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La rivista della Biennale di Venezia rinasce dopo mezzo secolo
Libri ed editoria
di redazione
Dopo oltre mezzo secolo, la rivista storica della Biennale di Venezia riprende vita, riaccendendo il dialogo culturale che l’aveva resa un punto di riferimento tra il 1950 e il 1971. Il primo numero di questa nuova serie, Diluvi prossimi venturi / The Coming Floods, riprende l’antico spirito esplorativo dell’originale progetto editoriale, ponendosi come un osservatorio sulle correnti artistiche e intellettuali contemporanee. «La Rivista rinasce con lo stesso spirito e natura che la contraddistingueva sin dalla prima edizione, ovvero retta da una parola guida, “ricerca”, termine che ricorre nella stessa legge istitutiva della Biennale. Rappresenta uno spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro», ha spiegato Debora Rossi, responsabile dell’Archivio Storico della Biennale e direttrice della nuova rivista.
L’eredità di una rivista iconica
Fondata nel 1950 come piattaforma di riflessione culturale a seguito del successo della prima Biennale postbellica, la rivista nasceva dall’esigenza di dare uno spazio ufficiale e altamente curato ai linguaggi espressivi della manifestazione. Pubblicata inizialmente dalla casa editrice Vittorio Alfieri di Firenze, si distingueva per l’estetica raffinata, con copertine sempre inedite e un’attenta cura dei materiali di stampa. Alla guida redazionale, personalità di spicco come Giovanni Ponti e Rodolfo Pallucchini contribuivano a un progetto editoriale ambizioso e pionieristico per l’epoca.
Il 1960 segnò una svolta: con l’arrivo di Umbro Apollonio, la rivista si fece più audace, incorporando un taglio critico innovativo, orientato al dibattito sulle avanguardie artistiche. Questa seconda fase rifletteva un’apertura alla critica d’arte meno accademica e più incisiva, che rispondeva alle istanze di un mondo in rapida evoluzione, culminando poi negli Annuari, a partire dal 1975.
Oggi, la rinascita della rivista della Biennale risponde anche a una nuova esigenza di riscoprire lo spirito di aggregazione e riflessione che il formato cartaceo permette. Nonostante la predominanza dei media digitali, la rivista cartacea offre infatti un tempo e uno spazio di lettura approfondita, lontano dal flusso rapido delle notizie online. Questo ritorno è pensato come uno spazio monografico per riflessioni estese, dialoghi tra discipline e collaborazioni internazionali, includendo contributi di artisti, scienziati, intellettuali e protagonisti della cultura globale.
Diluvi prossimi venturi
Con un ampio apparato iconografico, per lo più tratto dall’Archivio Storico della Biennale e da importanti archivi fotografici nazionali e internazionali, la rivista avrà cadenza trimestrale, con ogni numero dedicato a un tema monografico. Tra le pagine, prenderà vita un dialogo tra quelle discipline che rappresentano storicamente il cuore della Biennale di Venezia—arti visive, architettura, danza, musica, teatro e cinema—aprendo anche a incursioni nel campo delle scienze e della letteratura. Come nell’originale edizione, anche la moda ritrova il suo spazio, riconosciuta per il suo intreccio con l’arte, gli archivi e la continua spinta verso la sperimentazione.
Il primo numero, Diluvi prossimi venturi, si propone come una raccolta di voci prestigiose che indagano sui temi urgenti dell’epoca contemporanea. Personalità come l’artista saudita Manal AlDowayan, il regista Peter Weir e lo scrittore Orhan Pamuk contribuiranno con le loro prospettive inedite che spaziano tra arti visive, scienza e letteratura. Gli altri autori dei contributi del primo numero della rivista della Biennale sono Engin Akyurek, Carlo Barbante, Davide Brullo, Carolyn Carlson, Aziza Chaouni, Giovanni Lindo Ferretti, Giulia Foscari, Chiara Ianeselli, John Kinsella, Piersandro Pallavicini, Francesco Palmieri, Gilda Palusci, Mariagrazia Pontorno, Elena Pettinelli, Andrea Rinaldo, Emanuele Rosa, Stenio Solinas, José Tolentino de Mendonça, Lorenzo Toso, Luciano Violante, Kongjian Yu.
In copertina, un’immagine fotografica di Yuri Ancarani realizzata durante le riprese del film Atlantide. Il volume è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale e con le fotografie di Chiara Arturo, Alessandro Cinque, Antonio Martinelli, Paolo Pellegrin, Italo Rondinella, Paolo Verzone, Federico Vespignani, Francesco Zizola.
Redazione e diffusione
Il progetto grafico, firmato dallo studio milanese Tomo Tomo, rispetta l’eredità visiva della rivista, integrandola con un design innovativo che valorizza le contaminazioni tra i linguaggi. Diretta editorialmente da Debora Rossi e guidata dal giornalista e scrittore Luigi Mascheroni, la redazione si avvale di una squadra trasversale, includendo membri provenienti dai diversi settori della Biennale.
La distribuzione della rivista avverrà tramite lo store online della Biennale e nelle principali librerie italiane e internazionali. Inoltre, sono previste presentazioni ufficiali che attraverseranno diversi contesti culturali per coinvolgere un pubblico ampio e diversificato.