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A occhi aperti: a Bologna, il festival del disegno contemporaneo
Progetti e iniziative
Torna con la seconda edizione il festival A OCCHI APERTI. Disegnare il contemporaneo, in svolgimento a Bologna dal 13 al 17 novembre, con diverse mostre dislocate in città, numerosi eventi e la partecipazione di artiste e artisti internazionali. Il tema di quest’ultima edizione, dal titolo Corpo a corpo. Il fragile equilibrio fra il paesaggio e noi, conferma la volontà prefissa fin dall’esordio del festival di parlare e trattare le urgenze del presente attraverso il linguaggio visivo del disegno, dell’illustrazione e del fumetto. La volontà di Hamelin, associazione culturale che cura il progetto e che in anni passati aveva forma differente in BilbolBul, è proprio quella di avvicinare i linguaggi del disegno, del fumetto e dell’illustrazione al contemporaneo e viceversa.
Corpo a corpo con il disegno
Corpo a corpo. Il fragile equilibrio fra il paesaggio e noi affronta di fatto calde questioni identitarie. Le difficoltà e le avversità di approcciarsi al proprio corpo, a corpi esterni, ma anche al paesaggio entro il quale tali soggettività si inseriscono. La fragilità del paesaggio, sempre più evidente, si riflette sulle esistenze personali e interpersonali.
Una serie di racconti visivi, in linea con questo sentire, presentano uno spaccato realistico, ma con la necessità di perseguire – attraverso i più svariati generi come fantascienza, viaggio di formazione, romance, autobiografia – nuove prospettive di relazione, con il proprio io e con il mondo esterno.
Il cuore del festival si trova presso DAS – Dispositivo Arti Sperimentali dove, oltre a incontri ed eventi come i Sloppy Talks comic reading, è aperto il bookshop a cura di Hamelin, Titivil e Just Indie Comics. Le mostre sono diffuse per il centro della città e ne proponiamo qui una selezione.
A occhi aperti: esplorando il festival diffuso a Bologna
Presso l’Ex chiesa di San Mattia il progetto speciale del festival Costellazioni presenta per la prima volta in Italia il lavoro di Dominique Goblet, pioniera belga del graphic novel europeo. In stretto dialogo con il luogo storico in cui le stampe si inseriscono, figure prettamente al femminile sono le protagoniste di una serie di racconti visivi che indagano lo stare al mondo qui e ora. Corpi in rivalsa che esistono come veicoli di eterna esplorazione. Un tempo luogo sacro votato alla vita monastica delle potenti suore di San Mattia, diviene oggi spazio per accogliere nudi femminili immersi negli sconfinati paesaggi del nord e che mettono in discussione canoni e sguardi conformanti in uno scandirsi di trent’anni di lavoro.
Extra-Végétalia di Gwénola Carrère presso SOF:ART presenta un colorato viaggio fra sfumature romance e di fantascienza in cui la fuga da un mondo in rovina si rivela l’ascesa in una dimensione vegetativa dove un’ecotransfemminismo permette un’armoniosa esistenza.
Presso Zoo è possibile entrare nel mondo poliforme di Andrea De Franco che presenta le tavole del suo libro La caverna degli abbracci (Canicola 2024). Se nelle altre esposizioni emerge manifesto un confronto tra mondo interiore e mondo esterno, nel caso di Tutto il corpo risuona il dialogo avviene sintonizzandosi con le frequenze più interne racchiuse nel corpo. Il confine fra esterno e interno in realtà si annulla. Un cosmo denso e vibrante esplode per superare i limiti fisici corporei. Si mette in ascolto e si connette a ciò che c’è in un risultato di ibridazioni continue. Forme sempre cangianti condensano suoni, elementi naturali e sensazioni viscerali.
The Gull Yettin di Joe Kessler presso Squadro Stamperia Galleria D’Arte ci porta in una dimensione maggiormente acida, acerba. Senza dubbio per i colori delle tavole espressioniste, ma anche per il soggetto bambino che si ritrova ad affrontare un viaggio selvaggio e ambiguo come è quello dell’infanzia. Il paesaggio circostante diviene riflesso del viaggio interiore accompagnato da un uccellaccio antropomorfo, anch’esso di ambigua connotazione.
La collettiva da Titivil Rosa Masticato, attraverso una selezione curata di fanzine e di tavole, presenta una raccolta di storie intime, autobiografiche che si fanno pubbliche e condivise trattando tematiche di esperienza, memoria e sessualità. L’incontro fra Elsa Klée, Lucile Ourvouai, Karla Paloma, Martina Sarritzu e i loro rispettivi lavori mostra l’evoluzione del disegno e fumetto underground, politico e femminista.