17 ottobre 2024

Trasporti all’avanguardia: la Elizabeth Line vince lo Stirling Prize 2024

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Una rete ferroviaria all’avanguardia vince lo Stirling Prize 2024, uno dei massimi premi di architettura al mondo: la Elizabeth Line propone un nuovo approccio alla mobilità pubblica

The Elizabeth Line, by Grimshaw, Maynard, GIA Equation and Atkins (Image credit: Hufton + Crow)
The Elizabeth Line, by Grimshaw, Maynard, GIA Equation and Atkins (Image credit: Hufton + Crow)

L’opera vincitrice del RIBA Stirling Prize 2024, uno dei premi di architettura più prestigiosi al mondo, è la Elizabeth Line di Londra, una rete all’avanguardia di servizio ferroviario ibrido urbano – suburbano, ad alta frequenza, chiamata così in onore della Regina Elisabetta II, che collega Reading e Heatrow all’Essex e alla zona sud-est della metropoli inglese. Attribuito dal RIBA Royal Institute of British Architects, il premio viene assegnato dal 1996 agli architetti che hanno apportato il maggiore contributo all’evoluzione dell’architettura, con un progetto realizzato nel corso dell’anno. Gli architetti devono essere membri del RIBA e, dal 2014, le candidature devono necessariamente provenire dal Regno Unito, mentre prima la selezione era aperta a progetti in tutta Europa. L’ultimo edificio al di fuori della Gran Bretagna ad aver vinto lo Stirling Prize, nel 2010, fu il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, progettato da Zaha Hadid. In passato, il premio includeva un riconoscimento in denaro di 20mila sterline, che adesso non è più previsto.

I primi progetti per quella che era conosciuta come Crossrail e che nel 2016 è stata ribattezzata Elizabeth Line, risalgono al 1974. Operativa da maggio 2022, la Elizabeth Line rappresenta un vera e propria impresa architettonica straordinariamente complessa ma «Mascherata da una elegante semplicità», si legge nelle motivazione della giuria, frutto di una collaborazione tra vari studi di architettura: Grimshaw, Maynard, Equation e AtkinsRéalis. Il progetto abbraccia un approccio sostenibile all’architettura, attraverso sistemi come il raffreddamento passivo per ridurre la necessità di interventi meccanici e sensori di movimento delle scale mobili che riducono al minimo lo spreco di energia.

The Elizabeth Line, by Grimshaw, Maynard, GIA Equation and Atkins (Image credit: Hufton + Crow)
The Elizabeth Line, by Grimshaw, Maynard, GIA Equation and Atkins
(Image credit: Hufton + Crow)

«La Elizabeth Line è un trionfo nella collaborazione tra gli architetti, offrendo una soluzione impeccabile, efficiente e splendidamente coreografata per il trasporto nel centro città. È una tela ordinata che incorpora una serie di componenti architettonici raffinati per creare un’identità coerente per tutta la linea, attraverso la quale migliaia di passeggeri giornalieri si muovono con facilità», ha dichiarato il presidente della giuria, Muyiwa Oki, che presiede anche il RIBA. «Scendere nella colossale rete di tunnel è come entrare in un portale per il futuro, dove il tipico caos dei pendolari si trasforma in un’esperienza senza sforzo. Questa è l’architettura dell’era digitale, un vasto schema che utilizza tecnologie all’avanguardia per creare caratteristiche spaziali ed esperienze distintive. Riscrive le regole del trasporto pubblico accessibile e stabilisce un nuovo standard audace per le infrastrutture civiche, aprendo la rete e, per estensione, Londra, a tutti».

The Elizabeth Line, by Grimshaw, Maynard, GIA Equation and Atkins (Image credit: Hufton + Crow)
The Elizabeth Line, by Grimshaw, Maynard, GIA Equation and Atkins
(Image credit: Hufton + Crow)

«Durante i nostri incontri con gli ingegneri e il team di scavo, abbiamo scoperto che era possibile curvare i percorsi tra i tunnel, consentendo non solo di migliorare la sicurezza, ma anche di permettere alle persone di vedere oltre gli angoli», ha raccontato, Neill McClements, partner di Grimshaw. «Questo ha plasmato il design unico della Elizabeth Line, con le sue linee fluide e sinuose, nate dal desiderio di offrire un’esperienza più confortevole e senza stress. Abbiamo pensato a un movimento senza attriti e sforzi, che facilitasse gli spostamenti di tutti».

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