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Decreto Cultura al Consiglio dei Ministri. Biblioteche, Piano Olivetti e Mediterraneo: a chi sono rivolte le nuove misure
Attualità
di redazione
«Un primo passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura e per dare una prospettiva, per affermare una visione internazionale di un nuovo Ministero della cultura». Così il Ministro Alessandro Giuli ha commentato le finalità del nuovo Decreto riferito a «Misure urgenti in materia di Cultura», approvato in sede di Consiglio dei Ministri proprio all’antivigilia di Natale, nella giornata del 23 dicembre. Tra i punti salienti, il cosiddetto Piano Olivetti per la Cultura, volto alla rigenerazione del tessuto culturale nazionale, e l’istituzione di un’unità di missione per la cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato, «Per affermare una visione internazionale di un nuovo Ministero della cultura», ha continuato Giuli. Tra le misure considerate urgenti, anche un intervento normativo che avrebbe eliminato il divieto di pubblicità indiretta al gioco d’azzardo e al betting introdotto nel 2018, sul quale però è stato lo stesso Giuli a mettere il suo veto.
Decreto Cultura: cosa non è passato
E infatti il passaggio non è stato indolore e, per scongiurare l’ipotesi di spreco di denaro pubblico, la Ragioneria dello Stato ha deciso di dare un taglio netto alla nomina dei nuovi dirigenti: dovevano essere sei e invece saranno tre. Insomma, non proprio una rivoluzione, come annunciava lo stesso Giuli all’alba della sua nomina e forse è meglio così, considerando i già numerosi rivolgimenti che hanno interessato il dicastero negli ultimi anni.
«Cambierò tutto al Ministero della Cultura», prometteva Giuli ma in quel periodo si era in mezzo alle turbolenze dell’affaire Sangiuliano-Boccia e parlare di cambi di rotta radicali suonava conveniente. D’altra parte, anche lo stesso Sangiuliano si esprimeva in simili termini incendiari, prima di finire scottato.
Stop anche all’ampliamento dei poteri di Ales. Presieduta dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Frosinone Fabio Tagliaferri – che fu nominato da Sangiuliano –, la società in house del Ministero doveva essere inclusa nell’elenco delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, potendo dunque procedere direttamente e autonomamente all’acquisizione di forniture e servizi di importo «Non superiore alle soglie previste per gli affidamenti diretti».
Il Piano Olivetti
Nel Decreto è passato invece il Piano Olivetti, che mira a promuovere la rigenerazione culturale delle aree interne, periferiche e svantaggiate, colpite da fenomeni come degrado urbano, denatalità e spopolamento. Particolare attenzione è riservata a biblioteche, archivi storici e librerie, intesi come strumenti fondamentali per l’educazione civica e la connessione con il tessuto sociale. Tra le misure previste, sostegno alle librerie storiche e di prossimità, con incentivi per giovani imprenditori under 35 per l’apertura di nuovi spazi. Ma anche investimenti per le biblioteche, con 30 milioni di euro dedicati all’acquisto di libri, anche in formato digitale, tra il 2025 e il 2026. Previsti fondi anche per istituti culturali in difficoltà: 700mila euro per la Giunta Storica Nazionale, 300mila euro per l’Istituto italiano per la Storia Antica, 400mila euro per l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, 200mila euro per l’Istituto di Numismatica.
Un totale di 44 milioni di euro è stato stanziato per sostenere l’intera filiera culturale. 10 milioni di euro saranno destinati al potenziamento del giornalismo culturale su quotidiani cartacei, con l’obiettivo di ampliare le pagine dedicate a cultura, spettacolo e audiovisivo. 800 mila euro assegnati alla celebrazione del 25mo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze nel 2000.
Altre misure e riorganizzazione del MiC
L’aspetto internazionale del Decreto si concretizza attraverso l’istituzione di un’unità di missione per la cooperazione culturale, realizzata in sinergia con il Ministero degli Affari Esteri. Questa struttura avrà il compito di promuovere il dialogo tra istituzioni culturali italiane e quelle africane e mediterranee, sostenendo progetti di rigenerazione culturale nelle aree del Mezzogiorno e nei Paesi partner. L’obiettivo è rafforzare il ruolo dell’Italia come ponte culturale tra Europa e Mediterraneo, ampliando così l’orizzonte delle politiche del MiC. Il responsabile opererà in stretto coordinamento con la Cabina di regia del “Piano Mattei”, di cui fa parte a pieno titolo.
Il Decreto introduce misure di semplificazione per interventi sul patrimonio culturale e novità normative per il settore audiovisivo, tra cui una nuova classificazione per le opere cinematografiche “non adatte ai minori di 10 anni”. Inoltre, affronta la problematica relativa al bonus cultura 18app, stabilendo nuovi termini per la rendicontazione delle spese, e prevede la ridenominazione della Scuola dei beni e delle attività culturali in Scuola nazionale del patrimonio culturale.