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Dubuffet e l’Art Brut. Gli Outsider italiani
In occasione della mostra al Mudec di Milano, dedicata alla Collection de l’Art Brut di Losanna, Maroncelli 12 crea un dialogo tra Dubuffet e gli artisti Outsider italiani: Zinelli, Cuniberti, Ghizzardi, Settembrini, Cicolani, Fiorattini, Tosini, Merati, Dalla Valle, Fidilio, Galli, Raugei, Capuana
Comunicato stampa
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In occasione della mostra al Museo Mudec di Milano, dedicata alla Collection de l’Art Brut di Losanna, Maroncelli 12 mette in dialogo il padre dell’Art Brut con gli artisti Outsider italiani. “Dubuffet e l’Art Brut. Gli Outsider italiani” inaugura il 28 novembre, fino al 28 febbraio 2025.
Arrivano a Milano Sols, Terres, le 18 litografie della serie Phénomènes, realizzata da Dubuffet nel 1959, per confrontarsi con le visioni di artisti irregolari sia storicizzati sia contemporanei, i protagonisti della storia dell’arte Outsider made in Italy.
A metà degli anni Quaranta, Dubuffet (Le Havre 1901-Parigi 1985) suscitò indignazione per il modo provocatorio in cui si rifiutò di accettare le regole e i valori condivisi dell’arte accademica. Per l’artista francese la cultura è “nociva perché non è solo materiale d’informazione”, quanto piuttosto “un modo di esprimersi e di pensare, un modo di vedere, di sentire e di comportarsi”. E per decostruire questo sistema si rivolge all’Art Brut, all’arte dei bambini e dei malati di mente, agli autodidatti, per “aprire il passaggio alle voci che vengono dagli strati sottostanti”. Nel 1971 dona la sua collezione alla città di Losanna che apre il museo al pubblico nel 1976.
Verso la fine degli anni Cinquanta, quando comincia l’avventura dei Phénomènes, Dubuffet ha già alle spalle un consistente lavoro sulla materia. La sua ricerca si impegna in un’analisi attenta – artistica, filosofica, estetica e simbolica – sul tema della natura, partendo da una celebrazione del suolo e della terra. Difficile parlare di proporzione e simmetria quando si assembla del fango o un pezzo di muro sbrecciato; il carbone, il gas, i muschi e i licheni, per citare solo alcuni tra i tanti materiali utilizzati, diventano il soggetto di un’esplorazione incessante dove la sorpresa è continua e l’investigazione quasi scientifica. Si tratta di impronte prese da materiali diversi su carta da riporto inchiostrata. Maroncelli 12 presenta le 18 tavole (l’intera cartella) di Sols, Terres, nell’esemplare contrassegnato C (e firmato dall’autore) stampato per Giuseppe Raimondi. Nono degli album in bianco e nero della serie Phénomènes, questa opera è stata tirata in 22 esemplari numerati più tre esemplari contrassegnati A, B, C, tutti su pergamena.
Sono dello stesso periodo opere in mostra di Pietro Ghizzardi e di Carlo Zinelli, unico degli Outsider italiani già collezionato da Dubuffet. In mostra anche Egidio Cuniberti, Martino Fiorattini, Franca Settembrini, Raffaele Capuana, Annamaria Tosini, Tarcisio Merati, Antonio Dalla Valle. Non solo autori storicizzati ma anche artisti outsider contemporanei come Davide Cicolani e da La Tinaia, uno dei più prestigiosi atelier italiani, Angela Fidilio, Giovanni Galli, Marco Raugei.
Egidio Cuniberti (1928-2006) gira per il Paese, di notte, per raccogliere materiale di scarto, principalmente cassette della frutta e i suoi legnetti preferiti, i bastoncini del gelato. Li assembla, di taglio, uno sull’altro, ossessivamente, fino a creare mobili irregolari, piccoli bauli ma anche dipinti come bassorilievi, paesaggi come memorie sognate della sua città di origine.
Anche Antonio Dalla Valle (1939-2020), personaggio sconcertante, quasi una figura sciamanica, navigava nel suo mondo portando con sé una borsa che riempiva ogni giorno con oggetti di scarto per lui preziosi, accendini, pezzi di plastica, nastro adesivo, penne e quaderni. Servono tutti come materiale e ispirazione per le sue opere “concettuali”. Il contadino Pietro Ghizzardi (1906-1986) dipinge la sua “dolce vita”, Tarcisio Merati (1934-1995) un suo personale e liberissimo alfabeto fatto di meraviglia e colori brillanti. Franca Settembrini (1947-2003), l’eterna bambina, dipinge ragazzine forti, contro il vento della storia. I pretini, gli animali, le glossolalie di Carlo Zinelli (1916-1974), come note su uno spartito, creano un tutt’uno armonico sui fogli dipinti fronte-retro. La pittura di Raffaele Capuana (1947-2019) esprime una profonda visionarietà. L’artista si serve di una libertà di espressione eccezionale per tracciare coordinate emotive, simboli di un quotidiano non sempre facile e felice.
Martino Fiorattini (1928-1997), coltiva meloni fino a cinquant’anni quando scopre la sua passione incontenibile per la pittura. E inizia a dipingere con pennellate dense, dai colori smaglianti, il suo ambiente: campi coltivati, animali selvatici, cascine e ritratti.
Da protagonista del jet-set ad anziana in una casa di riposo: Annamaria Tosini (1930-2013) invece di lasciarsi andare alla disperazione, negli ultimi quindici anni della sua vita inventa mondi fatti di fragili sculture di carta riciclata, nastri e piume.
Tracciati, intrecci, ritratti, i lavori di Davide Cicolani (1978) sono di grande potenza grafica. La sua vita da nomade gli ha imposto come “necessario” il solo utilizzo della carta. L’importante è che i fogli possano essere piegati in modo che non occupino troppo spazio e siano facilmente trasportabili.
Frequentano da anni l’Atelier La Tinaia di Firenze: Marco Raugei (1958) disegna la ripetizione di oggetti. Dal pacchetto di sigarette, al pianoforte, all'orologio, le sue “cose” riempiono, quasi a scandire un ritmo, lo spazio del foglio. Angela Fidilio (1947) racconta un mondo fiabesco, in cui cieli stellati, animali, esseri umani reali o immaginari, hanno la forza dell’incanto. Aerei, carri armati, navi, figure femminili, divinità, Giovanni Galli (1955) accompagna i suoi disegni con scritte e frasi.
Maroncelli 12 - Via Maroncelli 12 – Milano
Da martedì a venerdì 15.00-19.00. O su appuntamento 335 8403484
Arrivano a Milano Sols, Terres, le 18 litografie della serie Phénomènes, realizzata da Dubuffet nel 1959, per confrontarsi con le visioni di artisti irregolari sia storicizzati sia contemporanei, i protagonisti della storia dell’arte Outsider made in Italy.
A metà degli anni Quaranta, Dubuffet (Le Havre 1901-Parigi 1985) suscitò indignazione per il modo provocatorio in cui si rifiutò di accettare le regole e i valori condivisi dell’arte accademica. Per l’artista francese la cultura è “nociva perché non è solo materiale d’informazione”, quanto piuttosto “un modo di esprimersi e di pensare, un modo di vedere, di sentire e di comportarsi”. E per decostruire questo sistema si rivolge all’Art Brut, all’arte dei bambini e dei malati di mente, agli autodidatti, per “aprire il passaggio alle voci che vengono dagli strati sottostanti”. Nel 1971 dona la sua collezione alla città di Losanna che apre il museo al pubblico nel 1976.
Verso la fine degli anni Cinquanta, quando comincia l’avventura dei Phénomènes, Dubuffet ha già alle spalle un consistente lavoro sulla materia. La sua ricerca si impegna in un’analisi attenta – artistica, filosofica, estetica e simbolica – sul tema della natura, partendo da una celebrazione del suolo e della terra. Difficile parlare di proporzione e simmetria quando si assembla del fango o un pezzo di muro sbrecciato; il carbone, il gas, i muschi e i licheni, per citare solo alcuni tra i tanti materiali utilizzati, diventano il soggetto di un’esplorazione incessante dove la sorpresa è continua e l’investigazione quasi scientifica. Si tratta di impronte prese da materiali diversi su carta da riporto inchiostrata. Maroncelli 12 presenta le 18 tavole (l’intera cartella) di Sols, Terres, nell’esemplare contrassegnato C (e firmato dall’autore) stampato per Giuseppe Raimondi. Nono degli album in bianco e nero della serie Phénomènes, questa opera è stata tirata in 22 esemplari numerati più tre esemplari contrassegnati A, B, C, tutti su pergamena.
Sono dello stesso periodo opere in mostra di Pietro Ghizzardi e di Carlo Zinelli, unico degli Outsider italiani già collezionato da Dubuffet. In mostra anche Egidio Cuniberti, Martino Fiorattini, Franca Settembrini, Raffaele Capuana, Annamaria Tosini, Tarcisio Merati, Antonio Dalla Valle. Non solo autori storicizzati ma anche artisti outsider contemporanei come Davide Cicolani e da La Tinaia, uno dei più prestigiosi atelier italiani, Angela Fidilio, Giovanni Galli, Marco Raugei.
Egidio Cuniberti (1928-2006) gira per il Paese, di notte, per raccogliere materiale di scarto, principalmente cassette della frutta e i suoi legnetti preferiti, i bastoncini del gelato. Li assembla, di taglio, uno sull’altro, ossessivamente, fino a creare mobili irregolari, piccoli bauli ma anche dipinti come bassorilievi, paesaggi come memorie sognate della sua città di origine.
Anche Antonio Dalla Valle (1939-2020), personaggio sconcertante, quasi una figura sciamanica, navigava nel suo mondo portando con sé una borsa che riempiva ogni giorno con oggetti di scarto per lui preziosi, accendini, pezzi di plastica, nastro adesivo, penne e quaderni. Servono tutti come materiale e ispirazione per le sue opere “concettuali”. Il contadino Pietro Ghizzardi (1906-1986) dipinge la sua “dolce vita”, Tarcisio Merati (1934-1995) un suo personale e liberissimo alfabeto fatto di meraviglia e colori brillanti. Franca Settembrini (1947-2003), l’eterna bambina, dipinge ragazzine forti, contro il vento della storia. I pretini, gli animali, le glossolalie di Carlo Zinelli (1916-1974), come note su uno spartito, creano un tutt’uno armonico sui fogli dipinti fronte-retro. La pittura di Raffaele Capuana (1947-2019) esprime una profonda visionarietà. L’artista si serve di una libertà di espressione eccezionale per tracciare coordinate emotive, simboli di un quotidiano non sempre facile e felice.
Martino Fiorattini (1928-1997), coltiva meloni fino a cinquant’anni quando scopre la sua passione incontenibile per la pittura. E inizia a dipingere con pennellate dense, dai colori smaglianti, il suo ambiente: campi coltivati, animali selvatici, cascine e ritratti.
Da protagonista del jet-set ad anziana in una casa di riposo: Annamaria Tosini (1930-2013) invece di lasciarsi andare alla disperazione, negli ultimi quindici anni della sua vita inventa mondi fatti di fragili sculture di carta riciclata, nastri e piume.
Tracciati, intrecci, ritratti, i lavori di Davide Cicolani (1978) sono di grande potenza grafica. La sua vita da nomade gli ha imposto come “necessario” il solo utilizzo della carta. L’importante è che i fogli possano essere piegati in modo che non occupino troppo spazio e siano facilmente trasportabili.
Frequentano da anni l’Atelier La Tinaia di Firenze: Marco Raugei (1958) disegna la ripetizione di oggetti. Dal pacchetto di sigarette, al pianoforte, all'orologio, le sue “cose” riempiono, quasi a scandire un ritmo, lo spazio del foglio. Angela Fidilio (1947) racconta un mondo fiabesco, in cui cieli stellati, animali, esseri umani reali o immaginari, hanno la forza dell’incanto. Aerei, carri armati, navi, figure femminili, divinità, Giovanni Galli (1955) accompagna i suoi disegni con scritte e frasi.
Maroncelli 12 - Via Maroncelli 12 – Milano
Da martedì a venerdì 15.00-19.00. O su appuntamento 335 8403484
28
novembre 2024
Dubuffet e l’Art Brut. Gli Outsider italiani
Dal 28 novembre 2024 al 28 febbraio 2025
arte contemporanea
Location
MARONCELLI 12
Milano, Via Pietro Maroncelli, 12, (Milano)
Milano, Via Pietro Maroncelli, 12, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
28 Novembre 2024, 18.30
Sito web
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