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Napoli e le architetture lunari: foto di Tobias Zielony alla Galleria Lia Rumma
Fotografia
Tobias Zielony torna alla Galleria Lia Rumma di Napoli con la sua nuova mostra, il cui titolo, Overshoot, si riferisce all’ultima serie fotografica realizzata nella città partenopea nel 2024 e commissionata dal Museo Madre per il recente progetto espositivo Il resto di niente, a cura di Eva Fabbris con Giovanna Manzotti. L’artista afferma: «Il termine Overshoot rimanda al nome della trasmissione radiofonica su Radio Radicale alla quale Aldo Loris Rossi partecipò regolarmente. Letteralmente significa “andare oltre l’obiettivo, esagerare, spendere troppo”».
Nato nel 1973 a Wuppertal, Germania, Tobias Zielony ha studiato fotografia documentaria alla University of Wales, Newport, per poi proseguire con la fotografia artistica alla Academy of Fine Arts di Lipsia sotto la guida di Timm Rautert nel 2001. È professore di fotografia presso la HFBK di Amburgo dal 2022.
La sua fotografia si attesta principalmente su un registro di indagine sociale. L’autore tedesco, attratto da zone e architetture degradate sparse nel mondo, si sofferma infatti su giovani e adulti colti in particolari contesti architettonici e sociali. Zielony infatti aveva già indagato Napoli nel 2010 con il lavoro dedicato alle Vele di Scampia, dal quale poi è stato tratto un catalogo. Overshoot appare quindi come un prosieguo dell’indagine documentaria, un lavoro in itinere che potrebbe comporsi di più capitoli.
Ancora una volta l’attenzione è riservata all’architettura e in questo lavoro, in particolare, Zielony si concentra sulle architetture futuristiche di Aldo Loris Rossi (Bisaccia, 1933 – Napoli, 2018). Il fotografo ri-visita i luoghi progettati da Rossi il quale a sua volta traeva ispirazione, per la parte disegnata, dal futurista Antonio Sant’Elia, mentre per quella progettuale dall’architettura organica di Frank Lloyd Wright. Gli edifici su cui il fotografo punta l’obiettivo sono il complesso residenziale di Piazza Grande ai Ponti Rossi, la Casa del Portuale nella zona di via Marina e la Chiesa di Santa Maria della Libera e del Santissimo Redentore di Portici.
Il fulcro fotografico ci proietta quindi verso la visione futuristica e “oltre l’obiettivo” dell’architetto campano. In particolare Zielony documenta queste realtà autentiche di una Napoli quotidiana, della vita che si svolge all’interno di un microcosmo che assume le sembianze di una stazione spaziale. La vita acquista una valenza differente in quei luoghi, sembra quasi di immergersi in un mondo a se stante.
La Casa del Portuale, in questa visione notturna, appare a pochi metri dalla luna, quasi come fosse quella la sua destinazione. Piazza Grande ai Ponti Rossi invece si sviluppa su pianta circolare e su questa, in maniera radiale, si innestano palazzi residenziali a forma cilindrica. In questo luogo si realizza ciò a cui auspicava Rossi all’inizio della sua carriera, come espresso in una delle sue interviste: «Nella casa moderna cerchiamo di risolvere l’esigenza di un’unificazione fra lo spazio interno e lo spazio esterno in modo che l’edificio, l’organismo si espanda naturalmente nella natura». Nel contesto residenziale infatti tutto converge in maniera centripeta verso la piazza centrale, punto di ritrovo ideale per tutti i residenti.
Lo sguardo di Zielony quindi non si sofferma solo sull’esterno ma ci invita a entrare e a sperimentare la vita dei residenti. All’interno di un appartamento, un bambino sul suo letto guarda la tv e alle sue spalle un poster con un grande mondo, per metà ricoperto di oro, lo sovrasta, come a voler simboleggiare il futuro pieno di possibilità che lo attende. Vicino a sé, come un cimelio tondeggiante o un animale domestico da tenere sempre accanto, uno dei tanti simboli di Napoli: il calcio. Una foto racchiude un microcosmo di possibilità, di tradizioni e di speranza nel futuro.
La mostra si chiude con un breve video in stop motion che ripercorre ancora una volta i luoghi sopracitati. Le immagini si affastellano l’una sull’altra, il suono dello scatto fotografico scandisce il tempo e la meticolosità delle immagini ci fa immergere nel racconto dai toni cinematografici. Zielony segue i movimenti e le abitudini delle persone così come segue la sinuosità e le sfaccettature degli edifici che osserva con la sua macchina medio formato.
La visione di Zielony segue le strutture degli edifici e i movimenti delle persone che li abitano, dando vita a un flusso apparentemente infinito di immagini e prospettive possibili.
La mostra sarà visitabile alla Galleria Lia Rumma di Napoli fino al 25 gennaio 2025.