17 ottobre 2024

Berlinguer, tra sogno e ambizione: al via la Festa del Cinema di Roma

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Si alza il sipario della Festa del Cinema di Roma: nel film di Andrea Segre, la storia di Enrico Berlinguer e della nostalgia di una politica sognata e fatta per il bene comune

Giunta alla diciannovesima edizione, la Festa del Cinema di Roma si presenta non solo come un festival ma una vera e propria festa rivolta alla città capitolina, capace di coinvolgere il grande pubblico oltre agli addetti ai lavori. L’augurio della direttrice artistica Paola Malanga è che ci si lasci sorprendere e trasportare. Sarà proprio la scoperta per una storia nota o per un artista conosciuto o la novità di inediti talenti, il vero spirito del progetto. E a prova dell’alta qualità dei contenuti, i film presentati in concorso alle precedenti edizioni della Festa del Cinema di Roma hanno ottenuto massimi riconoscimenti come Oscar o Golden Globe o altri ancora.

Forse non una sorpresa ma una conferma, la magistrale interpretazione di Elio Germano nella pellicola che ha aperto la kermesse e che è dedicata a un uomo politico, Enrico Berlinguer, e al suo popolo. Berlinguer – La grande ambizione film di Andrea Segre è una ricostruzione storica cinematografica attraverso filmati di repertorio e messa in scena, non un omaggio o una celebrazione ma un racconto di un preciso momento storico, tra il 1973 e il 1978, visto e vissuto attraverso gli occhi del leader del Partito Comunista Italiano.

La locandina del film sintetizza con un’immagine iconica la valenza e il messaggio della pellicola. Berlinguer di spalle durante la festa dell’Unità davanti a 7mila persone attente alle sue parole, con bandiere rosse sventolanti. Queste stesse bandiere coloreranno il cammino del feretro che concluderà il film.

In questa ricostruzione storica è espressa la vicenda di un uomo e di un movimento, di un politico pieno di umanità e di riserbo, mite, schivo e timido che con empatia, affetto e senso del dovere persegue il suo sogno. La sua ambizione è quella di restituire il bene comune, in antitesi agli interessi privati o al carrierismo. Il regista Segre ci fa entrare nell’intimità del politico ma anche nella sua sfera privata. Berlinguer è segretario di partito ma è anche padre e marito, destreggiante tra le aule istituzionali, la “sua gente” e i suoi affetti, sempre in costante ascolto. «Nel suo inquietante silenzio vi è ascolto», così ricordano i suoi cari.

Il titolo La grande ambizione è tratto da una frase di Antonio Gramsci in cui   ambizione e bene comune sono valori indissolubilmente legati. Nella ricerca di questo bene, Enrico proverà a cambiare la storia, proponendo il “Compromesso storico”, una collaborazione tra le grandi correnti politiche: comunista, socialista, cattolica.

Una politica per costruire, con ideologie, valori e una visione aperta al dialogo, che convincerà il partito che crescerà, sotto il suo segretariato, dal 27% al 35%. Il suo sogno è di portare il Paese verso un socialismo senza rivoluzione violenta e sfidare gli equilibri della Guerra fredda, avviandosi quindi a un’accelerazione del tempo.  Ma questo nuovo Eurocomunismo non piace e non convince totalmente né la Democrazia Cristiana né il suo Partito Comunista, trovando invece un degno e illuminato interlocutore in Aldo Moro.

Quando nel 1978 tutto sembra pronto affinché il Partito Comunista entri nell’area di governo, lo stesso Moro viene rapito e successivamente ucciso e tutto inesorabilmente sarebbe cambiato, lasciando interrogativi aperti ancor oggi e mancate soluzioni.

L’attore Elio Germano è riuscito a calarsi nel personaggio, nel suo corpo e nella sua postura, senza caricature ma con la visione gentile di un uomo buono dalle giacche malcalzanti e dai capelli indomati, tutto per sottolineare il senso della fatica e delle responsabilità che sottraevano tempo a ciò che poteva essere futile, inutile, esteriore.

Anche negli interni domestici dove Berlinguer si muove tra pubblico e privato, si respira gusto senza eccessive concessioni al consumismo, decoro sobrio ed elegante, grazie al contributo di Benoit Dervaux direttore di fotografia, che rende ancor più vera la complessità di un uomo iconico quanto ordinario oppure, come lo schernisce la moglie, impersonata dall’attrice Elena Radonicich, «Un uomo noioso e grigio che diventa segretario di partito», pronto a cambiare la storia.

La colonna sonora composta dal musicista di origini sardo-emiliane Jacopo Incani in arte Iosonouncane conclude con i Funerali di Enrico la pellicola.

Sarà nelle sale in tutta Italia dal 31 ottobre 2024.

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