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Napoli, il Pulcinella di Gaetano Pesce è fedele al progetto: le dichiarazioni dopo la polemica
Attualità
di redazione
«L’opera installata a piazza Municipio è il Pulcinella progettato e voluto da Gaetano Pesce». Sembra un’affermazione tautologica quella rilasciata, oggi, da Silvana Annicchiarico, curatrice dell’opera del compianto designer presentata a Piazza Municipio di Napoli. Eppure è stato necessario farla, alla luce delle polemiche sorte negli ultimi giorni. Già prima della presentazione ufficiale di Tu si ‘na cosa grande, l’ironia dei social network si era infatti immediatamente riversata sull’aspetto un po’ troppo “anatomico” dell’installazione, somigliante più a un colossale pene che al bozzetto realizzato da Pesce, scomparso nell’aprile 2024. Al punto da dare vita, oltre che a una serie di meme virali più o meno osè, anche a varie “azioni a tema” sorte spontaneamente, come il flash mob per una “Tammurriata propiziatoria di fertilità e abbondanza“.
«Il progetto dell’installazione Tu si na cosa grande è in gestazione dal 15 novembre 2022. È stato un percorso lungo, con cambiamenti di individuazione dello spazio pubblico che avrebbe dovuto ospitarla. Da piazza Plebiscito, a Rotonda Diaz, alla Villa Comunale fino a Piazza Municipio. Gaetano Pesce voleva un’opera che testimoniasse l’affetto per una terra che amava profondamente e in cui affondavano le radici della sua famiglia», ha specificato Annicchiarico, entrando nel merito del processo di realizzazione dell’opera, che rientra nel più ampio progetto Napoli Contemporanea del Comune di Napoli, finanziato con i fondi Poc Campania 2014-20 Piano strategico per la Cultura e i Beni Culturali 2022-23, con un budget complessivo di 2 milioni di euro, di cui 200mila destinati all’opera di Pesce. Il progetto, curato da Vincenzo Trione, consigliere alla programmazione delle attività museali e all’arte contemporanea del Comune di Napoli, ha già visto altri interventi, tra anche cui la altrettanto contestata – e bruciata e poi ricostruita – Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto, ancora a piazza Municipio.
La curatrice ha anche spiegato come gli elementi utilizzati da Pesce per questa installazione siano rappresentativi della sua poetica. «Il cuore per esempio lo ritroviamo nel lontano 1972 in un bozzetto intitolato Two Hearts Lamp, o ancora nel progetto del 2001 per il Word Trade Center dove immaginava un’architettura pluralista capace di raccontare le culture e luoghi», ha proseguito Annicchiarico, facendo riferimento all’altra parte dell’installazione, composta da due cuori uniti da una freccia che, al contempo, li trafigge. Anche la stessa figura stilizzata di Pulcinella, ridotto a una camicia con bottoni neri, sempre dalle sembianze falliche ma meno appariscenti, ritorna in una lampada da terra del 2020.
«Per Napoli, Gaetano dopo ulteriori approfondimenti ci disse di togliere i bottoni perché tratto distintivo della maschera di Pierrot, e ha voluto semplificare la veste e il bavero in modo più schematico. I disegni, i bozzetti e il progetto esecutivo con tutti i dettagli e le misure sono stati ultimati, approvati da lui e consegnati quando era ancora in vita. Sua è stata la scelta del laboratorio di Luca Bertozzi per la realizzazione. Persino il titolo dell’opera è derivato da diversi colloqui e scambi…avevamo ragionato intorno a I love Napoli, Napoli amore mio, Tu si ‘na cosa grande, finché abbiamo concordato tutti, a cominciare da lui, sul titolo che alla fine è stato scelto».
A testimoniare la fedeltà dell’opera finale anche lo Studio Gaetano Pesce di New York: «Secondo quanto riportato nel progetto approvato da Gaetano, il Pulcinella dovrà indossare l’abito multicolor durante tutto il periodo dell’installazione. Confermiamo che l’opera installata a piazza Municipio è autografa». «Non ci sono discrepanze tra bozzetto e realizzazione finale. L’artista ha lasciato tutte le informazioni per completare il lavoro e l’opera installata a piazza Municipio è stata realizzata seguendo nel dettaglio queste informazioni», ha aggiunto Luca Bertozzi, scenografo coinvolto per la realizzazione dell’opera. «Se fosse stato in vita negli ultimi giorni della realizzazione, magari avrebbe potuto guidarci e indicarci qualche piccola correzione, chissà… Ma questo nessuno può saperlo purtroppo».
«Ricordiamo perfettamente quella passeggiata sul lungomare di Napoli con papà, quando ci siamo imbattuti in un Pulcinella», continuano Milena e Jacopo Pesce, figlia e figlio dell’artista. «In quel momento, nostro padre – che si è fatto scattare una fotografia quasi abbracciato alla maschera simbolo della città – ha ribadito tutto il suo amore per Napoli, per la sua cultura e per la sua vitalità. Lui non avrebbe mai pensato di offrire a Napoli qualcosa di offensivo o scontato. Al contrario, ha voluto donare due cuori. Ha scelto di celebrare il lato più femminile e colorato di Pulcinella, vestendolo con tonalità vivaci, in netto contrasto con il tradizionale bianco. È stato un gesto di grande dolcezza, che ha messo in risalto una Napoli ricca di sfumature, aperta e accogliente, proprio come l’amore che lui provava per lei».