23 ottobre 2024

Sonorità etrusche a New York, la performance di Eva Marisaldi al MET

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Dal Parco Archeologico di Marzabotto a New York, Eva Marisaldi esplora le sonorità degli antichi oggetti etruschi, con una performance al Metropolitan Museum

Eva Marisaldi, oggetti sonori realizzati per l’opera video Under the same sky, materiali vari, 2024

Un autunno decisamente ricco di soddisfazioni per Eva Marisaldi. Infatti, recentemente, l’artista bolognese è stata insignita del prestigioso Premio Presidente della Repubblica dell’Accademia di San Luca per l’anno 2022, classe scultura. Inoltre, Marisaldi è la protagonista di un progetto internazionale che coinvolge il Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria di Marzabotto e il Metropolitan Museum of Art di New York. A unire queste due realtà così diverse e lontane è l’arte contemporanea, da intendere come ponte tra passato e presente.

In provincia di Bologna, intorno al 500 a.C., gli Etruschi fondarono Kainua – “la città nuova”, per l’appunto – che costituisce un formidabile esempio di pianificazione urbana. La sua prosperità – grazie alla posizione strategica lungo il corso del fiume Reno – è testimoniata dai numerosi reperti archeologici conservati all’interno del museo emiliano. Tuttavia, anche la famosa istituzione statunitense vanta una collezione di oltre mille oggetti che vanno dal 900 al 100 a.C., tra reperti risalenti al periodo preromano e altri provenienti dall’Antica Etruria.

Premiazione Eva Marisaldi

Under the same Sky – promosso dalla Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia- Romagna, grazie al sostegno del PAC e a cura di Leonardo Regano – ha consentito a Marisaldi di avviare una residenza all’interno del Parco Archeologico di Marzabotto; dopo uno studio approfondito della cultura etrusca, l’artista ha deciso di soffermarsi sull’aspetto sonoro come modalità per rievocare la vita quotidiana dell’antica città.

In particolare, Marisaldi ha realizzato una serie di oggetti sonori che saranno indossati e re-interpretati dalle persone che parteciperanno ad una performance – già sold out – che si terrà il 25 ottobre nell’Ala Etrusca del Metropolitan Museum. I partecipanti saranno liberi di muoversi nello spazio per scoprire le sonorità dell’oggetto prescelto. Al termine, sarà richiesto loro di osservare la collezione etrusca del museo oltreoceano e di individuare un reperto in grado di completare l’esperienza di visita, raccontando le motivazioni alla base della loro scelta. L’azion, ideata insieme a Patrizia Cirino e Delphine Tonglet, sarà documentata da un video registrato da Enrico Serotti.

performance Eva Marisaldi MET
Backstage dell’opera video Under the same sky prodotta da Eva Marisaldi ed Enrico Serotti, Kainua, Marzabotto, luglio 2024

In questa occasione, sarà anche proiettato un altro video, prodotto lo scorso luglio da Marisaldi e Serotti a Kainua, durante il quale sono stati usati gli stessi dispositivi sonori adoperati al MET. Pertanto, gli oggetti – portatori di storie immaginate da chi li ha prodotti – saranno condivisi con il pubblico, allo scopo di generare una connessione ideale tra spazio, tempo e individuo. Tutto questo lavoro di studio sfocerà nella produzione di alcune opere inedite che Eva Marisaldi presenterà nel parco archeologico vicino a Bologna nel 2025. Dopo di lei, saranno coinvolti anche altri artisti.

«La performance/laboratorio che presentiamo al Metropolitan Museum di New York – ha detto Regano – è un’azione che ricalca l’opera video prodotta per il Museo “Pompeo Aria” di Marzabotto e che permette di cogliere intimamente il senso di comunità che vi era allora, offrendocene una possibilità interpretativa diretta e immediata. Eva conferma la sua straordinaria capacità comunicativa in grado di avvicinare culture distanti geograficamente, culturalmente e in questo caso anche cronologicamente».

performance Eva Marisaldi MET
Backstage dell’opera video Under the same sky prodotta da Eva Marisaldi ed Enrico Serotti, Kainua, Marzabotto, luglio 2024

«Il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto è impegnato in un progetto di reinterpretazione complessiva dell’area archeologica di Kainua (Kainua. Manuale d’uso) che intende mettere in valore le stratificazioni culturali già presenti, dal giardino storico al contesto paesaggistico», ha dichiarato Denise Tamborrino, Direttrice del Museo di Marzabotto. «Non più solo un sito archeologico, ma un vero e proprio parco contemporaneo dove l’atto creativo si inserisce in un processo di mediazione tra memoria e arte, in cui passato e presente possono incontrarsi e dare vita a nuove narrazioni e a meccanismi di fruizione inediti. La visita dell’area presuppone uno sforzo immaginativo molto forte, dovendo ricostruire tutto ciò che attiene di fatto alla vita urbana ed è su questo ambito che si è voluto insistere per rendere fruibili una serie di contenuti archeologici per riportare quanto più vicino possibile cosa potesse essere un giorno di vita nella Kainua di 2500 anni fa e poter instaurare così una serie di dialoghi con la contemporaneità. In questo contesto la committenza del Museo a Eva Marisaldi costituisce un ulteriore tassello per la lettura in chiave contemporanea del patrimonio culturale materiale e immateriale di Kainua».

Backstage dell’opera video Under the same sky prodotta da Eva Marisaldi ed Enrico Serotti, Kainua, Marzabotto, luglio 2024

Ma qual è il motivo che ha spinto Eva Marisaldi a concentrarsi sull’aspetto sonoro in relazione alla civiltà etrusca? «Nel mio percorso artistico sono presenti molti lavori che chiamano in causa il suono. Collaboro da molti anni con Enrico Serotti, musicista e compagno», ci ha raccontato l’artista, che abbiamo raggiunto poco prima della partenza per gli Stati Uniti. «Realizziamo insieme i video e alcuni progetti. Anche nel parco archeologico di Kainua, a Marzabotto, per l’installazione permanente che fa parte del progetto Under the same Sky, ci sarà una sorpresa sonora, approvata anche dalla Dott.ssa Federica Timossi, esperta etruscologa, responsabile delle collezioni del Museo Nazionale Etrusco “P. Aria” e area archeologica di Kainua. Sono molte le rappresentazioni di danza, strumenti e musici, sia pittorici che vascolari, nella cultura etrusca.

Inoltre, la Prof.ssa Elisabetta Govi, docente al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, ci ha parlato del rinvenimento di molti sonaglietti all’interno di sepolcri. Anche se non se ne ha la certezza, si può intuire che fossero applicati ad indumenti. Insomma, gli Etruschi “suonavano”: da qui l’idea iniziale per l’incontro-laboratorio che proporremo al MET. Trovando poca documentazione di riferimento, ho immaginato molto, partendo da quanto ho visto nei musei archeologici, nei cataloghi e da quanto letto nei libri.

Il progetto a cui sono stata invitata dal curatore Leonardo Regano, sostenuto con slancio dall’Arch. Denise Tamborrino, si è arricchito anche grazie alla Dott.ssa Patrizia Cirino (responsabile Area Educazione, Ricerca e Accessibilità della Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna), impegnata ad avvicinare il pubblico in modi “altri” alla cultura etrusca».

Abbiamo poi chiesto di che natura sono gli artefatti realizzati e quali materiali sono stati usati. «Ho utilizzato tessuti, metalli (ferro, rame, argento, derivati dalla scomposizione di gioielli e bigiotteria), e molti materiali presenti nelle ferramenta: rondelle, graffette, borchie, catene, spille da balia, filo di ferro, sonagli di vario genere», ha continuato Marisaldi. «Non tutti i manufatti sono sonori, ma l’intento era che producessero suono, per creare una risonanza con un tempo lontano. Tali oggetti, indossabili, sono stati animati da un gruppo di persone che si sono fidate del nostro entusiasmo per questo progetto, e hanno improvvisato, prestandosi alla realizzazione di un video. Gli siamo molto grati. La nostra intenzione è quella di coinvolgere con modalità simili anche i partecipanti ai due workshop al Metropolitan Museum, che hanno già aderito con interesse preventivo.
Tutto sarà più chiaro quando si vedrà il progetto ultimato».

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