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L’arte è il messaggio
La mostra di videoarte “L’arte è il messaggio” organizzata dal MAIIIM in collaborazione con il MUMa di Genova , rappresenta un’importante riflessione sul ruolo dell’arte contemporanea nella società attuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’arte è il messaggio
Mostra di videoarte
Inaugurazione: 20 dicembre 2024
Ore 17.30 - Museo Galata di Genova, Calata De Mari 1
Ore 19.00 - MAIIIM LAB (Spazio Darsena di Art Commission) Calata Andalò Di Negro 15
La mostra L'arte è il messaggio rappresenta un'importante riflessione sul ruolo dell'arte contemporanea nella società attuale. Curata da Virginia Monteverde, questa esposizione di videoarte offre una pluralità di vedute e approcci, mediante l'opera di sette artisti che si distinguono non solo per le tecniche utilizzate, ma anche per i temi affrontati:
Stefano Cagol, Elisabetta Di Sopra, Igor Imhoff, Eleonora Roaro, Jean Sadao, Paolo Treni, Koen Vanmechelen.
La collaborazione tra MAIIIM e MuMA amplia ulteriormente le prospettive artistiche, unendo le forze per promuovere una rassegna che non solo celebra l'arte visiva, ma indaga anche le potenzialità comunicative del video come medium. In un'epoca in cui la comunicazione è pervasiva e fortemente influenzata dai mezzi digitali, l'impatto teorico di Marshall McLuhan è più evidente che mai. La sua affermazione che "il medium è il messaggio" riemerge in un contesto artistico dove le forme e i mezzi diventano parti integranti del messaggio stesso.
Gli artisti invitati da Monteverde, ciascuno con un linguaggio distintivo, racchiudono nelle loro opere le dinamiche del nostro tempo e le sfide future, stimolando una riflessione critica su come consumiamo e interpretiamo l'arte. I loro lavori affrontano questioni attuali e urgenti, riaffermando l'importanza dell'arte come strumento di messaggio e riflessione.
Con il suo approccio audace e inclusivo, la mostra L'arte è il messaggio invita il pubblico a ripensare le modalità di comunicazione e interazione nella nostra epoca sempre più connessa. È un invito a esplorare e a impegnarsi, lasciando che l'arte, attraverso il potente linguaggio del video, diventi una chiave per comprendere e navigare il mondo attuale e futuro.
Stefano Cagol (Trento, 1969) ha studiato all'Accademia di Brera a Milano e alla Ryerson University di Toronto con una borsa di studio post-dottorato del Governo del Canada. Ha tenuto lecture e conferenze alla Bauhaus University di Weimar; Accademia di Brera di Milano e alla Goldsmiths University di Londra. Ha partecipato alla 59a, 55a, 54a Biennale di Venezia, Manifesta 11, 14a Biennale di Curitiba; 3a e 2a OFF Biennale Cairo, 1a Biennale dello Xinjiang e 1a Biennale di Singapore. Tra le mostre personali ricordiamo quella al MAC Museum di Lissone (2023), CCA di Tel Aviv (2021), Museo MA*GA di Gallarate (2019), ZKM Karlsruhe (2012) e Mart – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2000). Due volte vincitore dell'Italian Council (2023, 2019) del Ministero italiano della Cultura.
Elisabetta di Sopra (1969) è nata a Pordenone, vive e lavora a Venezia.
Laureata all’Accademia di Belle Arti veneziana, è stata curatrice per diversi anni del concorso di video-arte Maurizio Cosua all’interno del Festival Francesco Pasinetti. È socia dell’archivio Carlo Montanaro alla Fabbrica del Vedere, è docente all’Università Ca’ Foscari nel Master di Fine arts in Filmmaking, dove collabora inoltre per lo Short Film Festival nella promozione della video-arte italiana. La sua ricerca artistica è incentrata sull’impiego del video con una narrazione caratterizzata da azioni semplici ed incisive, che mettono in luce le dinamiche psicologiche sottese alla vita quotidiana, alle relazioni familiari, al corpo femminile e ai ruoli sociali. Il corpo, che parla attraverso gesti minimali, è alla base del suo lavoro, diventando metafora del nostro essere al mondo.
Igor Imhoff (1976) . Artista digitale la cui ricerca combina elementi primitivi e antropologici con l'arte digitale, con particolare attenzione al cinema d'animazione. La sua visione artistica esplora il bisogno umano di rappresentare e comprendere il mondo, sperimentando tecnologie innovative come l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale e la programmazione algoritmica. Il suo lavoro si distingue per l'ampia gamma di tecniche, che spaziano dall'animazione tradizionale e 3D alle installazioni interattive e al video mapping, creando esperienze visive che creano un ponte tra il regno fisico e quello virtuale. Con una solida carriera internazionale, partecipa a festival e mostre in tutto il mondo, ottenendo importanti riconoscimenti per le sue opere. Insegna presso le Accademie di Venezia e Urbino, dove si concentra sulle tecniche di animazione digitale e fa da mentore alle nuove generazioni di artisti digitali.
Eleonora Roaro (Varese, 1989) è un'artista visiva e ricercatrice con base a Milano. Ha conseguito la laurea in Fotografia (BA – IED, Milano), Arti Visive e Studi Curatoriali (MA – NABA, Milano) e Contemporary Art Practice (MA – Plymouth University). Attualmente è docente di Estetica, Estetica dei Nuovi Media, Comunicazione Multimediale e Storia dell'Arte Moderna alla NABA, Milano, e di Fenomenologia dell'Arte Contemporanea presso lo IED, Milano.
Dal 2011, le sue opere sono state esposte in sedi prestigiose come La Triennale (Milano), MACRO (Roma), CAMeC (La Spezia) e La Friche (Marsiglia). Come ricercatrice presso l'Università di Udine, ha collaborato al progetto del 2019 su VR/AR e patrimonio culturale e ha partecipato a “Sensing Dolce Vita: An Experiment in VR Storytelling” (2020-2024), finanziato dal MISTI Global Seed Fund. Ha pubblicato articoli su architettura del cinema, ricostruzione VR e arti visive, con contributi su L'Avventura (2020), Alphaville (2021) e Mimesis (2019).
Jean Sadao (1976) è il nome d’arte di Koji Geronazzo Ogawa. Nato a Milano, vive e lavora tra il Giappone e l’Italia.
Laureato all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e Civiltà Orientali, nel 2009 si trasferisce in Giappone, dove insegna tecniche cinematografiche presso la Vantan Design Institute di Tokyo. Nel 2011 fonda Jabirustudio, casa di produzione indipendente specializzata nella creazione di Film Sperimentali e Video-Arte. Dopo il disastro di Fukushima è aiuto-regista in una serie di corti di stampo benefico per Ryuichi Hiroki.
La sua produzione artistica si esprime attraverso il linguaggio del Cinema Sperimentale. I suoi primi lavori, presentati all’Uppsala International Short film Festival in Svezia e al Flexiff Experimental Film Festival in Australia, si sono focalizzati sul tema dell’identità e le sue connessioni con la società odierna, utilizzando molto spesso immagini dalla forte componente surreale e simbolica. I suoi lavori più recenti si orientano verso un approccio più vicino alla videoarte.
Paolo Treni (1981) lavora tra Brescia, Milano e Berlino. Lauree in Comunicazione e Teatro, combinate con l’approccio alla scenografia di Jacques Lecoq, lo portano a sviluppare un processo artistico unico, esplorando la nostra percezione dei colori in funzione della luce. Crea opere in plexiglas e alluminio che amplificano lo spazio grazie variazioni dello spettro cromatico e proiettano riflessi irripetibili, con l’intento di stimolare l’immaginazione dello spettatore. Combinando tecnologie come laser e frese CNC con l’antica arte del Suminagashi, Treni trova nella trascrizione materica delle sue immagini oniriche una sintesi tra pittura e scultura, materialità e immaterialità. Dal 2019 collabora con Luisa Catucci Gallery di Berlino, partecipando a fiere internazionali come Mia Photo Fair e Positions Art Fair, esponendo insieme a Boris Eldagsen e Anne Cecile Surga. Con la performance partecipativa Phygital Dreamscapes, creata presso Dynamo Art Factory nel 2023, esprime la sua visione artistica a 360 gradi: qui il pubblico impara ad attivare i riflessi delle sue opere e a dipingere con la luce, utilizzando speciali torce come pennelli e diventando co-creatore di immagini inedite. Con l’opera Energon Cave ha vinto la menzione speciale del pubblico del Muse-Digital Art Award 2023, sotto il patrocinio del Museo Nazionale di Arte Digitale.
Koen Vanmechelen (1965) . Artista di fama internazionale, che lavora in una moltitudine di discipline, Koen Vanmechelen è uno dei pensatori più versatili di questi tempi. Si trova alla confluenza di arte, scienza, filosofia e comunità. I temi chiave sono la diversità bioculturale, la fertilità e il movimento perpetuo per l'equilibrio. Nel 2010 ha ricevuto un dottorato onorario dall'Università di Hasselt ed è stato premiato con il Golden Nica Hybrid Art (Linz, 2013) e il Global Artist's Award (Venezia, 2013). Oltre a partecipare regolarmente alla Biennale di Venezia, le sue opere sono state esposte, tra l'altro, alla Galleria degli Uffizi (IT), al V&A Museum (UK) e al Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana (CU). In tutto il mondo sono state allestite oltre 95 mostre personali e il suo lavoro è stato incluso in oltre 260 mostre collettive. Oratore ricercato, si è esibito al World Economic Forum (2008) e durante varie conferenze TED. Dal 2017 risiede a Genk (BE) dove crea LABIOMISTA, un parco di 24 ettari dove, tra grandi architetture e installazioni paesaggistiche naturali, convivono opere d'arte e animali delle specie più disparate. LABIOMISTA è l'incarnazione della visione artistica e filosofica di Vanmechelen, nata dalla convinzione che l'arte sia un motore di comprensione reciproca e una guida nella ricerca di risposte alle grandi sfide del XXI secolo, il rapporto tra natura e cultura e in particolare lo sviluppo di comunità sostenibili.
INFO
La mostra rimarrà allestita dal 21 dicembre 2024 al 2 marzo 2025
Galata Museo del Mare - tutti i giorni 10.00 - 18.00
MAIIIM LAB - dal martedì al sabato 15.00 - 19.00
artcommission.genova@gmail.com
Mostra di videoarte
Inaugurazione: 20 dicembre 2024
Ore 17.30 - Museo Galata di Genova, Calata De Mari 1
Ore 19.00 - MAIIIM LAB (Spazio Darsena di Art Commission) Calata Andalò Di Negro 15
La mostra L'arte è il messaggio rappresenta un'importante riflessione sul ruolo dell'arte contemporanea nella società attuale. Curata da Virginia Monteverde, questa esposizione di videoarte offre una pluralità di vedute e approcci, mediante l'opera di sette artisti che si distinguono non solo per le tecniche utilizzate, ma anche per i temi affrontati:
Stefano Cagol, Elisabetta Di Sopra, Igor Imhoff, Eleonora Roaro, Jean Sadao, Paolo Treni, Koen Vanmechelen.
La collaborazione tra MAIIIM e MuMA amplia ulteriormente le prospettive artistiche, unendo le forze per promuovere una rassegna che non solo celebra l'arte visiva, ma indaga anche le potenzialità comunicative del video come medium. In un'epoca in cui la comunicazione è pervasiva e fortemente influenzata dai mezzi digitali, l'impatto teorico di Marshall McLuhan è più evidente che mai. La sua affermazione che "il medium è il messaggio" riemerge in un contesto artistico dove le forme e i mezzi diventano parti integranti del messaggio stesso.
Gli artisti invitati da Monteverde, ciascuno con un linguaggio distintivo, racchiudono nelle loro opere le dinamiche del nostro tempo e le sfide future, stimolando una riflessione critica su come consumiamo e interpretiamo l'arte. I loro lavori affrontano questioni attuali e urgenti, riaffermando l'importanza dell'arte come strumento di messaggio e riflessione.
Con il suo approccio audace e inclusivo, la mostra L'arte è il messaggio invita il pubblico a ripensare le modalità di comunicazione e interazione nella nostra epoca sempre più connessa. È un invito a esplorare e a impegnarsi, lasciando che l'arte, attraverso il potente linguaggio del video, diventi una chiave per comprendere e navigare il mondo attuale e futuro.
Stefano Cagol (Trento, 1969) ha studiato all'Accademia di Brera a Milano e alla Ryerson University di Toronto con una borsa di studio post-dottorato del Governo del Canada. Ha tenuto lecture e conferenze alla Bauhaus University di Weimar; Accademia di Brera di Milano e alla Goldsmiths University di Londra. Ha partecipato alla 59a, 55a, 54a Biennale di Venezia, Manifesta 11, 14a Biennale di Curitiba; 3a e 2a OFF Biennale Cairo, 1a Biennale dello Xinjiang e 1a Biennale di Singapore. Tra le mostre personali ricordiamo quella al MAC Museum di Lissone (2023), CCA di Tel Aviv (2021), Museo MA*GA di Gallarate (2019), ZKM Karlsruhe (2012) e Mart – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2000). Due volte vincitore dell'Italian Council (2023, 2019) del Ministero italiano della Cultura.
Elisabetta di Sopra (1969) è nata a Pordenone, vive e lavora a Venezia.
Laureata all’Accademia di Belle Arti veneziana, è stata curatrice per diversi anni del concorso di video-arte Maurizio Cosua all’interno del Festival Francesco Pasinetti. È socia dell’archivio Carlo Montanaro alla Fabbrica del Vedere, è docente all’Università Ca’ Foscari nel Master di Fine arts in Filmmaking, dove collabora inoltre per lo Short Film Festival nella promozione della video-arte italiana. La sua ricerca artistica è incentrata sull’impiego del video con una narrazione caratterizzata da azioni semplici ed incisive, che mettono in luce le dinamiche psicologiche sottese alla vita quotidiana, alle relazioni familiari, al corpo femminile e ai ruoli sociali. Il corpo, che parla attraverso gesti minimali, è alla base del suo lavoro, diventando metafora del nostro essere al mondo.
Igor Imhoff (1976) . Artista digitale la cui ricerca combina elementi primitivi e antropologici con l'arte digitale, con particolare attenzione al cinema d'animazione. La sua visione artistica esplora il bisogno umano di rappresentare e comprendere il mondo, sperimentando tecnologie innovative come l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale e la programmazione algoritmica. Il suo lavoro si distingue per l'ampia gamma di tecniche, che spaziano dall'animazione tradizionale e 3D alle installazioni interattive e al video mapping, creando esperienze visive che creano un ponte tra il regno fisico e quello virtuale. Con una solida carriera internazionale, partecipa a festival e mostre in tutto il mondo, ottenendo importanti riconoscimenti per le sue opere. Insegna presso le Accademie di Venezia e Urbino, dove si concentra sulle tecniche di animazione digitale e fa da mentore alle nuove generazioni di artisti digitali.
Eleonora Roaro (Varese, 1989) è un'artista visiva e ricercatrice con base a Milano. Ha conseguito la laurea in Fotografia (BA – IED, Milano), Arti Visive e Studi Curatoriali (MA – NABA, Milano) e Contemporary Art Practice (MA – Plymouth University). Attualmente è docente di Estetica, Estetica dei Nuovi Media, Comunicazione Multimediale e Storia dell'Arte Moderna alla NABA, Milano, e di Fenomenologia dell'Arte Contemporanea presso lo IED, Milano.
Dal 2011, le sue opere sono state esposte in sedi prestigiose come La Triennale (Milano), MACRO (Roma), CAMeC (La Spezia) e La Friche (Marsiglia). Come ricercatrice presso l'Università di Udine, ha collaborato al progetto del 2019 su VR/AR e patrimonio culturale e ha partecipato a “Sensing Dolce Vita: An Experiment in VR Storytelling” (2020-2024), finanziato dal MISTI Global Seed Fund. Ha pubblicato articoli su architettura del cinema, ricostruzione VR e arti visive, con contributi su L'Avventura (2020), Alphaville (2021) e Mimesis (2019).
Jean Sadao (1976) è il nome d’arte di Koji Geronazzo Ogawa. Nato a Milano, vive e lavora tra il Giappone e l’Italia.
Laureato all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e Civiltà Orientali, nel 2009 si trasferisce in Giappone, dove insegna tecniche cinematografiche presso la Vantan Design Institute di Tokyo. Nel 2011 fonda Jabirustudio, casa di produzione indipendente specializzata nella creazione di Film Sperimentali e Video-Arte. Dopo il disastro di Fukushima è aiuto-regista in una serie di corti di stampo benefico per Ryuichi Hiroki.
La sua produzione artistica si esprime attraverso il linguaggio del Cinema Sperimentale. I suoi primi lavori, presentati all’Uppsala International Short film Festival in Svezia e al Flexiff Experimental Film Festival in Australia, si sono focalizzati sul tema dell’identità e le sue connessioni con la società odierna, utilizzando molto spesso immagini dalla forte componente surreale e simbolica. I suoi lavori più recenti si orientano verso un approccio più vicino alla videoarte.
Paolo Treni (1981) lavora tra Brescia, Milano e Berlino. Lauree in Comunicazione e Teatro, combinate con l’approccio alla scenografia di Jacques Lecoq, lo portano a sviluppare un processo artistico unico, esplorando la nostra percezione dei colori in funzione della luce. Crea opere in plexiglas e alluminio che amplificano lo spazio grazie variazioni dello spettro cromatico e proiettano riflessi irripetibili, con l’intento di stimolare l’immaginazione dello spettatore. Combinando tecnologie come laser e frese CNC con l’antica arte del Suminagashi, Treni trova nella trascrizione materica delle sue immagini oniriche una sintesi tra pittura e scultura, materialità e immaterialità. Dal 2019 collabora con Luisa Catucci Gallery di Berlino, partecipando a fiere internazionali come Mia Photo Fair e Positions Art Fair, esponendo insieme a Boris Eldagsen e Anne Cecile Surga. Con la performance partecipativa Phygital Dreamscapes, creata presso Dynamo Art Factory nel 2023, esprime la sua visione artistica a 360 gradi: qui il pubblico impara ad attivare i riflessi delle sue opere e a dipingere con la luce, utilizzando speciali torce come pennelli e diventando co-creatore di immagini inedite. Con l’opera Energon Cave ha vinto la menzione speciale del pubblico del Muse-Digital Art Award 2023, sotto il patrocinio del Museo Nazionale di Arte Digitale.
Koen Vanmechelen (1965) . Artista di fama internazionale, che lavora in una moltitudine di discipline, Koen Vanmechelen è uno dei pensatori più versatili di questi tempi. Si trova alla confluenza di arte, scienza, filosofia e comunità. I temi chiave sono la diversità bioculturale, la fertilità e il movimento perpetuo per l'equilibrio. Nel 2010 ha ricevuto un dottorato onorario dall'Università di Hasselt ed è stato premiato con il Golden Nica Hybrid Art (Linz, 2013) e il Global Artist's Award (Venezia, 2013). Oltre a partecipare regolarmente alla Biennale di Venezia, le sue opere sono state esposte, tra l'altro, alla Galleria degli Uffizi (IT), al V&A Museum (UK) e al Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana (CU). In tutto il mondo sono state allestite oltre 95 mostre personali e il suo lavoro è stato incluso in oltre 260 mostre collettive. Oratore ricercato, si è esibito al World Economic Forum (2008) e durante varie conferenze TED. Dal 2017 risiede a Genk (BE) dove crea LABIOMISTA, un parco di 24 ettari dove, tra grandi architetture e installazioni paesaggistiche naturali, convivono opere d'arte e animali delle specie più disparate. LABIOMISTA è l'incarnazione della visione artistica e filosofica di Vanmechelen, nata dalla convinzione che l'arte sia un motore di comprensione reciproca e una guida nella ricerca di risposte alle grandi sfide del XXI secolo, il rapporto tra natura e cultura e in particolare lo sviluppo di comunità sostenibili.
INFO
La mostra rimarrà allestita dal 21 dicembre 2024 al 2 marzo 2025
Galata Museo del Mare - tutti i giorni 10.00 - 18.00
MAIIIM LAB - dal martedì al sabato 15.00 - 19.00
artcommission.genova@gmail.com
20
dicembre 2024
L’arte è il messaggio
Dal 20 dicembre 2024 al 02 marzo 2025
arte contemporanea
Location
GALATA MUSEO DEL MARE
Genova, Calata De Mari, 1, (Genova)
Genova, Calata De Mari, 1, (Genova)
Biglietti
Galata Museo del Mare (biglietto museo)
intero € 17, ridotto € 12
MAIIIM Lab
Ingresso gratuito
dal martedì al sabato 15.00-19.00
Orario di apertura
da lunedì a domenica 10.00 - 18.00
Vernissage
20 Dicembre 2024, 17.30 Galata Museo del Mare
19.00 MAIIIM LAB (Calata Andalò Di Negro 15)
Autore
Curatore
Produzione organizzazione