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Soggetti Smarriti
L’artista Paolo Toffolutti (Udine 1962), dopo 25 anni di pausa dalla carriera d’artista, durante i quali si è dedicato alla curatela e all’insegnamento, torna al “vizio” della pittura e presenta per la prima volta a Venezia una mostra personale con una nutrita serie di nuove opere.
Comunicato stampa
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Paolo Toffolutti (Udine 1962), dopo 25 anni di pausa dalla carriera d’artista, durante i quali si è dedicato alla curatela e all’insegnamento, torna al “vizio” della pittura e presenta per la prima volta a Venezia una mostra personale con una nutrita serie di nuove opere. Le sequenze pittoriche sono interrotte e ritmate da oggetti/scultura incongrui, che fungono da punteggiatura all’interno del suo discorso artistico, fortemente concettuale, in cui intreccia sofisticati riferimenti culturali, citazioni dalla storia dell’arte e reinterpretazioni dell’immaginario quotidiano.
La pittura, dichiara, è un’attività che viene praticata in situazioni e condizioni simili alla masturbazione.
“Ci si chiude in una stanza, si comincia con guardare delle riviste per soli artisti, ci si auto suggestiona quindi si toccano delle tele, si passa ad accarezzarle ed a strusciarvi dei peli sopra, si compiono degli atti e dei gesti ripetitivi ed insistiti con ritmo sempre più frequente fino al raggiungimento del climax, un piacere che culmina in una temporanea soddisfazione. Qualche minuto dopo assale, inevitabile, un senso di stanchezza e di insoddisfazione, come per un gesto inopportuno o insufficiente, non condotto oltre un certo punto immaginario per giungere a maggiore soddisfazione personale. A volte può anche capitare, e capita, di non raggiungere alcun piacere nonostante s’insista. Risulta frustrante.”
In mostra è presente un’ampia selezione di opere di grande formato in cui Toffolutti decostruisce la pratica pittorica: il colore non viene steso direttamente sulla tela bensì su superfici ausiliarie che poi servono a trasferirlo “a rovescio”, steso in varie direzioni e con molteplici strumenti. Questo processo, fatto di azioni che trovano una corrispondenza nel muoversi quotidiano del corpo nel mondo, è aleatorio e racconta della corrispondenza che per l’artista c’è tra pittura e esistenza. Citando Rauschenberg, Toffolutti dichiara “la pittura è legata sia all’arte che alla vita (…) né l’una né l’altra sono create (…) io cerco di agire nell’intervallo tra le due”.
Tra la pittura si insinuano poi elementi tridimensionali, oggetti fuori contesto, poveri, scarti gettati in mostra che trovano senso nel loro casuale entrare in relazione tra loro e con le opere pittoriche. L’artista si diverte a mescolare e sovvertire ruoli e valori, significante e significato per spingere l’osservatore al fraintendimento, all’ambiguità e alla confusione interpretativa, mentre lui osserva con distacco lo “smarrimento” che ha contribuito a creare.
La pittura, dichiara, è un’attività che viene praticata in situazioni e condizioni simili alla masturbazione.
“Ci si chiude in una stanza, si comincia con guardare delle riviste per soli artisti, ci si auto suggestiona quindi si toccano delle tele, si passa ad accarezzarle ed a strusciarvi dei peli sopra, si compiono degli atti e dei gesti ripetitivi ed insistiti con ritmo sempre più frequente fino al raggiungimento del climax, un piacere che culmina in una temporanea soddisfazione. Qualche minuto dopo assale, inevitabile, un senso di stanchezza e di insoddisfazione, come per un gesto inopportuno o insufficiente, non condotto oltre un certo punto immaginario per giungere a maggiore soddisfazione personale. A volte può anche capitare, e capita, di non raggiungere alcun piacere nonostante s’insista. Risulta frustrante.”
In mostra è presente un’ampia selezione di opere di grande formato in cui Toffolutti decostruisce la pratica pittorica: il colore non viene steso direttamente sulla tela bensì su superfici ausiliarie che poi servono a trasferirlo “a rovescio”, steso in varie direzioni e con molteplici strumenti. Questo processo, fatto di azioni che trovano una corrispondenza nel muoversi quotidiano del corpo nel mondo, è aleatorio e racconta della corrispondenza che per l’artista c’è tra pittura e esistenza. Citando Rauschenberg, Toffolutti dichiara “la pittura è legata sia all’arte che alla vita (…) né l’una né l’altra sono create (…) io cerco di agire nell’intervallo tra le due”.
Tra la pittura si insinuano poi elementi tridimensionali, oggetti fuori contesto, poveri, scarti gettati in mostra che trovano senso nel loro casuale entrare in relazione tra loro e con le opere pittoriche. L’artista si diverte a mescolare e sovvertire ruoli e valori, significante e significato per spingere l’osservatore al fraintendimento, all’ambiguità e alla confusione interpretativa, mentre lui osserva con distacco lo “smarrimento” che ha contribuito a creare.
09
dicembre 2024
Soggetti Smarriti
Dal 09 dicembre 2024 al 06 gennaio 2025
arte contemporanea
Location
SPARC* – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Orario di apertura
Lunedì - venerdì, 10 - 18
Sabato 7-14-21-28 dicembre su appuntamento scrivendo a info@veniceartfactory.org
Entrata gratuita
Vernissage
6 Dicembre 2024, 18
Sito web
Autore
Curatore