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Haring, Banksy, Obey: libertà non autorizzata: la street art ad Asiago
Street Art
di redazione
Fino al 23 febbraio 2025, il Museo Le Carceri di Asiago ospita la mostra Haring, Banksy, Obey: libertà non autorizzata, con un percorso espositivo che esplora la nascita e l’evoluzione della Street Art internazionale. Curata da Matteo Vanzan e promossa dall’Amministrazione Comunale di Asiago in collaborazione con l’agenzia MV Arte di Vicenza, l’iniziativa intende gettare luce su un linguaggio artistico che ha segnato l’estetica della controcultura in aperto dialogo con la dimensione urbana.
L’esposizione presenta oltre 50 opere provenienti da collezioni italiane ed estere, in un mosaico che comprende tele, poster, serigrafie, memorabilia e sketch. Il percorso tocca nomi storici e contemporanei della scena internazionale, tra cui Keith Haring, Banksy, Obey (Shepard Fairey), JR, Mr. Brainwash, Futura 2000, Swoon, King 157, Toxic, dalle origini newyorkesi della fine degli anni Sessanta fino alla dimensione globale raggiunta dalla Street Art negli ultimi decenni.
Il contesto: radici e metamorfosi della Street Art
Il percorso della mostra dunque attraversa le varie fasi di un movimento artistico difficilmente incasellabile eppure riconosciuto tra i linguaggi più contemporanei. «Vogliamo porre al visitatore una serie di interrogativi che parlano di una sottocultura indomabile, affascinante, misteriosa, sexy e per molti versi ancora avvolta nel mistero che, all’improvviso, emerse dall’underground per riversarsi nei canali mainstream grazie ad alcuni dei suoi protagonisti: Keith Haring, Banksy e Obey in primis», ha spiegato Vanzan.
«Questi artisti rappresentano solamente la punta di un iceberg ben più profondo: un mondo fatto di attitudine, regole non scritte, codici interni svolti in non luoghi come le metropolitane, i sottopassi o i muri del mondo per un’arte senza confini che si estende in ogni angolo del pianeta e che raccoglie le voci di un’umanità in continua urgenza espressiva».
Con il passare del tempo, la Street Art ha saputo adattarsi, entrando nei circuiti museali e reinterpretando le sue radici urbane e spesso clandestine. La mostra evidenzia questa dualità: da un lato, il contesto underground, dall’altro la consacrazione di artisti come Haring e Banksy, che hanno portato il linguaggio della strada nei musei e nelle gallerie d’arte.
Musica ed eventi collaterali
Ad accompagnare il percorso espositivo, una colonna sonora che richiama l’ambiente culturale da cui la Street Art è emersa: hip hop, punk, rock ed elettronica. Brani di Public Enemy, Beastie Boys, Massive Attack, Rage Against the Machine e altri gruppi chiave completano l’immersione nel contesto culturale e sonoro che ha ispirato generazioni di artisti.
La mostra è arricchita da un programma di eventi che coinvolgerà il pubblico in incontri, presentazioni e approfondimenti. Tra questi, l’incontro con KayOne (1 febbraio 2025), protagonista della scena milanese del graffiti writing, che presenterà il libro Vecchia scuola: graffiti writing a Milano, e l’appuntamento con Mr. Wany (15 febbraio 2025), dedicato alla sua monografia Wild and Free. Il calendario della mostra di Asiago prevede anche un contest fotografico rivolto ai giovani dai 12 ai 22 anni, con l’obiettivo di esplorare il significato più profondo della Street Art attraverso immagini di muri e spazi urbani.