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Scivolare invisibile attraverso il mondo
La mostra ‘Scivolare invisibile attraverso il Mondo’ ,curata da Lo Jacono, mette in evidenza il lavoro di tre fotografe: Giulia Bersani, Greta Burtini e Era Enesi Vento, accomunate da una visione diaristica, intima e biografica, che coglie immediatamente il vulnerabile pathos dei sentimenti
Comunicato stampa
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La mostra “Scivolare invisibile attraverso il mondo”, curata da Francesco Lo Jacono, mette in evidenza il lavoro di tre fotografe: Giulia Bersani, Greta Burtini e Era Enesi Vento, accomunate da una visione diaristica, intima e biografica, che coglie immediatamente il vulnerabile pathos dei sentimenti e l’immediatezza degli stati d’animo. Il loro approccio non si limita a immortalare i soggetti, ma le coinvolge direttamente nell'immagine, interpretandola con una visione profondamente sentimentale.
I loro lavori trovano una comune ascendenza stilistica nell'opera di Nan Goldin e, attraverso la lente di queste tre artiste, costituiscono un’esplorazione della sua continua rilevanza. Ogni fotografa, pur seguendo la propria traiettoria creativa, riprende e rinnova l’eredità di Goldin, mettendo in evidenza come il suo linguaggio visivo possa ancora offrire chiavi di lettura per comprendere le trasformazioni della società contemporanea. Questa eredità si riflette nelle tre artiste, che esplorano aspetti personali e profondi della loro esistenza.
Bersani, con i suoi autoscatti di nudo, aggiorna la riflessione sull’autoritratto e sulla corporeità. Reiterando questa pratica nel tempo, l’artista compone come un diario visivo del proprio corpo.
Burtini, invece, rivolge lo sguardo alla casa e alla terra natia, concentrandosi su ambienti domestici che rappresentano rifugi di memoria e identità. Nei suoi scatti, lo spazio abitativo diventa un luogo di connessione profonda con le proprie radici, in cui il passato e il presente si intrecciano, creando un senso di continuità e appartenenza.
Le fotografie di Enesi, infine, catturano piccole comunità caotiche di amici che si formano attorno a legami affettivi condivisi. Raccontando queste dinamiche il concetto tradizionale di famiglia viene ridefinito, includendo legami che vanno oltre il sangue per abbracciare relazioni scelte e costruite, in cui l’intimità e il sostegno reciproco sono fondamentali.
La pluralità dei soggetti esplorati dalle fotografe è attraversata da una forte componente personale, dove l'emotività dell'artista stessa diventa centrale. Le immagini sono catturate spesso senza premeditazione, favorendo l’immediatezza informale dell’istantanea per mantenere la viscerale concretezza del vivere.
La mostra si configura come un mosaico di frammenti di vite che, attraverso un linguaggio visivo diretto e talvolta crudo, porta lo spettatore a una riflessione profonda sulle relazioni sociali e psicologiche che attraversano strutture visibili e consolidate come la famiglia tradizionale, strutture di fantasia prodotte da spazi di solidarietà comuni, o l’intimità del proprio corpo.
Sebbene non presenti un esplicito contenuto politico, la poetica di queste artiste si colloca in rapporto antitetico alla cultura edonista e al mito dell’autorealizzazione così diffuso nell’Occidente contemporaneo, di cui offre una critica silenziosa. Attraverso la loro rappresentazione sincera e talvolta dolorosa dell’esperienza umana, Bersani, Burtini ed Enesi mettono in luce un’umanità fragile, idealista e priva di confini netti. La loro fotografia invita a un ritorno all'essenziale, a una visione dell'essere umano come soggetto che vive, ama e soffre in un mondo spesso indifferente, che, in tutta la sua vulnerabilità e bellezza, scivola invisibile attraverso il mondo, trovando conforto nei legami emotivi e nella condivisione dell'esperienza umana.
I loro lavori trovano una comune ascendenza stilistica nell'opera di Nan Goldin e, attraverso la lente di queste tre artiste, costituiscono un’esplorazione della sua continua rilevanza. Ogni fotografa, pur seguendo la propria traiettoria creativa, riprende e rinnova l’eredità di Goldin, mettendo in evidenza come il suo linguaggio visivo possa ancora offrire chiavi di lettura per comprendere le trasformazioni della società contemporanea. Questa eredità si riflette nelle tre artiste, che esplorano aspetti personali e profondi della loro esistenza.
Bersani, con i suoi autoscatti di nudo, aggiorna la riflessione sull’autoritratto e sulla corporeità. Reiterando questa pratica nel tempo, l’artista compone come un diario visivo del proprio corpo.
Burtini, invece, rivolge lo sguardo alla casa e alla terra natia, concentrandosi su ambienti domestici che rappresentano rifugi di memoria e identità. Nei suoi scatti, lo spazio abitativo diventa un luogo di connessione profonda con le proprie radici, in cui il passato e il presente si intrecciano, creando un senso di continuità e appartenenza.
Le fotografie di Enesi, infine, catturano piccole comunità caotiche di amici che si formano attorno a legami affettivi condivisi. Raccontando queste dinamiche il concetto tradizionale di famiglia viene ridefinito, includendo legami che vanno oltre il sangue per abbracciare relazioni scelte e costruite, in cui l’intimità e il sostegno reciproco sono fondamentali.
La pluralità dei soggetti esplorati dalle fotografe è attraversata da una forte componente personale, dove l'emotività dell'artista stessa diventa centrale. Le immagini sono catturate spesso senza premeditazione, favorendo l’immediatezza informale dell’istantanea per mantenere la viscerale concretezza del vivere.
La mostra si configura come un mosaico di frammenti di vite che, attraverso un linguaggio visivo diretto e talvolta crudo, porta lo spettatore a una riflessione profonda sulle relazioni sociali e psicologiche che attraversano strutture visibili e consolidate come la famiglia tradizionale, strutture di fantasia prodotte da spazi di solidarietà comuni, o l’intimità del proprio corpo.
Sebbene non presenti un esplicito contenuto politico, la poetica di queste artiste si colloca in rapporto antitetico alla cultura edonista e al mito dell’autorealizzazione così diffuso nell’Occidente contemporaneo, di cui offre una critica silenziosa. Attraverso la loro rappresentazione sincera e talvolta dolorosa dell’esperienza umana, Bersani, Burtini ed Enesi mettono in luce un’umanità fragile, idealista e priva di confini netti. La loro fotografia invita a un ritorno all'essenziale, a una visione dell'essere umano come soggetto che vive, ama e soffre in un mondo spesso indifferente, che, in tutta la sua vulnerabilità e bellezza, scivola invisibile attraverso il mondo, trovando conforto nei legami emotivi e nella condivisione dell'esperienza umana.
25
ottobre 2024
Scivolare invisibile attraverso il mondo
Dal 25 ottobre all'undici dicembre 2024
arte moderna
fotografia
fotografia
Location
ottofinestre
Torino, Via Saluzzo, 88, (TO)
Torino, Via Saluzzo, 88, (TO)
Orario di apertura
Su prenotazione per spazi interni.
Vernissage
25 Ottobre 2024, 18.30/21.30
Sito web
Ufficio stampa
ottofinestre
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione