretazione concettualmente densa ed esteticamente poetica.

Di grande impatto scenico oltre che dotata di una rara sensualità tattile è l’opera Herland di Claudia Giannuli (Bari, 1979), pensata per il faro Carlo V di Ugento, nel basso Salento. L’opera, rami di mandorlo su cui sono stati innestati fiori di porcellana Ming, costituisce un’immagine complessa in cui una suggestione letteraria da Charlotte Perkins Gilman si combina, in un articolato ragionamento, ad un’idea distopica di botanica e alle moderne teorie ecofemministe.

Gea Casolaro Non tutti i mari vengono per nuocere – installazione.

Di tipo installativo è anche l’intervento di Gea Casolaro (Roma, 1965), che per la Torre Calderina a Molfetta ha ideato la scritta luminosa Non tutti i mari vengono per nuocere. Una composizione modulare che, attraverso un gioco di parole, rievoca i fattori benefici del mare, ricordando che il mare non è solo morte ma anche speranza, esperienza, salvezza. Proprio su quest’ultimo concetto si è concentrata Isabella Mongelli (Taranto, 1982), impegnata al Faro della Palascía ad Otranto, il punto più orientale di Italia. L’artista, in un lavoro video e in una performance – in cui il primo non è la mera documentazione ma è parte integrante della seconda -, compone un parallelismo tra la funzione del faro, salvezza dei navigatori, e il mosaico pavimentale del XII secolo nella cattedrale idruntina, tappeto di pietra su cui è delineata la storia della salvezza universale.

Isabella Mongelli, “Diurna”, performance, Castello Aragonese di Otranto, 4 novembre 2023 – crediti fotografici Francesco Paolo Gassi

Di tipo performativo è anche l’intervento di Virginia Zanetti (Fiesole, 1981) che a Torre Pietra presso Margherita di Savoia, recupera i processi di produzione e lavorazione dei salinieri. Il loro operare, privato dei consueti attrezzi e traslato in un lavoro artistico di comunità, si è tramutato in una Danza del Sale, un rito collettivo in cui la comune si stringe e si salda attorno alla propria memoria.

Virginia Zanetti, “La danza del sale”, performance, Torre Pietra – Margherita di Savoia, 21 ottobre 2023 – crediti fotografici Michele Roppo

A una dimensione al contempo pittorica e installativa guarda il lavoro di Francesco Lauretta (Ispica 1964) per il Faro di San Cataldo a Bari. Le sue Bagnanti, oltre a rievocare il tema della costa, su cui i fari attuano il loro fondamentale ruolo di baluardo difensivo, si pongono in diretto dialogo con la storia dell’arte compendiando uno dei temi cari alla pittura moderna, da Fragonard a Renoir, da Courbet a Cezanne.

Francesco Lauretta Bagnanti al faro – installazione pittorica ambientale

Sul tema del paesaggio, altro topos della pittura di tutti i tempi, seppur declinato nel linguaggio del contemporaneo, si focalizza l’attenzione di Serena Fineschi (Siena, 1973). Per Torre San Felice a Vieste l’artista ha elaborato un paesaggio composto da pastelli, con relative sporgenze e rientranze. Una linea fatta da segmenti di matite colorate definisce una nuova idea di natura, non dipinta ma oggettivata, mentre il materiale che generalmente s’impiega per riprodurre la natura sul foglio di carta diviene esso stesso paesaggio. Nell’installazione di Fineschi natura e arte tornano a confondere nuovamente i rispettivi confini.

Tutti gli interventi sono stati pensati per valorizzare ciascuno dei siti prescelti trasformandoli da punti di avvistamento e baluardi di difesa ad avamposti di bellezza e cultura. L’arte ancora una volta si pone come punto di ripartenza, materiale e immateriale, e al tempo stesso si rivela testimonianza massima del passaggio del l’uomo, del suo essere qui e ora.

Faro di Punta Palascìa – Otranto pannello – ph Marino Colucci

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