13 ottobre 2024

Le mostre in galleria da visitare a Londra quest’autunno

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Frieze London volge al termine, ma segna l'inizio delle grandi mostre in città, anche in galleria. Ecco 6 spazi espositivi da non perdere, da Mazzoleni ad Hauser & Wirth

mostre Londra
Installation view of George Rouy’s “The Bleed, Part I,” at Hauser & Wirth London, 2024. Photo: Damian Griffiths. Courtesy: the artist, Hannah Barry Gallery and Hauser & Wirth, © George Rouy

La settimana di Frieze London è uno degli appuntamenti più attesi nel calendario internazionale dell’arte contemporanea. Anche quest’anno, Londra ospita la celebre fiera e si trasforma in un vivace epicentro artistico, dove collezionisti, curatori, critici e appassionati si incontrano per scoprire le ultime tendenze dell’ art world. Il programma è fitto di eventi, tra i quali si annoverano le mostre organizzate da alcune delle gallerie più prestigiose al mondo. Ne abbiamo selezionate sei per voi – inaugurate nei giorni di Frieze, ma aperte al pubblico anche oltre il termine della fiera.

Gagosian / Anna Weyant: Who’s afraid of the Big Bad Wolves

Anna Weyant, è la più giovane artista rappresentata dalla galleria internazionale Gagosian e in occasione della sua prima mostra londinese, Who’s afraid of the Big Bad Wolves, mette in scena sette nuove tele che richiamano i suoi debutti del 2022 e 2023 a New York e Parigi. Weyant ritrae figure umane che, pur cercando compostezza, rivelano momenti di fragilità tragicomica, mentre le sue nature morte trasformano oggetti quotidiani in immagini oniriche e misteriose, grazie a una palette delicata e riflessiva. Tra i sette nuovi lavori spicca Girl in Window, dove una figura seminascosta evoca un’atmosfera fiabesca e surreale. In It’s Coming from inside the House, un personaggio nascosto dietro un giornale è l’immagine tangibile dell’isolamento, mentre Here, My Dear ritrae una donna che guarda fuori dal quadro, suggerendo una tensione palpabile.

 

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David Zwirner / Oscar Murrillo: A balancing act between collapse and spirit

Fino al 16 novembre, la sede londinese di David Zwirner ospita i dipinti di Oscar Murrillo, celebre pittore colombiano, nel corso della mostra A balancing act between collapse and spirit. I suoi lavori sono stati spesso paragonati alle opere di Alberto Burri, Philip Guston e dei più grandi maestri astratti. Murillo è noto per le sue opere che esplorano temi come la globalizzazione, la migrazione, la disuguaglianza e l’identità culturale. Nato nel 1986 a La Paila, in Colombia, si è trasferito a Londra da bambino. Ha studiato al Royal College of Art di Londra, e il suo lavoro ha guadagnato visibilità internazionale grazie alla sua partecipazione a importanti mostre e fiere d’arte. Murillo lavora con diversi media, tra cui pittura, video, installazioni e performance. Uno dei tratti distintivi delle sue opere è l’uso di materiali recuperati e riciclati, che riflettono il suo interesse per i processi di trasformazione e per la storia che ogni materiale porta con sé. Le sue tele spesso presentano segni grezzi, che conferiscono un aspetto dinamico e caotico ai suoi dipinti. Questo stile energico e spontaneo si ispira anche alle sue esperienze personali di migrazione e alla sua identità multiculturale.

 

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Pace / Genesis Belanger: In the Right Conditions we are Indistinguishable

Per la mostra In the Right Conditions we are Indistinguishable inaugurata da Pace, Genesis Belanger esplora le complessità della cura di sé, del lavoro domestico e del rapporto con la natura attraverso quattordici nuove sculture. L’artista di New York utilizza materiali come porcellana, gres, metallo e legno per creare scene che trasformano oggetti quotidiani in surrogati umani, evocando emozioni e ansie sociali. I suoi tableaux, influenzati dall’esperienza nel mondo della pubblicità, riutilizzano simboli familiari, dalla frutta agli oggetti domestici, per riflettere criticamente su consumismo e identità. In lavori come Sentimental Attachment e I Had to Try Them All, Belanger rappresenta il corpo attraverso oggetti come pillole e cibo, esplorando la tensione tra piacere e necessità. Le sue opere, realizzate con tecniche artigianali, esaltano l’individualità e il lavoro manuale, contrapponendosi alla produzione di massa.

 

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Hauser & Wirth / George Rouy: The Bleed, Part I

L’artista inglese George Rouy racconta desiderio e crisi in The Bleed, Part I, mettendo in scena le dinamiche di alienazione attraverso le sue figure deformate e senza contorno. Nelle sue opere, Rouy esplora il concetto di bleed, inteso come il rapporto tra figura e vuoto  o surrounds, termine che usa per descrivere l’incontro tra carne, parti interne del corpo e condizioni circostanti come temperatura e densità. Nei suoi dipinti, questo si manifesta come una fusione fisica tra figure e contorni, riflettendo la tensione e l’armonia sia tra individui sia all’interno di un gruppo. Un tema centrale è il “portare”, ossia l’essere condotti nella vita e poi fuori da essa, e le esperienze di equilibrio o instabilità che ne derivano. L’astrazione serve a distorcere e frammentare le figure, creando segnali di rottura che guidano lo sguardo. Queste opere evocano una familiarità inquietante, presentandosi come forme nate dalla mente dell’artista, senza un chiaro riferimento temporale.

 

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Mazzoleni / Mythology Reinterpreted: A Journey through Ancient Inspiration in Modern & Contemporary Art

A Londra, Mazzoleni ha inaugurato Mythology Reinterpreted: A Journey through Ancient Inspiration in Modern & Contemporary Art. La mostra si propone di reinterpretare il mondo antico attraverso la visione di artisti italiani come Giorgio de Chirico, Salvo e Giulio Paolini, e del messicano Jorge Méndez Blake. Unendo passato e presente, una serie di reperti romani invitano i visitatori a intraprendere un viaggio nei meandri della storia dell’arte, evidenziando la loro continua rilevanza nella cultura visiva contemporanea. Benedetta Casini, curatrice della mostra, osserva: «Tra le opere esposte in Mythology Reinterpreted, si può intravedere un approccio comune tra i protagonisti dell’arte del XX secolo, che hanno affrontato il tema del tempo e della storia in modo altamente personale, espandendo e contraendo arbitrariamente i loro confini. La profondità della metafisica di De Chirico è affiancata dal cosiddetto “stile naif” di Salvo, mentre la riflessione sull’identità e il doppio di Paolini trova finalmente una risoluzione nel ventunesimo secolo con il viaggio di Méndez Blake alle origini dello stato democratico». Fino al 6 dicembre.

 

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Pilar Corrias / Rirkrit Tiravanija: A Million Rabbit Holes

A Million Rabbit Holes è l’ambiente immersivo creato da Rirkrit Tiravanija nella galleria londinese Pilar Corrias. Entrando ci si ritrova frastornati dalla scenografia che imita una foresta, sensazione che aumenta gradualmente osservando il pavimento ricoperto da moquette viola, i ciocchi di legno accatastati in mucchi e le opere di Tiravanija. Tutte datate 2024, queste lastre lucide di pvd ricoperte di acciaio inossidabile dorato creano un’illusione ottica e, annullando i confini fisici dello spazio espositivo, confondono lo spettatore, lo ammoniscono con frasi come Happiness is not always fun o Remember in November. Lo scopo dell’installazione è riflettere l’atmosfera febbrile di un’America che quest’autunno si dirigerà alle urne per eleggere il suo presidente. Fino al 9 novembre.

 

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