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Folding – Pieghe Prima personale di Pennyboy
Dopo aver partecipato a manifestazioni fieristiche e mostre collettive in giro per il mondo, dagli States, a Ibiza, dall’ARTMUC di Monaco di Baviera fino all’ancora in corso “Viaggio nella Pop Art” a La Vaccheria all’Eur, per Borgo Pio Art Gallery Pennyboy presenta una serie di opere inedite.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si terrà dal 16 al 30 novembre, presso la Borgo Pio Art Gallery in via degli Ombrellari 2 in Roma, “Folding” la prima personale dell’artista Pennyboy.
Dopo aver partecipato a prestigiose manifestazioni fieristiche e mostre collettive in giro per il mondo, dagli States, a Ibiza, dall’ARTMUC di Monaco di Baviera fino all’ancora in corso “Viaggio nella Pop Art” presso La Vaccheria all’Eur, per Borgo Pio Art Gallery Pennyboy presenta una serie di opere inedite in cui sono i metalli ad essere i protagonisti.
Il metallo non viene usato dall’artista come una superficie piana e statica, ma fulcro di “Folding” sono appunto le pieghe che Pennyboy imprime sui materiali donando ad essi un nuovo prorompente dinamismo mediante l’alternarsi di cavità, rilievi, piani e vuoti, passaggi in ombra e lampi di luce.
“Il ferro, nella sua natura sensibile e deformabile, riflette in modo esponenziale ogni segno a cui è sottoposto, esattamente come l’animo umano, violabile ma indistruttibile”.
Un modo di fare arte che attinge evidentemente al profondo, alle esperienze passate, a ciò che affiora dall’inconscio e inevitabilmente ha segnato l’animo.
E’ per questo che, osservando le opere dell’artista, ognuno di noi vedrà un qualcosa che ci è proprio, che ci è appartenuto, un richiamo, una suggestione che proviene dal passato o da un sogno.
Attinge al simbolico e all’onirico il tratto pittorico di questi ultimi lavori di Pennyboy e si intravede una nuova declinazione in chiave surrealista.
“Essere surrealista significa escludere dalla propria mente ogni ricordo di ciò che si è visto, ed essere sempre alla ricerca di ciò che non è mai stato” diceva René Magritte. Ed è un’arte in continua evoluzione e sperimentazione quella di Pennyboy, si sposta in una dimensione più concettuale e filosofica, mettendo in questione, direttamente o indirettamente, il senso stesso dell’arte, del fare arte e l’essere artista.
L’aragosta è protagonista nell’opera di Pennyboy di una realtà alternativa, si impone al centro di una scena in cui le proporzioni e le stesse leggi fisiche sono ribaltate per mostrare allo spettatore una realtà nuova, sorprendente e costringendolo a cambiare il senso comune della percezione. E’ un’opera dai contrasti forti, in cui l’uso del metallo accentua il colore, illumina o attenua i protagonisti della composizione secondo il desiderio dell’artista.
Pennyboy (Emanuele Pennazza) nasce a Roma nel 1992, nel corso degli anni inizia a frequentare la scena artistica underground della capitale e studi e atelier di pittori e maestri d'arte. Nel 2013 frequenta lo studio del Maestro Giampaolo Berto, Preside dell'Accademia di Belle Arti di Roma, che lo porta a scoprire le avanguardie del suo periodo, in particolare la Pop Art italiana e quella americana. Fortemente ispirato dalle sottoculture giovanili di stampo british degli anni '70 - sia musicalmente che culturalmente - e dalla moda provocatoria delle stiliste dell'epoca come Vivienne Westwood, Pennyboy trova la propria dimensione artistica tra le influenze del Punk inglese e della Street Art d'oltreoceano.
Artista versatile e poliedrico, alla continua ricerca del puro impatto visivo, sperimenta negli anni l'utilizzo di vari materiali nelle sue opere, tra cui colle, resine e metalli. La ricerca ininterrotta e la profonda attrazione verso i materiali industriali lo portano, attraverso la lavorazione dei metalli, a quello che diventerà il suo stile guida, l'Iron Pop Art .
Dopo aver partecipato a prestigiose manifestazioni fieristiche e mostre collettive in giro per il mondo, dagli States, a Ibiza, dall’ARTMUC di Monaco di Baviera fino all’ancora in corso “Viaggio nella Pop Art” presso La Vaccheria all’Eur, per Borgo Pio Art Gallery Pennyboy presenta una serie di opere inedite in cui sono i metalli ad essere i protagonisti.
Il metallo non viene usato dall’artista come una superficie piana e statica, ma fulcro di “Folding” sono appunto le pieghe che Pennyboy imprime sui materiali donando ad essi un nuovo prorompente dinamismo mediante l’alternarsi di cavità, rilievi, piani e vuoti, passaggi in ombra e lampi di luce.
“Il ferro, nella sua natura sensibile e deformabile, riflette in modo esponenziale ogni segno a cui è sottoposto, esattamente come l’animo umano, violabile ma indistruttibile”.
Un modo di fare arte che attinge evidentemente al profondo, alle esperienze passate, a ciò che affiora dall’inconscio e inevitabilmente ha segnato l’animo.
E’ per questo che, osservando le opere dell’artista, ognuno di noi vedrà un qualcosa che ci è proprio, che ci è appartenuto, un richiamo, una suggestione che proviene dal passato o da un sogno.
Attinge al simbolico e all’onirico il tratto pittorico di questi ultimi lavori di Pennyboy e si intravede una nuova declinazione in chiave surrealista.
“Essere surrealista significa escludere dalla propria mente ogni ricordo di ciò che si è visto, ed essere sempre alla ricerca di ciò che non è mai stato” diceva René Magritte. Ed è un’arte in continua evoluzione e sperimentazione quella di Pennyboy, si sposta in una dimensione più concettuale e filosofica, mettendo in questione, direttamente o indirettamente, il senso stesso dell’arte, del fare arte e l’essere artista.
L’aragosta è protagonista nell’opera di Pennyboy di una realtà alternativa, si impone al centro di una scena in cui le proporzioni e le stesse leggi fisiche sono ribaltate per mostrare allo spettatore una realtà nuova, sorprendente e costringendolo a cambiare il senso comune della percezione. E’ un’opera dai contrasti forti, in cui l’uso del metallo accentua il colore, illumina o attenua i protagonisti della composizione secondo il desiderio dell’artista.
Pennyboy (Emanuele Pennazza) nasce a Roma nel 1992, nel corso degli anni inizia a frequentare la scena artistica underground della capitale e studi e atelier di pittori e maestri d'arte. Nel 2013 frequenta lo studio del Maestro Giampaolo Berto, Preside dell'Accademia di Belle Arti di Roma, che lo porta a scoprire le avanguardie del suo periodo, in particolare la Pop Art italiana e quella americana. Fortemente ispirato dalle sottoculture giovanili di stampo british degli anni '70 - sia musicalmente che culturalmente - e dalla moda provocatoria delle stiliste dell'epoca come Vivienne Westwood, Pennyboy trova la propria dimensione artistica tra le influenze del Punk inglese e della Street Art d'oltreoceano.
Artista versatile e poliedrico, alla continua ricerca del puro impatto visivo, sperimenta negli anni l'utilizzo di vari materiali nelle sue opere, tra cui colle, resine e metalli. La ricerca ininterrotta e la profonda attrazione verso i materiali industriali lo portano, attraverso la lavorazione dei metalli, a quello che diventerà il suo stile guida, l'Iron Pop Art .
16
novembre 2024
Folding – Pieghe Prima personale di Pennyboy
Dal 16 al 30 novembre 2024
arte contemporanea
Location
Borgo Pio Art Gallery
Roma, Via degli Ombrellari, 2, (RM)
Roma, Via degli Ombrellari, 2, (RM)
Orario di apertura
11-13 e 15-19
Vernissage
16 Novembre 2024, dalle 17.00
Ufficio stampa
Stella Maresca Riccardi
Autore